Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 14/4/2013, 18:14
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I ♥ Severus


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Ninna nanna, di Pingui79

Sai che sono rimasta stupita?
Questo tenerissimo Severus sussurra a sua figlia le esatte parole che io - e credo anche ogni altro genitore - ho più e più volte pronunciato quando mia figlia aveva paura: le parole di un incantesimo vero e perfetto che funziona sempre!


Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:43
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 14/4/2013, 19:14) 
Ninna nanna, di Pingui79

Sai che sono rimasta stupita?
Questo tenerissimo Severus sussurra a sua figlia le esatte parole che io - e credo anche ogni altro genitore - ho più e più volte pronunciato quando mia figlia aveva paura: le parole di un incantesimo vero e perfetto che funziona sempre!

Ohi, davvero?
All'associazione "incantesimo" - parole non avevo pensato, accidenti!

Bene, contenta che sia piaciuta. :)

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:43
 
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view post Posted on 15/4/2013, 08:26
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Inserisco il mio sorriso n. 8, scritto per la sfida FF n. 14 "Sette giorni per un sorriso"

Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Vivi una vita felice, Severus

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Lily Evans
Pairing: Severus / Lily... lieve... lievissimo... anzi diciamo che non c'é pairing
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
- Non sei reale. Questo è solo frutto della mia fantasia.
- Può essere. – ammise la presenza – Oppure…- Lily fece uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici – posso essere un fantasma che è venuto a recapitare un messaggio.


Parole: 1006
Note: seguito di Hogwarts é la mia casa
Tra il sorriso n. 7 e n. 8 é passato almeno un anno.

Vivi una vita felice, Severus

Era di nuovo nel parco giochi.
Ancora una volta su quella collina dove le altalene cigolavano sotto il soffio del vento.
Era un sogno. Lo sapeva.
Non era la prima volta che lo faceva.
Eppure era così reale da confonderlo.
Sentiva il vento tiepido sul volto, il calore del sole primaverile sulla pelle i profumi della natura che fioriva attorno a lui.
Tutto maledettamente reale.
Si incamminò verso l'altalena, la vernice era lucida così come le catene che reggevano i seggiolini di legno. Sembrava che nessun bambino le avesse mai utilizzate.
Si guardò attorno senza aspettarsi di vedere qualcuno. Era sempre solo in quel sogno.
Almeno all'inizio.
Si sedette sulla prima altalena, in attesa di qualcuno che presto sarebbe arrivato.
Era sempre così.
Restò in silenzio, godendosi quel sogno così reale, assaporando il profumo della stagione, la luce del sole e il calore sulla pelle.
E poi la sentì arrivare. Una presenza accanto a lui. Il suo profumo che meravigliosamente si amalgamava con la fragranza di primavera.
- E' da tanto che non vieni qui. - disse la presenza.
- Mi dispiace. - rispose abbassando lo sguardo sui mocassini che indossava – Avevo bisogno di tempo per pensare.
- Tu pensi troppo, Sev.
Il mago si voltò. Lily aveva preso possesso dell'altalena accanto e si stava dondolando lievemente.
Stava sorridendo.
Sorrideva sempre nei suoi sogni.
- E' vero. - ammise ricambiando appena il sorriso.
La strega si diede una spinta più forte, le catene cigolarono appena.
Severus osservò i capelli ramati volarle attorno al viso coperto di leggere lentiggini.
Era bella.
Era sempre bella nei suoi sogni così come lo era nella realtà
E proprio come nella realtà anche nei suoi sogni era irraggiungibile.
Quella volta si era presentata a lui come la Lily adulta. La Lily moglie e madre.
Solitamente prendeva vita la Lily bambina o adolescente.
Una Lily non ancora legata a Potter.
Una Lily che, forse, poteva ancora amarlo.
Ma questa volta era diverso.
E forse sapeva il perché.
La strega diede un’ultima forte spinta e si lasciò andare, spiccando un balzo e atterrando in perfetto equilibrio sull’erba morbida che li circondava.
Sollevò le braccia al cielo trionfante e lo guardò divertita.
- Molto maturo. – sentenziò il mago sollevando un sopracciglio fine.
- Sei sempre il solito, Sev! – rispose la donna con una smorfia divertita.
Era tutto troppo reale.
Serrò le mani in due pugni stretti.
- Tu sei morta. – aveva bisogno di dirlo ad alta voce.
Aveva bisogno di tornare alla realtà.
A quella realtà dove dell’altalena non era rimasto che un mucchio di ruggine e legno scheggiato. Dove la donna che aveva di fronte era stata sepolta sotto una coperta di marmo assieme al marito. Dove il sole non gli baciava la pelle e la natura non fioriva ai suoi piedi.
Dove il profumo di Lily era stato definitivamente portato via dal vento.
Dove lui era un mago che nessun osava guardare in faccia.
Quasi nessuno.
- Non è una cosa carina di dire, Sev. – lo sgridò la strega mettendo i pugni sui fianchi – Comunque... sì, sono morta.
- Non sei reale. Questo è solo frutto della mia fantasia.
- Può essere. – ammise la presenza – Oppure…- Lily fece uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici – posso essere un fantasma che è venuto a recapitare un messaggio.
- Un messaggio? Quale messaggio?
- Devi vivere Severus.
Il mago sussultò colto alla sprovvista.
- Io non capisco.
- Invece sai bene di cosa parlo. – ribatté prontamente l’altra chinandosi per prendere una margherita – E, visto che potrei essere un parto della tua mente, so su cosa sono concentrati i tuoi pensieri. – sollevò gli occhi dal fiore e gli fece l’occhiolino – O forse dovrei dire su chi sono concentrati i tuoi pensieri, Sev.
Severus si sentì arrossire. Spostò lo sguardo altrove, anche la Lily della sua mente era in grado di metterlo in imbarazzo.
Sentì la sua risata cristallina esplodere per tutta la collina.
- Non preoccuparti. Ne sono felice!
- Ho giurato di amarti per tutta la vita. Sempre.
- Non tutto può durare per sempre, Severus. – rispose Lily avvicinandosi a lui – Ed è giusto che tu vada avanti.
- Ma tu sei morta.
- E tu sei quasi morto salvando Harry. Anzi possiamo anche dire che sei morto per qualche secondo in quella casa, Sev. Quindi tu mi hai amato per tutta la tua prima vita. Hai tenuto fede al tuo giuramento.
Severus sentì la mano della strega posarsi sulla sua guancia. La pelle di Lily era calda e profumata, sollevò lo sguardo incrociando le iridi color smeraldo di lei. Si era accucciata davanti a lui, sorrideva come solo Lily sapeva fare. Un sorriso dolce e delicato che gli aveva sempre fatto battere il cuore.
- Non sono l’unica che ti sorride, Severus. – disse la presenza – Lo sai.
- Lily…
Vide la strega avvicinarsi al suo viso lentamente unendo poi le loro labbra.
Un bacio delicato e leggero.
Severus sentiva il calore della bocca dell’altra, sentiva il suo sapore, la sua lingua che lentamente lambiva e cercava la sua.
Era il bacio che aveva sempre desiderato. Quello che aveva sempre sognato.
Eppure tutto ora era diverso.
Quando si separarono Lily sorrideva ancora.
Sorrideva sempre nei suoi sogni.
- E’ stato come lo avevi immaginato, Severus? – gli domandò con dolcezza accarezzandogli il volto.
- No…- sospirò il mago, nella voce c’era una vaga punta di delusione – cosa vorrà dire?
La strega sorrise ancora di più, appoggiò la fronte sulla sua e chiuse gli occhi.
- Vuol dire che sei pronto.
Severus sentì che stava per svegliarsi. Il calore sulla pelle stava diminuendo, il profumo si affievoliva, perfino Lily stava diventando sempre più impalpabile.
- Lily… io… ti amato per così tanto tempo… non so…
Nonostante il corpo di Lily fosse quasi del tutto sparito, Severus vide ancora il suo radioso sorriso.
- Vivi una vita felice, Severus. – echeggiò la voce della donna nell'ombra di quel sogno che per settimane, mesi aveva accompagnato le sue notti solitarie – Vivi come non hai mai vissuto in questi lunghi anni.
 
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view post Posted on 16/4/2013, 08:44
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Inserisco il mio sorriso n. 10


n. 9
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a
desiderare la sua compagnia.
Parole: 1397
Note: seguito di Vivi una vita felice, Severus
E' passato un altro anno dal sorriso precedente.

Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Con uno sbuffo contrariato il Preside firmò la pergamena appena arrivata dal Ministero.
Odiava le questioni burocratiche.
La giornata stava per giungere al termine e con lei anche l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie.
L'indomani il castello si sarebbe svuotato dagli studenti chiassosi lasciando un soave silenzio tra i corridoi.
Amava quel periodo dell'anno.
E il Natale non aveva nulla a che fare con quella sensazione di pace che gli quietava l'anima
Mentre siglava l'ultima pergamena del Ministero lanciò un'occhiata alla porta dell'ufficio.
- Aspetti qualcuno, Severus? - domandò Albus alle sue spalle.
- No. - ripose il mago arrotolando la pergamena per poi restituirla al gufo reale che attendeva sul trespolo un tempo appartenuto a Fanny.
- E' la terza volta che guardi la porta nel giro di pochi minuti.
Il mago lo ignorò come faceva spesso nell'ultimo periodo, annodò la pergamena alla zampa del gufo e lo fece uscire dalla finestra. Tornò alla scrivania e prese la Gazzetta del Profeta.
- E' la seconda volta che la leggi, oggi. - puntualizzò il mago nel ritratto senza nascondere un risolino divertito.
Severus aprì il giornale senza ribattere, la risatina irritante di Albus aumentò di volume.
Passarono pochi minuti prima che il vecchio Preside tornasse all'attacco.
- Tutto questo nervosismo è dovuto al tuo viaggio a Londra di qualche giorno fa?
Il mago voltò lentamente la pagina del giornale restando in silenzio.
- Andiamo Severus! Le giornate sono così noiose ultimamente. Abbiamo bisogno di nuovi pettegolezzi!
- Ti sto ignorando, Albus. - rispose pacato l'altro voltando di nuovo pagina.
Passò un'altra mezz'ora prima che qualcuno interrompesse le insistenti richieste del vecchio Preside e l’ostinato silenzio di Piton.
- Avanti.
La professoressa di Trasfigurazione si affacciò alla porta.
- Sei occupato? - domandò con un lieve sorriso.
- No, - rispose Severus ripiegando il giornale – entra pure. Ho finito da poco.
Albus continuava a ridacchiare alle sue spalle.
Severus maledisse mentalmente l'autore del dipinto.
- Ho finito l'ultima lezione. - disse la strega – Gli alunni del settimo anno non erano molto entusiasti della quantità di compiti che ho assegnato per le vacanze. Temo di ricevere qualche fattura per Natale.
- Minerva ti ha insegnato bene, Hermione. – disse Silente – Questo è il tuo primo M.A.G.O. come insegnante vedrai che gli studenti ti ringrazieranno quando prenderanno una E in Trasfigurazione.
- Lo spero, Silente. - rispose la donna sedendosi su una delle sedie accanto alla scrivania – Harry continua a dirmi di non essere troppo dura, altrimenti si ricorderanno di me come la professoressa più antipatica della scuola.
- Credo che quel ruolo sia già stato assegnato tempo fa. – ridacchiò il dipinto lanciando un’occhiata alle spalle di Severus.
Hermione spostò lo sguardo sul mago vestito di nero e trattenne un sorriso divertito.
Quella situazione stava diventando surreale. Severus avrebbe voluto prendere Hermione e portarla in un luogo più sicuro dove parlare, ma era certo che in qualcuno luogo andasse Silente avrebbe sempre saputo tutto.
Hermione.
Erano passati due anni da quel pomeriggio di Luglio. Due anni di riunioni scolastiche, esami, pattugliamenti dei corridoi, partite di Quidditch e vacanze.
Due anni dove aveva imparato a conoscerla meglio, dove aveva iniziato ad apprezzare le discussioni e i continui confronti sul metodo di insegnamento migliore. I pomeriggi uggiosi a parlare di magie antiche e incantesimi proibiti. O le mattine assolate dove passeggiavano sulle rive del lago lontano dagli sguardi degli studenti pronti a tutto per diffondere qualche pettegolezzo.
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a desiderare la sua compagnia.
Quando, qualche mese prima, l'aveva vista ad Hogsmeade con un mago biondo conosciuto durante una conferenza sulla trasfigurazione umana multipla, aveva capito che gli piaceva - e che desiderava - qualcosa di più della sola compagnia.
E così aveva passato settimane in silenzio, escludendo il resto del mondo come faceva quando doveva riflettere su qualcosa di importante.
L'aveva osservata di nascosto utilizzando ogni trucco da spia-doppiogiochista che conosceva. Sentendosi spesso ridicolo.
Una mattina si era svegliato con una sola certezza: si era innamorato di Hermione Granger.
Da lì l'incubo.
Era vecchio.
Senza un futuro desiderabile.
Con un passato che era meglio dimenticare.
E poi c'era Lily.
E così si era chiuso in un silenzio ancora più silenzioso. Se la cosa era possibile.
E non aveva smesso di pensare.
Tu pensi troppo, Sev.
Quel sogno era stato la sua salvezza. Reale o no, al suo risveglio aveva deciso che, almeno, avrebbe provato a vivere.
Perché ora sentiva che anche lui meritava una seconda opportunità.
In fondo stava vivendo una seconda vita, come la sua Lily – reale o no – gli aveva ricordato.
Aveva iniziato a corteggiarla, in modo alquanto impacciato e maldestro.
Lui era un pozionista, un mago oscuro che per anni era vissuto sul ciglio del burrone che divideva la vita e la morte. Aveva saputo ingannare l'Oscuro Signore. Ma non sapeva nulla di corteggiamento, e, visti i risultati raggiunti fino a quel momento, non era certo che Hermione si fosse accorta di qualcosa.
Ma non avrebbe desistito. Non aveva più quattordici anni.
Era un uomo e si sarebbe comportato come tale.
O almeno ci avrebbe provato.
Non voleva più rimpianti.
- Ho una cosa per te. – le disse aprendo un cassetto della scrivania.
La strega prese la busta che il Preside le stava porgendo, l'apri e tirò fuori due rettangoli di carta.
Severus sentì il cuore scoppiargli in petto quando il sorriso di Hermione le illuminò tutto il viso.
- Severus...
- So che desideravi vedere quello spettacolo.
- Ma i biglietti erano esauriti da settimane. Come li hai avuti?
- Lo vuoi veramente sapere?
Vide nello sguardo di Hermione la scintilla della curiosità, mentre aveva iniziato a torturarsi l’angolo delle labbra con i denti, indecisa se chiedere di più.
Avrebbe voluto baciarla. In quel preciso momento. In quella precisa stanza.
Cosa poteva capitargli?
Al massimo l’avrebbe preso a schiaffi.
Poteva sempre farle un incantesimo della memoria.
- Forse è meglio di no. – rispose lei divertita osservando entrambi i biglietti.
- Ho letto sul programma la trama, - le disse celando con maestria l’imbarazzo – mi sembrava interessante. Pensavo di accompagnarti… se la cosa non ti disturba. – si affrettò ad aggiungere.
Hermione arrossì, il sorriso non aveva mai abbandonato le sue labbra.
Quelle meravigliose labbra.
- Mi farebbe piacere, Severus.
- So che è all’ultimo momento, ma c’erano solo questi posti disponibili.
La verità era che non aveva trovato il coraggio di invitarla prima.
Si sentiva un imbranato, ma la sua vita era stata un lunga e dolorosa – almeno la sua prima vita – e se c’era una cosa che aveva imparato era celare le emozioni.
Con disinvoltura prese l'articolo di Pozioni Moderne che doveva correggere per quel mese.
- Pensavo anche di cenare insieme. - buttò lì, allungando la mano per prendere la piuma d'oca.
Non sollevò lo sguardo, voleva essere il più disinvolto possibile.
Il silenzio che cadde nella stanza era il più opprimente che Severus avesse mai sentito. Improvvisamente desiderò di non aver parlato.
Hermione, probabilmente, stava trattenendo le risate oppure pensava il modo migliore per liquidarlo.
L'incantesimo della memoria gli sembrò ancora una buona, buonissima, ottima idea.
- Va bene. - disse invece lei rischiando di farlo sussultare – Sai già dove andare?
Certo che sapeva dove andare. Aveva cercato quel ristorante per ore, era un perfezionista e voleva che tutto fosse perfetto. Ma non poteva certo dirle che il ristorante era alla distanza giusta per fare una passeggiata fino al teatro senza però stancarsi troppo.
Oppure che l'atmosfera della sala era romantica, ma non melensa.
Che la musica che trasmettevano era perfetta per parlare, ma anche per riempire i silenzi della cena.
Oppure che aveva dovuto confondere il ragazzo che prendeva le prenotazioni perché per quella serata era già tutto prenotato.
- Sì, me l'ha consigliato Horace qualche tempo fa.
Grossa, enorme, madornale bugia.
Severus temette di aver esagerato.
Invece Hermione sembrava non essersene accorta.
- Alle sette ai cancelli? - gli domandò alzandosi dalla sedia.
Severus sentì qualcosa ruggire vittorioso in petto.
- Perfetto. - rispose iniziando a segnare frasi a caso sull'articolo, non poteva perdere la faccia ora. Proprio no! - A dopo allora.
La sentì allontanarsi.
- Era ora che mi chiedessi un appuntamento, Severus. Ci avevo quasi rinunciato.
Il mago sollevò il volto stupito, ma Hermione era già sparita oltre la porta.
Silente scoppiò a ridere.
 
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view post Posted on 16/4/2013, 09:03
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Come da regolamento della Sfida "Sette giorni per un sorriso", quando una sfidante inserisce la sua storia settimanale nella Sfida ha diritto di inserirla anche qui il primo giorno libero in base all'elenco delle prenotazioni.


Prenotazioni per la 15a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: 17 Ida/Leonora
Giovedì: 18 Ida/Leonora
Venerdì 19:
Sabato 20:
Domenica 21:
Lunedì 22:
Martedì 23:


E allora? Non è che Elly vi ha viziato e ora battete la fiacca?
Fatevi sotto con il vostro sorriso per Severus!

 
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CITAZIONE (Ida59 @ 16/4/2013, 10:03) 
E allora? Non è che Elly vi ha viziato e ora battete la fiacca?
Fatevi sotto con il vostro sorriso per Severus!

Anche perché Elly ha finito la scorta al momento! :woot:




Come da regolamento della Sfida "Sette giorni per un sorriso", quando una sfidante inserisce la sua storia settimanale nella Sfida ha diritto di inserirla anche qui il primo giorno libero in base all'elenco delle prenotazioni.


Prenotazioni per la 15a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: 17 Ida/Leonora
Giovedì: 18 Ida/Leonora
Venerdì 19:
Sabato 20:
Domenica 21:
Lunedì 22:
Martedì 23:

 
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Io sono in fase di "lavori in corso"... :bonk:
 
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view post Posted on 16/4/2013, 20:59

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Ok, mi prenoto per domenica.
Vediamo se con un po' di pressione riesco a tirare fuori qualcosa di decente.

Come da regolamento della Sfida "Sette giorni per un sorriso", quando una sfidante inserisce la sua storia settimanale nella Sfida ha diritto di inserirla anche qui il primo giorno libero in base all'elenco delle prenotazioni.


Prenotazioni per la 15a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: 17 Ida/Leonora
Giovedì: 18 Ida/Leonora
Venerdì 19: Federica
Sabato 20: Ellyson
Domenica 21: kià
Lunedì 22:
Martedì 23:



Edited by pingui79 - 18/4/2013, 13:52
 
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view post Posted on 16/4/2013, 21:19




Son finalmente riuscita a finire i banner. Mi prenoterei per venerdì :)
 
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view post Posted on 16/4/2013, 21:25

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Bueno!
Modifico il messaggio qui sopra, allora. :)
 
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Autore/data: Alaide – 4-6 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: In quel sorriso Severus vide quanto la donna non riusciva o non voleva dire.
Nota: La storia è il continuo di Stille di pioggia
Parole: 1210


Tetralogia

5. Prima Giornata. Atto III. Una supplica



Il sole, pallido e leggermente velato da nubi sottili, illuminava malamente la pareti giallastre della stanza. Severus sembrava seguire con lo sguardo una crepa che attraversava l’intonaco quando, invece, i suoi pensieri erano volti altrove, in una lenta e stanca contemplazione della sua vita e delle sue colpe. Quelle colpe che gli impedivano di dormire ed anche quando il suo corpo esausto si abbandonava al sonno, la sua mente era tormentata dalle immagini di ciò che gli macchiava l’anima.
E l’alba non portava alcun cambiamento.
Non separava affatto dalla luce l’ombra, perché nell’oscurità aveva distrutto la sua anima.
Non si stupì quando udì bussare improvvisamente alla porta. Sapeva che i libri promessi, il giorno in cui la bambina gli aveva rivolto quell’inquietante sorriso, sarebbero arrivati quella mattina. Né fu sorpreso di vedere la giovane che aveva accompagnato la bambina. Né lo stupirono le sue prime parole.
«Le ho portato alcuni libri, signor Piton.» mormorò Melusine, posando tre volumi sul tavolo. «Judith vorrebbe incontrarla nuovamente.»
Severus accolse quelle parole come se qualcuno l’avesse pugnalato. C’era qualcosa di inquietante in loro. Come nel sorriso della bambina. Come nell’amarezza delle sue colpe.
Non riusciva a comprendere per quale motivo la bambina volesse rivederlo. Non aveva fatto, né detto nulla che potesse giustificare una tale volontà.
Ed egli non era di certo qualcuno che potesse risultare veramente gradito ad una bambina. Era certo che quella donna non gli avrebbe mai rivolto quelle parole, né men che meno sorriso gentilmente se avesse saputo che egli aveva le mani sporche del sangue di troppi innocenti.
E quella bambina, a cui erano stati tolti i genitori, non aveva di certo bisogno di stare di fianco a qualcuno con le mani imbrattate di sangue e con l’anima a tal punto lordata da scelte sbagliate ed irreversibili che avrebbe potuto insozzare l’anima innocente della bambina.
“No” scrisse unicamente, porgendo il quaderno alla donna.
Melusine rimase a lungo ad osservare quella parola. Era certa che dietro quel rifiuto vi fossero delle ragioni profonde ed imperscrutabili. Eppure, nonostante quel tono inequivocabile, sapeva che non poteva arrendersi al primo diniego, perché era certa che, in qualche modo misterioso, quell’uomo era importante per Judith.
«Signor Piton…» la donna si interruppe un attimo, raccogliendo le idee, mentre rendeva il quaderno all’uomo. «È la prima volta che Judith si interessa a qualcuno, da quando è arrivata all’orfanotrofio. Non conosco le ragioni di questo interessamento, ma sono certa che, in qualche modo, forse tramite quel disegno, lei è diventato importante per Judith. La supplico, non la scacci.»
Mentre parlava Melusine si era seduta su un’altra sedia presente nella stanza. Si sentiva ansiosa e, se non avesse temuto di cadere nel ridicolo, si sarebbe gettata in ginocchio ai piedi dell’uomo. Qualsiasi cosa, pur di riuscire a vedere nuovamente sul volto di Judith un sorriso.
L’unica cosa a cui riusciva a pensare Severus, in quel momento, era che non v’era alcun senso in quel desiderio.
Né alcun senso nelle parole della donna.
Come poteva non vedere il segno della colpa sul suo volto?
Ed il sangue sulle sue mani?
Per un istante prese in considerazione di rivelare l’abisso delle sue colpe a quella giovane, in modo tale che comprendesse da sola a chi voleva avvicinare quella bambina innocente.
Ma era un pensiero assurdo.
Come assurde erano le parole della donna.
Nessun bambino avrebbe dovuto cercare la sua compagnia.
Così come nessun bambino avrebbe mai dovuto sorridergli.
Non a lui.
Non all’assassino.
“Dica alla bambina di volgere altrove il suo interesse” scrisse, infine.
Melusine lesse le parole con il cuore in gola, mentre vedeva la speranza scivolarle lentamente dalle mani. Fissò l’uomo negli occhi, quegli occhi neri che parevano nascondere pensieri terribili e desolati, cercando di comprendere come agire.
Non voleva ritornare all’orfanotrofio con un rifiuto.
«Non posso.» ammise infine. «Non troverei mai la forza per deludere Judith.
«Quando siamo state qui… lei è la prima persona a cui Judith abbia sorriso da quando è arrivata all’orfanotrofio. La prima persona a cui si sia interessata realmente, a cui abbia parlato in totale spontaneità. Non so perché abbia scelto lei. Davvero, non lo so, signor Piton, ma, la scongiuro, non la respinga.»
Le parole della giovane si erano fatte accorate, disperate quasi.
E sulle sue labbra era spuntato un sorriso tirato, il sorriso nervoso di chi non sa se la sua supplica verrà accolta.
Un sorriso che più di qualsiasi parola, fece comprendere a Severus quanto la donna avesse a cuore la sorte della bambina, di quella bambina, colpita dalla vita, che si era rivolta a lui.
Forse era suo dovere accettare di rivedere la bambina. Comprendeva perfettamente che Judith avrebbe sofferto nel ricevere un rifiuto, ma era, d’altro canto, convinto che non fosse la vicinanza con un assassino, qualcuno che aveva le mani macchiate di sangue come chi l’aveva privata dei suoi genitori, quello di cui avesse realmente bisogno.
La donna continuava a sorridergli, con quel sorriso accorato, quel sorriso nervoso.
Quel sorriso che attendeva una risposta.
Una risposta che non riusciva a dare.
L’unica cosa di cui era certo era che egli non meritava quel sorriso.
Così come non meritava il sorriso della bambina.
La supplica di quella giovane dall’animo puro, quanto il suo era macchiato, pareva mettere in discussione il no secco che aveva scritto sul quaderno.
Eppure sapeva che non poteva essere veramente lui colui di cui la bambina aveva bisogno.
“Ribadisco. Convinca la bambina a rivolgere altrove il suo interesse.”
«Perché?» si lasciò sfuggire Melusine, prima di rendersene conto. «Non… è una domanda sciocca, lo so, signor Piton, una domanda che è giusto che rimanga senza risposta.» la giovane fece una pausa, lisciandosi la gonna con mani nervose. «Per l’ultima volta, la supplico, di non scacciare Judith. Sono certa che il suo rifiuto sia dettato da ragioni profonde, ma, per l’ultima volta, la supplico, non scacci Judith.»
La giovane si era inclinata verso di lui, quasi fosse sul punto di lasciarsi scivolare dalla sedia per inginocchiarsi, supplice, ai suoi piedi.
Le labbra si erano nuovamente tirate in un sorriso dettato dal nervosismo e dalla tensione e dall’affetto.
Ed in quel sorriso Severus vide quanto la donna non riusciva o non voleva dire.
Vide la disperazione di chi sa che un rifiuto danneggerà qualcuno che si vuole proteggere. Vide la consapevolezza che quella era l’ultima supplica.
Era il sorriso di una madre che farebbe qualsiasi cosa per il proprio figlio.
Anche supplicare un assassino.
Era forse il sorriso che aveva avuto sulle labbra Lily, quando si era sacrificata per il proprio figlio.
Non importava se la donna non era la madre di Judith.
In quel sorriso era scritto che Melusine Fairchild era disposta a tutto pur di vedere un raggio di serenità arrivare nel cuore di quella bambina che aveva perso tutto.
Anche a continuare a supplicarlo, ignara delle sue colpe.
O forse l’avrebbe supplicato ugualmente, se questo fosse stato per il bene di Judith.
Ed in quel sorriso vide la risposta che fino ad allora aveva negato.
Mentre prendeva in mano il quaderno, gli parve che nascosta in quel sorriso vi fosse Lily.
Fu un pensiero breve, come un battito di ciglia.
Il tempo di scrivere poche parole.
“Vedrò la bambina.”
E Melusine gli sorrise con gratitudine.
Una gratitudine che Severus sapeva di non meritare
 
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view post Posted on 18/4/2013, 11:16
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Autore/data: Ida59 – 31 gennaio/ 1 febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, commedia, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Tra pigiami, capricci e impresentabili pensieri, Severus riscopre la propria umanità. È il seguito di “Angelo del perdono”.
Parole/pagine: 760/2.



Capricci



Severus fu irremovibile: con tutta la forza dei propri pensieri, quelli leciti, pretese un pigiama.
Nero, ovviamente.
E introvabile in tutto il San Mungo, naturalmente.
La Guaritrice Elyn rise divertita all’improbabile richiesta, della quale fu per altro ottima interprete col personale dell’ospedale; come sempre, d’altronde, da quando il mago le aveva permesso di entrare nei suoi pensieri per “conversare” con lui, dato che ancora la ferita infertagli da Nagini non gli consentiva di parlare. Assistette quindi ridacchiando anche alla successiva scenetta, quando la conciliante offerta dell’infermiere di un camice bianco da sala operatoria, di quelli con i lacci da annodare sulla schiena, fu recisamente respinta con orripilato sdegno dal mago. Infine Elyn annuì e con il solito bel sorriso gli assicurò che il suo desiderio, per quanto bizzarro apparisse in ospedale, sarebbe stato esaudito.
Tornò dopo un certo tempo con un pacco elegantemente confezionato, carta verde e fiocco argento; glielo offri con aria molto soddisfatta restando quindi ad aspettare la sua reazione, le braccia conserte strette sotto il seno che faceva capolino dal leggero abitino estivo che indossava sotto il camice verde acido lasciato negligentemente aperto.
Severus si obbligò a concentrare l’attenzione sul viso della maga dove, sulle labbra rosse e morbide, brillava un malizioso sorriso.
Adorabile.
Sensuale.
Da brividi di piacere.
Dannazione, continuando così il pigiama non sarebbe comunque bastato.
Meglio spostare l’attenzione al pacco: conteneva l’ambito pigiama.
Di sottile, impalpabile e sensuale seta nera.
E magari anche trasparente…
Severus chiuse gli occhi di scatto: meglio che la Guaritrice, così brava ad interpretare ogni minima sfumatura dei suoi pensieri - quelli del presente così come i dolorosi ricordi del suo passato - non vedesse l’immagine che si era infilata subdola nella sua mente; s’impose di scacciare l’erotica visione di Elyn che indossava solo la giacca del pigiama - sì, deliziosamente trasparente - mentre le proprie mani pallide sfioravano piano la stoffa nera avvicinandosi languide ai bottoni…
Deglutì a fatica e il solito, pungente dolore alla gola gli permise di riprendere il pieno controllo di sé.
Riaprì gli occhi solo per ritrovare il nero delle proprie iridi riflesso nel nocciola chiaro di Elyn che gli sorrideva sempre più maliziosa facendo dondolare tra le dita un paio di slip.
Neri.
Ovvio.
Prese un lungo respiro, decisamente troppo lungo e doloroso per la sua povera gola.
La sua mente adesso era ben protetta ed era certo di aver ripreso a sufficienza il controllo di sé da non essere più arrossito come un ragazzino imberbe. Sul rimanere impassibile, invece, aveva parecchi dubbi… e molta strada da fare, soprattutto se Elyn continuava a sorridergli in quel modo.
Da quando il sorriso dolce e bello si era fatto subdolamente così attraente e sensuale?
Non riuscì ad impedirsi di rispondere con un sorriso di apprezzamento per il gesto gentile della sua Guaritrice personale – alla fine, essere un eroe di guerra comportava qualche vantaggio! - e lasciò che un altro pensiero affiorasse alla superficie della sua mente, con cautela, senza svelare ciò che era meglio che Elyn continuasse a ignorare.
Come sempre la maga comprese subito, cogliendo ogni sfumatura della sua nuova richiesta: un copriletto, non leggero. E questa volta non c’erano strambe richieste di colore.
La Guaritrice ridacchiò di nuovo:
- Vedo che ormai stai meglio!
Già, dopo oltre due mesi trascorsi tra la vite e la morte, grazie all’ostinazione di Elyn ed alla pozione distillata seguendo i suggerimenti migliorativi da lui stessi impartiti, finalmente era fuori pericolo e stava riprendendo le forze.
Ma cosa intendeva dire la maga? La fissò stupito, senza riuscire a comprendere.
- Sì, adesso hai abbastanza forze, Severus, - spiegò con un largo sorriso, - per fare i capricci come un normale paziente!
Capricci?
Quelli non erano capricci!
Per Merlino! Era in gioco la sopravvivenza di quel poco che rimaneva della sua dignità maschile!
In qualche modo quei pensieri, seppure schermati, dovevano essere affiorati – era evidente che era fuori esercizio con l’Occlumanzia - ed aver disegnato un’espressione bizzarra sul suo viso, cosicché Elyn scoppiò in una risata cristallina:
- Ma lo sai che sei proprio buffo, oggi?
Severus sollevò gli occhi al cielo: per la barba di Merlino, cosa doveva mai sentire!
Capricci, buffo: quale sarebbe stata la prossima trovata di Elyn?

Ma lo scoppio di risa si era subito spento e la Guaritrice lo guardava ora con dolce intensità, quasi commossa.
Le labbra le tremarono appena mentre le dischiudeva nel solito sorriso colmo d’immeritato amore che gli dedicava e gli occhi le si riempivano di liquida felicità:
- … e adorabilmente umano, Severus! – esclamò in un sussurro traboccante di dolcezza.

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 21:44
 
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view post Posted on 18/4/2013, 11:50
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Io dorevi in serata dovrei postare il sorriso n. 10.
Quindi se nessuno lo "prende" mi prenoto per Sabato 20.
 
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view post Posted on 18/4/2013, 12:54

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CITAZIONE (ellyson @ 18/4/2013, 12:50) 
Io dorevi in serata dovrei postare il sorriso n. 10.
Quindi se nessuno lo "prende" mi prenoto per Sabato 20.

Argh! Ok, la prossima volta mi impegno a non pubblicare dopo di te. :P
Messaggio prenotazioni aggiornato.
 
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view post Posted on 18/4/2013, 13:16

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CITAZIONE (Ida59 @ 18/4/2013, 12:16) 

Capricci


Hihihi... non si può non sorridere di fronte a queste adorabili scenette, soprattutto perché definire "capricci" queste richieste è stato un autentico colpo di genio.
Qui la leggerezza la fa da padrona e ci sta a meraviglia.
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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