Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 23/4/2013, 08:40
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n. 12
Titolo: Il tuo nome sarà Albus Severus
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Harry Potter, Albus Severus potter
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: missing momet
Riassunto:
Dopo la sua nascita era stato tutta notte ad ammirarlo, chiedendosi che tipo di padre sarebbe stato. Lui che non aveva idea di cosa dovesse fare un padre.
In quei due anni James si era rivelato un vero piccolo Malandrino, degno dei nomi che portava.


Parole: 433

Il tuo nome sarà Albus Severus

Harry Potter ciondolava pigramente su una sedia a dondolo immerso nella penombra della camera del San Mungo. Teneva in braccio il suo secondo figlio.
Ginny dormiva nel letto accanto, esausta dopo il parto.
Credeva che l'emozione e la paura di essere un pessimo padre fossero emozioni legate solo alla nascita di James. Invece si era ritrovato a piangere mentre le infermiere lo pulivano, e ad avere le stesse paure di due anni prima quando tra le braccia stringeva quel piccolo monello di James Sirius Potter.
Il mago strinse meglio il piccolo e gli baciò delicatamente la fronte. Aveva un buon profumo, dolce e delicato.
Era così piccolo ed indifeso che aveva paura di romperlo se lo avesse stretto forte.
Il bambino si mosse piano, i pugnetti stretti stretti vicino al volto.
Aveva un ciuffo di capelli scuri in testa; Ginny aveva sbuffato leggermente contrariata quando si era resa conto che neppure lui aveva ereditato i capelli rosso fuoco della famiglia Weasley.
Harry lo guardava meravigliato, trovando ogni volta perfette le sue piccole dita paffute, o le piccole orecchie, o il nasino perfettamente al centro del volto paffuto. Lo avrebbe ammirato per giorni interi senza stancarsi. Era stato così anche per James.
Dopo la sua nascita era stato tutta notte ad ammirarlo, chiedendosi che tipo di padre sarebbe stato. Lui che non aveva idea di cosa dovesse fare un padre.
In quei due anni James si era rivelato un vero piccolo Malandrino, degno dei nomi che portava.
Ed era orgoglioso di lui nonostante tutti i disastri che combinava in casa.
- Sei ancora senza nome. - mormorò pianissimo per non svegliare mamma e piccolo – Tua madre era così certa che fossi una femmina e non voleva neppure parlare di nomi da maschietto.
Lo fissò attentamente. A differenza di James, che già al San Mungo aveva fatto impazzire le infermiere, lui sembrava più calmo e pacato.
Voleva che il suo futuro fosse grande, come per suo fratello.
Voleva che fosse un uomo saggio.
Un mago dalle grandi capacità.
Voleva che fosse coraggioso.
Che mettesse la felicità degli altri prima della sua.
Che sapesse sacrificare il suo bene per aiutare chi ne aveva più bisogno.
Che sapesse proteggere i più deboli.
Che sapesse amare.
E lui aveva conosciuto pochi maghi con queste caratteristiche.
Anzi forse solo un uomo.
L'uomo più coraggioso che avesse mai conosciuto.
- Il tuo nome sarà Albus Severus Potter. – disse piano, lasciando che il nome risuonasse nella piccola stanza in penombra come se fosse la formula di un incantesimo.
Il piccolo si mosse di nuovo, Harry era certo di averlo visto sorridere.
 
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view post Posted on 24/4/2013, 12:23
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Autore/data: Ida59 – 31 gennaio/ 2 febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: E il sorriso nasce, spontaneo, dolce. Solo per lei. È il seguito di “Capricci”.
Parole/pagine: 546/2.




Sorriso



Elyn era uscita dalla stanza quasi di corsa, lasciando Severus profondamente stupito, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere al suo sorriso.
Umano.
Fare i capricci era buffo, ma, soprattutto, era umano.
Scoprire la sua umana fragilità aveva commosso Elyn rendendola felice, ma aveva scosso il mago in profondità, aprendo mille interrogativi tra i suoi pensieri, domande le cui risposte si accavallavano confuse e incoerenti nella sua mente.
Per fortuna David, l’infermiere del San Mungo, era subito arrivato, probabilmente inviato proprio dalla Guaritrice, per “vestirlo”.
Il mago sorrise tra sé, soddisfatto: l’infermiere aveva portato anche il copriletto, proprio come dalla sua muta richiesta di cui Elyn ancora una volta era stata perfetta interprete; aveva utilizzato la sua rara sensibilità di Legilimante che le permetteva di leggere ogni sfumatura dei pensieri che il mago le offriva al posto delle parole che, ancora, non riuscivano ad uscirgli dalla gola ferita senza un profondo strascico di dolore.
Indossare slip e pigiama si rivelò però alquanto stancante e doloroso, visto che ogni movimento, seppur lento e misurato, in qualche modo implicava sempre il suo collo, con la ferita ancora non del tutto cicatrizzata sebbene fossero passati ormai due mesi, e le mani di David non erano propriamente “delicate”.
Certo, quelle di Elyn sarebbero state molto diverse…
Rabbrividì – sì, era l’innegabile brivido di piacere che ormai conosceva bene – ed allontanò subito l’importuno pensiero.
L’infermiere finì di sistemare il copriletto sulle lenzuola:
- Non so proprio cosa se ne farà di questa roba pesante nel mese di luglio, - borbotto tra sé, - ma gli ordini della Guaritrice Elyn non si discutono. Mai! – concluse serio uscendo rapido dalla stanza.
Stupito dal tono di profondo rispetto, certo non solo professionale, che aveva colto nella voce dell’infermiere, Severus si ritrovò con le labbra sottili dischiuse in un sorriso, senza neppure sapere come s’era formato.
All’inizio fu solo un accenno di sorriso, nato spontaneo su labbra troppo a lungo strette in una morsa di dolore e disprezzo di sé.
Fu un sorriso puro, nato dal profondo, dall’abisso oscuro della colpa, ma desideroso della luce dell’amore.
E il sorriso uscì prepotente, spezzando i vincoli del passato, rompendo le catene della colpa, travolgendo lo strazio dei rimorsi.
Sì adagiò lieve sulla bocca del mago, finalmente consapevole di ciò che stava accadendo, e divenne il suo sorriso, il sorriso di Severus.
Un sorriso colmo d’orgoglio per la donna alla cui ostinazione e capacità in gran parte doveva la vita, perché le lacrime di Fanny da sole non erano bastate.
Un sorriso dolce, illuminato da una passione ancora sconosciuta, eppure già forte, per la donna che, introducendosi nella sua mente sconvolta dal delirio febbrile indotto dal veleno di Nagini, aveva saputo conoscere ed accettare il suo passato, comprendendo a fondo i suoi rimorsi e imparando ad amare le sue colpe, fino a regalargli così il perdono che aveva sempre creduto impossibile.
Un sorriso vero, sconosciuto da troppi anni a quelle labbra sottili, aride d’amore.
Un sorriso che liberava il suo cuore dalla gelida gabbia in cui l’aveva costretto per tutti quei lunghi anni di solitudine e sofferenza
Un sorriso che lo riportava in vita e liberava le ali della speranza dalle colpe che Elyn aveva saputo perdonare.
Un sorriso prezioso.
Un sorriso di Severus.
Solo per lei.
Per Elyn…

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:48
 
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view post Posted on 24/4/2013, 16:53

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"Il sorriso di Severus."
Oh sì, mi piace, mi piace tantissimo!
E spero che al più presto lo veda anche Elyn. :wub:

Perchè a noi Severus piace umano. ^_^
 
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view post Posted on 24/4/2013, 17:58
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Anche più umano di così :wub: :shifty:

Prenotazioni per la 16a settimana di Sorrisi per Severus:

Giovedì 25: Monica (13)
Venerdì 26: Monica (14)
Sabato 27: Leonora (16)
Domenica 28: Ale
Lunedì 29: Elly (13)
Martedì 30: Elly (14)



Edited by Ida59 - 24/4/2013, 21:09
 
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view post Posted on 24/4/2013, 18:12
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Lunedì 29 e Martedì 30 mi prenoto io.
 
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view post Posted on 24/4/2013, 18:16

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Ricevuto, ho modificato il messaggio qui sopra. :)
 
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view post Posted on 24/4/2013, 18:25
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CITAZIONE (pingui79 @ 24/4/2013, 19:16) 
Ricevuto, ho modificato il messaggio qui sopra. :)

Per la serie inizare bene la settimana con una bella storia allegra. <_<

Per Mercoledì 1 ho un sorriso di mio marito (Querthe) se non é un probelma. :D

Edited by ellyson - 25/4/2013, 11:41
 
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view post Posted on 25/4/2013, 16:10

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Prenotazioni per la 16a settimana di Sorrisi per Severus:

Giovedì 25: Monica (13)
Venerdì 26: Monica (14)
Sabato 27: Leonora (16)
Domenica 28: Ale
Lunedì 29: Elly (13)
Martedì 30: Elly (14)


Prenotazioni per la 17a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 1: Querthe
Giovedì 2: Leonora/Ida (17)
Venerdì 3: Leonora/Ida (17)
Sabato 4:
Domenica 5:
Lunedì 6:
Martedì 7:



Edited by Ida59 - 25/4/2013, 17:26
 
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kijoka
view post Posted on 25/4/2013, 16:42




N.13
Autore/data: Kijoka – 18 Aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus - Lily
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un ricordo affiora in un momento di abbandono.
Parole/pagine: 614/2.

Le favole dei grandi

Un timido raggio di sole si fa largo tra le foglie e gioca con i tuoi fulgidi occhi verdi.
Mi sembra emergere da un deserto.
Ciò che vedo con gli occhi della mente è un miraggio, forse?
Il profumo dell'erba tagliata è così reale. Forse il dolore è lontano e riesco appena ad alzare la testa.
Galleggia dietro le palpebre.
Mi fa compagnia e il mio cuore pulsa finalmente lento.
E' un lontano ricordo.
Dove sono?
Il prato incominciava a mostrare i segni dell'autunno che si avvicinava.
L'ampia ombra dell'antico albero era ancora fresca sotto il sole di fine agosto.
Di lì a poco avremmo avuto un altro prato ad accoglierci e altri alberi da far diventare amici.
I ricordi cambiano i posti e le persone. Li rendono patinati e inconsistenti, dolci forse più di quanto davvero non siano stati, ma l'atmosfera di quel pomeriggio è ancora nitida e vibrante dentro di me.
Tu eri felice e io ti guardavo già con gli occhi dell'amore, senza saperlo.
Pulviscolo dorato illuminava i tuoi capelli e quel rosso cupo non mi sembrò un preludio, solo uno speciale benvenuto.
Il posto era sempre quello, ma quella volta sarebbe stata l'ultima.
Ancora non potevo sapere davvero quanto ultima.
Non ricordo nemmeno esattamente cosa ti dissi, non ora.
Ricordo il tuo sorriso che si specchiava nel mio e la tua mano che mi carezzava piano la guancia.
Ricordo il tocco leggero delle dita fresche e delicate.
Ricordo la sensazione di poter volare senza magia.
Ricordo la gioia dentro il mio cuore, ricordo il sentirmi finalmente giusto e completo.
Mi avevi perdonato.
Perdonato di aver fatto quasi male seriamente a Tunia, perdonato di averti voluto far tradire la fiducia di tua sorella quando ti avevo portato a leggere quella lettera nella sua camera, perdonato di averti paragonato ad una creatura del bosco, tanto eri parte della natura che ci circondava.
Forse lo avevi fatto perché di lì a pochi giorni saremmo andati ad Hogwarts.
Insieme, alla scuola dei maghi!
Ti avrei portato con me, ti avrei aiutato a capire e a imparare ad essere una vera strega, ti avrei mostrato il mondo.
Se potessi sorriderei di me, ma le labbra non rispondono: il dolore è ancora vicino.
Ero troppo piccolo e troppo ingenuo per capire che quello stesso entusiasmo ti avrebbe portato via da me.
Presto, così presto...
Eppure neanche i miei più tremendi ricordi riescono ad amareggiarmi la dolce sensazione che sempre questo ricordo porta con sé.
Anche adesso, steso in questo letto morbido mentre sto fingendo di non sapere cosa poi la vita mi avrebbe riservato, ancora trovo quel momento pieno di una dolce, quanto struggente, speranza.
Ora, proprio ora, il mio ricordo felice quasi non mi sembra più tale.
Non voglio perdere quel momento, non adesso.
Non voglio illudermi, ma forse ne ho bisogno, proprio ora.
E' passato il tempo delle fiabe, quello in cui i racconti di fantasia raccoglievano così tante speranze che il cuore voleva diventassero reali.
Crescendo si abbandona l'ingenuità necessaria.
Crescendo ci abbandoniamo a ben altre storie.
Eppure anche agli adulti continuano aa amare le favole, solo raccontate in un altro modo.
So che questo mio momento di lucidità non durerà a lungo, ma adesso la vita passata mi sembra quanto mai presente e il dolore di averti perso è stemperato nella certezza che quando aprirò gli occhi ti vedrò accanto a me.
Eppure so che queste mani che mi carezzano la fronte non sono le tue.
Il profumo, fresco e intrigante, mi solletica le narici e m’istiga ad aprire le palpebre.
Sono stanco, troppo stanco.
La cerva corre tra gli alberi, leggiadra e selvaggia.
La mia anima le corre appresso, senza raggiungerla.
 
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view post Posted on 26/4/2013, 15:09
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Sabato 4 no, perchè sono a Milano :D . Ma il primo buco utile avrei qualcosa. Se ci sono altri aspettate finchè non c'è un vuoto ;)
 
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kijoka
view post Posted on 26/4/2013, 16:36




N.14

Autore/data: Kijoka – 21 Aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Harry Potter
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU - La storia rispecchia solo la mia rielaborazione del personaggio.
Riassunto: Pensieri davanti a una porta chiusa
Parole/pagine: 952/2.

Attesa

E' tutto silenzioso ed ovattato.
Sembra che anche i secondi trascorrano lentamente, cercando di non fare rumore.
Qui la tranquillità è un dovere.
Chi si trova in questi corridoi ha necessità di serenità e tutti concorrono a rendere quieta l'atmosfera.
La porta è chiusa e devo attendere.
Che strano modo mi sono scelto per passare una delle prime giornate estive!
Devo essere impazzito...
In fondo, a ben pensare, non vorrei essere da nessun'altra parte.
Sono qui in attesa di sapere.
Quanto si può cambiare? Un anno fa se mi avessero detto dove oggi avrei potuto trovarmi, avrei sicuramente pensato di essere stato vittima di un incantesimo burlone o crudele.
Alcune volte la vita prende strane strade per mostrarti il suo lato buono. Io lo so bene!
Ti rapisce, ti fa cadere nel pozzo più nero e poi ti mostra il suo volto più bello.
Ancora non riesco a credere che tutto sia finito. Mi sembra ancora di vivere in un sogno.
Non sta bene quanto me l'uomo steso in quella stanza.
Come ho potuto sbagliarmi così tanto?
Io l'ho lasciato solo, in quella catapecchia, abbandonato in una pozza di sangue...
Io... io non potevo capire, non potevo sapere. In quanti me l'hanno detto, ma non riesco a perdonarmi.
Anche se, in realtà, ho solo fatto quel che andava fatto.
Non rinnego i miei comportamenti, anzi, credo li abbia cercati e provocati intenzionalmente.
Eppure so che avrei potuto, forse dovuto, farmi venire dei dubbi. Solo gli sciocchi non si pongono mai domande!
Ora sono seduto qui ad attendere di sapere se l'ultimo legame con la mia infanzia sia riuscito a superare il trauma del morso del serpente.
Chissà se mi permetteranno di entrare...
Chissà se mi permetterà di parlargli, di spiegare!
Ho avuto dal proprietario le chiavi del castello e ora ne conosco tanti passaggi segreti... ma non tutti!
Solo lui può aiutarmi a capire, solo lui può dare una ragione a tanti fatti accaduti.
Si è rivelato a me, ma era sicuro di non sopravvivere. Adesso come potrà reagire?
Ora che io stesso ho messo in piazza fatti dolorosi della sua vita, come posso anche solo pensare che voglia parlarmi?
La grande finestra davanti a me è spalancata e la lieve brezza quasi estiva mi porta il profumo dell'erba tagliata di fresco.
Un'altra stagione, un'altra finestra. Un'altra vita?
Perché mi torna in mente proprio adesso la mia prima notte ad Hogwarts?
L'ho passata davanti alla finestra del dormitorio, guardando il gelido mondo esterno, accarezzando Edwige e sentendomi finalmente a casa.
Uno dei momenti più belli della mia vita...
Felicità, appartenenza e sicurezza.
Sentimenti che mai avrei pensato di provare s'agitavano convulsamente nel mio petto.
Passai così buona parte di quelle prime ore.
Non riesco a fare a meno di chiedermi se anche per lui la prima notte al castello può essere trascorsa nello stesso modo.
Sorrido.
Dopo aver visto ciò che ha voluto mostrarmi, ho più volte pensato che avessimo delle cose in comune, o almeno molto simili.
Forse anche per lui è stato un momento speciale.
Quella notte può essere stata la prima in cui si è sentito in pace, sicuro di essere al posto giusto.
Forse gli sarà sembrato strano non dover sentire litigare i suoi e magari ancora più strano dover dividere la camera con altri.
Per me è stata una piacevole novità, chissà se anche per lui è stato così!
La consapevolezza di cominciare una nuova vita ti dà un'energia infinita. Forse anche per Piton era un sogno che diventava reale, seppur in modo diverso rispetto alle mie sensazioni.
Mi piace pensare che per entrambi Hogwarts si sia rivelato un luogo dove sentirsi in pace con se stessi.
La porta è sempre chiusa e non riesco a stare fermo.
Sono preoccupato che non voglia vedermi.
Deve essere stato così difficile lasciare a me quei frammenti della sua vita, proprio a me: ci ha messo anni a farsi odiare.
Deve essere stato come strapparsi pezzi di cuore.
Devo dirgli che quei ricordi sono al sicuro in un posto segreto, che quasi nessuno oltre a me ha potuto vedere ciò che mi è stato consegnato.
Tutto è stato riposto in un posto inviolabile, che solo Minerva McGranitt conosce, fino a che non potremo restituirli al legittimo proprietario.
So che non dimenticherò mai, ma nel profondo del mio cuore, quei ricordi sono diventati anche miei.
Mi hanno salvato la vita.
Gli devo così tanto!
Glielo devo dire, devo riuscire a pronunciare queste parole anche davanti a lui, anche mentre il suo sguardo nero mi fruga il viso. Ci riuscirò?
In fondo non sarà mai più come prima. Eppure non è facile pensare di dover parlare a cuore aperto a Severus Piton!
Non dovrò permettergli di allontanarmi, anche se è bravissimo in quest'arte!
Sono sicuro che potremo aiutarci a vicenda.
Anche per lui sarà un mondo nuovo: non è più l'assassino di Silente. Ora tutti sanno la verità.
Eppure non riesco ad immaginare un Piton diverso da colui che ho conosciuto!
Adesso per me sarà più facile intuirne le mosse, ma per comprendere davvero avrò bisogno di lui.
Mi piacerebbe che non mi rifiutasse, sarebbe bello se riuscisse a dimenticare e che potesse anche solo valutare di avermi intorno.
Al pensiero di confrontarmi con lui non riesco a reprimere un altro sorriso.
Dovremo misurarci, studiarci, senza alcuna garanzia di successo, ma non vedo davvero l'ora che succeda, anche se ne ho un timore infinito!
La vita è bella.
Severus Piton riuscirà a lasciare che la speranza entri nel suo cuore e potrà valutare di ricominciare a vivere?
Un rumore alle mie spalle.
La porta si sta aprendo.
Balzo in piedi e, con il cuore in gola, mi dirigo verso il battente socchiuso.
 
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view post Posted on 26/4/2013, 19:39

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Chiara, ti prenoto allora per domenica 5, ok?

Prenotazioni per la 16a settimana di Sorrisi per Severus:

Sabato 27: Leonora (16)
Domenica 28: Ale
Lunedì 29: Elly (13)
Martedì 30: Elly (14)


Prenotazioni per la 17a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 1: Querthe
Giovedì 2: Leonora/Ida (17)
Venerdì 3: Leonora/Ida (17)
Sabato 4:
Domenica 5: Chiara
Lunedì 6:
Martedì 7:

 
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view post Posted on 26/4/2013, 21:43
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I ♥ Severus


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Ombre, di Pingui79

A te magari non soddisfa, ma a me è piaciuta molto. È bella, un puzzle perfettamente congegnato in cui ogni tassello ne attrae un altro finché tutti vanno d’incanto al loro posto.
Nell’inizio mi è piaciuta molto la personificazione della casa, iniziata in sordina con la descrizione di quella ruga.
CITAZIONE
E ti viene da chiederti perché il passato si chiama così se invece torna puntualmente presente ad infastidirti peggio di un moscone molesto.

Quale sofferente ironia, povero caro. Sta ancora combattendo la sua battaglia con se stesso in quella casa dolorosamente “impregnata di memorie”.
Poi mi si è stretto il cuore quando racconti dell’anfratto in cui si nascondeva da bimbo… per non parlare di
CITAZIONE
L’unica cosa visibile dal suo rifugio improvvisato.

un colpo al cuore assolutamente tremendo, reso ancora più efficace da quella straziante associazione che richiami con una perfetta scelta di accurate parole
CITAZIONE
si fissa a fuoco vivo sulla memoria, una sorta di marchio indelebile quasi peggiore di quello che anni dopo si ritroverà sull’avambraccio poiché destinata a non sbiadire mai

CITAZIONE
Hai finito, Severus? C’è dell’altro amaro che ti vuoi sorbire di prima mattina? Altre ombre vogliono venire a darti il buongiorno?

Povero tesoro mio… quale dura e dolorosa ironia è costretto ad usare contro se stesso per riuscire a scacciare le sue ombre. Tra l’altro, titolo assolutamente perfetto ed apprezzato. Apprezzo molto i tuoi titoli, scelti in modo così attento e curato!
Una lunga introduzione molto “pesante” per Severus, quindi anche per me, che sono perfettamente immedesimata in lui, e con lui soffro: come valutazione al dolorimetro non è niente male, quasi si fosse tornati al passato. Sospiro. Che brutto risveglio, povero amore mio!

Poi, volto pagina, e l’atmosfera cambia.
CITAZIONE
Il segno tangibile di una pagina voltata nel libro della vita è tutto in una finestra spalancata sul mondo e non importa se ad incorniciarla ci sono delle vecchie tende color panna ingrigita.
Basta oscurità, basta ombre della notte che t’assalgono senza pietà ricordandoti la tua colpa, basta risvegli al buio per mantenere l’ambiente circostante in assonanza con la tua anima.

Tiro un sospiro di sollievo e sorrido. Oggi è un nuovo giorno, un nuovo passo nella lotta contro il passato, un passo in più verso il traguardo della serenità.
E poi, la tua anima, Severus, è luce, come dice Chiara, e anche io la penso così… nodo alla gola…
CITAZIONE
ma l’amarezza è rimasta sul fondo del calice della quotidianità ed il suo retrogusto ogni tanto si fa più persistente ed insopportabile al palato.

Come vorrei poterlo abbracciare. Che dici, Severus, un bacio potrebbe togliere quel retrogusto amaro?
CITAZIONE
Manca poco più di un mese al solstizio e presto vedrai sorgere l’astro direttamente dalla finestra della stanza, un piccolo lusso che il caso ti ha concesso forse per addolcire gli inverni della tua solitudine.

Aaaaah… stupendo!
CITAZIONE
Se fossi un po’ più pigro prenderesti in seria considerazione l’idea di non alzarti nemmeno, di chiudere gli occhi e far evanescere per sempre le ombre che ora se ne sono momentaneamente andate, ma che rimangono comunque là fuori in attesa di un tuo minimo atto di debolezza.
Devi ancora stare in guardia da te stesso, il giudice più inflessibile che tu abbia mai incontrato.

Tremendo, tremendo questo suo dover ancora combattere con la parte di se stesso che è rimasta legata al passato.

Poi, l’atmosfera si alleggerisce del tutto e Smile accende il sorriso sulle labbra di Severus… e la scena è assolutamente stupenda e deliziosamente descritta. Dal punto di vista stilistico leggere le tue storie è sempre un piacere. Quel sopracciglio che si alza per auto rimproverarsi dal riflesso dello specchio: questa è davvero impagabile! Per non parlare dei suoi pensieri, quelli in coìrsivo: assolutamente spassosi!
CITAZIONE
E mandi al diavolo pure il tuo gemello riflesso.
Questo buongiorno è tutto per te.

Ecco, qui l’atmosfera è radicalmente cambiata, si fa leggera, permeata da una piccola felicità e le ombre sono finalmente del tutto scomparse,
CITAZIONE
Ecco un nero che manda via tutte le ombre oscure.

Sublime, una trovata geniale.
CITAZIONE
ora sei altrettanto restio a mostrare a chiunque altro il sorriso che troppo spesso ti affiora sul volto non appena Smile entra nel tuo campo visivo. Celarlo a chiunque, a volte perfino a te stesso.

Ma prima o poi…
CITAZIONE
Ti distrae da te stesso, ti regala un’altra ragione per alzarti ogni giorno.

Grazie Smile!
CITAZIONE
Questo posto è intriso di ombre e ricordi, sì.
Ma nulla e nessuno ti vietano di raccontare a queste mura anche di un’ombra felina perennemente curiosa e vogliosa di giocare. E forse, poco alla volta, i nuovi ricordi avranno l’emblema di due occhi gialli che ti scrutano amichevoli.

E magari i nuovi ricordi prenderanno il posto di quelli vecchi occupando in tutt’altro modo la tua mente.
Sorridi, Severus, sorridi!


Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:49
 
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view post Posted on 27/4/2013, 09:35

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CITAZIONE (Ida59 @ 26/4/2013, 22:43) 
Ombre, di Pingui79

Guarda, non immagini quante volte ho scritto quella benedetta introduzione. Credo sei o sette, non sto esagerando.
Una faticaccia enorme per me che troppo spesso tralascio di descrivere l'ambiente per soffermarmi troppo sulle emozioni.
E comunque in tutte c'era un voluto inizio sofferente per poi far dare il buongiorno a Smile, ma prima di trovare la via definitiva ho dovuto addirittura fare la piantina della cameretta, altrimenti non riuscivo a scrivere nulla.
Insomma: una sofferenza vera e propria, questa storia! :lol:

Sull'armadio e sulla visione da quel nascondiglio improvvisato... ebbene sì, qui mi sono basata sull'esperienza personale.
Ci sono attimi nella vita di ciascuno in cui non solo ci si ricorda perfettamente cosa accadde, ma anche cosa si stava guardando e l'associazione di idee scatta inesorabile senza che la si possa fermare, soprattutto perchè nella stragrande maggioranza delle volte il ricordo non è per nulla piacevole.


Poi però arriva lentamente il sereno e con Smile mi sono divertita in prima persona, non ti dico le risate che mi sono fatta con quel lenzuolino tirato... :lol:
Grazie di queste meravigliose parole, ora posso tirare un sospiro di sollievo! :D

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:50
 
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Autore/data: Alaide – 8-9 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Gli sorrideva.
Non parlava, né pareva aspettarsi che fosse lui a farlo.
Gli sorrideva soltanto.
Nota: La storia è il continuo di Una Supplica
Parole: 668

Tetralogia
6. Seconda Giornata. Atto I. Solitudine


Pioveva.
L’acqua scendeva a tratti con violenza, a tratti lentamente sull’orfanotrofio e sull’ospedale. La pioggia bagnava i vetri della stanza di Severus, creando dei rivoli che parevano riprodurre figure inquietanti.
Il volto di Silente.
Il volto di Lily.
Ed i rivoli colavano lentamente, cancellando quei volti, imbrattandoli del sangue che egli aveva sulle mani.
L’uomo continuava a fissare il vetro e la pioggia che continuava a disegnare la sua colpa e la sua pena.
Soltanto quando qualcuno bussò alla porta, distolse lo sguardo.
Sapeva che avrebbe incontrato gli occhi della bambina.
Quello che non si aspettava di incontrare fu il suo sorriso.
Un sorriso timido.
Un sorriso riconoscente.
Sapeva, dalle parole della signorina Fairchild, che era la prima persona alla quale la bambina sorrideva dalla notte in cui i suoi genitori erano stati uccisi.
E quel secondo sorriso era inspiegabile al pari del primo.
Perché la bambina continuava a sorridergli?
Perché a lui?
Perché non alla donna che l’accompagnava e che era di certo più degna di lui di ricevere un sorriso?
«Le ho portato un disegno, signor Piton.» disse la bambina, quando gli fu di fronte.
Melusine osservò Judith avvicinarsi lentamente all’uomo e allungargli il disegno. C’era qualcosa di strano nel modo in cui la bambina si comportava con il signor Piton. Era come se Judith volesse dire qualcosa che né lei, né l’uomo riuscivano a comprendere del tutto.
Alla giovane sembrava che ci fosse come una barriera, la barriera della solitudine, forse, che pareva come bloccare i tentativi di comunicazione di Judith.
O forse a colpirla, al di là di ogni altro pensiero, era il senso di solitudine che pareva avvolgere tutta la stanza in maniera quasi asfissiante.
C’era qualcosa di strano in quella solitudine, anche per un ospite di quell’ospedale.
Non l’aveva visto il giorno in cui i bambini avevano cantato e da quel che aveva colto da alcune conversazioni sapeva che non si univa mai agli altri pazienti, ma rimaneva confinato nella sua stanza, al pari di un prigioniero.
Avrebbe voluto comprendere cosa si celasse dietro quella solitudine. Ma era certa che non l’avrebbe mai saputo, così come non avrebbe mai compreso le ragioni che l’avevano guidato ad accettare di incontrare Judith, dopo quei rifiuti che parevano inderogabili.
Dopo quelli che parvero secoli alla bambina, l’uomo prese in mano il disegno.
Un disegno inquietante quanto il primo.
Tutto era cupo. Una fioca luce biancastra illuminava un orsacchiotto dal volto quasi umano.
Un volto spaventato.
Il gioco che la bambina teneva in mano, forse, quando i genitori erano stati uccisi.
La fine dell’infanzia di Judith, si disse Severus.
Il momento in cui, a causa di qualcuno che, come lui, si era macchiato le mani del sangue degli innocenti, era diventata adulta di colpo.
Ed era ironicamente tragico che quella bambina sorridesse proprio a lui.
Ad un assassino.
Anche in quel momento gli sorrideva.
Come quando era entrata nella stanza.
Gli sorrideva.
Non parlava, né pareva aspettarsi che fosse lui a farlo.
Gli sorrideva soltanto.
Timidamente.
Con riconoscenza.
Come se fosse felice che lui avesse accettato di incontrarla di nuovo.
Come se fosse felice di vederlo.
Come se fosse felice di aver davanti a lei un assassino.
Ma nessun bambino avrebbe dovuto essere felice nell’incontrarlo.
Nessun bambino avrebbe dovuto essere felice di vederlo.
Nessun bambino avrebbe dovuto essere felice di aver davanti a se qualcuno come lui.
Un assassino.
Ancor di più una bambina, come Judith, che aveva perso i propri genitori a causa di un assassino.
Gli parve che, alla luce di quel sorriso, le sue colpe centuplicassero.
Di fronte all’innocenza di quella bambina, cresciuta troppo alla svelta, le sue mani diventavano più rosse di sangue.
Ed egli sentiva maggiormente l’ironia amara e tragica di quel sorriso.
Il sorriso dell’innocente rivolto all’assassino.
E sentì il sapore amaro della colpa in bocca.
Ed il peso della colpa sulle sue spalle.
E mai come allora la sua anima gli parve nera e perduta.
E mai come allora il perdono era simile ad una chimera lontana ed irraggiungibile.
 
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