Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 7/5/2013, 10:24

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CITAZIONE (chiara53 @ 6/5/2013, 16:51) 
Una giornata uggiosa – Risveglio – 2

Ne saresti felice mamma. Saresti contenta di Hermione.

Lo sai, vero, che qui m'hai fatto fare un balzo sulla sedia che avrei tranquillamente potuto battere il record mondiale di salto in alto?

Questa frase la trovo spettacolare. E' una sorta di chiusura del cerchio. E' l'accettazione di un passato in vista di un futuro più luminoso.
E' una frase ricca di affetto filiale e colma di amore per questa giovane ragazza. :wub:

Eh sì, perchè quando la si vorrebbe presentare a mamma, allora è fatta. :lol:
 
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view post Posted on 7/5/2013, 10:43

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Non è nulla di che, scusate, ma la prosa non si vuole far scrivere decentemente ed allora vado di rime. :D



Il lavoro del Pozionista

Fumi bollenti, vapori scintillanti,
mani che si muovono con gesti eleganti.
Il liquido ribolle nel calderone, senza posa,
prima azzurro, poi lilla ed infine rosa.
L’onice risplende di bagliori lucenti
che riflettono il fuoco di fiamme cangianti.
Si distende serena l’espressione del viso.
Sulle labbra del Pozionista spunta lieve un sorriso.

 
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view post Posted on 7/5/2013, 12:36
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Deliziosa. Sarà che con le rime proprio non ci so fare. Ma è molto gradevole e ritmata alla perfezione... chissà di quale pozionista si tratta?
Eh? :lovelove: :wub:
 
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view post Posted on 7/5/2013, 12:49

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Boh... un Pozionista a caso dai profondi occhi neri.
Fai tu. :lol: :lovelove:
Grazie.
 
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view post Posted on 7/5/2013, 13:09
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CITAZIONE (pingui79 @ 7/5/2013, 11:43) 

Il lavoro del Pozionista


Ma che carina!!!
Mi piaccione con le rime, hanno un'aria più leggera e soave, ma io non ci sono mai riuscita!!!


Prenotazioni per la 18a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 8: Leonora (18)
Giovedì 9: Ida (18)
Venerdì 10: Ida (haiku)
Sabato 11:
Domenica 12: kijoca (17)
Lunedì 13:
Martedì 14:



Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:15
 
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view post Posted on 8/5/2013, 16:46
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Autore/data: Alaide – 13-16 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Severus sentì nuovamente la bile montargli in gola, quando la bambina pronunciò quelle parole, quando gli sorrise nuovamente.
Era tutto drammaticamente sbagliato.
Era l’odio ciò che meritava.
Nota: Come accennato anche al raduno, questo capitolo è il capitolo in cui avviene parte dello svelamento della verità riguardante Judith. Non tutto è ancora detto (mancano diversi dettagli, che verranno svelati nei prossimi capitoli).
La storia è il continuo di Lampi
Parole: 1012

Tetralogia

8. Seconda Giornata. Atto III. Scena I. Una domanda



Il sole illuminava la cittadina, rendendo meno austere le mura vittoriane dell’orfanotrofio, ma nulla poteva contro lo squallore dell’ospedale, né delle pareti giallastre delle sue stanze.
Judith sedeva nella camera di Severus, come sempre con un sorriso sulle labbra, un sorriso disteso.
In quel momento erano soli.
Melusine era andata a parlare con il direttore dell’ospedale e lei era rimasta con il signor Piton.
Forse, si disse, era quello il momento adatto per fargli la domanda che tanto le stava a cuore, la domanda che le frullava nella mente dal giorno in cui l’aveva visto.
Non sapeva però come porre quella domanda.
Si limitava a sorridere all’uomo.
O forse cercava di comunicargli con quel sorriso ciò che non era in grado di domandargli.
Era un sorriso riconoscente.
Disarmante, quasi.
Severus lo osservava con un senso di disagio crescente.
Non si trattava unicamente del fatto che sentiva sempre più il peso delle sue colpe, quanto piuttosto che, dal giorno in cui la bambina aveva cercato conforto rifugiandosi sulle sue ginocchia, gli pareva di aver già tenuto Judith contro di lui.
Ed era un pensiero inquietante, poiché gli veniva in mente una sola occasione in cui avrebbe potuto prendere in braccio una bambina.
Sapeva, d’altronde, di non essere mai stato prima di allora in quell’angolo di Inghilterra e, solitamente, i piccoli orfani venivano accolti dall’orfanotrofio della loro zona. E, per quanto ne sapeva, Judith avrebbe potuto rimanere orfana dopo la fine della Guerra Magica.
Eppure quella sensazione rimaneva persistente.
Per tutta la durata di quella settimana, aveva rievocato ogni particolare della Guerra. Esisteva una sola occasione in cui avrebbe potuto incontrare Judith.
Non riusciva, però, a stabilire se la bambina, incontrata due anni prima, con il visetto tondeggiante ed i capelli tagliati a caschetto era la stessa che gli stava davanti con i capelli lunghi ed il volto leggermente affilato.
Nella mente rivedeva ciò che era accaduto quella sera d’estate.
Sapeva che Judith aveva paura dei lampi e sapeva che quella notte la luna illuminava la stanza.
Aveva pensato, in un primo momento, che quel terrore fosse collegato alla morte dei suoi genitori.
Ma forse così non era.
«Melusine ci insegna a cantare.» disse improvvisamente la bambina rompendo il silenzio. «Ed è bello. Quando cantiamo dimentichiamo quello che è successo. Non solo io, ma tutti noi che siamo all’orfanotrofio.
«Dimentichiamo tutti che i nostri genitori sono stati uccisi.»
Le parole della bambina aumentarono il sospetto che da alcuni giorni stava tormentando la mente e l’animo dell’uomo.
In bocca sentiva il sapore amaro della colpa.
V’era qualcosa di strano e terribile in quell’orfanotrofio.
Un luogo che accoglieva soltanto bambini i cui genitori erano stati uccisi.
Ed improvvisamente si chiese se tra di loro vi fosse qualcuno a cui avesse assassinato il padre e la madre. Qualcuno oltre a Judith, sempre che i suoi sospetti fossero veri.
Ed egli voleva averne la certezza.
“Da che parte dell’Inghilterra vieni?” scrisse rapidamente, porgendo il quaderno alla bambina.
Il sorriso di Judith si allargò.
Era la prima volta che l’uomo si rivolgeva a lei e la bambina fremeva di curiosità e speranza.
Forse non avrebbe dovuto porre quella domanda che premeva sulle sue labbra per uscire.
«Il Norfolk. Abitavamo nella campagna vicino a Fakenham.»
Severus deglutì. L’amaro della colpa parve spandersi per tutto il corpo, insieme al dolore.
Nelle settimane successive all’uccisione di Silente, quando la sua anima era macchiata anche del sangue di quanto di più simile ad un padre avesse mai avuto, il Norfolk era stato preso di mira dall’Oscuro Signore.
Ed egli era stato spesso presente, impossibilitato a salvare le vite di quegli innocenti, impossibilitato, il più volte, a donare una morte veloce a quegli innocenti.
«Quando sei arrivata qui?» chiese l’uomo, benedicendo il dolore che gli attraversò il corpo ad ogni sillaba.
«Nell’agosto del 1997.» rispose prontamente Judith.
Severus sentì montare la bile in bocca.
Od era forse unicamente il sapore della colpa che stava centuplicandosi al punto che ne sentiva il peso, un peso che si trasformava nel dolore fisico che gli attraversava il corpo.
Era l’ultima conferma.
Tutto ciò che gli serviva per collegare Judith a quella notte, per confermare un sospetto che, probabilmente, la sua anima aveva sempre nutrito inconsciamente.
La bambina lo stava osservando, in attesa.
Forse, quando avrebbe capito che aveva davanti a sé l’assassino dei suoi genitori – colui che non era riuscito a salvargli – il sorriso che aveva sul volto si sarebbe spento.
E si sarebbe trasformato, com’era logico, in un sorriso colmo d’odio.
«Si ricorda di me?» domandò Judith, senza più riuscire a trattenere la domanda.
Severus annuì, attendendo, quasi con sollievo, il sopraggiungere dell’odio.
Invece il sorriso della bambina si fece più netto, colmo di riconoscenza e sollievo, quasi avesse avuto paura che lui negasse.
«Ne sono felice.» mormorò la bambina. «Ho sempre sperato di poterla incontrare di nuovo.»
Judith non aggiunse altro. Era certa che l’uomo avrebbe capito, che avrebbe compreso che voleva ringraziarlo perché le aveva salvato la vita.
Ed era per quello che gli sorrideva riconoscente.
Sarebbe stato bello se anche i suoi genitori si fossero salvati, ma credeva che quell’uomo fosse stato veramente un eroe, perché l’aveva salvata nonostante vi fossero gli uomini cattivi nella stanza di mamma e papà.
Severus sentì nuovamente la bile montargli in gola, quando la bambina pronunciò quelle parole, quando gli sorrise nuovamente.
Era tutto drammaticamente sbagliato.
Era l’odio ciò che meritava.
Non la riconoscenza.
Non un sorriso.
Avrebbe voluto gridare alla bambina di andarsene e lasciarlo solo, ma sapeva di non esserne in grado.
Avrebbe voluto gridare alla bambina di fuggire da lui che aveva ucciso i suoi genitori.
Da lui che non era riuscito a salvarli.
Da lui che aveva assistito impotente alla loro sofferenza e alla loro morte.
Li aveva uccisi.
E poco importava che non l’avesse fatto materialmente.
Ed il sorriso della bambina gli pareva ancora più terribile.
La bambina forse non l’aveva collegato agli assassini dei suoi genitori.
Doveva essere così.
Per quello gli stava sorridendo.
Ma quel sorriso avrebbe dovuto essere d’odio.
Perché era l’unico sentimento che meritava.
Che avrebbe sempre meritato.
 
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view post Posted on 8/5/2013, 17:04

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E come lo fai soffrire tu, questo pover'uomo, non c'è nessuno.
Ovviamente nemmeno un briciolo di riconoscenza lo fa stare meglio, al contrario, centuplica il suo dolore.
L'idea è quella che mi ero già fatta, ora non mi resta che attendere altri sviluppi su quella tragica notte, intanto mi rileggo per la terza volta il tutto per cercare di mettere al loro posto gli indizi sparsi sapientemente.

Perchè, nonostante tutto, caro il mio Severus, una vita sei riuscito a salvarla. Ma so che questo non ti basterà per sentirti meno in colpa... :cry:

Edited by pingui79 - 8/5/2013, 21:48
 
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view post Posted on 8/5/2013, 20:58
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Una giornata uggiosa - Risveglio - 2, di Chiara53

CITAZIONE
Chi ha letto Expecto Patronum e Nevischio troverà facilmente alcuni riferimenti.

vero, i riferimenti sono chiarissimi e, così, finalmente "Expecto Patronum" ha una sua spiegazione di coerenza interna e anche "Nevischio" ne esce rafforzata.

CITAZIONE
Fino a quella notte, sulla torre di astronomia.
Tornarci ogni sera per pagare il prezzo di una colpa impagabile mi sembrava il minimo

Sì, continuare a pagare il prezzo della sua colpa è assolutamemte da lui. Mi sembra di vederlo, ogni notte, ombra nera e silenziosa nell'oscurità...

CITAZIONE
E’ stato come se queste pareti volessero ripagarmi di tutto il male che ho vissuto tra loro.

Molto bello questo pensiero che rivaluta e recupera agli occhi di Severus la casa in cui ha tanto sofferto. Sì, mi piace, e mi ricorda qualcosa... sì, mi sa di aver scritto qualcosa di simile, non ne sono sicura e non ricordo dove, ma forse in "Implacabile desiderio".... Ad ogni modo, l'idea mi piace e la condivido.

CITAZIONE
Hermione mi ha donato la sua innocenza, l’ha donata a me che di innocente non ho nulla. E se anche mai lo avessi avuto, l’ho perduto tanto tempo fa. Per questo ho sempre pensato di meritare solo disprezzo e disgusto.

Bé... qui nion servono parole, giusto? :lovelove:

CITAZIONE
La mente vola oltre il cielo, oltre le nuvole e tocca il domani e la speranza, quella che gonfia il cuore e rende felici: forse il mio sogno è questo e tra poco mi sveglierò nell’incubo.

No, no, no! Basta dolore e incubi! ora è il tempo della rinascita e della felicità.

CITAZIONE
Ripenso a quanto tempo ho vissuto un respiro dopo l’altro, sperimentando la fatica di sopravvivermi e sperando che il sole non si levasse ancora su un altro giorno.

Tremendo! E' ora di dimenticare, Severus!

CITAZIONE
La piega amara ai lati delle labbra mi fa abbozzare un sorriso per nasconderla: ora ne sono di nuovo capace.

Sorrido. E' stupendo!

CITAZIONE
Per anni ho tenuto le labbra serrate e atteggiate a scherno o disgusto, labbra sottili in un volto di pietra: ecco cosa ho mostrato di me. C’era poco di cui potessi sorridere e io non mi concedevo neanche quelle poche occasioni, arroccato nella mia immobile freddezza, nel mio altero e gelido disprezzo per il mondo, per la gioia, per la speranza, in un continuo e incessante no alla vita.

Bellissima frase che in poche, incisive parole, racconta la sua vita piena di tristezza e sofferenza.

CITAZIONE
I miei libri, la cucina, il salotto, sembrano diversi – nuovi – oppure sono io che li guardo con occhi differenti? Forse è perché lei è stata qui, li ha abitati, anche se per poco, li ha sfiorati ed ha avuto la cura di togliere la polvere.
Come ha fatto con me.

Ma che bellissimo paragone!!!


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:15
 
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Felice, perchè l'hai letta e perchè hai scritto, ma sono ancora più felice per aver "salvato" Expecto Patronum. Ogni storia per chi la immagina ha un suo perchè, l'importante è, però, farlo capire ai lettori e io sono veramente contenta di esserci riuscita con te, Ida. Grazie. Di tutto. :wub:
Grazie a Kià che la conosceva, ma ha lasciato comunque qualche parola che fa sempre bene al cuore. :wub:
 
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view post Posted on 9/5/2013, 21:54

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Venerdì 10: Ida (haiku)
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Dopo un breve consulto con Ida, posto un Tanka che ho scritto, mentre mi trovavo a Parigi.
Non chiedetemi perché, ma le poesie riesco a scrivere unicamente in francese (seguendo quindi le regole metriche francesi che sono leggermente diverse da quelle italiane). Quindi avrete il Tanka prima in francese poi in traduzione italiana.

Chimère

Un sourire amer,
apparition éphémère,
mirroir d'un futur
qui lui paraît murmurer
le pardon: une chimère



Qui di seguito la traduzione:

Un Sorriso amaro,
apparizione effemira,
specchio d'un futuro
che gli sembra sussurrare
il perdono: una chimera





CITAZIONE (pingui79 @ 8/5/2013, 18:04) 
E come lo fai soffrire tu, questo pover'uomo, non c'è nessuno.
Ovviamente nemmeno un briciolo di riconoscenza lo fa stare meglio, al contrario, centuplica il suo dolore.
L'idea è quella che mi ero già fatta, ora non mi resta che attendere altri sviluppi su quella tragica notte, intanto mi rileggo per la terza volta il tutto per cercare di mettere al loro posto gli indizi sparsi sapientemente.

Perchè, nonostante tutto, caro il mio Severus, una vita sei riuscito a salvarla. Ma so che questo non ti basterà per sentirti meno in colpa...

La tragica notte verrà descritta in flashback tra due capitoli (al primo della terza giornata, quarta parte della tetralogia). Quando arriverò a far sorridere Severus felice (se mai ci arriverò) come minimo nevicherà in agosto :P
Grazie mille per le tue parole!

Edited by Alaide - 10/5/2013, 10:29
 
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Ma nemmeno qui un sorriso felice? :cry:

Davvero bello e musicale, il francese. È stato un piacere rileggerlo e... accorgersi di ricordarlo ancora! :D

Sono riuscita a mettere il link col tablet,evvai!
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 10/5/2013, 12:04) 
Ma nemmeno qui un sorriso felice?

Davvero bello e musicale, il francese. È stato un piacere rileggerlo e... accorgersi di ricordarlo ancora!

Sono riuscita a mettere il link col tablet,evvai!

Entro la fine dell'anno dei sorrisi, magari riesco a scrivere un sorriso se non felice felice per lo meno tranquillo.
 
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CITAZIONE (Alaide @ 9/5/2013, 23:05) 

Chimère

Un sourire amer,
apparition éphémère,
mirroir d'un futur
qui lui paraît murmurer
le pardon: une chimère


Grazie Leonora!!! (e tu sai ilk perchè!)
Bellissima la musicalità francese, tra l'altro in rima, un "di più" molto gradito!
Ad ogni modo, chimera o meno, effimera o meno, ma la possibilità d'un futuro appare... e per ora è abbastanza!

CITAZIONE (Alaide @ 9/5/2013, 23:05) 
Quando arriverò a far sorridere Severus felice (se mai ci arriverò) come minimo nevicherà in agosto :P

Ok, allora scommetto sulla neve ad agosto: sarebbe un'interessante, e fresca, novità... ;) :P :D


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:15
 
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view post Posted on 10/5/2013, 15:29
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