Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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frc_coazze
view post Posted on 19/4/2013, 20:54




Sono felicissima che i banner vi siano piaciuti :wub: :wub:

CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 19/4/2013, 21:17) 
Mi piace un sacco il tuo secondo banner Fede, che mi ricorda lo stile di alcune opere di Andy Warhol :D

L'ispirazione in effetti è venuta da lì. Molto molto alla lontana, però ^_^
 
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kijoka
view post Posted on 19/4/2013, 21:56




Ciao!
Siccome, purtroppo, non riesco ad essere presente come vorrei, devo giocare in anticipo.
Per cui vorrei prenotarmi per giovedì 25 e venerdì 26.04.
Visto che sono così avanti spero di non creare problemi. Grazie!
Ki

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:46
 
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view post Posted on 19/4/2013, 22:06

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Non crei nessun problema, Monica.
Corro a ripescare la lista nella pagina precedente e la aggiorno. :)

Come da regolamento della Sfida "Sette giorni per un sorriso", quando una sfidante inserisce la sua storia settimanale nella Sfida ha diritto di inserirla anche qui il primo giorno libero in base all'elenco delle prenotazioni.


Prenotazioni per la 15a settimana di Sorrisi per Severus:

Venerdì 19: Fede
Sabato 20: Elly
Domenica 21: Kià
Lunedì 22: Elly
Martedì 23: Elly


Prenotazioni per la 16a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 24: Leonora/Ida
Giovedì 25: Monica
Venerdì 26: Monica
Sabato 27: Leonora/Ida
Domenica 28: Ale
Lunedì 29:
Martedì 30:



Edit: aggiornato con Leonora/Ida e Ale

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:46
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 20/4/2013, 09:46




Io mi prenoto per il primo posto libero.
Ho già qualcosa di pronto, quindi se qualcuno non avesse tempo o volesse far cambio, mi faccia un fischio :lol:
 
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view post Posted on 20/4/2013, 11:10
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n. 10
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Sono ancora la tua ragazza?

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: VM14 (diciamo che verso la fine il racconto diventa un po' color rosa porcellino)
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: Severus / Hermione
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
- Sono ancora la tua ragazza, Severus?
- Non sono un po’
vecchio per avere la ragazza?
Parole: 1271
Note: seguito di Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato
Questa è l’ultima storia della raccolta


Sono ancora la tua ragazza?

Tamburellava le dita sul bracciolo di legno della poltrona.
Era furioso.
Anzi no.
Era più che furioso.
Sentì il suono della campanella che annunciava la fine delle lezioni della mattina e il ciarlare degli studenti che si immettevano nei corridoi per poi spargersi nel parco a gustarsi il resto di quel primo Venerdì di primavera.
Tamburellò con più energia le dita sul bracciolo.
Se non fosse stato così impegnato ad essere furioso avrebbe sentito dolore ai polpastrelli.
Il sole filtrava dalla finestra della stanza. Su ordine dei medimaghi e della sua fastidiosa compagna, era stato costretto ad abbandonare l'umidità e la penombra dei suoi amati sotterranei per trasferirsi in una stanza ai piani più alti dove il sole la riscaldava ad ogni ora del giorno.
Sapeva che la sua espressione minacciosa non aveva lo stesso effetto in una stanza illuminata perennemente dal sole.
La ruga sulla fronte divenne più profonda quando sentì la risata della sua fastidiosa compagna dall'altra parte della porta.
La chioma leonina di Hermione fece capolino oltre la porta qualche istante dopo. Sussultò spaventata quando lo vide nella stanza.
Si immaginò come un punto nero in una stanza illuminata.
- Severus! - disse portandosi una mano al cuore – Mi hai spaventato a morte! - Hermione andò alla sua scrivania e con un colpo di bacchetta fece apparire una ventina di rotoli di pergamena che si impilarono in perfetto ordine sul tavolo di legno – Avevo capito che i tuoi impegni a Londra ti avrebbero trattenuto per tutto il giorno.
Il mago restò immobile, nonostante dentro stesse urlando dalla rabbia.
- Ho finito prima del previsto. - disse con una calma che non pensava più di avere.
Hermione si tolse il mantello scuro e lo lanciò con poca grazia sull'altra poltrona presente nella stanza.
- E' andato tutto bene?
- Ho incontrato Potter al Ministero, c'era anche la sua fidanzata.
- E' da un po' che non vedo Ginny, - disse togliendosi le scarpe, ponendole poi nell'armadio - sta bene?
Hermione si sedette alla toilette e iniziò a pettinarsi davanti allo specchio.
Non stava ferma quella donna!
Lui era lì, furioso e pronto ad esplodere e lei sembrava non vederlo.
Le dita sul bracciolo interruppero la noiosa melodia ripetitiva.
- Non lo so, é stata poco loquace. Sembrava quasi imbarazzata. – alla fastidiosa compagna sembrava una notizia poco interessante - Tu sai per quale motivo la giovane Ginevra Weasley, che se non ricordo male all'ultima cena alla Tana ha dato sfogo ad ogni battuta di dubbio gusto del suo repertorio, sia improvvisamente così cambiata?
Hermione abbandonò il tentativo di sistemare la chioma, appoggiò la spazzola sul ripiano della toilette e lo fissò attraverso lo specchio.
- Non posso sapere cosa passa per la testa di Ginny.
Il mago sollevò un sopracciglio fine.
- Io si.
Severus osservò la sua compagna – fastidiosa, fastidiosa compagna Severus!- sgranare gli occhi e voltare la testa nella sua direzione.
- Hai usato la legilimanzia su Ginny?
E finalmente vide la scintilla dello scontro che desiderava brillare negli occhi della sua fastidiosa compagna. Fece un sorriso, uno di quelli crudeli, uno di quelli che non usava più da diversi anni. Uno di quelli che si intonava perfettamente con il Marchio sbiadito sull'avambraccio e con la sua aria minacciosa.
Uno di quelli che, anche immerso nella stanza illuminata dal sole, aveva sempre lo stesso effetto.
Bastò quello come risposta.
- Severus!
- Ho scoperto, - disse ignorando il disappunto della donna – che tu e Ginny parlate molto, soprattutto di me.
Hermione si spostò di fronte a lui, battagliera e fiera come solo una Grifondoro irritante sapeva essere.
E lei sapeva essere una Grifondoro estremamente irritante.
E fastidiosa.
- Sono discussioni private!
- Se parlano di noi non sono private. Specialmente quando tocchi certi discorsi molto personali ed intimi.
Vide gli occhi di Hermione sgranarsi per la sorpresa.
- Oh...
Severus sapeva cosa voleva dire quel oh.
Non gli piaceva.
Hermione sorrise e sembrò rilassarsi.
Continuava a non piacergli.
- Ginny è la mia migliore amica. - spiegò - Parliamo di tutto. Anche di quello.
Non voleva essere così tollerante. Non voleva essere così facilmente manipolabile.
Era pur sempre una spia-doppioghichista!
Dov’era finito il Severus oscuro e cinico che aveva ucciso Silente sulla Torre di Astronimia?
Non avrebbe perso quella piccola battaglia personale.
- Perché devi parlare di certi argomenti delicati con lei? Non sa mantenere un segreto neppure sotto Imperius!
- Perché ci serviva un paragone.
E Severus vide cadere il suo mondo. Vide la sua più grande paura realizzarsi.
Hermione si era stancata.
Era annoiata dai suoi lunghi silenzi e delle sue occhiate maligne. Era stufa del suo corpo spigoloso, dell'intreccio di cicatrici che segnava la sua vita e il suo fisico non più giovane.
Si era infine decisa a porre fine a quella relazione che aveva fatto discutere tutti nella scuola e anche in gran pare del Ministero.
L'eroina della guerra, amante del Mangiamorte redento.
E la rabbia sparì di fronte all’eventualità di essere di nuovo solo.
Deglutì e mai quell'azione gli sembrò più dolorosa, neppure quando le ferite lasciate da Nagini erano ancora fresche.
- A Ginny serviva un paragone. - precisò Hermione con un sorriso avvicinandosi – Harry è stato il suo primo vero fidanzato. Voleva qualche informazione. - si sedette sulle sue ginocchia come una bambina piccola e si avvicinò al suo orecchio – Alla fine era anche piuttosto invidiosa.
L'anima di Severus tirò un sospiro di sollievo, si rilassò sulla poltrona accarezzando la schiena della fastidiosa compagna, cerando i lacci della fastidiosa veste.
- Sono ancora la tua ragazza, Severus? - alitò nel suo orecchio mentre una piccola mano esperta iniziava a slacciare i primi bottoncini della casacca nera.
- Non sono troppo vecchio per avere la ragazza?
La sentì ridacchiare contro la pelle del collo.
Quando gli aveva tolto la sciarpa di seta?
Quando passò la punta della lingua sulla prima cicatrice tonda, quella domanda si perse in un sospiro eccitato.
- Credevo che avessimo già superato lo scoglio della differenza d'età. - rispose lei che, ormai aveva slacciato abbastanza bottoncini da scoprire la candida camicia.
Severus trovò i lacci della veste, ne tirò uno scoprendo la pelle della schiena. Si avvicinò al suo orecchio mentre lei stava per slacciargli i primi bottoni della camicia.
- Io non voglio una ragazza. - le disse lentamente facendo risalire la mano lungo la spina dorsale – Io voglio una moglie.
Sentì la mano di Hermione bloccarsi e trattenere il respiro.
Restò qualche istante in silenzio ed immobile, godendosi quel raro momento in cui Hermione Jane Granger sembrava senza parole, poi si allontanò abbastanza da permettergli di vederla in volto.
Fortunatamente stava sorridendo.
- Questa è la proposta di matrimonio più strana che abbia mai sentito, Severus.
- Ogni proposta merita una risposta, Hermione.
Il sorriso sulle labbra della sua compagna – non importava quanto fosse fastidiosa in certi momenti, l'importante era che fosse la sua fastidiosa compagna – aumentò.
Non gli servirono altre risposte.
Si impossessò delle sue labbra in un bacio che sapeva di amore e di gioia per averlo accettato nella sua vita così com'era. Senza mai volerlo cambiare, accettando tutto della sua anima nera.
Quando si separarono lo sguardo di lei era velato dalle lacrime.
Si specchiò nelle iridi nocciola di lei e vide se stesso.
Un mago vestito di nero. Un mago che aveva avuto una prima vita segnata dalla morte e dal rimpianto.
Un mago che aveva avuto la fortuna di vivere una seconda vita. Un mago che aveva trovato la sua personale felicità.
E Severus sentì che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa con Hermione al suo fianco.
Qualsiasi.
Anche sorridere dalla felicità.
 
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view post Posted on 20/4/2013, 13:26
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Mamma mia, Elly, come sai rendere sempre in modo fantastico le schermaglie tra Severus ed Hermione, e questo episodio è davvero bellissimo: così sottilmente eccitante ma anche tanto, tanto romantico! Un vero bijioux :stupore: Mi è piaciuto talmente che me lo sono riletto subito un'altra volta per gustare ancora meglio ogni piccolo, delizioso passaggio.

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:47
 
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view post Posted on 21/4/2013, 12:06

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Sappiatelo, non ne sono minimamente soddisfatta. :cry:

Autore/data: pingui79 / marzo-aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, fluff, slice of life
Personaggi: Severus Piton, sorpresa
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: what if
Riassunto: Questo posto è intriso di ombre e ricordi, sì.
Parole/pagine: 1588/5
Nota 1: storia scritta per il Gioco Creativo n.13 "Un anno di sorrisi per Severus"
Nota 2: questa storia fa parte della serie di one-shot "Micizia" ed è il seguito di "Routine".


Ombre



Il soffitto non più bianco è attraversato da un angolo all’altro da una profonda crepa irregolare che si snoda a zig-zag sull’intonaco. Vi siete visti crescere a vicenda, tu e lei. Tu diventavi ogni giorno più alto – mentre l’orlo dei vecchi pantaloni smessi rimaneva invece sempre lo stesso – lei, partita prima dalla parte più interna della stanza, camminava pian piano in direzione opposta, verso la finestra.
A ben guardarla sembra quasi una ruga d’espressione, una di quelle che attraversano la fronte dei meditabondi quando sono immersi in un pensiero profondo quanto l’oceano. Una ruga, sì, come se l’intera casa si fosse mostrata perplessa per quel che avveniva tra le sue pareti progettate per proteggere, dare riparo ed accogliere, non per assistere ad anni di pianti, silenzi accusatori ed immane sofferenza.
Un respiro profondo e adesso passa tutto, Severus.
Bugiardo.
E ti viene da chiederti perché il passato si chiama così se invece torna puntualmente presente ad infastidirti peggio di un moscone molesto.
Abbassi lo sguardo sul resto della camera. Di alzarti dal letto ancora non se ne parla, prima devi rituffarti in ogni singolo ricordo per poterlo cacciare a sonore pedate dal nuovo giorno che inizia, non puoi sfuggire al passato semplicemente aggirando l’ostacolo, lo sai.
E questa casa è impregnata di memorie.
Dell’armadio in legno scuro di fronte a te sapresti distinguere e ricostruire ogni particolare anche ad occhi chiusi. L’anta sinistra sulla quale un nodo del legno ha lasciato una vistosa e circolare macchia scura, la scheggiatura proprio alla sommità dello specchio al centro, uno dei due pomelli di destra più ruvido ed opaco del suo gemello.
E poi c’è quel minuscolo anfratto tra il mobile e la parete, così piccolo che solo un bambino ci potrebbe passare. Un bambino che vi si nasconde di corsa, con il cuore in gola ed il respiro affannato, gli occhi che bruciano per lacrime che egli non vuole far scendere per non sembrare a se stesso ancora più debole. Quel bambino gracile e malvestito ha solamente sette anni. Ha le mani sulle orecchie per non sentire le urla che provengono dal piano di sotto; negli occhi sbarrati un’immagine ferma, giorno dopo giorno, si fissa a fuoco vivo sulla memoria, una sorta di marchio indelebile quasi peggiore di quello che anni dopo si ritroverà sull’avambraccio poiché destinata a non sbiadire mai: le venature chiare che sul pannello di legno si snodano flessuose, s’intrecciano e si rincorrono.
L’unica cosa visibile dal suo rifugio improvvisato.
E nel tempo futuro ogni volta che s’affaccerà il ricordo di quegli istanti giungerà subitanea anche quell’insolita immagine, una straziante associazione di idee, sentimenti e reminiscenze.
Stringi i pugni sotto le coperte.
Hai finito, Severus? C’è dell’altro amaro che ti vuoi sorbire di prima mattina? Altre ombre vogliono venire a darti il buongiorno?
Maleducate, sanno benissimo di non essere invitate, non più.
Il primo raggio di un pallido sole novembrino s’insinua timido nella stanza, attraversando la finestra dalle imposte aperte.
Ecco il primo pensiero positivo della giornata. Lo accogli come un naufrago stremato che si vede arrivare all’improvviso una zattera di salvataggio.
Ti permetti di rilassarti un po’ ed è con un bel respiro profondo ed il raggio di sole negli occhi che le ombre si diradano fino a scomparire, inghiottite dal giorno che avanza lentamente in questa casa e nella tua esistenza.
Il segno tangibile di una pagina voltata nel libro della vita è tutto in una finestra spalancata sul mondo e non importa se ad incorniciarla ci sono delle vecchie tende color panna ingrigita.
Basta oscurità, basta ombre della notte che t’assalgono senza pietà ricordandoti la tua colpa, basta risvegli al buio per mantenere l’ambiente circostante in assonanza con la tua anima.
Di rimorsi e rimpianti non ce ne sono quasi più – e a che servirebbero, poi, in questo momento? – ma l’amarezza è rimasta sul fondo del calice della quotidianità ed il suo retrogusto ogni tanto si fa più persistente ed insopportabile al palato.
Un altro raggio di sole fa capolino. Manca poco più di un mese al solstizio e presto vedrai sorgere l’astro direttamente dalla finestra della stanza, un piccolo lusso che il caso ti ha concesso forse per addolcire gli inverni della tua solitudine. Va a finire direttamente sulla poltrona accanto alla porta, accarezzando la stoffa verde scuro che sui braccioli s’è fatta consunta e la casacca nera rigorosamente piegata ed adagiata sullo schienale.
Un altro respiro profondo, l’ennesimo da quando ti sei svegliato.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Se fossi un po’ più pigro prenderesti in seria considerazione l’idea di non alzarti nemmeno, di chiudere gli occhi e far evanescere per sempre le ombre che ora se ne sono momentaneamente andate, ma che rimangono comunque là fuori in attesa di un tuo minimo atto di debolezza.
Devi ancora stare in guardia da te stesso, il giudice più inflessibile che tu abbia mai incontrato.
Se fossi un po’ più pigro… e se lo diventassi sul serio, solo per una volta?
In fondo, che male ci sarebbe?
Ma a quanto pare hai fatto i conti senza l’oste.
C’è chi sembra averti letto nel pensiero e vuole esprimere tutto il proprio disaccordo.
A modo suo, ovviamente.
D’improvviso il lenzuolo ai piedi del letto viene strattonato energicamente, tanto che sei costretto a metterti immediatamente a sedere e a trattenere la stoffa con entrambe le mani per non farla scivolare via del tutto.
Ma che…?
Oh.

Non ti rimane che aspettare paziente, una smorfia divertita ti compare sul volto prima che tu abbia il tempo di rendertene conto. Lo specchio dell’armadio davanti a te riflette la tua espressione inconcepibilmente assurda e colui che ne è la causa. Vorresti affrettarti a farla scomparire, ma le orecchie che spuntano dal fondo riescono solo ad accentuarla.
Merlino, quanto sei diventato smielato, Severus.
Il tuo sopracciglio destro vola velocemente verso l’alto nel tentativo di rimproverarti tramite un riflesso, invece l’unica cosa sensata che riesci a pensare è “al diavolo le lenzuola graffiate”.
Sei perduto, Severus, inesorabilmente perduto.
Il musetto nero adesso è tutto visibile, assieme alle zampe anteriori che artigliano stoffa e materasso senza troppi problemi. La tua mano già protesa in avanti diventa promessa di una calda carezza come premio per l’ambita scalata.
E mandi al diavolo pure il tuo gemello riflesso.
Questo buongiorno è tutto per te.
Smile non si fa attendere ancora a lungo e con un ultimo balzo conquista il letto. Zompetta sicuro, strusciando con letizia felina la testa sul tuo palmo, i gialli occhi socchiusi in segno di apprezzamento.
Chiodo scaccia chiodo, recita un proverbio Babbano.
Ecco un nero che manda via tutte le ombre oscure. Una macchietta giocherellona e dispensatrice di fusa più luminosa del sole che adesso entra completamente nella stanza con il suo alone giallo pallido.
Il sorriso che ti fa spuntare questa palletta di pelo è qualcosa che non riesci a controllare e che ti fa benedire il giorno in cui hai categoricamente rifiutato ogni ritratto per tenerti compagnia tra queste pareti.
Qualcuno lo chiama ritrosia, altri pudore. Che lo definiscano come vogliono. Ma come hai desiderato con tutto te stesso celare al mondo la sofferenza che aleggiava in quest’abitazione, ora sei altrettanto restio a mostrare a chiunque altro il sorriso che troppo spesso ti affiora sul volto non appena Smile entra nel tuo campo visivo. Celarlo a chiunque, a volte perfino a te stesso.
Smile miagola con insistenza, costringendoti a prestare attenzione a lui e non alla tua autocommiserazione. Anche in questo è un campione, non c’è che dire. Ti distrae da te stesso, ti regala un’altra ragione per alzarti ogni giorno.
Ha fame. Viva la praticità che trionfa sulle tue veleggianti riflessioni sul senso della vita.
Un’ultima carezza e finalmente ti alzi, lasciandolo sul letto. Quando ritorni lui ti attende con aria sorniona comodamente acciambellato sul tuo cuscino. Sembra la statua di una di quelle divinità egizie, stesso portamento altero e completamente indifferente al resto del mondo.

Ripeti un po’, che cosa vorresti, umano?

Più che al resto del mondo è del tutto indifferente al tuo rimprovero, accolto con un semplice sventolio della coda e delle fusa ancora più rumorose, gli occhi gialli che ti sfidano fissandoti intensamente.
Monello, e adesso?
Indifferenza per indifferenza. Smetti di borbottare e fingi noncuranza, avviandoti deciso verso la porta senza rivolgergli più alcuna parola. È un sistema che vince sempre.
Infatti.
Con una mossa fulminea Smile scende dal letto – anzi no, dal tuo cuscino – e quasi ti fa inciampare nel sorpassarti per dirigersi verso le scale. La prima schermaglia della giornata si è conclusa. In serata farai il conteggio serenamente seduto in poltrona.
Caffè bollente, senza latte né zucchero. Lo sorseggi con calma appoggiato al mobile della cucina, osservando il tuo coinquilino che poco distante si tuffa ingordo sul piattino colmo di latte agitando sinuosamente la coda.
Ecco un nero che caccia tutte le ombre, pensi nuovamente.
Socchiudi gli occhi nel fissare il tuo piccolo amico, la tazza tra le mani ormai vuota ma ancora calda, l’aroma di caffè che continua ad aleggiare nell’aria. Lui ti restituisce uno sguardo tranquillo accompagnato da gocce di latte sul naso e sulle vibrisse.
Scuoti la testa, rassegnato a questo sodalizio che ogni giorno ti piace sempre di più.
E sorridi, questa volta apertamente e senza farti rimproveri.
Questo posto è intriso di ombre e ricordi, sì.
Ma nulla e nessuno ti vietano di raccontare a queste mura anche di un’ombra felina perennemente curiosa e vogliosa di giocare. E forse, poco alla volta, i nuovi ricordi avranno l’emblema di due occhi gialli che ti scrutano amichevoli.
 
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view post Posted on 21/4/2013, 22:13
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I ♥ Severus


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Come da regolamento della Sfida "Sette giorni per un sorriso", quando una sfidante inserisce la sua storia settimanale nella Sfida ha diritto di inserirla anche qui il primo giorno libero in base all'elenco delle prenotazioni.


Prenotazioni per la 15a settimana di Sorrisi per Severus:

Lunedì 22: Elly (11)
Martedì 23: Elly (12)


Prenotazioni per la 16a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 24: Leonora/Ida (16)
Giovedì 25: Monica (12)
Venerdì 26: Monica (13)
Sabato 27: Leonora/Ida (16)
Domenica 28: Ale
Lunedì 29:
Martedì 30:

 
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view post Posted on 21/4/2013, 22:24

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Ma quanti numeri in questo post!
Quasi quasi li gioco al lotto. :lol:
 
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view post Posted on 21/4/2013, 22:38
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I ♥ Severus


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Io con questa ultima pioggia di sorrisi sto perdendo un po' il conto.
Grazie, Kià, per riuescirre ad aggiornare sempre in tempo reale gli indici di giochi e sfide!


Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:47
 
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view post Posted on 22/4/2013, 08:29

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Prego, lo faccio con piacere. :)
 
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view post Posted on 22/4/2013, 08:38
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Ecco il sorriso di inizio settimana... mmmh forse doveva essere un po' più allegro.


n. 11
Titolo: Solo una copia
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: missing moment
Riassunto:
Harry avrebbe voluto dire molto di più. Ma non poteva, quello che aveva di fronte non era il vero Severus Piton, era solo una copia. Una copia molto ben fatta, ma sempre e solo una copia.
Parole: 1010


Solo una copia

- Dove lo vuole signor Potter?
Non si era ancora abituato.
Non era mai stato il signor Potter, ma solo Harry. Sentirsi chiamare in modo tanto formale lo faceva sentire troppo adulto, troppo grande. E per uno che era stato costretto a crescere prima del dovuto avrebbe voluto essere Harry ancora per molti, molti anni.
Ma la vita non si può fermare.
- Lo appoggi pure al muro. - disse indicando una zona sgombra di mobili.
- E' sicuro? Se vuole posso appenderlo.
- No, grazie. Ci penserò da solo.
Il mago che l'aveva accompagnato nello studio circolare del nuovo Preside di Hogwarts gli lanciò un'ultima occhiata, senza tralasciare la cicatrice sulla fronte, ed uscì lasciandolo solo.
Poteva benissimo immaginare i commenti che avrebbe fatto quella sera al pub con gli amici davanti ad una birra.
Oh sì io e Harry Potter in persona nella stessa stanza!
Lasciò il pensiero del fattorino in un angolo della mente e si concentrò sull'oggetto che aveva fatto appoggiare al muro.
Era coperto dal telo, non lo aveva ancora guardato.
Forse per timore di quello che avrebbe scatenato nel suo animo.
Attorno a lui il silenzio. Si sentiva osservato da tutti i Presidi presenti, perfino da Silente, ma nessuno parlava. Forse sapevano che era una questione in sospeso tra lui e l'altro.
Restò fermo per parecchi minuti, indeciso su cosa dire, su come comportarsi.
Si era studiato un piccolo discorso, ma ora ogni parola gli sembrava stupida, inutile.
Sapeva come funzionava quella magia, ma non era certo che valesse anche in quel particolare caso. In fin dei conti l'artista si era accontentato di una fotografia presa dalla Gazzetta del Profeta e delle parole che un trio di maghi appena diplomati e una professoressa di Trasfigurazione avevano detto sul suo conto.
Non era certo la stessa cosa. Ma non si era stupito più di tanto quando si erano resi conto che Piton non aveva ordinato un ritratto dopo la nomina di Preside.
Finalmente dopo un sonoro sospiro si avvicinò al quadro e tolse il telo che lo copriva.
Severus Piton, il Preside Severus Piton si corresse mentalmente, stava dormendo. O, comunque, faceva finta di dormire.
A differenza dei suoi predecessori aveva optato per una semplice cornice d'argento.
Prese il quadro con entrambe le mani e si avvicinò al muro dove lo voleva appendere in accordo con l'attuale Preside.
Accanto a Silente.
Vicini nella morte. Nello stesso modo in cui erano stati vicini nella vita.
Ma, forse, Piton avrebbe preferito stare accanto a sua madre.
Avrebbe potuto farlo con la magia, ma, proprio come era stato per la tomba di Dobby, voleva farlo con lei sue mani.
In fondo anche quella era un po' una tomba ai suoi occhi.
Si spostò di lato per evitare di inciampare nella gamba di un tavolino e per poco non inciampò nel tappeto.
- Vuole stare più attento, Potter! - sbottò una voce nota all'altezza del suo orecchio.
Sorrise.
- Mi... mi scusi...- balbettò arrivando alla parete - è più pesante di quanto immaginassi.
- Nessuno le ha insegnato un semplice incantesimo di levitazione?
- Volevo farlo personalmente.
Udì un borbottio che assomigliava incredibilmente ad un imbecille.
L'artista aveva fatto un ottimo lavoro.
Quando riuscì ad appendere il quadro al muro indietreggiò di un passo osservando il lavoro finale.
Piton aveva sempre gli stessi abiti neri che indossava in vita; dietro di lui il pittore aveva dipinto una poltrona color verde scuro, lo sfondo era di un verde più chiaro molto simile a quello dello stemma di Serpeverde. Gli sembrò di intravedere il profilo di una libreria su un lato del dipinto.
Aveva la netta sensazione che la libreria fosse un'idea di Hermione.
Era decisamente realistico.
- Benvenuto, Severus. - fece Silente – Un ottimo dipinto, Potter.
- Che nessuno ha richiesto. - precisò Piton incrociando le braccia al petto – Perché sono qui?
- Lei è stato Preside. - rispose Harry che si aspettava una reazione del genere
- Non ho finito il mandato.
- Non importa. Io so che questo è il suo posto. Lei ha fatto in pochi mesi molto di più che alcuni suoi predecessori in svariati anni. - ignorò le proteste di alcuni presidi appesi – E poi se ho bisogno di essere insultato so dove venire.
- Sono sempre disponibile ad insultare una testa di legno come lei, Potter.
Harry avrebbe voluto dire molto di più. Ma non poteva, quello che aveva di fronte non era il vero Severus Piton, era solo una copia. Una copia molto ben fatta, ma sempre e solo una copia.
Il senso di colpa per tutto quello che aveva detto e pensato su di lui per sette anni tornò prepotente a scuotere il suo animo. Avrebbe potuto dire a quel Piton dipinto tutto quello che sentiva, ma non sarebbe stata la stessa cosa.
Incredibile... gli mancava il vero Severus Piton.
Forse era per questo che aveva insistito per tanto tempo per avere quel quadro.
- Grazie, Preside Piton. - cercò di metterci tutto se stesso in quel grazie, ma sapeva che non era sufficiente, non sarebbe mai stato sufficiente – Ho chiesto al professor Lumacorno se poteva appendere nel laboratorio di pozioni una tela gemella. Ha accettato con entusiasmo la mia proposta.
- Era il mio sogno poter stare qui in questo castello a sentire i pettegolezzi di quadri frivoli ed a vedere mandrie di teste di legno che vengono qui cercando di imparare qualcosa. O osservare branchi di alunni che mutilano gli ingredienti per le pozioni più semplici.
Harry scosse il capo e si tolse gli occhiali pulendo le lenti con un fazzoletto. Quando li rimise Piton era scomparso oltre la cornice d'argento.
Se lo aspettava a dire il vero.
- Non prendertela, Harry. - disse Silente visibilmente divertito – era il suo modo per dirti grazie.
- Allora è meglio non dirgli che c'è un’altra tela nel mio studio a Grimmauld Place, proprio accanto al suo ritratto, Silente.
L'Albus Silente dipinto ridacchiò.
- No, lasciamoglielo scoprire da solo.
Harry osservò lo sfondo verde del quadro di Piton e fece un sorriso divertito.
 
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view post Posted on 22/4/2013, 09:14
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I ♥ Severus


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Ricoprdate di inviare le vostre fic dei Sorrisi a Magie Sinister Storie!



Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:48
 
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view post Posted on 22/4/2013, 17:58
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Ombre di pingui79


Adoro le tue descrizioni introspettive in cui l’ambiente vive e pulsa di sensazioni e sentimenti. La casa, i mobili, gli oggetti sono vivi e condividono le emozioni del proprietario.
E chi potrebbe mai essere l’abitante di questa dimora in cui anche le crepe e le finestre hanno un' anima? Ma Severus, naturalmente!
La lunga introduzione e le riflessioni che nascono come ombre nella mente e nel cuore del mago devono essere rilette più di una volta per gustarne lo stile impeccabile e l’accuratezza estrema con cui ogni parola insegue la successiva.
Non saprò mai far uso della sintassi e della fantasia come Kià in cui entrambe sono mescolate alla sensibilità che sa cogliere i sentimenti e le sfumature.
Il gattino, i movimenti, le schermaglie sono un lungo e delizioso percorso che porta il lettore a vedere ciascuno dei gesti dell’umano e del felino come fosse presente allo spettacolo.
Quel caffè che Severus sorbisce mentre si appoggia al mobile è di una normalità e realismo unici. Sarà che anch’io prendo il caffè così quando mi alzo, guardando vagamente oggetti e luce che mi circondano e pensando.
Sono i gesti della quotidianità a cui Kià fa riferimento, ma con capacità descrittive di un livello veramente elevato.
Severus è un gigante e Smile lo tiranneggia, è un uomo, finalmente soltanto un uomo che ha perso la sua burbera scorza per mostrare il suo lato glorioso.
Grazie Smile, piccola e dolce palletta di pelo!

Bravissima, cento di queste storie.
 
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view post Posted on 22/4/2013, 18:51

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CITAZIONE (chiara53 @ 22/4/2013, 18:58) 
Ombre di pingui79


Adoro le tue descrizioni introspettive in cui l’ambiente vive e pulsa di sensazioni e sentimenti. La casa, i mobili, gli oggetti sono vivi e condividono le emozioni del proprietario.
E chi potrebbe mai essere l’abitante di questa dimora in cui anche le crepe e le finestre hanno un' anima? Ma Severus, naturalmente!
La lunga introduzione e le riflessioni che nascono come ombre nella mente e nel cuore del mago devono essere rilette più di una volta per gustarne lo stile impeccabile e l’accuratezza estrema con cui ogni parola insegue la successiva.
Non saprò mai far uso della sintassi e della fantasia come Kià in cui entrambe sono mescolate alla sensibilità che sa cogliere i sentimenti e le sfumature.
Il gattino, i movimenti, le schermaglie sono un lungo e delizioso percorso che porta il lettore a vedere ciascuno dei gesti dell’umano e del felino come fosse presente allo spettacolo.
Quel caffè che Severus sorbisce mentre si appoggia al mobile è di una normalità e realismo unici. Sarà che anch’io prendo il caffè così quando mi alzo, guardando vagamente oggetti e luce che mi circondano e pensando.
Sono i gesti della quotidianità a cui Kià fa riferimento, ma con capacità descrittive di un livello veramente elevato.
Severus è un gigante e Smile lo tiranneggia, è un uomo, finalmente soltanto un uomo che ha perso la sua burbera scorza per mostrare il suo lato glorioso.
Grazie Smile, piccola e dolce palletta di pelo!

Bravissima, cento di queste storie.

Ommamma... ed io continuo a stupirmi di leggere recensioni come questa. :blink:
In ogni caso: grazie.
La mia pecca (grande, grandissima) è che spesso faccio troppa introspezione evitando di descrivere l'ambiente che circonda il personaggio. E questo non mi piace proprio, quindi sto cercando con tutte le forze di calare ogni cosa in un luogo ben preciso, caffè mattutino compreso (no, seduto sulla sedia non me lo immaginavo in quel momento!).

Smile, la mia palletta di pelo, dai miei pensieri ringrazia con un bel miagolio. :lol: Mi piace mettere Severus un po' in difficoltà con questo felino, dal momento che i gatti sanno essere imprevedibile e spesso totalmente indifferenti ai nostri rimproveri. E' una bella sfida che mi diverte parecchio, soprattutto perchè mentre scrivo m'immagino la faccia di Severus.

E qui sta il punto (altro) dolente: ho paura di scivolare troppo nella dolcezza, di essere smielata oltre ogni ragionevolezza. E' una fatichissima (non esiste ma lo invento io) rimanere sul filo di lana, ogni tanto mi chiedo "ma chi me l'ha fatto fare?"

Ergo: se notate stonature fatemelo sapere, please. ;)

Grazie ancora delle tue parole, Chiara, riesci sempre a commuovermi.
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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