Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 17/2/2013, 12:42
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (cccpkobe78 @ 17/2/2013, 08:54) 
Solo una precisazione: credevo che non si potessero modificare le foto, cioè, che dovessimo usare sorrisi già esistenti. Però meglio così. ;)

No, il regolamento non prevede alcun limite: si parla di elaborazioni grafiche e nel termine "elaborazioni" ci sta di tutto. Se una è capace di modificare le immagini e far sorridere Severus... tanto meglio: noi godremo del suo sorriso. :lovelove:

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 22:23
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 17/2/2013, 12:24) 
Chi non ha letto questa splendida storia deve assolutamente farlo!
Ele, il tuo personaggio originale è un gioiello dall'inizio alla fine.
La parte che hai pubblicato descrive una situazione a cui ho potuto assistere e un ambiente in cui sono stata: tutto questo per merito tuo e delle tue capacità descrittive.
L'uomo dal nero mantello è stupendo! :stupore:

Grazie, cara, le tue parole mi fanno sempre tanto piacere! :wub:

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 22:23
 
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Ecco il sorriso per Severus, viene dal profondo del mio cuore.
Dedicato a Claudio, il mio personale Severus.

Autore/data: Chiara53 – 13 febbraio 2013
Beta-reader: Pingui79
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo.
Personaggi: Severus Piton, Neville Paciock.
Pairing: nessuno ( Lily/Severus ininfluente)
Epoca: Post settimo anno.
Avvertimenti: AU
Riassunto: Tutte le guerre lasciano un segno...


Note:
Questa storia è stata scritta per il Gioco Creativo n.13 “Un anno di sorrisi per Severus”





MANI






Da quanto sono qui? Non ne ho idea, ho smesso da tempo di contare i giorni.
La ferita al collo sta lentamente guarendo.
Il resto di me, invece, non guarirà mai.
Sono stufo.
Il San Mungo non è per nulla un ospedale silenzioso, il piano in cui mi trovo, poi, è ancora peggio.
Benvenuti al “Reparto Ferite da Creature Magiche”, dove il subbuglio regna sovrano!
Cosa darei per andare via.
Mi rendo conto che non so ancora dove andrò a vivere. Forse tornerò a Spinner’s end, in ogni caso lontano da tutti.
Il morso di Nagini ha leso alcuni nervi – mi hanno detto – e le mie mani tremano.
Tremano continuamente.
Ma so ancora leggere le emozioni su ogni volto. Quello del guaritore che mi ha comunicato la notizia era carico di consolazione e pietà.
Mi ha disgustato.
Non potrò più fare quello che mi piace.
Le dita non mi obbediscono, l’arte delicata delle pozioni non è più cosa per me.
Forse è un contrappasso giusto per le mie tante colpe.
Non dovevo sopravvivere, ma tant’è: quella Fenice impicciona si è prodigata per restituirmi il respiro e la vita.
Questa specie di vita.
Cammino per i corridoi, percorro le scale per trovare silenzio e riflettere.
Al quinto piano c’è la sala da tè, ma con queste mie mani potrei far cadere la tazza, rovesciandone il contenuto e rinuncio.
Non voglio dare spettacolo.
Al quarto piano invece c’è pace.
Di solito la porta è chiusa a chiave. Stasera no, così approfitto ed entro.
Evidentemente non ci sono nuovi lungodegenti pericolosi.
Il corridoio ha il pavimento lucido e verde, il sole entra dalle grandi finestre con i vetri smerigliati e vi si riflette creando giochi di luce.
Non si può vedere l’esterno, qui nessuno potrebbe apprezzarlo.
E in fondo nemmeno io sono interessato a guardare il mondo da un acquario, come se fossi un pesce. Però sono altrettanto silenzioso.
La mia voce non è perfettamente guarita.
Meglio così, non ho mai fatto lunghi discorsi o amato chiacchierare.
Invece, mi hanno assicurato che quella tornerà del tutto integra, non è ridicolo?
Sì, è ridicolo… e tragicamente comico.
Qualcuno mi tocca la spalla e mi volto.
Paciock, l’ultima persona al mondo che avrei voluto incontrare.
E’ diventato un uomo, è cresciuto, in tutti i sensi.
Mi ha vendicato, è stato lui a tagliare testa a quel maledetto serpente, gli devo almeno un saluto.
Accenno col capo, ma non sorrido. Non ne ho voglia.
Non sono fatto per le smancerie inutili e superflue.
Ma lui sa che tipo sono e non si sorprende.
Senza che glielo chieda mi spiega perché è qui:
- Sono venuto a trovare i miei, professor Piton. Lei li conosce. Eravate insieme nell’Ordine durante la prima guerra. - Sorride, questo sciocco, sorride a me e sembra aspettarsi che gli risponda.
- Sì, - dico. - Non ho potuto far niente per loro all’epoca.
La voce mi esce roca, ma sicura.
So di avere anche la loro follia sulla coscienza.
Mentre mi disperavo per Lily, Bellatrix si prodigava a sistemare i Paciock: li sistemava per sempre, rendendoli peggio che morti.
Forse avrei potuto salvarli.
Forse.
Ho sempre odiato Bella e i suoi eccessi.
Neville continua a parlare e a sorridermi, ma io non lo ascolto. Sono troppo perso nei miei “se”, nei miei rimorsi.
Siamo arrivati davanti alla porta di una camera. Ho camminato con lui senza accorgermene.
- Professore, ci vedremo l’anno prossimo a scuola. – Siamo al commiato, era ora!
Ha uno sguardo aperto e più sicuro, il goffo bamboccio tremante che era sembra sparito. La guerra fa questo ed altro.
- Con tuo immenso “dolore” temo di doverti dire di no, Paciock. Farai esplodere i calderoni con un altro insegnante. Non lo sai?
- Sì, so tutto… - sussurra.
Sono riuscito a metterlo in imbarazzo e me ne compiaccio, non ho perso il carisma, sono sempre un bastardo. Gli rifilo anche uno di quei sorrisetti ironici che mi piace tanto distribuire.
Poi però mi guarda stupito ed esclama: - Ma… allora non glielo hanno detto?
Ora sto cominciando ad innervosirmi. Lo guardo negli occhi e vedo un po’ dell’antica paura risvegliarsi nei miei confronti.
- Non so, forse doveva essere una sorpresa… - aggiunge e adesso è decisamente a disagio, le sue mani si torcono senza sosta.
- Paciock, avanti! Cosa non dovevi dirmi di tanto segreto? Deciditi. – La voce sta migliorando e la mia espressione deve aver ridestato completamente i suoi penosi ricordi scolastici.
Guarda in basso per sfuggire alla mia occhiata omicida.
- La professoressa McGranitt ha già organizzato tutto per quando lei tornerà. Sta addestrando diversi Elfi Domestici a farle da assistente finché non sarà completamente guarito. Dovrà solo scegliere quelli che riterrà migliori e…
Si ferma interdetto, non sa più cosa dire di fronte al mio sguardo e al mio silenzio gelido.
Minerva.
Il sole trafigge obliquo i vetri ed arriva ai miei occhi, li fa lacrimare, dannazione!
Minerva!
Come hai potuto pensare una tale assurdità, come…
Risveglio la meschina carogna che è in me, non posso mostrare la commozione che arriva d’improvviso.
- Non credo che accetterò. La Preside deve aver bevuto troppo vino Elfico per immaginare una tale idiozia.
Stavolta è lui a fissarmi con grinta, quasi con rabbia.
Gli ho insegnato qualcosa allora!
E’ servito, dunque, umiliarlo ed offenderlo per fargli tirare fuori il coraggio e non solo in battaglia.
Non c’è più traccia del bambino cresciuto tra fiocchi di cotone, questo non può che farmi piacere. Gli rivolgo il mio migliore sorriso storto e sarcastico per rimarcare il rifiuto.
Alzo la mano che tenevo in tasca e gliela mostro, con il palmo rivolto verso il basso.
Il tremore è evidente.
- Pensa, sarei peggiore di te, Paciock, se tentassi anche solo di sezionare una rana. Non sono più in grado di mescolare neanche una zuppa, figurarsi una pozione. Dovresti essere contento di non avermi più tra i piedi. – Sollevo un sopracciglio e lo guardo con scherno, non voglio suscitare alcuna pietà, ma solo odio o disgusto. – O volete che ritorni solo per essere il vostro zimbello?
Stringo le labbra e una lama di dolore mi attraversa l’anima. Non ho detto tutta la verità, ma è quello che occorre per farmi andar via.
Mentre mi volto per tornare indietro sento una mano stringermi il braccio e trattenermi con forza.
- Noi non… Lei invece tornerà! - Esplode con le lacrime agli occhi. - Lei è vivo, integro, può parlare e capire, leggere e perfino insegnare: c’è chi non ha avuto la sua stessa fortuna! – sta letteralmente gridando, ora, e la porta si socchiude. Una donna che assomiglia all’ombra di Alice Paciock ci guarda trasognata, un filo di bava le scende dalle labbra appena dischiuse sul volto pallido e sfatto.
- Vengo subito, mamma. – pronuncia con dolcezza aiutandola a rientrare nella camera.
- Vorrebbe forse essere al suo posto? - mi chiede rivolgendosi a me, irato.
Lui non lo sa e non dovrà mai saperlo, ma la risposta è sì. Vorrei aver perduto la ragione e non pensare, non ricordare. Non vivere.
- Lei è stato una fottuta carogna, a scuola, - continua a voce più bassa. - Ma ora sappiamo chi lei sia e da quale parte è sempre stato. La smetta di fingere. Sono in molti a volerle bene, anche se fa di tutto per non meritarselo. Lo capisce questo? Può capirlo? Oppure per orgoglio vuole rinunciare a tornare? Vuole rinunciare alle sue maledette pozioni e ai suoi stramaledetti libri? Bene, lo faccia! Continui a rovinare la vita che Silente o chi per lui le ha restituito!
Trema di rabbia e commozione.
Grifondoro, dalla testa ai piedi. Stupido, ammirevole, coraggioso, incosciente Grifondoro!
Lo guardo in silenzio, stupito e per una volta frastornato: mi rivogliono veramente così come sono?
Nessuno può volermi bene, non lo merito. No!
Minerva…
Ancora Minerva.
Nella mente e nel cuore.
Sta per entrare nella stanza, ma si volta un’ultima volta verso di me. Sono ancora basito e fermo in mezzo al corridoio.
- E poi, non vorrà mica perdersi il divertimento di vedermi far saltare calderoni e la mia faccia quando succederà? O rinunciare a seminare il terrore tra quelli delle prime classi? Chi toglierà punti a Grifondoro?
A quelle parole tutto il suo giovane viso si apre in un sorriso splendente e irridente.
- Arrivederci professore! Ci vediamo a scuola. –
Sa di aver vinto.
Il mio silenzio è già una risposta d’assenso.
Entra e chiude la porta dietro di sé.
Torno indietro verso la mia stanza, sconfitto e incredulo.
Guardo un’altra volta le mie mani tremanti.
Elfi.
Avrò degli Elfi come aiutanti.
Ah, ma Minerva mi sentirà, eccome se mi sentirà.
Però il mio cuore adesso è più leggero. Rientro in camera e mi stendo sul letto.
Di nascosto da tutto e da tutti, sorrido.
 
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view post Posted on 18/2/2013, 17:53
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Aaaaarg! ho un sacco di storie arretrate da leggere!

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 22:23
 
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TrePi
view post Posted on 18/2/2013, 18:21




Qualcuno sa dove si comprano/affittano elfi domestici esperti in scrittura elettronica e/o costruzione di aeromodelli?
Grazie, amore mio...senza sciocche faccine.
 
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view post Posted on 18/2/2013, 19:50

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CITAZIONE (TrePi @ 18/2/2013, 18:21) 
Qualcuno sa dove si comprano/affittano elfi domestici esperti in scrittura elettronica e/o costruzione di aeromodelli?
Grazie, amore mio...senza sciocche faccine.

Le faccine, però, le metto io, se permetti.
:wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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view post Posted on 18/2/2013, 20:44
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CITAZIONE (TrePi @ 18/2/2013, 18:21) 
Grazie, amore mio...senza sciocche faccine.

La storia non l'ho letta, ma ho visto la dedica che aveva... e la risposta è tenerissima.

Ida :Streghetta:


Edited by Ida59 - 17/8/2015, 22:24
 
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view post Posted on 18/2/2013, 22:12

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6a settimana di sorrisi per Severus
Martedì 19: Fede


7a settimana di sorrisi per Severus

Mercoledì 20: ???
Giovedì 21: ???
Venerdì 22: ???
...

 
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view post Posted on 18/2/2013, 22:16
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I ♥ Severus


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Aaaarg! Come vola il tempo!!!
Se nessuno si fa avanti copro io mercoledì.


Edited by Ida59 - 17/8/2015, 22:24
 
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view post Posted on 18/2/2013, 22:19

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Io sto scribacchiando, ma non garantisco venga fuori una cosa decente... spero di farcela per mercoledì.
Faccio sapere domani, sempre se non si presenta qualcuno prima e allora slitto volentierissimo ad altra data. :D
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 18/2/2013, 23:32




Se per mercoledì non si prenota nessuno, mi faccio avanti io :D
Così Kià ha più tempo anche per ultimare il suo scritto ;)
 
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view post Posted on 19/2/2013, 00:03

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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 18/2/2013, 23:32) 
Se per mercoledì non si prenota nessuno, mi faccio avanti io :D
Così Kià ha più tempo anche per ultimare il suo scritto ;)

Ok, ho scritto.
Ma è tuuuutta da limare... no, non con la limetta, ma proprio di martello e scalpello! :lol:

Ale, vai pure per mercoledì, così non rischio di presentare schifezze solo per fare in fretta. Severus non lo merita e non lo meritate nemmeno voi, per carità.
A questo punto slitto a venerdì (giovedì ho lezione mattina e pomeriggio e alla sera ho il treno-notte che mi porta a casetta, ergo, nisba tempo e connessione).
 
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frc_coazze
view post Posted on 19/2/2013, 15:23




Ecco il mio ennesimo contributo.
Il punto di vista con cui è narrata la storia è particolare, ma spero possa essere apprezzata lo stesso ^_^ E non sono per niente convinta del titolo, ma non ho saputo trovarne uno migliore.

Spero di non essere di nuovo finita OOC... ma non credo :unsure:


Autore: frc_coazze
Data: 19 febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Parole: 1335
Rating: per tutti
Genere: generale, malinconico
Personaggi: altro personaggio, Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: post HP7
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Qualcuno ha sempre vegliato su Severus. Qualcuno che ha sempre atteso un suo sorriso.



Padre di pietra





Ti ho visto crescere, sai?

Ogni istante del tuo viaggio io ho osservato. Io ho vegliato. Su di te, come su ognuno dei miei figli. Nessuno viene abbandonato, nessuno da me viene lasciato da parte.

Ho visto crescere molti ragazzi. Ho lasciato in silenzio che la loro via e le loro scelte si esprimessero di fronte a loro come poesie, foglie d’autunno che cadevano da alti rami. Io ho visto tanti autunni. Tanti, così tanti che anche se immagini di comprendere la mia vecchiaia ne rimarresti soggiogato, incapace di fendere con i tuoi giovani occhi i secoli plumbei che io ho vissuto.

I miei occhi hanno visto tanto. Le mie orecchie udito molte storie. Storie di ragazzi, vedi. Come te. Non diversi da te. Nessuno è diverso, perché voi tutti siete diversi. Le vostre storie sono perle di un’infinita collana... pagine infinite d’un libro di pietra ed io quel libro, con solerte e discreto amore, compilo. Pagina dopo pagina. Ogni capitolo un nome. Ogni vicenda un uomo. Ricordi registrati nella memoria di un saggio immemore. Tanti intrecci, tanti dolori... ma anche tante gioie, tanta quotidiana semplicità, e le emozioni di uomini e donne che vivono.

Ho visto crescere molti ragazzi.

La crescita è un mistero che mai mi è riuscito di sondare, io che sono nato così come sono, io che la vecchiaia ha colto imperituro e inalterabile. In me, crescono solo le storie. Ma siete voi a crearle, quelle storie. Io non sono che un umile amanuense che scrive e scrive e registra ogni cosa, ma senza di voi, le mie pagine sarebbero vuote. Il tuo crescere è stato un lungo cammino, una lunga storia.

Ho udito molte storie. Ho visto molte cose... ma tu, mio caro ragazzo, tu hai carpito il mio interesse annichilendo in un solo, triste sguardo, le storie di molti intorno a te. Esistono uomini così. Uomini, che nel loro costante nascondersi ignorano quali occhi hanno attratto. E tu, Severus, tu hai attratto i miei.

Sono vecchio, io, vedi. Un imperituro baluardo. Tu... tu sei una luce nascosta. Una giovane fiammella che s’agita nell’oscurità. Ed io, io ti ho visto crescere. Ho seguito i tuoi passi, gustato i tuoi talenti, ho udito gridare la tua solitudine. Ho percepito il freddo che intorno a te era sceso, non per dolore, non per odio, ma per paura e mai, come in certi momenti, avrei voluto proteggerti. Più di quanto già non facessi. Più di quanto avessi protetto altri. Perché, vedi Severus, tu avevi bisogno di me.

Un ragazzo abbandonato.

Io sono la casa per tutti voi.

Non c’è preconcetto nelle mie mura, né le mie corti fanno differenze. Io sono la casa. E la casa è di tutti e di ognuno di voi, soprattutto ed in particolar modo per coloro che non ne hanno una. Per chi è perduto. Per chi è solo. Per chi è bisognoso d’aiuto. E tu, mio piccolo figlio, tu eri nel bisogno più grande.

Non avevi nulla, quando per la prima volta varcasti le mie porte.

Nulla.

Non avevi una famiglia.

Non avevi una casa.

Non avevi un sorriso.

Ti accolsi tra i miei figli. Sereno e sicuro che qui avresti trovato ciò di cui avevi bisogno... sicuro che qui, in questa mia grande famiglia, avresti trovato quel sorriso che mai dovrebbe mancare sul viso di un bambino. Ero così sicuro...

Mai, mai avrei voluto esser fonte di dolore per te. Mai avrei voluto che anche qui, qui tra queste mie braccia, tu fossi abbandonato. Mai avrei voluto udire certe parole... mai avrei voluto sentire il dolore di un figlio sbrecciare le mie pietre e intridere le mie pagine di lacrime.

Volevo il tuo sorriso.

Mai, in quei lunghi anni in cui in queste aule hai imparato i segreti della magia che tanto amavi, ti ho visto sorridere. Mai un sorriso felice, spensierato o sincero... ho visto le tue labbra incurvarsi in smorfie, o in tristi sorrisi sarcastici. No, non era il sarcasmo che cercavo, non era la bugia: era la sincerità. E cercando il tuo sorriso ho visto una verità più tenebrosa e gelida della bugia. Io che volevo essere padre per tutti voi. Io che non desideravo che essere la casa di chi è vagabondo e solo. Ho visto il buio tra le mie mura.

Abbandonasti i miei colmo d’odio e desiderio e rabbia. Sei fuggito da me. Hai cercato un’altra famiglia, un altro luogo in cui sentirti accettato, ma il mondo al di là della pietra è fatuo e colmo d’illusioni. Oltre alla dura e tangibile roccia, v’è solo il nulla, tutto è un sogno, tutto è un illusione. Ma non fu l’inalterabile pietra a ricondurti da me. Fu il dolore. Ancora. La solitudine.

Ancora una volta varcasti i miei cancelli. Ancora una volta abbandonato e solo.

Ancora una volta non avevi nulla.

Né famiglia.

Né casa.

Né un sorriso.

Ancora una volta desiderai proteggerti. Non nutro sospetto, non nutro sfiducia. Vedevo solo un ragazzo solo, abbandonato ed inerme di fronte ad un modo oscuro prospettiva d’un fato altrettanto terribile. Un giovane divenuto pietra tanto quanto, e forse ancor più, queste invincibili mura. Tu, Severus, non avevi trovato la tua casa e te l’eri costruita attorno a te, richiudendoti tra mura invalicabili al mio stesso sguardo. Uno spirito chiuso in un corpo di roccia, più dura e più vera di quella di queste mie torri. La fiammella che fu si era nascosta alla sua stessa storia. Non era più cresciuta. Schiacciata e asfissiata dalla fortezza che avrebbe dovuto custodirla.

Hai portato avanti la tua battaglia. Da solo.

Lo stesso legame che s’agita tra me ed il preside di questa scuola era spezzato. Un lampo di verde e la morte prima. Un muro di roccia e dolore poi.

Per quanto cercassi ti unirmi a te, tu mi fuggivi. Perché? Ancora, avevi paura, figlio mio? Paura che qualcuno ti guardasse dentro e capisse? Rispetto la dignità dell’uomo e ammiro il coraggio del figlio. Di un figlio che ha ucciso un padre e fuggito una casa.

Amavi Albus. Anche lui ti ha tradito, Severus. É così? Credevi di aver finalmente trovato qualcuno a cui aprire la porta ed hai scoperto di aver fatto entrare un ladro. Un sorriso che avrebbe potuto nascere è morto in un disincanto. Mi spiace. Mi spiace, perché, vedi, anch’io ti ho tradito. Ti ho lasciato a terra, quando un padre dovrebbe chinarsi ed aiutare il figlio a rialzarsi.

Un padre che non ha mai visto il sorriso sul volto del figlio.

Davvero ero così distante. Nemmeno la mia magia ha saputo trovarti. Quel legame che tra noi non si è mai formato mi ha precluso il tuo cuore. Non ho saputo evocare il tuo ricordo, non ho saputo darti il giusto merito, ma ci sono leggi a cui perfino un castello millenario è tenuto a sottostare. Tu stesso nascondevi la tua identità vera e ti presentavi a me come estraneo ed usurpatore. Un’entità vuota e distante, un gargoyle di pietra entro mura di pietra ed io, io ho potuto solo osservare.

Tacere, dovevo, e negarti il tuo posto tra i presidi di questa scuola e per questo, ancora una volta, seppur non per mio volere, ti ho ripudiato. Ma un ragazzo... un altro ragazzo abbandonato, un ragazzo che ho visto crescere, un ragazzo non diverso da te, vedi... quel ragazzo ha saputo fare ciò che io non ho potuto.

Ha saputo darti un sorriso.

Finalmente, Severus, vedo il tuo sorriso. Un sorriso che varca le barriere della morte e si mostra alle mie vecchie pietre attraverso la tela di un quadro. Perché la tua missione è finita, ora. Perché quel ragazzo su cui tu hai vegliato, come io ho vegliato su di te, ha posto fine a tutto. E così, quella che per qualcuno avrebbe dovuto essere una nuova grande avventura, per te è stata l’inizio di un lungo e dolce riposo. La fine del tuo peregrinare. Ora, puoi sorridere.

Finalmente sei a casa. Non è vero, figlio mio?
 
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view post Posted on 19/2/2013, 16:02

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Federica, davvero, non ravviso alcun OOC, almeno per quanto ne so.
Credo di aver ben compreso l'ultima parte in cui ti rifai ad alcune risposte della Rowling, dal momento che nei libri non v'è traccia.
Ma, al di là di tutto, il POV è semplicemente meraviglioso, la storia uno splendido intrecciarsi continuo di parole ed emozioni.
Non ci si può non intenerire di fronte a questo scritto, è incredibilmente bello e commovente.
:wub:
 
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frc_coazze
view post Posted on 19/2/2013, 16:23




CITAZIONE (pingui79 @ 19/2/2013, 16:02) 
Federica, davvero, non ravviso alcun OOC, almeno per quanto ne so.
Credo di aver ben compreso l'ultima parte in cui ti rifai ad alcune risposte della Rowling, dal momento che nei libri non v'è traccia.
Ma, al di là di tutto, il POV è semplicemente meraviglioso, la storia uno splendido intrecciarsi continuo di parole ed emozioni.
Non ci si può non intenerire di fronte a questo scritto, è incredibilmente bello e commovente.
:wub:

Grazie infinite, Kià :)

Non so se quanto detto dalla Rowling nelle interviste venga valutato come canon. Però, non essendovene traccia nei libri, non è neanche OOC, giusto? Perché, scrivendolo, non contravvengo a nulla che sia scritto nei libri, semplicemente accolgo una dichiarazione dell’autrice.

Comunque, ho lasciato la parte del quadro volutamente vaga, non si sa mai :P . Il gesto di Harry che dona il sorriso a Severus non è quello di mettere il suo ritratto nell'ufficio del preside, ma il porre fine alla guerra e il donargli, finalmente, una casa... sull'altra sponda.
 
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