Il Calderone di Severus

Cane, amico mio: il cane nella Preistoria, Archeologia - lezione 6

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view post Posted on 7/6/2013, 19:50

Fondi-calderoni

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cane preistoria



Premessa



Dedico questa lezione a quanti amano gli animali ed i cani in particolare.
Finora, nella sezione Archeologia, abbiamo sempre parlato dell'uomo e del suo cammino attraverso i millenni. Cammino in cui ha però avuto vicino, fin dalla Preistoria, un compagno fedele ed impagabile, il primo animale domestico, che ancora oggi ci tiene compagnia, lavora per noi e protegge la nostra casa.
Così ho pensato di dare il mio contributo alla storia del cane, cominciata molti millenni fa, perchè i nostri quattrozampe meritano di essere conosciuti un po' meglio, proprio per l'aiuto notevole fornito all'uomo in un'epoca difficile e pericolosa come la Preistoria, in cui un essere sprovvisto di zanne e artigli era piuttosto vulnerabile e poteva facilmente diventare un ottimo pasto per qualche grosso carnivoro. Il cammino sarà lunghissimo...


ANTENATI


Notizie e curiosità sul cane nella Preistoria




Del cane attuale, di quello, per intenderci, che scodinzola, abbaia e ci fa le feste quando torniamo a casa, sappiamo tutto. Sono state scritte migliaia di pagine su Fido & Co., ne conosciamo persino la psicologia del comportamento e sappiamo che è stato apprezzato e utilizzato fin dall’antichità in decine di “mestieri” diversi.
Per mezzo del pedigree ( quando ne possiede uno… ) possiamo anche risalire ai suoi antenati più prossimi. E prima? Volendo essere pignoli si può ricostruire un albero genealogico di un certa imponenza , ma che non va poi molto indietro nel passato, contando in anni …umani. Le origini del nostro amico sono ancora più lontane, risalgono ad un tempo in cui il mondo era molto diverso e gli esseri umani avevano il loro da fare per mettere insieme il pranzo con la cena, ossia la Preistoria.

Non ci sono tracce del cane nel Paleolitico ( da 700.000 a 10.000 anni fa ), quando gli uomini vivevano esclusivamente di caccia, pesca e raccolta di piante e frutti commestibili. E’ suggestivo pensare al cane come compagno di caccia fin da tempi così lontani, ma finora non sono mai state trovate ossa di un animale simile al cane associate a ciò che ci rimane degli uomini del Paleolitico, ossia utensili, armi, tracce di accampamenti, scheletri.

Il lupo, antenato del cane, era un antagonista, un altro predatore, un nemico intelligente e feroce, che aveva però un punto in comune con gli umani: l’organizzazione gerarchica del gruppo. I lupi cacciano in branco, come allora facevano gli uomini e hanno un capo, come nei gruppi umani.
Per tutto il Paleolitico uomo e lupo sono nemici: a Mezin, nella Russia Meridionale, in un insediamento di cacciatori sono stati ritrovati, insieme ad altre specie animali, i resti di sessanta lupi.

Per incontrare per la prima volta il cane domestico, non solo in Europa, dobbiamo arrivare fino il Mesolitico, che inizia circa 12.000 anni fa.
Le prime tracce di domesticazione, con documentazione certa, risalgono a 10.000 anni fa, in Asia sudoccidentale, Cina e Nord America e sono le più antiche, rispetto ad animali come pecora, capra, maiale ( 8000 anni ), bue ( 6000 anni ), cavallo e asino ( 4000 anni ).

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Incisione rupestre della Val Camonica:culto del cane



Come il nostro amico abbia trovato posto nella comunità umana non si sa con precisione ma, curiosamente, aveva un compagno, giunto anche lui fino ai nostri giorni ed ancora molto apprezzato: il maiale.
Venivano allevati insieme ed erano talora, come nel caso delle isole del Pacifico, dove sono arrivati via mare, gli unici animali domestici importati direttamente dall’uomo, nell’isola di Timor, in Polinesia, Nuova Guinea, Nuova Zelanda e nelle Filippine.

Il motivo per cui li troviamo in coppia è piuttosto semplice: entrambi si accontentano di rifiuti di cibo umano e sono quindi abbastanza economici da allevare rispetto a quanto possono fornire al loro padrone. Purtroppo per il cane, però, più che per le sue doti di lavoratore infaticabile serviva ad imbandire le mense dei suoi padroni, ed in Nuova Zelanda era anche, suo malgrado, un rinomato fornitore di pelli per confezionare abiti e di denti, con cui venivano fabbricati ami da pesca a più punte.


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In Europa le cose andavano un po’ meglio e non veniva allevato per la carne, diversamente dal maiale. Raramente si sono trovate ossa di cane con chiare tracce di macellazione, ossia con scalfiture o tagli dovuti a coltelli o denti. Per sua fortuna il cane ( nome scientifico “canis familiaris”) aveva qualità meno pericolose per la propria incolumità, ma non meno utili all’uomo. Così diventa guardiano, pastore, mandriano e cacciatore, affiancando il padrone nelle sue occupazioni quotidiane.

Dal Mesolitico al Neolitico ( 8000 anni fa ), gli esseri umani si trasformano da cacciatori nomadi in agricoltori e allevatori, pur non abbandonando mai completamente la caccia. Grazie alla conoscenza degli animali che all’epoca popolavano i loro territori, acquisita proprio tramite l’attività venatoria, essi scelgono le razze più mansuete ed adattabili alla vita in cattività: così pecore, capre, bovini e cavalli diventano stabilmente fonte di cibo e di materie prime.

Il nostro scodinzolante amico si dà molto da fare per rendersi utile. Si guadagna la vita tenendo unite greggi e mandrie con l’autorità del capobranco, seconda solo a quella del suo padrone, le difende dagli animali selvatici, diventando di fatto un compagno insostituibile.
In Scandinavia, nel Neolitico, dove la caccia si praticava soprattutto d’inverno, quando era possibile inseguire l’alce con gli sci e catturare animali da pelliccia con trappole, il cane veniva usato per trainare le slitte caricate di pelli e carne: è l’antenato dei famosi cani da slitta protagonisti e primi attori di tanti romanzi e film.

Il cane preistorico è una presenza fissa nei villaggi neolitici. Sono stati trovati quasi ovunque crani e mascelle di cani fra le ossa della fauna che popolava gl’insediamenti umani. A Santa Maria in Selva di Treia ( Macerata ) è stato rinvenuto anche un pendaglio ornamentale fabbricato con un dente di cane forato: testimonianza di affetto? Forse, ma se ciò è vero, si trattava di un affetto fatale, perché scheletri di cane più o meno integri sono stati rinvenuti con una certa frequenza nelle tombe.

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Ripoli (Teramo) sepoltura femminile con cane




Il nostro amico è “guardiano fedele” e “amico per la pelle” per antonomasia: tutti, almeno una volta, abbiamo sentito storie commoventi di cani che si lasciano morire di fame sulla tomba del padrone, che lo seguono in qualche modo oltre la vita. Ebbene, sembra proprio che questa lodevole prerogativa faccia parte del bagaglio della cultura canina fin dalla notte dei tempi.
In tombe di età eneolitica ( età del Rame – 5500 anni fa ), sono stati trovati scheletri di cani, seppelliti vicino al proprio padrone. Si tratta di tombe definite “a grotticella”, perché sono piccole “camere” sotterranee, scavate nel terreno e chiuse con una lastra di pietra, a cui si accedeva tramite un pozzetto d’ingresso. Nella stanza si deponeva il morto con alcuni oggetti personali e offerte di cibo per il viaggio e la vita nell’aldilà.
In questo funereo frangente maiale e cane si ritrovano di nuovo insieme: il maiale come offerta alimentare e il povero cane, tenendo fede fino alle estreme conseguenze al proprio stereotipo, come compagno e guardiano per l’eternità, anche se non proprio volontariamente.

A Casale del Dolce di Anagni ( Frosinone ) è stata scavata una necropoli eneolitica dove, in una tomba ( la numero 4 )sono stati ritrovati due scheletri di maiali, mentre nelle tombe 1 e 8 sono stati ritrovati gli scheletri di due cani, tra i 12 e i 15 mesi di età, deposti insieme ai defunti. Probabilmente, proprio per la giovane età dei due animali, essi sono stati sacrificati per tenere compagnia al morto. A Ponte S. Pietro ( Lucca ) un cane custodiva l’ingresso della tomba di una coppia di adulti.
Un altro cane, questa volta piuttosto anziano, era stato messo a guardia della tomba numero 6 di Fontenoce di Recanati (Macerata), della metà del III millennio a.C., che conteneva i resti ( seppelliti però a distanza di anni l’uno dall’altro ) di un ragazzo di 12 – 13 anni e di un bambino di circa due anni. Un vecchio cane, di provata fedeltà quindi, probabilmente sacrificato ( aveva il collo disarticolato e una grossa lesione delle ossa frontali del cranio ) per custodire una tomba “di famiglia”. Nella tomba numero 3 infine, sono stati ritrovati i resti di un maialino, senza testa e forse tagliato a pezzi, una “provvista” di cibo per il defunto.

L’aspetto fisico del cane preistorico non doveva essere particolarmente accattivante, poiché all’epoca veniva selezionato probabilmente solo per le qualità “utilitaristiche”: doveva essere un guardiano feroce e risoluto, e non è indispensabile essere di aspetto gradevole in questa attività, anzi!
Dai resti di scheletri giunti fino a noi, sappiamo che si trattava di un animale quasi sempre di taglia medio – piccola. Era alto al garrese dai 35 ai 40 centimetri e variava la lunghezza del muso, che tende in seguito ad allungarsi: dal Neolitico all’Eneolitico (5500 anni fa), all’età del Bronzo ( 4200 anni fa ) c’è una probabile evoluzione della specie, che riguarda l’aumento delle sue proporzioni, come del resto accade a tutti gli altri animali domestici.

Nel villaggio Protovillanoviano ( Bronzo Finale – X secolo a.C. )del Colle dei Cappuccini di Ancona, oltre ad un cranio di cane, mancante della mascella, sono state rinvenute anche delle minuscole figurine in terracotta di animali, e una potrebbe essere di un cane: sono una documentazione visiva degli animali allora esistenti e forse una pratica magica o religiosa riferita all’allevamento.

Possiamo solo immaginare il colore e la consistenza del pelo, perché in Europa difficilmente i corpi, umani o animali, si conservano per mummificazione naturale, ma sicuramente i cani preistorici non si distinguevano per bellezza né per eleganza.

Per la selezione dal punto di vista estetico dovremmo arrivare a grandi civiltà come quella egizia, in cui il nostro amico diventa stabilmente ( e finalmente … ), anche un animale da compagnia e quindi di aspetto gradevole, per essere mostrato in pubblico e costituire quasi uno status symbol nelle categorie sociali più alte, a cominciare dal sovrano, anche se, per contro, selezionato in peso, altezza e ferocia, verrà arruolato, dagli Assiri e dai Persiani, nelle file dell’esercito ed andrà a fare la guerra, con esiti vittoriosi.
Ma questa è ormai storia.



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Cane da caccia che atterra una gazzella: bassorilievo egizio





Nuove scoperte



Ho pubblicato alcuni anni fa questo articolo in una rivista per cinofili. Nel frattempo i paleontologi hanno continuato la loro opera e fatto scoperte che hanno "invecchiato" le mie paginette.
Ho pensato allora di proporre un aggiornamento, trovato in rete mentre cercavo le foto per la lezione.


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La foto mostra il cranio di un cane ritrovato in Siberia, sui monti dell'Altai. Questo cane domestico è vissuto tra i 26.000 e i 19.000 anni fa, e renderebbe la comparsa del nostro amico peloso molto più antica di quanto si pensasse. In realtà, dallo studio del DNA si è potuto appurare che questo tipo di cane domestico si è estinto e non è un antenato del cane attuale.
Ciò è accaduto anche per gli esseri umani: il passaggio scimmia-uomo ha al suo attivo diversi rami estinti, compreso l'uomo di Neanderthal.
Sembra che l'estinzione del cane siberiano sia dovuta alle tremende condizioni climatiche dell'epoca, un freddo mortale tanto per intenderci, dovuto all'ultima glaciazione.
Comunque, da qualsiasi posto venga, in qualsiasi epoca sia comparso, il cane resta sempre una creatura che ci da sempre un amore incondizionato e "speciale". E questo, alla fine, è ciò che conta veramente.


***




Bibliografia:

Museo Archeologico Nazionale delle Marche –
Sezione Preistorica – Il Paleolitico e il Neolitico
a cura di Delia G. Lollini

Museo Archeologico Nazionale delle Marche –
Sezione Preistorica – L’Eneolitico
Testi di Mara Silvestrini e Delia G. Lollini

Museo Archeologico Nazionale delle Marche –
Sezione Protostorica – I Piceni
A cura di Edvige Percossi Serenelli

Federico Bistolfi – Italo M. Muntoni
L’ Eneolitico nella media valle del Sacco: aspetti funerari e insediativi
In Recenti acquisizioni, problemi e prospettive della ricerca sull’Eneolitico dell’Italia Centrale – Atti dell’incontro di studio – Arcevia 14 – 15 maggio 1999
A cura di Mara Silvestrini

Barbara Wilkens
Allevamento e caccia: le tendenze economiche di alcuni siti durante l’Eneolitico
In “Recenti acquisizioni, problemi e prospettive della ricerca sull’Eneolitico dell’Italia Centrale” – Atti dell’incontro di studio – Arcevia 14 – 15 maggio 1999
a cura di Mara Silvestrini

Grahame Clark
La Preistoria nel mondo – Una nuova prospettiva
Milano 1986

Jared Diamond
Armi, acciaio e malattie – Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni
Torino 2001
www.archeorivista.it

Edited by chiara53 - 11/4/2023, 19:10
 
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view post Posted on 7/6/2013, 20:36

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Ma ma ma...
... mi stai dicendo che dei poveri cani venivano seppelliti ancora vivi assieme ai loro padroni? :cry:
Ma è terribile!

Certo, se pensiamo alla psicologia dell'epoca e soprattutto al tipo di culto, non dovrebbe stupire, ma mi lascia basita lo stesso. :sob:

Grazie, Annamaria, per questa nuova ed interessantissima lezione.
Spesso, è vero, ci interessiamo solo all'uomo dimenticandoci chi per millenni gli ha tenuto compagnia.
Una menzione d'onore, oltre che al cane, ovviamente, dunque anche al maiale. :D
 
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view post Posted on 8/6/2013, 13:31
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Ci tiene compagnia, ci ama al di là di ogni sgarbo che possiamo fargli, ci aiuta nel lavoro (quello più faticoso e fastidioso, protegge noi e le nostre case, fida in noi sempre e comunque, ma tra noi uomini e cane chi è il migliore?
Dal punto di vista puramente archeologico le tombe dimostrano quanto fosse importante anche affettivamente oltre che utilitarisicamente.
Cane e maiale: animali molto intelligenti entrambi, l'uno rivalutato, almeno a parole, l'altro, buono solo da mangiare, ingenuamente e fedelmente segue il proprietario che lo uccide.
A volte penso che i veri animali siamo noi uomini.
 
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view post Posted on 8/6/2013, 14:25
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Grazie AnnaMaria: un bell'intrevento, molto interessante, che mi ha fatto scoprire cose sconosciute.

Edited by chiara53 - 22/6/2015, 15:40
 
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view post Posted on 8/6/2013, 22:16

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Grazie donnine mie. :wub:
Tengo a precisare comunque che i cani non venivano seppelliti vivi, ma uccisi prima di essere messi accanto al padrone.
Un'usanza crudele, sicuramente, ma ho pensato anche ai cani che si lasciano morire quando sentono che il padrone non c'è più. Se i due potessero parlarsi e il padrone dicesse "Devo andare via, non potrò tornare mai più. Tu che farai?", penso che il cane risponderebbe "Non ti lascio solo: vengo con te".
 
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view post Posted on 9/6/2013, 12:39

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CITAZIONE (Sewa @ 8/6/2013, 23:16) 
Grazie donnine mie. :wub:
Tengo a precisare comunque che i cani non venivano seppelliti vivi, ma uccisi prima di essere messi accanto al padrone.
Un'usanza crudele, sicuramente, ma ho pensato anche ai cani che si lasciano morire quando sentono che il padrone non c'è più. Se i due potessero parlarsi e il padrone dicesse "Devo andare via, non potrò tornare mai più. Tu che farai?", penso che il cane risponderebbe "Non ti lascio solo: vengo con te".

:wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
Humm... in ogni caso mi sembra comunque un'usanza crudele, che non mi piace.
Però il tuo discorso ha fatto molta tenerezza, sì.
 
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view post Posted on 9/6/2013, 12:54
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CITAZIONE (Sewa @ 8/6/2013, 23:16) 
... ma ho pensato anche ai cani che si lasciano morire quando sentono che il padrone non c'è più. Se i due potessero parlarsi e il padrone dicesse "Devo andare via, non potrò tornare mai più. Tu che farai?", penso che il cane risponderebbe "Non ti lascio solo: vengo con te".

:cry:
 
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view post Posted on 11/4/2023, 18:11
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