Siamo arrivati all'ultima parte. Il saggio in realtà è molto più lungo, ma dato che coinvolge argomenti che esulano da questo forum, non l'ho tradotto tutto, ma ho cercato di riprendere tutte le parti che riguardano Severus e i libri di Harry Potter. Ma se avete letto fin qui, lo sapete già anche voi.
Quest'ultimo segmento è molto triste. Siamo arrivati anche alla fine della vita di John, e so quanto questo abbia colpito dolorosamente Claire, che gli era affezionatissima. Va bene, lascio parlare lei.
----------
8. John naturalmente non era soltanto la componente principale dello Snape dei libri: era anche in buona misura lo Snape delle fanfiction. La bruttezza di Snape (almeno per come Harry giudica i look maschili) è un punto di grande importanza nei libri a proposito del suo aspetto, e il messaggio che incarna – che l’apparenza sia irrilevante, che un uomo semplice possa essere un eroe ed un innamorato, e che un uomo brutto non dovrebbe essere disprezzato – è talmente importante che è davvero seccante dover ammettere che quei fan di Snape che pensavano che Snape dovesse essere bello stessero cogliendo nel giusto. Ma era effettivamente così.
John ha reso veri molti dei clichés della fanfiction. Per esempio, aveva una mente brillante, e scriveva ricerche per le riviste specializzate, tra una correzione di compiti e l’altra. Nei giorni del suo impegno in politica, pattugliava le strade la notte per proteggere le persone vulnerabili, senza preoccuparsi dei rischi per sé stesso. Soffriva di insonnia ed erano stanchezza e stress che a volte gli davano problemi di capelli grassi, ma anche nei periodi di maggior stanchezza era sempre scrupolosamente pulito, ed anche quando era stressato e ringhioso al suo massimo, c’era un cuore d’oro sotto quel sarcasmo e quella rabbia: si preoccupava ed era protettivo verso i suoi studenti anche quando non lo notavano. I suoi scoppi di rabbia erano dovuti a stanchezza e dolore emotivo, e una giovane, generosa e adorabile assistente di laboratorio lo salvò dal suo isolamento e dalla sua infelicità, apprezzando tutto il buono che c’era in lui; ne fu ricompensata con passione romantica e adorante devozione (anche se la sua amata aveva più o meno la stessa età di John e non vent’anni di meno come accade di solito nelle fanfic).
John era passionale e amorevole, e capiva completamente lo scenario delle fanfiction definito “hurt/comfort” (dolore/conforto), nel quale le sofferenze fisiche o psicologiche di un personaggio unite agli sforzi di un altro personaggio di prendersene cura generano un intensa vicinanza emotiva; lo capiva perché lo aveva vissuto. Essendo stato sottoposto a gravi operazioni chirurgiche che sapeva lo avrebbero fatto soffrire molto nelle settimane successive agli interventi, diceva che tutto sommato ne valeva la pena perché da quello sarebbe venuta un’ulteriore prova di amore, in quanto avrebbe ricevuto tutta la tenerezza di sua moglie Shirley.
C’era almeno una cosa in cui John non era assolutamente come il suo alter ego delle fanfiction. Le amanti dello slash saranno deluse di sapere che, nonostante i suoi capelli folti e la sua struttura ossea delicata, John era biologicamente corretto, maschio quanto umanamente possibile. E non era neppure interessato a quella sorta di cupo sadomasochismo che spesso viene imposto al povero Snape del fanon. Una volta gli ho detto che Severus, avendo subito decadi di complessi giochi di potere nel suo ruolo di spia, non avrebbe mai cercato di riprodurre quel genere di cose nella sua vita privata, ma avrebbe probabilmente preferito una cena a lume di candele con vino pregiato o una scappatella d’amore gioiosa e priva di complicazioni – e John era pienamente d’accordo.
Forse per i fan di Snape la cosa più difficile da accettare in generale a proposito di John è che era così simile a Snape in così tanti modi - brillante, irascibile, eccitabile, sarcastico, coraggioso, generoso, stoico, leale, pronto a sacrificarsi - eppure rimaneva sempre così infantilmente allegro. Bravissimo a divertirsi, giocherellone sia a parole che fisicamente.
Nonostante le sue occasionali difficoltà per le relazioni sociali, John faceva amicizia “meglio” di quasi chiunque altro io conosca, e per tre anni e mezzo è stato l’amico che ho sentito più spesso, con cui ho parlato più spesso, a cui ho raccontato per primo le notizie più importanti della mia vita. Eppure non ci siamo mai incontrati, perché vivevamo a centinaia di miglia di distanza. Avremmo dovuto incontrarci a marzo o aprile 2011, quando aveva in programma un viaggio in Scozia per visitare uno dei suoi figli, ma ci ha lasciato prima di poterlo fare. Siamo stati amici strettissimi per quasi quattro anni, mi mancherà per il resto della mia vita.
Una delle cose che mi piace di più scrivere in una fanfiction sono Harry e Severus che si fiutano a vicenda, come cani che rizzano il pelo, e poi gradualmente cominciano a capirsi per arrivare infine all’amicizia, riconoscendo che c’è stato torto e ragione da entrambe le parti, e che realmente loro due hanno molto in comune. Tutte le cose che ho scritto di Severus e John più sopra si applicano ugualmente a Harry, a parte “brillante” e “amorevole” - irascibile, eccitabile, sarcastico, coraggioso, generoso, stoico, leale, pronto a sacrificarsi. Ad Harry era simpatico il ragazzo del suo libro di Pozioni, prima di scoprire chi fosse veramente. (Vorrei specificare a questo punto che non sto dicendo che l’Harry del canon sia tonto, ma non è neanche un genio, ed è un po’ un pesce freddo. È moderatamente gentile, quando si ricorda di esserlo, ma non molto emotivamente coinvolto. Lo vediamo specialmente nei Doni della Morte, dopo il raid dei Mangiamorte al matrimonio di Bill Weasley: Harry è incapace di condividere l’immenso sollievo di Ron e Hermione quando vengono a sapere che i Weasley sono al sicuro finchè non si ricorda specificamente di Ginny, nonostante Molly e Arthur l’abbiano trattato come un figlio per anni).
È stato forse perché la Rowling stessa non ha mai parlato a John da adulta ad adulto che Harry non parla mai in modo adeguato con Severus nei libri, nemmeno col suo ritratto. JKR non sapeva come parlare a John e quindi non sapeva scrivere Harry che parlava con Severus. E va bene, diciamo che è giusto, si può facilmente capire che una persona riservata e introversa come la Rowling avrebbe trovato snervante il doppio modo di agire di John, da una parte rigido e impacciato, dall’altro eccitato e gioioso come un ragazzino; ma Harry è fatto di materiale più tosto, e dovrebbe essere facilmente in grado di tener testa a Snape in una discussione, soprattutto nel momento in cui Snape non può più zittirlo né minacciare di togliere punti a Grifondoro.
-----------
I libri di Harry Potter hanno la reputazione di sapersi confrontare con la morte, ma in realtà barano, perché i ritratti parlanti permettono agli amici addolorati di restare in contatto con il loro caro estinto (e dal modo in cui questi ritratti si comportano, è chiaro che sono molto più di semplici registrazioni), perciò non è mai troppo tardi per dire quello che deve essere detto. Ma qui nel nostro mondo non abbiamo un mezzo così facile di comunicare con chi se ne va…
John era già stato malato per oltre un anno quando l’ho conosciuto. Nel 2006 lo avevano operato per togliergli un polipo intestinale. Ma il male oscuro che portava dentro di sè, non poteva essere curato definitivamente.
Nella primavera del 2007 si era sviluppato un altro tumore sulla cicatrice dell’operazione precedente, e venne eseguita un’altra operazione per rimuovere una notevole parte di intestino. Ma quando si risvegliò dall’anestesia, gli venne detto che i chirurghi avevano trovato un secondo tipo di cancro, poco aggressivo ma completamente differente dal primo.
È stato in questo momento, un mese prima che tornasse in ospedale per farsi togliere una buona parte di viscere ed essere sottoposto poi a chemioterapia, che l’ho conosciuto per la prima volta.
L’operazione gli aveva lasciato dolori continui, e tra questo e l’insonnia di cui soffriva, molto spesso si alzava di notte per aggirarsi nel buio della casa e poi tornare di nuovo a letto. Non riuscendo a riposare, e sapendo che anche io sono un animale notturno che raramente va a dormire prima delle quattro del mattino, mi mandava mail nelle prime ore del giorno. Scherzosamente, lo avevo soprannominato Midnight Cowboy.
Tuttavia, la sua preoccupazione, il suo grande tormento, non erano per la sua sopravvivenza ma perché non voleva lasciare Shirley da sola. Più tardi lei mi ha detto che John le aveva confessato, “Devono fare qualcosa, perché io voglio passare ancora tanti altri giorni con te.”
Aveva ragione di preoccuparsi, perché alla fine il male tornò in tutta la sua cattiveria. Nell’ottobre 2010, un controllo di routine trovò nuovi aggressivi tumori a rapida crescita nel suo fegato, anche se l’altro tumore sembrava essere completamente sparito. Dopo alcune agitate settimane in cui il suo specialista aveva cercato freneticamente di pianificare una doppia operazione per eliminare tutto in una volta sola - e la neve cadeva in uno degli inverni più rigidi che la Gran Bretagna abbia mai conosciuto - si scoprì che il male era progredito troppo in fretta per poter essere operato.
Io gli ho detto che era stato un marito ed un padre eccellente, che aveva avuto un meraviglioso matrimonio, che aveva amato ed era stato amato. Aveva ispirato tanti studenti, si era divertito ed aveva fatto divertire tante persone… ma ormai John era troppo stanco e non aveva più la forza di provare a continuare a vivere, anche se avrei tanto voluto che lo facesse. Aveva fatto molto, visto molto, ed aveva vissuto intensamente. Aveva i suoi difetti come chiunque di noi, ma non erano tanti e non erano poi così gravi: le sue virtù e i suoi talenti contavano molto di più.
John se ne è andato tranquillamente, serenamente, perché Shirley è stata vicino a lui fino alla fine. Il suo funerale si è tenuto nell’antica chiesa di St. Stephen and St. Tathan, dove aveva spesso cantato, e la registrazione di un canto eseguito dalla sua bellissima voce baritonale venne suonata durante il servizio funebre. Venne sepolto nel cimitero ai piedi di Highmoor Hill, il pendio dove sono le tombe dei dodici re ribelli uccisi da Re Artù, e così John diventò parte di quella storia antica che amava tanto. Era vissuto abbastanza a lungo da veder fiorire i suoi narcisi selvatici per l’ultima volta, e la sua famiglia li fece deporre sulla sua tomba. Io gli ho mandato rose bianche.
Nell’ultima mail che ho avuto da lui, appena diciassette giorni prima che morisse, John si scusava perché ormai non avremmo più potuto incontrarci, mi ringraziava per la mia amicizia e mi chiedeva di far sapere alla Sorellanza che i suoi medici gli avevano dato da uno a due mesi di vita. Tristemente, questo si era dimostrato fin troppo ottimistico. E John doveva aver capito in cuor suo che era troppo ottimistico, perché mi ha scritto come se sapesse che era l’ultima volta che avremmo parlato. La lettera si concludeva con una specie di manifesto al fandom, una dichiarazione di due delle sue emozioni principali: devozione per sua moglie, e ammirazione per Jo Rowling. E amore, e le crocette che in inglese indicano i baci, perché si firmava sempre mandando baci.
“Io penso che le storie di Harry Potter siano davvero strabilianti, un magnifico risultato intellettuale. E credo anche che, nei fili di queste storie, Joanne abbia intessuto il mio amore per mia moglie Shirley.”
In memory of John Lawrence Nettleship
01/08/1939 - 12/03/2011
Dearly loved.
------------
Coloro che fossero interessati a leggere il saggio originale in inglese, possono trovarlo nel sito di Claire
quiEdited by Lady Memory - 11/8/2016, 18:48