Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 12/5/2013, 18:24

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Ehm... Monica, la storia è così splendida che la rileggo volentieri non due, ma un sacco di volte, ma l'hai già postata il 5 maggio.

Credo che oggi toccasse al sorriso n 17, se non ho sbagliato il conto con le storie della sfida ff.
 
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view post Posted on 12/5/2013, 19:48
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CITAZIONE (pingui79 @ 12/5/2013, 19:24) 
Ehm... Monica, la storia è così splendida che la rileggo volentieri non due, ma un sacco di volte, ma l'hai già postata il 5 maggio.

Credo che oggi toccasse al sorriso n 17, se non ho sbagliato il conto con le storie della sfida ff.

Mi sa che la copla è mia che ho scritto il numero sbagliato nell'elenco delle prenotazioni traendo in inganno Monica.
Ora sistemo sostituendo la storia.


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:18
 
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view post Posted on 12/5/2013, 20:37
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Prenotazioni per la 18a settimana di Sorrisi per Severus:

Lunedì 13: Ida (compiti aula scrittura - congiuntivo passato)
Martedì 14: Ale

Prenotazioni per la 19a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 15: Leonora/Ida (19)
Giovedì 16: Leonora/Ida (19)
Venerdì 17: Monica (18)
Sabato 18:
Domenica 19
Lunedì: 20
Martedì 31:

 
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kijoka
view post Posted on 12/5/2013, 20:57




Grazie Chiara e grazie Ida.
Scusate l'errore, ma è un periodo un po' complicato ed, evidentemente, la stanchezza fa la sua parte. :wacko:
Grazie ancora!
Ki

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:18
 
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view post Posted on 13/5/2013, 12:58
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Ecco i miei compiti per il congiuntivo passato fatti in Sverus-style e con la cornice del sorriso. Ecco, ammetto che inserire anche il sorriso non è stato facile...


Sarebbe bastato solo…


Ti osservo in silenzio, austera figura ammantata d’oscurità: mi volgi le spalle, stagliata nell’oro del tramonto, ancora inconsapevole della mia presenza.

Che tu abbia avuto una vita molto triste e densa di sofferenza è una tragica realtà ormai da tutti conosciuta. Che tu sia sempre stato solo e odiato da tutti è il risultato della maschera che hai voluto indossare davanti al mondo , cercando la punizione per le tue colpe.
Che tu non sia mai riuscito a perdonarti ed abbia così continuato a punirti, giorno dopo giorno, per lunghi anni, nelle tenebre fredde e oscure del tuo sotterraneo, rinunciando a vivere, è qualcosa che mi stringe il cuore e riempie di lacrime i miei occhi: come è possibile che nessuno abbia mai compreso lo straziante dolore che affliggeva i tuoi occhi neri, che nessuno sia mai andato oltre la sgradevole apparenza che mostravi al mondo?
Sarebbe bastato solo un po’ d’amore e di comprensione: l’amore che Lily non ti ha dato; la comprensione che Silente, manovratore d’anime, non poteva darti.

Hai avvertito la mia presenza e ti volti piano a guardarmi, il mantello nero che oscilla elegante alle tue spalle.
Quell’amore e comprensione esistono, Severus, sono qui, davanti a te, per il tuo cuore che ancora non crede di meritarlo, per i tuoi occhi neri, specchio di un’anima che ho imparato a conoscere nella sua atroce sofferenza.
Dischiudi appena le labbra e sospiri, incerto, fissando il mio sorriso colmo d’amore; so che il tuo cuore ancora trema: ti tendo le mani pronunciando con appassionata intensità il tuo dolce nome e mi avvicino a te.
Ed ecco, l’incanto si compie: i tuoi occhi neri scintillano, pieni di luce nel volto pallido, e sulle tue labbra sottili nasce il sorriso mentre mi stringi le mani accettando alfine il mio amore.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:19
 
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view post Posted on 13/5/2013, 19:48

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Prenotazioni per la 18a settimana di Sorrisi per Severus:

Martedì 14: Ale

***

Prenotazioni per la 19a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 15: Leonora/Ida (19)
Giovedì 16: Leonora/Ida (19)
Venerdì 17: Monica (18)
Sabato 18: kià
Domenica 19:
Lunedì 20:
Martedì 21:



Edited by pingui79 - 13/5/2013, 23:22
 
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view post Posted on 14/5/2013, 19:57
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Ma certo che sì! (Risposta alla domanda di Severus)
Quasi sorridente...


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:19
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 14/5/2013, 20:08




CITAZIONE (Ida59 @ 14/5/2013, 20:57) 
[color=?t=53428833&st=810#entry380062497]Ma certo che sì! (Risposta alla domanda di Severus)
Quasi sorridente...[/color]

Ho scordato il punto interrogativo, ma tu hai capito che era una domanda! O_O
*Ale basita*

Non si sorride solo con le labbra... :stupore: ma con gli occhi non tutti sono capaci... qualche mia rara conoscenza sì.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:20
 
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view post Posted on 14/5/2013, 20:10
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Ops... bè, conoscendo Severus ho dato per scontato che fosse una domanda e non un'affermazione.

Ci sono molte persone che sanno sorridere con gli occhi...


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:21
 
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view post Posted on 14/5/2013, 21:59
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Mi prenoto per domenica 19 con il sorriso n. 15
 
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view post Posted on 14/5/2013, 22:06

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Ti prenoto volentieri... però mi devi spiegare che ci azzeccano i Tassorosso con la tua antipatia per il mercoledì. :lol:
(Poveri Tassi, sempre sottostimati... :( :P)

***

Prenotazioni per la 19a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 15: Leonora/Ida (19)
Giovedì 16: Leonora/Ida (19)
Venerdì 17: Monica (18)
Sabato 18: kià
Domenica 19: Elly (15)
Lunedì 20:
Martedì 21:

 
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view post Posted on 14/5/2013, 22:32
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CITAZIONE (pingui79 @ 14/5/2013, 23:06) 
Ti prenoto volentieri... però mi devi spiegare che ci azzeccano i Tassorosso con la tua antipatia per il mercoledì. :lol:

Entrambi sono inutili. :P
Da buona Serpeverde. :D ^_^

***

Prenotazioni per la 19a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 15: Leonora/Ida (19)
Giovedì 16: Leonora/Ida (19)
Venerdì 17: Monica (18)
Sabato 18: kià
Domenica 19: Elly (15)
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Martedì 21:

 
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view post Posted on 15/5/2013, 08:34
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Prenotazioni per la 19a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 15: Leonora/Ida (19)
Giovedì 16: Leonora/Ida (19)
Venerdì 17: Monica (18)
Sabato 18: kià
Domenica 19: Elly (15)
Lunedì 20: Ida (Haiku)
Martedì 21:

 
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view post Posted on 15/5/2013, 18:31
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Autore/data: Alaide – 18-22 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Il sorriso della signorina Fairchild era il sorriso freddo della morte.
Il sorriso della colpa.
Il sorriso del castigo.
Nota: La storia è il continuo di Una domanda
Parole: 1306

Tetralogia

9. Seconda Giornata. Atto III. Scena II. Negazione


Non voglio più vedere la bambina.
Quelle parole rimbombavano nella mente di Melusine, mentre camminava lungo il breve tratto di strada che divideva l’orfanotrofio dall’ospedale.
Non aveva ancora detto nulla a Judith.
Non aveva osato.
Quel giorno della settimana precedente, quando era tornata nella stanza, tutto le era parso tranquillo. Eppure l’uomo le aveva passato il quaderno con sopra scritte quelle scarne parole.
Sapeva che avrebbe dovuto dirlo a Judith, ma non era riuscita a farlo.
Non aveva avuto cuore di distruggere il precario equilibrio che la bambina pareva aver raggiunto da quando aveva incontrato il signor Piton.
Era una fortuna, quasi, che Judith avesse preso la febbre il giorno precedente, in modo tale da evitarle una spiegazione, di dirle che il signor Piton non la voleva più vedere.
Sentiva le mani iniziare a farsi sudaticce, non appena entrò nell’ospedale.
Era decisamente nervosa. Era già stato difficile convincere l’uomo ad accettare di incontrare la bambina e non credeva possibile che quella volta avrebbe ceduto.
Non riusciva nemmeno a comprende cosa fosse accaduto durante la sua assenza. Judith pareva essere tranquilla, soddisfatta quasi.
Eppure l’uomo aveva scritto quelle parole.
Melusine strinse con forza la borsa con i libri, quasi questo potesse darle sicurezza, poi bussò alla porta della stanza del signor Piton.
Prima di entrare, trasse un lieve sospiro, per tranquillizzarsi, poi varcò la soglia.
L’uomo sedeva come l’aveva visto la prima volta, lo sguardo rivolto alla finestra da cui si vedeva il cielo plumbeo.
«Le ho portato i libri, signor Piton.» disse la giovane abbozzando un sorriso tirato, mentre estraeva i tre volumi dalla borsa e li posava sul tavolo. «L’ultima volta non ho potuto parlarle come avrei potuto, non davanti a Judith. La bambina è malata e non sa nulla delle parole che ha scritto. Non ho avuto il coraggio di comunicargliele.»
Quando aveva visto entrare la signorina Fairchild, Severus si era aspettato che avrebbe fatto riferimento alle parole che aveva scritto.
Parole inderogabili che nessun sorriso poteva mutare, nemmeno quello che la signorina Fairchild gli aveva rivolto tempo prima, quel sorriso in cui aveva visto Lily.
Ma allora non aveva ancora collegato la bambina a quella notte d’estate.
O forse l’aveva sempre saputo, ma non aveva voluto ammetterlo con se stesso.
Forse era per quello che aveva sempre trovato i sorrisi di Judith così inquietanti.
“Eppure dovrà dirglielo” scrisse, porgendo il quaderno alla giovane.
Melusine lesse la frase, una frase che si aspettava e che non spiegava nulla. Ma lei aveva bisogno di una spiegazione.
«Cos’è accaduto, quando io non ero qui? Judith ha forse fatto o detto qualcosa che le ha fatto prendere quella decisione, signor Piton? Qualcosa di cui non si è resa conto perché sembrava tranquillissima quando sono tornata. Sono certa che…»
“Non è stata la bambina.”
Melusine lesse quelle parole, perplessa.
Era certa che l’uomo non avesse fatto nulla di sbagliato.
Judith gli stava sorridendo quando era entrata. E Judith non avrebbe mai sorriso se il signor Piton avesse fatto qualcosa di grave.
E d’altronde lei credeva che l’uomo fosse una brava persona.
«Cosa intende dire?» domandò infine, abbozzando un sorriso nervoso e teso, accorato, un sorriso simile, si accorse Severus, a quello che gli aveva rivolto il giorno in cui l’aveva convinto a vedere Judith.
Era lo stesso sorriso.
Ma egli lo percepiva come una stilettata, come qualcosa di terribile.
Emergevano nella sua mente le immagini di quella notte. Gli pareva di vedere in quel sorriso i volti sofferenti dei genitori di Judith, due innocenti che non avevano fatto nulla di male, se non trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il sorriso della signorina Fairchild era il sorriso freddo della morte.
Il sorriso della colpa.
Il sorriso del castigo.
«Non si tratta di ciò che ho fatto la settimana scorsa.» disse Severus, accogliendo il dolore come un balsamo. «Ma ben prima.»
Si interruppe. Il dolore si era fatto insopportabile.
Eppure Severus voleva dire la sua colpa, una delle sue innumerevoli colpe.
Voleva vedere il sorriso accorato della giovane trasformarsi in una smorfia d’odio ad ogni parola che avrebbe pronunciato. Ed allora era certo che la donna avrebbe impedito alla bambina di vederlo. Forse l’avrebbe denunciato alla polizia Babbana, facendogli trovare il castigo che meritava.
«Ho già conosciuto la bambina.» riprese scandendo lentamente ogni parola, sforzandosi di continuare a parlare nonostante le scariche di dolore che dalla gola si propagavano in tutto il corpo. «Non l’ho riconosciuta subito. Ma questo non è importante. Ho già conosciuto la bambina. La notte in cui è rimasta orfana.»
«Era forse uno dei poliziotti arrivati sul luogo?» domandò Melusine, anche se si aspettava una parola diversa.
Fosse stato uno delle forze dell’ordine, non avrebbe dovuto scacciare Judith, ma l’altra ipotesi le pareva surreale perché Judith sorrideva all’uomo.
«Sono l’assassino.» disse infine Severus.
Notò il sorriso svanire dalle labbra della giovane, ma non fu rimpiazzato dall’orrore e dall’odio che sapeva di meritare.
L’odio che avrebbe dovuto vedere sul volto della bambina.
L’odio che egli provava per se stesso.
«Eppure Judith le sorrideva, signor Piton. E non potrebbe sorridere all’assassino dei suoi genitori.» mormorò Melusine.
Era certa che qualcosa le stava sfuggendo.
Un particolare importante.
«La bambina travisa la realtà.» disse l’uomo, mentre il dolore avvolgeva tutto il suo corpo, in maniera intollerabile, in maniera giusta e meritata.
Melusine rimase per qualche istante in silenzio, lanciando un’occhiata al quaderno dell’uomo, chiedendosi per quale motivo si stesse costringendo a parlare. Una delle infermiere le aveva detto che ogni parola era una tortura. La giovane riusciva a trovare una sola spiegazione a quel modo di agire.
Ed era un pensiero terribile.
Eppure non poteva essere diversamente.
L’uomo parlava per punirsi.
Era un pensiero terribile, si ripeté, prima di tornare a concentrarsi sulle parole che l’uomo aveva appena pronunciato.
Parole che potevano spiegare il sorriso di Judith.
Il sorriso riconoscente di Judith.
E fu quel particolare a permetterle di comprendere.
Se Judith gli sorrideva con riconoscenza voleva dire una sola cosa.
«Lei ha salvato la vita a Judith, signor Piton.» disse infine, abbozzando un lieve sorriso. «E Judith le sorride per questo. Forse l’ha anche disegnata una volta, ma io non avevo collegato quell’uomo che pareva proteggerla con lei e…»
«Ho ucciso i genitori della bambina, signorina Fairchild. Quello che dovrebbe fare adesso, sarebbe andare a denunciarmi, farmi arrestare. Non dimostrare uno sciocco entusiasmo.»
Severus strinse con una mano il bordo del tavolo, il dolore ormai insopportabile.
Eppure non era pentito d’avere parlato.
Meritava quel dolore. Meritava quella sofferenza.
Non meritava invece il lieve sorriso che ancora aleggiava sul volto della donna.
«Ma non può negare di aver salvato la vita a Judith.» disse la giovane tranquilla, una tranquillità che era ben lungi dal provare interiormente. «Quello che non ha senso è che lei, se fosse il brutale assassino dei genitori di Judith, abbia salvato la vita ad un testimone. L’unica cosa che la bambina ha mai detto alla polizia è che ha sentito le voci degli assassini, ma di lei non ha mai parlato, di lei che le ha salvato la vita.»
«Non importa quello che lei pensa o crede.» disse l’uomo lentamente, ignorando il quaderno che gli stava offrendo la giovane. «O quello che crede la bambina. Nessun innocente deve rimanere nella stessa stanza di un assassino. Men che meno un bambino. Non rivedrò più la bambina.»
«Signor Piton… Severus, la…»
Le parole morirono in gola a Melusine quando incontrò lo sguardo dell’uomo.
E con le parole morì il sorriso che aveva ancora sulle labbra.
Aveva intuito, osservando quegli occhi neri che celavano un mondo fatto, con ogni probabilità, di sofferenza, che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
Quell’uomo, che Melusine non poteva fare a meno di definire una brava persona, rifiutava ostinatamente una parte della verità.
Non accettava l’idea che Judith potesse essergli riconoscente.
E lei non poteva far altro che accettare la sua sconfitta.
 
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