CITAZIONE (Ida59 @ 12/11/2014, 22:22)
CITAZIONE (Minervina @ 20/9/2014, 18:11)
Ma ora dai, dai, spezzo una lancia per il povero “vecchiaccio”!
In fondo, che colpa ne ha lui, se ha l’animo dello stratega?
La vita gli ha servito Severus su un piatto d’argento: un uomo straordinario, capace e saldo nell’amore come nel rimorso e nella colpa, un mago eccezionale… a chi altro avrebbe potuto far fare tutto quel che ha chiesto a lui? Chi poteva prendere per i fondelli Voldemort, se non lui?
Silente sapeva che Severus non avrebbe mai fallito; si era fatto più sicuro e convinto lui della qualità infinita del coraggio, dell’animo e del talento di Severus, di quanto lo fosse Severus stesso o chiunque altro. Certo, lo ha messo anche a rischio, è vero, lo ha esposto (non senza il suo consenso) al pericolo, ma ha contribuito anche a rafforzare, io credo, una corazza che nessun Voldemort, per quanto potente, poteva mai sperare di scalfire: ha nutrito il suo amore, ha accolto e compreso il suo rimorso e il suo senso di colpa, gli ha dato la sua
fiducia, completa e incondizionata e questo, soprattutto, unito al suo stesso cuore (nel quale i semi dell’amore e del pentimento hanno comunque trovato il terreno adatto per dare frutto, indipendentemente da Silente) ha reso Severus un uomo inviolabile, direi perfino al di là dell’Occlumanzia, se vogliamo andare oltre l’aspetto più “tecnico” della schermatura che possiede e che attiene anche ad un altro tipo di magia; quella che Voldemort, appunto, non capisce.
Accidenti, più ne scrivo e più mi sconvolge e mi elettrizza ripensare alla perfezione di questo disegno e a questa “strana coppia”, a suo modo un po' tragicomica ma insuperabile.
Devo smettere ora, per conservare intatta la mia salute emotiva, ma che bella, bellissima scena e quanta meraviglia c’è dentro… ne parlerei all'infinito.
Aaaah! il vecchiaccio mi piace, ma solo se sta lontano dal mio amore, cui ne ha fatte di cotte e di crude!
Ok, ok, Silente è stato di aiuto a Severus e gli ha dato la sua fiducia. Probabilmente gli ha anche voluto bene come un padre che,però, vuole che il figlio sia il migliore nel suo campo. Quindi ok l'appoggio in certi modi, prettamente razionali, logici e intellettuali, ma non in quelli più sentimentali ed affettivi. ok, ok, con Severus non era un approccio facile da fare. Ma Silente ci avrà mai provato?
Vero, Silente ha aiutato Severus a rafforzare la sua corazza oltre ogni potere della Legilimanzia, ma siamo sicuri che ha CITAZIONE
ha nutrito il suo amore, ha accolto e compreso il suo rimorso e il suo senso di colpa
e che non sia vero, invece, l'inverso? Cioè che Silente abbia nutrito il rimorso ed il senso di colpa di Severus perchè erano le leve con cui maggiormente poteva giudarlo? E l'amore per Lily, Silente è mai stato in grado, davvero, di accoglierlo e comprenderlo? Visto lo stupore con cui Silente accoglie l'Always di Severus, qualche dubbio mi viene...
Sono sicura, il "mio" Silente ha voluto bene a Severus (così come ha voluto bene a Harry) ma come stratega non ha avuto alcuna esitazione a sacrificarli entrambi.
Poi, però, penso che Silente-stratega ha sacrificato anche se stesso, e qui entro in un vicolo cieco. Salvo pensare che Silente non abbia affatto sacrificato se stesso ma, solo, ha razionalmente accettato il proprio errore che, tramite l'anello di Serpeverde, l'ha condannato alla morte. E, morire per morire, almeno ha sfruttato al meglio la sua morte, dando un'opportunità in più a Severus con Voldemort... a prezzo, però, di quel tremendo ordine.
No, con Silente sono ingabbiata in una tremenda e vischiosa ragnatela di amore ed odio...Ma che spunti succosi!
Ok, ok, andiamo con ordine.
Sì, sono d’accordo, il processo che ho descritto può essere letto anche con questo altro scopo finale: il fatto cioè che Silente abbia incoraggiato, alimentato, l’amore e il senso di colpa di Severus per scopi “strategici”, anziché per affetto, come ho lasciato un po’ sottintendere. E di certo, almeno in un primissimo tempo, deve essere stato così, perché Severus era pur sempre un ex-Mangiamorte del quale occorreva capire quanto fosse consistente e concreto il pentimento. Ma il rapporto fra Severus e Silente, nel corso degli anni, deve essersi trasformato radicalmente, a mio avviso, specie da parte di Silente. Se Severus è andato chiudendosi nell’isolamento, curvo sul proprio dolore e su un desiderio di perdono che per tutta l’esistenza immagina di non poter mai meritare, Silente, al contrario, deve aver visto crescere la luce in lui, proprio e anche a causa di questo suo negarsi ostinatamente alla vita, deve aver visto con sempre maggiore chiarezza, quanto più lui si chiudeva nel buio, la portata effettiva del rimorso di Severus e la conseguente sofferenza irrimediabile per quel giovane mago che stava rinunciando alla vita e a sé stesso.
Il Preside, di fronte a quello che Severus è stato capace di essere e di fare, deve aver del tutto rettificato le sue posizioni iniziali, tanto che non solamente (lo sappiamo per certo) gli ha offerto la sua completa fiducia, ma deve essersi anche affezionato con sincerità al ragazzo, poi divenuto un uomo di così grande e riconoscibile valore. E la cosa non deve essere avvenuta molto tardi, anche su mero piano temporale, perché non dimentichiamoci che Silente offre a Severus un posto da
insegnante e nessun Preside sano di mente darebbe un incarico del genere ad una persona che non stima affatto sotto il profilo umano, nonostante fosse necessario tenerlo lì ad Hogwarts per realizzare la ben nota strategia. Nemmeno lo strambo vecchietto delle caramelle al limone e dei sorbetti, potrebbe mettere un ex-Mangiamorte (di cui peraltro diffida) tutti i giorni in aula accanto a dei ragazzini.
Però io penso anche ad un altro aspetto, che ritengo fondamentale considerare al di là della crudezza con cui il Preside è stato capace di manovrare le pedine del gioco nel corso della sua vita (manipolazione a fin di bene, certo, ma che non giustifica comunque lo “sfruttamento” della persona e dei suoi sentimenti); vale a dire il problema delle
scelte, fulcro centrale di tutta la storia e non solo della vicenda personale di Severus.
Ora, Silente ha sbagliato in modo grave, durante la giovinezza, sacrificando per la sua sete di potere la propria famiglia, fratello e sorella in modo particolare, portando alla tragica conseguenza della morte di Ariana. Da quel momento in poi, come sappiamo, Silente ha cercato di reindirizzare la sua esistenza, di ridarle un senso modificando in profondità lo scopo del suo agire (se vogliamo semplificare: passando dal perseguimento di un male a quello di un bene) ma non ha mai smesso di pensare “in grande” ed appare evidente a tutti che il costo di questo piano, quando l’obiettivo finale trascende il singolo, non può non richiedere il sacrificio di qualcuno. La domanda è: il sacrificio di
chi?
Silente questa volta è più che pronto a sacrificare sé stesso (e ne abbiamo avuta la prova), ma è consapevole di non poterlo fare da solo. Contro Voldemort, ci vuole ben più che una bella tattica e la buona volontà di un solo mago, per quanto potente; lo stesso Preside ce lo rende esplicito, quando cerca di coinvolgere il Ministro della Magia nella battaglia, restando inascoltato. L’anziano Preside, dunque, è ben consapevole che occorre essere uniti e che qualcun altro potrebbe restare vittima di questa strategia (è altamente improbabile che ciò non accada, purtroppo, trattandosi di una guerra), ma la vera differenza, ora che lui si rende conto di voler agire
per il bene, secondo me non sta più nell’obiettivo, bensì nella libertà di scelta. La propria e quella degli alleati.
Gli altri non sono più semplicemente “vittime” impreviste e inermi di una smodata sete di potere e dominio, incatenati alla sorte decisa per loro dalle scelte sbagliate altrui. Ora, le “vittime” sacrificali (Harry e Severus
in primis) sono consenzienti e coscienti (forse non del tutto all’inizio, ma poi lo diventano sempre di più) dei rischi che dovranno assumersi nella lotta. Ciò non significa, naturalmente, che l’accettazione di questo rischio sia un processo facile o indolore: è proprio qui, infatti, che prende corpo il senso che io do al “nutrire il suo amore”, all’accogliere e comprendere il suo senso di colpa (di Silente nei confronti di Severus).
Secondo me, Silente sa che per Severus (parliamo di lui, più che di Harry, ovviamente) quella di proteggere Potter non è solo una necessità imposta dalla strategia, ma è davvero la sua occasione migliore, il modo più perfetto per riscattarsi, per ritrovarsi, per diventare l’uomo che dovrebbe essere e che (mi rifiuto di pensare altrimenti) Silente
sa già essere pronto a crescere dentro quel giovane uomo, alla riscoperta di un germe di splendore già presente in lui e sepolto sotto strati di errori, sensi di colpa, disprezzo e vergogna di sé.
Qui non c’è in ballo soltanto la sconfitta di Voldemort, pure fondamentale in un’ottica globale; qui si gioca anche la partita dell’uomo che Severus sta tornando ad essere, il sé stesso che si sta riprendendo e, per quanto forte e granitico ci appaia il professore, a noi che lo abbiamo conosciuto nella sua parabola ascendente, io credo che nel momento di transizione da Mangiamorte ad alleato di Silente, benché deciso, coraggioso e certo di stare facendo la cosa giusta, riappropriandosi del suo autentico sé, Severus ha avuto bisogno, come tutti gli esseri umani, di un’àncora a cui aggrapparsi, e quell’àncora è stato il Preside. Nel turbinio della sua vita, che in quei mesi, anni cruciali, attraversava una tempesta che avrebbe potuto distruggerlo, il volitivo Severus, che aveva già fatto la sua Scelta, non poteva comunque combattere da solo. Lo avrebbe voluto… oh, quanto lo avrebbe voluto, se fosse dipeso da lui! Ma è incastrato e non può fare altrimenti; non può sbrogliare la matassa dei suoi sbagli da solo. Non, soprattutto, perché nell’immediato c’è Lily in pericolo. È per questo che arriva su quella collina e per questo chiede aiuto. Silente gli offre la sua risposta e lo costringe a ricambiare, lo tiene legato alla Scelta che ha fatto, perché da uomo che ha anche lui sbagliato e che sa quanto è dura percorrere la via del rimorso, sa pure che per Severus, l’intera vita, d’ora in poi, sarà una sofferta e faticosa riconferma della Scelta compiuta sulla collina, per nulla facile da sopportare. Per quanto abile e tenace, Severus è un ventenne solo, non amato, spaventato da quel che ha fatto, da quel “mostro” che ha creduto di essere diventato chiedendo la vita di Lily in cambio di quella di Harry e, in fondo, è un uomo smarrito. È il momento cruciale in cui può perdere o vincere tutto; e in quel momento Silente è accanto a lui.
La promessa fatta lo imprigiona e lo libera al tempo stesso e quell’
anything, proprio come il Marchio sul braccio, è insieme una catena che lo lega al giuramento, ma anche il simbolo della sua libertà perché (ed è questo il bello) è una catena che non gli è stata imposta. Lui la
vuole con tutto sé stesso e non vorrebbe altrimenti, perché quel vincolo, ora, è un vincolo fatto solo di profonda fiducia e di inesauribile amore.
In altre parole, ecco, non è tanto Albus che lo tira dentro alla “strategia”, quanto Severus stesso che, scegliendo per sé,
sceglie anche, di riflesso, di stare dentro al piano. Viene “usato”, è vero, e sappiamo bene che lui stesso lo fa aspramente notare a Silente quando quest’ultimo lo informa che Harry deve morire: si lamenta, certo, e non le manda a dire, ma
non si tira mai fuori. È un dato di fatto incontrovertibile che, per quanto ferito, stravolto e, a suo giudizio, immeritevole di perdono, Severus sa che la sua libera Scelta lo ha messo dentro al “piano”; che, sempre quella Scelta, è l’unico modo per ritrovare la parte migliore di sé (anche se non si sente degno di mostrarla, né quasi di viverla); che è l’unico modo per sapere cosa voglia dire vivere per amore, a qualsiasi prezzo. Questo è il responso della sua coscienza, la decisione presa nella pienezza del suo libero arbitrio, quel giorno, lì, sulla collina, nonostante e oltre la sua disperazione. Ed è quel libero arbitrio che Silente “sfrutta” imperdonabilmente, è vero, quasi senza pietà per l’uomo, ma che è anche l’unica strada che Severus
vuole percorrere e che si incastra con quella che conduce da Lily ad Harry, da Harry a Silente e, come non mi stanco mai di ribadire, all’intero Mondo Magico. Silente lo sa e, se la vogliamo mettere in una diversa prospettiva,
non si oppone a che ciò accada e, anzi, lo favorisce. Ma favorisce, in tal modo, anche Severus.
La chiave di tutto il discorso, io la individuo in quel sospiro e in quella domanda accorata: "Vuoi la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte migliore di te?"
Qui, secondo me, nel mostrare che dalla sua spia non desidera solo l'apporto tacito e sotterraneo, ma anche (per quanto improbabile) uno svelamento del
vero uomo dietro la maschera, Silente indica con chiarezza che non conta solo la caduta di Voldemort, o meglio che non conta se non
a determinate condizioni; che la salute dell'anima di Severus ha un peso grande, forse perfino maggiore di quanto si attenda. O meglio, che senza il lucore di
quell'anima, niente potrebbe avere senso, nemmeno la sconfitta del mago malvagio.