Il Calderone di Severus

Gryffindor e "Il Confronto"., Dicembre

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Ale85LeoSign
view post Posted on 26/12/2013, 13:25




Riferito alla sfida di Novembre "Il confronto" considerata di livello Difficile.

Link alle specifiche della S.H.C.

Il riassunto di cosa si deve fare lo faccio dopo! Ora apro tutte le discussioni, mese per mese.
 
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Starliam
view post Posted on 28/7/2014, 17:53




Sì, so che manca un sacco di tempo, ma questa sfida mi ispira e ho già iniziato a scrivere. Questa è la prima one-shot, altre in arrivo. Ogni persona può fare al massimo 60 punti, vero?

Prima one-shot
Parole: 2822
Punti: 7

Harry cercava di concentrarsi, senza riuscirci. Le lettere sembravano sfocate davanti ai suoi occhi, e tenere la penna in mano si era fatto sempre più difficile. Si passò una mano sulla fronte, bagnata di sudore. Il suo corpo sembrava vittima di ondate di caldo a intervalli regolari. Harry si tolse gli occhiali e li pulì sulla manica della veste nera, ma senza successo. La sua vista era ancora sfocata. Sospirò profondamente, cercando di calmare lo stomaco che aveva iniziato a dargli una strana sensazione di nausea. Doveva arrivare al termine di quelle ore di punizione, così da poter tornarsene nel dormitorio e mettersi a letto per il resto della giornata.
Mentre prendeva dalla scatola una nuova scheda da ricopiare (questa per fortuna non aveva il nome di suo padre o di Sirius come autori della malefatta che vi era descritta), si voltò a guardare Piton. Il professore si era alzato, e stava scegliendo alcuni libri dal grande scaffale di legno scuro, dandogli la schiena. Harry sapeva che non lo avrebbe fatto andare via prima di un’altra ora, come tutti i sabati; quindi faceva bene a cercare di ricopiare qualche scheda in più, per evitare che Piton non fosse soddisfatto del lavoro svolto e decidesse di tenerlo lì ancora più a lungo. Si stropicciò di nuovo gli occhi e si accinse a scrivere, con un nuovo, profondo sospiro.
“Che succede, Potter?”
Piton teneva in mano un libro massiccio dalla copertina di pelle bordeaux, e leggeva da una pagina centrale. Non stava guardando Harry, ma si aspettava comunque una risposta.
Harry si voltò verso di lui. “Posso andare in bagno, professore?”
Piton distolse lo sguardo dal libro e lo fissò su Harry, con espressione accigliata. “Ci sei andato un quarto d’ora fa”.
“Sì, beh, ci devo tornare”, rispose Harry, con aria di sfida.
Severus rimase a fissare Harry in silenzio per qualche secondo. A che gioco stava giocando il ragazzo? Quel giorno sembrava più insofferente del solito. Forse aveva qualche problema intestinale, o magari aveva solo bevuto troppo caffè a colazione. In ogni caso, non poteva negargli il permesso di andare in bagno, se davvero ne aveva bisogno. Severus indicò la porta della classe con un secco gesto della testa, senza togliere lo sguardo da Potter.
Il ragazzo si alzò lentamente, e Severus notò in quel momento quanto fosse pallido. Prima che il professore potesse dire qualcosa, gli occhi di Harry si fecero vacui, e cadde a terra privo di sensi.
Severus non aveva fatto in tempo ad afferrare Potter prima che cadesse a terra. Lo aveva visto chiudere gli occhi e afflosciarsi su se stesso come al rallentatore: aveva lasciato cadere a terra il libro con un tonfo sordo ed era balzato verso di lui, ma lo aveva raggiunto solo una frazione di secondo dopo che il ragazzo era caduto, sbattendo le ginocchia. Fortunatamente, l’incantesimo diagnostico non aveva rilevato danni in conseguenza alla caduta: Potter avrebbe solo avuto un paio di lividi sulle ginocchia per qualche giorno. Ciò che l’incantesimo aveva portato allo scoperto, però, era uno stato di stanchezza generale, disidratazione compresa. Adesso Potter dormiva sul divano verde nel suo ufficio, accanto al tavolo sul quale stava svolgendo la sua inutile punizione. Da quando era svenuto, un paio d’ore prima, non si era ancora svegliato: Severus gli aveva somministrato delle pozioni per farlo riposare e restituirgli i liquidi e le sostanze nutrienti mancanti nel suo organismo. In poche ore, una volta sveglio, sarebbe stato come nuovo: a patto che non ricominciasse a trascurarsi.
Severus non sapeva se Potter si era ridotto in quello stato per la stanchezza del sesto anno di scuola, per lo stress della lotta contro l’Oscuro Signore, per il dolore per la morte del suo padrino o per un insieme di tutte queste cose. Ma sapeva che non poteva continuare, perché avrebbero avuto bisogno di lui in perfetta forma, nei difficili mesi che sarebbero seguiti. Non per la prima volta, il professore si trovò a riflettere su quanto fosse ingiusto il fatto che un ragazzo così giovane dovesse portare l’enorme peso della salvezza del mondo magico, costellato da tragedie e sofferenze. E ancora il peggio per lui doveva venire…
Mentre Severus stava pensando a tutte queste cose, Harry si mosse nel sonno, e iniziò ad aprire gli occhi. Severus si avvicinò, guardandolo con attenzione. Il ragazzo aprì gli occhi e sobbalzò, scattando a sedere. Poi si guardò intorno stropicciandosi gli occhi, prendendo in automatico gli occhiali che Piton gli stava porgendo. “Che è successo?” chiese il ragazzo, guardandosi intorno con espressione confusa.
“Sei svenuto durante la tua punizione”, rispose lapidario Severus.
Harry sembrò a questo punto ricordare tutto. “Oh”.
“Non sembra che avrai problemi, però”, continuò a spiegare il professore. “Si è trattato di uno stato di stanchezza generale, unito a poco cibo e pochi liquidi”.
Severus attese che Harry dicesse qualcosa ma, visto che Harry non sembrava intenzionato a dire una parola, riprese a parlare.
“Forse ti sei stancato troppo folleggiando con i tuoi amici… di certo non a studiare, considerati i tuoi voti”.
Questo sembrò provocare Harry abbastanza da fargli aprire bocca. “Non credo proprio che sia questo il caso”.
“Ah no? Allora ti sarai dato troppo da fare con la tua ragazza…”
Harry lo guardò, stupito. Questo era troppo anche per uno come Piton. “Non mi sembra che questi siano discorsi appropriati, professore”.
Severus sollevò un sopracciglio, e trascinò una pesante sedia di legno davanti al divano, sul quale si trovava ancora Harry, mezzo disteso.
Severus si sedette, prima di ricominciare a parlare, guardando intensamente il ragazzo. “E quali sono discorsi appropriati secondo te, Potter? Non dobbiamo essere preoccupati per la tua salute? Ti assicuro che nessuno lo sarebbe, se tu non fossi il dannato salvatore del dannato mondo magico”.
Harry strinse gli occhi. “E a lei che gliene importa? Tanto lo so che lei non è dalla nostra parte! Silente…”
“Lascia stare Silente, stupido ragazzino”, sibilò Severus, con gli occhi ridotti a due fessure. “Sei libero di credere quello che vuoi, non mi interessa. Quello che so è che ho dei compiti ben precisi, e fra questi c’è quello di tenerti al sicuro. Ma tu ovviamente non mi stai rendendo la vita facile; proprio per niente”.
“Ah sì? E chi le ha affidato questo compito? Silente, o magari Voldemort? Deve tenermi al sicuro per quando l’Oscuro Signore, come lo chiama lei, sarà pronto per ucidermi?”
Severus scosse la testa, con un’espressione beffarda sul volto, che Harry non gli aveva mai visto. “Tu non sai niente, Potter. Tu pensi di aver capito tutto, ma in realtà non hai capito proprio niente. Te lo posso assicurare”.
Harry si passò nervosamente la lingua sulle labbra, con gli occhi che scintillavano di rabbia. Cercò di alzarsi, ma non ce la fece: non sapeva se era ancora debole per lo svenimento o se Piton gli aveva fatto un incantesimo per tenerlo incollato al divano. “E allora perché non me lo spiega, eh? Che senso ha continuare a dire che io non capisco niente, se nessuno mi spiega mai cosa sta succedendo?”
Potter aveva parlato con rabbia, una rabbia che Severus riusciva ad avvertire chiaramente.
“Le cose ti vengono spiegate quando è il momento, Potter”.
Harry strinse i denti. Piton aveva pronunciato quelle poche parole con calma, e il ragazzo trovava quella calma più fastidiosa della rabbia cieca.
“Bene. Bene. Allora, immagino che sia il momento per me di sapere esattamente se lei è dalla nostra parte oppure no. Visto che Silente continua a ripetermi che si fida di lei, e che anche io dovrei fidarmi… ma io sinceramente non ho nessun motivo per farlo, visto che da parte sua ho sempre avvertito solo odio e antipatia. E allora, mi dia un motivo per cui dovrei fidarmi di lei, professore… uno solo”.
Piton non poté fare a meno di sentirsi stranamente soddisfatto. Per una volta il ragazzo gli aveva fatto una domanda chiara e precisa, senza rovesciargli addosso insulti e antipatia. Per quale motivo Potter doveva fidarsi di lui? Aveva ragione. Il ragazzo non sapeva neanche la metà delle sue motivazioni.
“Sto aspettando, professore”.
Potter non lo stava prendendo in giro: un rapido sguardo al suo volto rivelò a Severus che il ragazzo desiderava davvero sapere la verità. Non poteva dirgli tutto, però. Non voleva dirgli tutto.
“Ti ricordi quando, l’anno scorso, hai guardato nel pensatoio nel mio ufficio?” Forse quello era il modo migliore per iniziare. Harry lo guardò, sorpreso. “Sì, mi ricordo”.
“Bene. Cosa hai visto?”
“Ho… lo sa cosa ho visto!” Potter sembrava a disagio, e cercava di eludere la domanda.
Severus sospirò profondamente. “Potter, se vuoi sapere le mie motivazioni, devi fare esattamente quello che ti dico. Si tratta di cose personali, e ti assicuro che l’ultima cosa che voglio fare è raccontarle a te. Ma è anche vero che le mie motivazioni personali coincidono con quelle che mi spingono a proteggerti, e quindi dobbiamo fare in questo modo. Allora, cosa hai visto nel pensatoio?”
Harry sembrò farsi forza. “Ho visto uno scherzo che le hanno fatto mio padre e Sirius. L’hanno appesa a testa in giù davanti a tutta la scuola”.
Severus annuì. “E poi?”
Harry sembrò confuso. “E poi niente… è arrivata mia madre e ha detto a mio padre di smetterla…”
“Bene, fermati qui. Ti viene in mente niente?”
Harry sembrò improvvisamente molto stanco. “Non lo so, professore, cosa mi deve venire in mente? Il tutto mi è sembrato molto strano all’epoca, ma non mi sono messo a pensare alle implicazioni nascoste di uno stupido scherzo”.
“Non sto parlando dello scherzo. Secondo te, per quale motivo tua madre è intervenuta?”
Harry aggrottò la fronte in un’espressione pensierosa. “Perché non le piacevano le ingiustizie, immagino. Non era ancora innamorata di mio padre e lo vedeva come un arrogante. Sirius me l’ha dettoo, ch hanno iniziato a frequentarsi più avanti”.
Severus annuì. “C’è dell’atro. Continua a pensare”.
Harry espirò, mordendosi il labbro . “O forse… mia madre era sua amica, professore?”
Il volto di Harry si era illuminato, come se avesse fatto una scoperta molto importante. E forse lo era.
Severus inspirò profondamente, contento di essere arrivato al punto importante così in fretta. “Sì, Potter. Tua madre era mia amica. Siamo… stati amici per molto tempo, e quando lei è morta ho giurato che avrei protetto suo figlio. Mi sembrava la cosa giusta da fare”.
Harry non sembrava soddisfatto. “Tutto qui?”
Severus si accigliò. “Come sarebbe a dire? Volevi un motivo per fidarti di me, e io te l’ho dato, no? Tu non proteggeresti il figlio del signor Weasley o della signorina Granger?”
“Sì, ma… mi sembra strano che lei faccia tutto questo solo perché è stato amico con mia madre”. Harry sembrò pensarci per un secondo, poi i suoi occhi verdi si illuminarono di consapevolezza. “C’era dell’altro, non è così?
“Cosa stai insinuando, Potter?” ringhiò Piton, a voce bassa.
“Non sto insinuando niente, professore. Le sto chiedendo se c’era dell’altro fra lei e mia madre. Per caso siete stati insieme, prima che lei sposasse mio padre?”
Severus si sentì come se l’aria gli venisse risucchiata via dai polmoni. Quel dannato ragazzino era più sveglio di quanto si aspettasse. Eppure aveva parlato senza rabbia e senza un’altra emozione nella voce: gli aveva chiesto quella domanda come se non ci vedesse niente di strano nell’eventualità che sua madre fosse stata insieme al suo professore.
“No, Potter” si decise a rispondere Severus dopo qualche secondo di riflessione. “Io e tua madre non siamo mai stati insieme”.
Harry lo guardò in silenzio. “Ma lei lo avrebbe voluto, vero? Era innamorato di mia madre, non è così? Questo è il vero motivo…”
“Basta così, Potter!” Sbottò Severus.
Harry spalancò gli occhi, prima di abbassarli a guardarsi le ginocchia. “Mi scusi”.
Severus continuò. “Non ho alcuna intenzione di parlare con te nei dettagli di questa storia. Posso solo dirti che… hai indovinato. Ero innamorato di tua madre. Questo è il motivo principale per cui ti sto proteggendo”.
Harry annuì. “Deve essere stato molto difficile per lei,” disse a bassa voce, guardando Severus negli occhi. “Mi dispiace, professore”.
Severus si alzò di scatto. “Bene. Adesso devi mangiare per recuperare le forze”. Agitò la bacchetta, e un vassoio colmo di cibo apparve sul tavolino tondo accanto al divano su cui si trovava Harry.
“Poi potrai tornare al tuo dormitorio. Cerca di non sforzarti per i prossimi giorni. Niente corse, niente Quidditch, niente attività fisica. Non saltare i pasti e bevi molta acqua. Entro una settimana dovresti stare bene come prima di questo piccolo incidente. Se dovessi avvertire qualche sintomo strano, vieni subito a parlarne con me”.
Senza spettare una risposta, Severus si voltò e tornò a sedersi alla sua scrivania, riprendendo a consultare il libro massiccio dalla copertina di pelle bordeaux il cui studio era stato così bruscamente interrotto poche ore prima.
Harry iniziò a mangiare con calma e in silenzio, riflettendo sulle nuove, scioccanti informazioni che aveva ricevuto. Eppure, con il senno di poi tutto gli sembrava così chiaro. Iniziava a rimettere insieme i pezzi di tutto ciò che era accaduto nel corso di quegli anni, a tutte le volte che lui e il professor Piton erano venuti a uno scontro, a ogni volta in cui si era trovato Piton in mezzo quando organizzava qualche piano insieme a Ron e a Hermione. Capiva anche alcune allusioni fatte da Remus e da Silente, e anche il ricordo che aveva visto nel pensatoio l’anno precedente appariva molto più chiaro. Gli erano anche più chiari i motivi che avevano portato Piton a comportarsi così con lui: anche se gli faceva ancora rabbia il modo in cui lo aveva trattato nel corso degli anni, adesso poteva almeno cercare di capirlo. Capiva il suo risentimento nei confronti di suo padre. Anche se continuava a trovarla una cosa ingiusta, almeno adesso sapeva che dietro c’era un motivo. Si sentiva anche più tranquillo per il fatto che finalmente qualcuno gli aveva detto le cose come stavano: non era stato facile, ma non gli era più stato chiesto di credere a qualcosa sulla fiducia, ma gli erano state portate delle motivazioni ben precise. Era stato trattato come un adulto.
Seduto alla spaziosa scrivania di legno scuro, Severus Piton osservava di tanto in tanto Harry Potter, che mangiava con calma e in silenzio le uova sode, il purè e le fette di carne di tacchino che gli elfi domestici avevano preparato per lui dietro richiesta del professore stesso. Rivelare quella parte così importante di se stesso proprio a Harry non era stato così difficile, dopo tutto: o almeno, non così difficile come pensava. Severus aveva temuto uno scoppio d’ira da parte sua, invece il ragazzino era stato incredibilmente comprensivo, come se si sentisse sollevato da quella rivelazione. Forse lo era perché sentiva che qualcuno aveva avuto fiducia in lui, confidandogli un segreto importante. Anche Severus si sentiva sollevato: aveva ottenuto (forse) la fiducia di Potter, che gli sarebbe stata importante più avanti. Non sapeva se sarebbe stata sufficiente: se le cose si fossero messe veramente male, Potter probabilmente sarebbe tornato a dubitare di lui. E purtroppo era molto probabile che le cose si sarebbero messe molto male, e molto alla svelta. Severus sospirò, pensando alla cosa più difficile, a quel segreto che pesava dentro di lui come un macigno, ben più dei sentimenti che provava per Lily. Si trattava di qualcosa che il ragazzo non poteva sapere, non ancora. Avrebbe dato qualunque cosa per non dover essere lui a dare a Harry quella terribile notizia, ma Silente aveva organizzato tutto. Come fare a far sapere al ragazzo che per sconfiggere il Signore Oscuro doveva lasciarsi uccidere? Soprattutto, se Silente aveva ragione e Severus avesse dovuto portare a termine il piano… era certo che quella poca fiducia che si era conquistato da parte di Harry sarebbe svanita rapidamente, come neve al sole. Avrebbe dovuto escogitare un piano per mettersi in contatto con lui e farsi credere di nuovo.
Ma c’era ancora tempo. C’era tempo per trovare una soluzione alternativa. Perché se era vero che Silente sembrava aver accettato la necessità di sacrificare il ragazzo, Piton non era ancora arrivato a quel punto. Se c’era una cosa che i molti avvenimenti di quegli anni gli avevano insegnato, era che c’è sempre un’altra possibilità, anche quando sembra che la strada sia segnata in via definitiva. Silente era senza dubbio un mago ben più esperto di lui, e Severus accettava la possibilità che davvero non ci fosse nessun’altra strada. Ma non l’avrebbe accettata senza prima cercare un’alternativa. Tutto il suo essere si ribellava all’idea di mandare a morte quel ragazzo senza neanche provare a cercare un’altra soluzione. Il solo pensiero lo faceva sentire il peggiore dei criminali: per anni aveva protetto Harry, lo aveva tenuto al sicuro… solo per tradirlo al momento opportuno. Ci doveva essere un’altra possibilità; e se c’era, lui, Severus Piton, l’avrebbe trovata.
Abbassò gli occhi sul libro e si rimise a leggere, in cerca di informazioni. Non c’era tempo da perdere.  
 
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view post Posted on 7/11/2014, 09:40
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Rispondo così riesco a seguire la discussione :)
Devo ancora pensare bene a questa sfida, anche se avevo iniziato ad abbozzare un disegno, ma non so se possa andare bene. Dopo in caso faccio una foto da cellulare così mi dite, se vale la pena lo ripasso e lo finisco meglio :)
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 8/12/2014, 12:07




La tua storia, Ciocchina va bene, e scusa il ritardo della lettura.
Vedo di darmi una smossa anch'io che Ida ha anticipato la scadenza di consegna.
 
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Starliam
view post Posted on 8/12/2014, 16:41




Ne sto scrivendo un'altra, ma mi ci vorrà un po' perché devo consegnare la tesi il 15 e un saggio oggi. Quindi mi sa che arrivo verso il 20. Se riesco ne scrivo anche di più perchè delle idee ce l'ho.
 
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4 replies since 26/12/2013, 13:25   421 views
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