Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 3/2/2013, 22:34
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I ♥ Severus


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Di, nuovo: se nessuno si offre, riempio io il buco di Venerdi 8 pescando dal mio archivio.

Lunedì: Ele
Martedì: Cla

Inizio 5a settimana dell'anno di sorrisi per Severus

Mercoledì 6 febbraio: Lore
Giovedì 7 febbraio: Sara
Venerdì 8: Ida59???
Sabato 9 febbraio: Chiara



Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:57
 
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frc_coazze
view post Posted on 3/2/2013, 22:44




CITAZIONE (pingui79 @ 3/2/2013, 11:01) 

Carezze di luna – Lacrime e ricordi


Kià, questa storia è meravigliosa! :stupore:
Fantastica l'atmosfera, sembrava veramente di essere lì, come la notte, ad ascoltare i pensieri di Minerva, o la luna nell'accarezzare i movimenti del mantello di Severus.
E poi, alla fine, quel sorriso di Minerva... sembra quasi che abbia sorriso lei per Severus. E poi io amo il rapporto e le interazioni tra questi due, i loro rispetto e affetto reciprochi ed il loro gioco, perchè alla fine è solo un gioco, di una vecchia strega e di un giovane mago, un gioco ritrovato oltre i rimorsi ed il dolore in una battutta sarcastica ed in un abbraccio.
Bellissima storia, complimenti!

CITAZIONE (pingui79 @ 3/2/2013, 11:01) 
Metto subito le mani avanti: ho il leggero terrore di aver fatto un piccolo scivolone nell'OOC nel finale. Secondo la mia personale visione di Severus non credo di esserci cascata. In ogni caso sono certa che, se ci sarà, mi verrà notificato senza indugio ed allora vedrò di modificarlo un po'.

Improvvisamente hanno tutti paura di finire fuori canone? :P

Seriamente, dov'è che dovrebbe essere questo OOC? :huh: ;)

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:57
 
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view post Posted on 3/2/2013, 22:50

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CITAZIONE (frc_coazze @ 3/2/2013, 22:44) 
CITAZIONE (pingui79 @ 3/2/2013, 11:01) 

Carezze di luna – Lacrime e ricordi


Kià, questa storia è meravigliosa! :stupore:
Fantastica l'atmosfera, sembrava veramente di essere lì, come la notte, ad ascoltare i pensieri di Minerva, o la luna nell'accarezzare i movimenti del mantello di Severus.
E poi, alla fine, quel sorriso di Minerva... sembra quasi che abbia sorriso lei per Severus. E poi io amo il rapporto e le interazioni tra questi due, i loro rispetto e affetto reciprochi ed il loro gioco, perchè alla fine è solo un gioco, di una vecchia strega e di un giovane mago, un gioco ritrovato oltre i rimorsi ed il dolore in una battutta sarcastica ed in un abbraccio.
Bellissima storia, complimenti!

CITAZIONE (pingui79 @ 3/2/2013, 11:01) 
Metto subito le mani avanti: ho il leggero terrore di aver fatto un piccolo scivolone nell'OOC nel finale. Secondo la mia personale visione di Severus non credo di esserci cascata. In ogni caso sono certa che, se ci sarà, mi verrà notificato senza indugio ed allora vedrò di modificarlo un po'.

Improvvisamente hanno tutti paura di finire fuori canone? :P

Seriamente, dov'è che dovrebbe essere questo OOC? :huh: ;)

Ohi, grazie, ma che belle parole che hai usato! ^_^

Non ravviso OOC, ma a qualcuno il gesto che fa Severus nelle ultime due righe potrebbe non garbare visto il carattere del Potion Master. Io ho messo le mani avanti, tutto qui. :P

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:57
 
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view post Posted on 4/2/2013, 12:39
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Un rimedio efficace.



Autore/data: Ele Snapey– 4 febbario 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Luna Lovegood.
Pairing: nessuno
Epoca: sesto anno.
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Non è gradevole dover sostenere le lezioni afflitti da pensieri cupi e da un brutto mal di testa...
Parole/pagine: 1044/3


Note:Questa storia è stata scritta per il Gioco Creativo n.13 “Un anno di sorrisi per Severus”



Completò il giudizio sull’ultima pergamena, in attesa dell’arrivo delle classi con le quali avrebbe chiuso quella mattinata interminabile.
Sospirò, deponendo la piuma sulla cattedra, poi appoggiò la fronte sul palmo della mano, chiudendo gli occhi e permettendosi una piccola debolezza per la prima volta in quarantotto ore.
Il cerchio alla testa, che lo stava sfibrando, non accennava a mollare la presa.
Non mollava ed era sgradevole e snervante, così come i pensieri che volteggiavano sinistri nella mente, simili a grossi uccelli del malaugurio.
Pensieri cupi e malsani che come al solito aveva cercato di dominare, da subito, da quando cioè aveva sostenuto quella accesa discussione con Albus, due giorni prima. Questa volta era stato più difficile riuscire a controllarli, così come sconfiggere quella dannata emicrania. Gli era parso di essere riuscito definitivamente a debellarla, grazie all’assunzione di una pozione contro la cefalea, ma era stata questione solo di poche ore. La testa era tornata di nuovo a dolere e sembrava in procinto di esplodergli: ecco il regolare risultato dello sforzo messo in atto per arginare le emozioni.
Tutto ciò contribuiva ad alimentare un eccezionale umor nero che avrebbe potuto competere con il colore del suo mantello; vero era di come non fosse mai stato un tipo incline al buonumore, ma negli ultimi giorni gli veniva difficile perfino essere sarcastico.
Il filo delle riflessioni fu interrotto da un fastidioso, forte tramestio appena fuori dall’aula. Erano in arrivo le classi di Corvonero e Tassorosso. Un po’ troppo rumorose per le condizioni della sua testa, e perfino un po’ troppo in ritardo per i suoi gusti.
Si alzò e raggiunse con poche, rapide falcate la porta, spalancandola: la sua improvvisa apparizione sull’uscio e il volto adombrato da un’espressione evidentemente molto contrariata, ebbero l’effetto di ammutolire all’istante gli allievi.
Nel silenzio, calato di botto, gli fu sufficiente far scattare il braccio con l’indice teso verso la classe, senza pronunciar parola, perchè tutti quanti sfilassero in fretta come topolini impauriti, sotto il suo sguardo inflessibile, per andare a sistemarsi ognuno al proprio posto.
Tutti tranne uno, cioè colei che in quel momento chiudeva la fila.
Quella che era forse l’unica persona in tutta Hogwarts, Silente a parte, ad essersi potuta permettere in alcuni frangenti un atteggiamento nei suoi confronti, tale da potersi definire decisamente alternativo.
Ed ora, eccola di nuovo lì, con la sua aria ineffabile, svagata, distratta da chissà quali pensieri; avanzava quasi fluttuando sul terreno, staccata dal resto del gruppo e probabilmente anche dal resto del mondo, incurante del ritardo e della minacciosa presenza dell’insegnante sulla soglia.
– Ebbene, miss Lovegood… Hai già deciso che cosa farai entro i prossimi minuti… se entrare in classe o dedicarti alla contemplazione degli arazzi appesi nel corridoio?
Aveva parlato con quel tono soave e minaccioso al tempo stesso, condito da un pizzico di caustico sarcasmo, che di solito suonava come un preciso campanello di allarme per ogni normale studente.
Ma con lei non funzionava. Sembrava che i suoi picchi di acidume non impressionassero più di tanto la ragazzina, ed era uno dei motivi principali per cui, quando aveva a che fare con lei, si sentiva sempre un po’ disorientato.
Anche in quel caso, infatti, Luna si avvicinò con calma. Reggeva in mano un paio di quegli stravaganti occhiali che le aveva già visto indossare altre volte.
– Buongiorno, signore, ora entro subito. – rispose, educatamente, con la sua caratteristica vocina sottile e delicata; ma, prima di obbedire, si soffermò ad osservarlo con interesse per qualche istante.
Come spesso accadeva, lo sguardo limpido della piccola strega lo fece sentire un po’ a disagio: notò di come stesse fissando qualcosa di invisibile che apparentemente svolazzava attorno alla sua testa, e per un istante si domandò che cosa diamine vedessero quegli occhi pieni di candore.
Poi, però, si raddrizzò, impettito, rendendosi conto del fatto che stava ancora perdendo minuti preziosi a discutere, in mezzo al corridoio, con una mocciosetta che avrebbe già dovuto essere in classe alla velocità della luce. Inammissibile!
- Miss Lovegood, spero tu ti stia rendendo conto di come hai già fatto perdere oltre misura del tempo prezioso, sia a me che ai tuoi compagni. – ora, il tono di voce si era ridotto ad un sibilo, tagliente e pericoloso. L’altra, per tutta risposta, inforcò gli occhiali.
- Come pensavo, signore. Gorgosprizzi. Ce ne sono tantissimi attorno alla sua testa; lo immaginavo anche se si possono vedere solo attraverso gli Spettrocoli! – sentenziò, senza tenere in considerazione il pericolo a cui andava inesorabilmente incontro e senza valutare come, con indosso quei buffi occhiali, la sua dichiarazione apparisse ancora più surreale.
Il professore la fissò, incredulo, e lei ne approfittò per proseguire prima che questi si riavesse dalla sorpresa e rammentasse di doverle appioppare una punizione esemplare.
- I Gorgosprizzi sono la probabile causa del suo mal di testa, sa? – dichiarò, come se fosse la cosa più ovvia e ragionevole del mondo, poi gli porse gli occhiali, con garbo. – Li tenga pure lei, professore, potranno sicuramente tornarle utili. Io intanto ne ho altri due paia in camera.
Gli sorrise, soavemente, ed entrò, lasciandolo lì con gli Spettrocoli in mano a domandarsi perché quella strana creatura dall’anima pulita riuscisse sempre così abilmente a spiazzarlo. Forse perché sembrava avere l’inquietante capacità di leggergli dentro.
- Gorgosprizzi… – mormorò, tra sé, rigirando pensieroso l’oggetto di Luna tra le mani.
Quindi, nascosto dietro la porta di un’aula piena di teste di legno impegnate ad estrarre libri, pergamene e piume dai loro zaini, immaginò se stesso con quei cosi ridicoli sul naso, davanti ad uno specchio, intento ad osservare la propria testa circondata da sfarfallanti moscerini, minuscoli e invisibili.
Allora gli scappò un sorriso, e il sorriso si trasformò ben presto in una risatina sommessa, prima ancora che se ne rendesse conto.
Rise, stupito e divertito da quella piccola follia, comprendendo di aver trovato finalmente un rimedio semplice ed efficace alla feroce emicrania che lo affliggeva, perchè i suoi morsi iniziarono pian piano ad allentare la presa. Lasciò fluire la risata ancora per qualche istante, silenziosa, libera e leggera, attento a non farsi sorprendere, indifferente al fatto che stava accumulando altro ritardo.
Quando rientrò in aula per iniziare la lezione, chiuse accuratamente la porta alle proprie spalle: aveva ancora una impalpabile ombra di sorriso sulle labbra, e più nessuna traccia del mal di testa.

Edited by Ele Snapey - 5/2/2013, 00:41
 
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view post Posted on 4/2/2013, 15:00
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Che bello, anche una storia di Ele!
La leggerò domani con quella di Kià!


Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:58
 
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view post Posted on 4/2/2013, 16:02
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Ele, ma come ci riesci? A evocare Severus in tutto il suo splendore, voglio dire.
E' lui in sarcasmo e mantello nero, impeccabile e perfetto.
Lasci intuire il momento ed è chiaro il motivo della preoccupazione e l'ansia da stress che genera il mal di testa a Piton.
Ma per fortuna c'è Luna: la creatura più svagata, ingenua e pura che la mente di JKR ci abbia fatto incontrare.
Complimenti per le immagini che suggerisci, sembrano la scena di un film.
Io l'ho visto Severus arrabbiato, infastidito e... con il mal di testa! Ero lì!
E' lui, è il tuo/nostro Severus, commento subito dopo la lettura sull'onda delle emozioni, ma quando leggo storie come queste penso che non devo prendere più la penna in mano.
Quanta leggerezza in quella risata, è così vero quello che descrivi da farmi sentire più leggera, in un angolo nascosto a spiare Severus con gli Spettrocoli. Un'immagine così rallegra la giornata.
Grazie Ele.
 
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view post Posted on 4/2/2013, 20:53

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CITAZIONE (Ele Snapey @ 4/2/2013, 12:39) 
Un rimedio efficace.

Ele, è ellissima, incredibilmente bellissima.
Mi è sembrato di percepire veramente il mal di testa di Severus, il suo disagio, il suo malumore.
E poi arriva la leggerezza di Luna, che, Gorgosprizzi o meno, sa cogliere con una sola occhiata il malessere che affligge il nostro professore preferito. E'... Luna, così incredibilmente lei, così meravigliosa.
Alla fine non si può non sorridere con Severus e quel sorriso ti lascia una sensazione di dolce in bocca, come una cucchiaiata di miele dolcissimo che rinfranca anche lo spirito.
Regalaci altri cento di questi sorrisi, Ele, ti prego! :wub:
 
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view post Posted on 5/2/2013, 01:03
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CITAZIONE (chiara53 @ 4/2/2013, 16:02) 
Ele, ma come ci riesci? A evocare Severus in tutto il suo splendore, voglio dire.
E' lui in sarcasmo e mantello nero, impeccabile e perfetto.
Lasci intuire il momento ed è chiaro il motivo della preoccupazione e l'ansia da stress che genera il mal di testa a Piton.
Ma per fortuna c'è Luna: la creatura più svagata, ingenua e pura che la mente di JKR ci abbia fatto incontrare.
Complimenti per le immagini che suggerisci, sembrano la scena di un film.
Io l'ho visto Severus arrabbiato, infastidito e... con il mal di testa! Ero lì!
E' lui, è il tuo/nostro Severus, commento subito dopo la lettura sull'onda delle emozioni, ma quando leggo storie come queste penso che non devo prendere più la penna in mano.
Quanta leggerezza in quella risata, è così vero quello che descrivi da farmi sentire più leggera, in un angolo nascosto a spiare Severus con gli Spettrocoli. Un'immagine così rallegra la giornata.
Grazie Ele.

Grazie a te Chiara, :wub: le tue parole mi fanno sempre un sacco di piacere, ma non voglio sentirti dire mai più che, dopo aver letto una storia del genere, ti passa la voglia di prendere in mano la penna: potrei darti delle bacchettate sulle dita, perchè forse ancora non ti rendi conto a pieno di come le tue fic siano bellissime e coinvolgenti! :P

CITAZIONE (pingui79 @ 4/2/2013, 20:53) 
Ele, è ellissima, incredibilmente bellissima.
Mi è sembrato di percepire veramente il mal di testa di Severus, il suo disagio, il suo malumore.
E poi arriva la leggerezza di Luna, che, Gorgosprizzi o meno, sa cogliere con una sola occhiata il malessere che affligge il nostro professore preferito. E'... Luna, così incredibilmente lei, così meravigliosa.
Alla fine non si può non sorridere con Severus e quel sorriso ti lascia una sensazione di dolce in bocca, come una cucchiaiata di miele dolcissimo che rinfranca anche lo spirito.
Regalaci altri cento di questi sorrisi, Ele, ti prego! :wub:

Grazie mille Kià, non hai idea di come apprezzi il tuo commento :wub: anche se ti confesso che rileggendola ho appena trovato anch'io tante di quelle cose che avrei voluto scrivere meglio (sono un po' pignolina anch'io :P )! Ma siamo entrambe anche estimatrici di quel meraviglioso personaggio che è Luna, perciò sono certa di averti fatto felice con questo piccolo omaggio a lei e al nostro splendido prof, nonostante le imperfezioni stilistiche!;) Non appena avrò altro tempo, lo dedicherò volentieri ad altri sorrisi, promesso!
 
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view post Posted on 5/2/2013, 09:48
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I ♥ Severus


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Bellissime le ultime due storie di Kià ed Ele: appena riesco a trovare un attimo di tempo lascerò i miei commentini!

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:58
 
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view post Posted on 5/2/2013, 10:19

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Fiuuuuuuuu! (respiro di sollievo) :)



Oggi: Cla

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Mercoledì 6 febbraio: Lore
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Sabato 9 febbraio: Chiara

 
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frc_coazze
view post Posted on 5/2/2013, 12:34




Io ho ancora un banner in cantina :D. Potrebbe servire a tappare i buchi, se no lo prenoto per il 10.
 
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view post Posted on 5/2/2013, 13:07
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I ♥ Severus


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Ok, io allora copro l'8 e Fede il 10.



Oggi: Cla

Inizio 5a settimana dell'anno di sorrisi per Severus

Mercoledì 6 febbraio: Lore
Giovedì 7 febbraio: Sara
Venerdì 8: Ida59
Sabato 9 febbraio: Chiara
Domenica 10 febbraio: Fede

 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 5/2/2013, 13:56




Eccomi anch'io, con un piccolo episodio per regalare un sorriso a Severus e spero anche a tutte voi.
Vi avverto che non è bella o lirica come le vostre storie quindi siate clementi.

Autore/data: Halfbloodprincess78 02febbraio/05Febbraio 2013
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton / nuovo personaggio
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: What if
Riassunto: Un incontro un po' bizzarro.

Un sorriso tra le foglie


Per quanto essenziali possano essere i doni dell’esistenza, non riusciranno mai ad eguagliare il sorriso di un bambino, la gratitudine di chi non ti ha dimenticato, l’amicizia delle persone buone e la vicinanza di qualcuno che ti ami veramente.

(Romano Battaglia)



La permanenza estiva a Spinner’s end gli diventava ogni anno più insopportabile, eppure non si decideva a cercare una nuova casa altrove.
Aveva sempre pensato di meritare di vivere in quel posto tetro: soffocante d'estate e gelido d'inverno.
Lo pensava anche ora, dopo essere sopravvissuto a Nagini e aver finalmente pagato i suoi debiti col passato.
Non gli sembrava giusto trasferirsi altrove, doveva restare a Spinner’s end e tornarci ogni estate quasi come per pagare un pegno, quella casa era legata indissolubilmente a lui e a tutti i suoi sbagli che ancora aleggiavano come nebbia tra quelle mura.
Fuori il sole stava scendendo nel cielo di Londra lasciando al suo posto una grande cupola rosata che sovvrastava tutto.
Il soggiorno era sommerso da quella luce soffusa e quasi irreale.
Il mago sedette accanto al camino spento, prese un giornale dal mucchio che teneva lì di fianco e cominciò a sfogliarlo con disinteresse, quando qualcosa attrasse il suo sguardo: due occhi sbarrati incastonati sul volto di un bambino lo fissavano incantati attraverso il vetro sporco della finestra.
Posò il giornale e vide che il volto del ragazzino si ritraeva dalla cornice, così sì alzò e corse verso la porta, l'aprì di scatto, appena in tempo per vedere il bambino che correva oltre il rigagnolo d'acqua scura al bordo della strada.
Gli intimò di fermarsi, ma il piccolo saltò il rigagnolo a piedi uniti e proseguì verso il parco giochi, dove lui e Lily si incontrarono la prima volta.
D'istinto lo seguì, senza un perché, lo seguì e basta.
In quello sfolgorante tramonto si ritrovò ben presto a camminare nei luoghi che erano stati suoi e di Lily, una manciata di ricordi lo avvolsero come catene nel profondo dell'anima.
Senza alcuno sforzo poteva vederla ancora dondolarsi sull'altalena, ricordava i suoi vestiti, il suo viso, la sfumatura dei suoi capelli e quella precisa sfumatura di verde dei suoi occhi.
Stava per voltarsi e tornare sui suoi passi e lasciare a quel posto i suoi fantasmi nascosti nell'ombra della sera ma all’improvviso un rumore tra la vegetazione dietro di sé lo fece voltare di scatto.
Si avvicinò ai cespugli e una piccola testa di capelli scompigliati spuntò tra il fogliame.
- Posso sapere chi sei e perché mi stavi spiando? - chiese bruscamente.
- Mi chiamo Brian, Brian McKellen, signore. - rispose il piccolo dal suo nascondiglio guardandolo come se fosse una gran rarità.
- Bene, Brian McKellen, non hai degli amici con cui giocare invece di importunare me?
- No, signore, gli altri bambini non giocano con me, io sono… strano.
Piton inarcò pericolosamente un sopracciglio.
Conosceva tutte le implicazioni di quella frase, ricordava perfettamente come ci si sente quando gli altri non vogliono giocare con te.
Anche lui si era sentito strano, sbagliato, fuori posto.
Anzi, talvolta ancora si sentiva così.
Il ragazzino era uscito dal cespuglio e ora si fissava le gambe piene di graffi come se in quei graffi ci fosse la via d'uscita da quella situazione intricata.
Aveva desiderato tanto conoscerlo e ora si sentiva solo stupido.
- Perché mai saresti strano? - chiese Piton con più gentilezza.
Brian sollevò lo sguardo verso il mago e con un movimento leggero della mano fece sollevare alcune foglie intorno a loro, le foglie turbinarono qualche istante e poi diligentemente si disposero a formare la parola ''Mostro'', quella parola rimase sospesa nell'aria qualche secondo, poi le foglie ricaddero a terra in un mucchietto scomposto.
- E' così che mi chiamano, mi chiamano ''Mostro'', gli altri bambini intendo.
Piton rimase colpito da quella parola, era così che lo chiamava Petunia.
Si sentì invadere da un'enorme rabbia verso Petunia e verso gli sconosciuti che schernivano quel ragazzino.
Era così tremendamente ingiusto.
- Tu non sei un mostro, sei un mago. - sospirò.
- Lo so, signore, mio nonno era come me e mi parlava sempre di Hogwarts e di lei, poi, però è morto e i miei genitori dicono che non vogliono incoraggiare la mia ''stranezza'', loro la chiamano così.
- Tuo nonno ti parlava di me? E cosa ti diceva di preciso?
Sul volto di Brian si dipinse un'espressione di nuova baldanza.
- Mio nonno diceva che lei, signore, è un eroe e mi diceva che a undici anni avrei ricevuto la mia lettera per andare a Hogwarts, ma il mio compleanno è fra cinque giorni e non ho ricevuto ancora nulla, così sono venuto a cercarla per chiederle perché? Ecco, tutto qui.
Piton inspirò intensamente, il fatto che quel bambino lo considerasse una specie di eroe lo faceva sentire stranamente a disagio, quasi in imbarazzo, per la prima volta dopo anni sentì una risata nascere dal profondo di sé, ma la faccia del ragazzo faceva presagire che non l'avrebbe presa bene.
Un eroe… Severus Piton si sentiva tutt’altro che un eroe, un eroe assolutamente imperfetto forse, però quel bambino ci credeva veramente e lo guardava con due occhi nocciola enormi pieni di profonda ammirazione e aspettativa.
Si sentì addosso il pesante dovere di dargli quello che si aspettava: era venuto a cercare l’eroe e lui non lo avrebbe deluso.
Conosceva fin troppo bene quel tipo di delusione negli strati più profondi della sua pelle e non voleva infliggerla a sua volta, non a quel ragazzino, non in quel momento.
- Immagino che tuo nonno ti abbia detto che io vivevo qui nei dintorni e tu sei venuto a cercarmi, è così?
Brian annui.
- Le lettera ti arriverà come a tutti - proseguì Piton - perchè non dovrebbe arrivarti?
- Non so, pensavo vi foste scordati di me. Il mio papà è un magonò, la mamma invece è una babbana ed io, beh, io vivo tra i Babbani.
"È diverso se si è figli di Babbani?" gli aveva chiesto una voce ancora nitida nella sua mente, la voce di una Lily di molti anni prima che aveva impressa sul volto la stessa espressione preoccupata di questo ragazzino che oggi aveva davanti.
- Questo non fa nessuna differenza, da quello che ho potuto vedere tu sei un mago quindi riceverai la tua lettera come tutti gli altri. - confermò Piton.
Brian sorrise, un sorriso spontaneo e aperto.
Piton si chiese come sarebbe stato avere un figlio, era la prima volta che quel pensiero attraversava così concretamente la sua mente.
Un figlio… che ti guarda come un eroe.
Un figlio… da accompagnare a Hogwarts.
Estrasse la bacchetta e la fece passare lentamente sulle gambe del bambino che lo lasciò fare, immobile e ipnotizzato dalle misteriose parole che l’uomo stava pronunciando: una litania antica e misteriosa.
Quando Brian sì guardò i graffi erano completamente spariti.
- Ora torna a casa, si sta facendo buio e credo che i tuoi genitori saranno in pensiero.
- Sì, signore, ma se quando arriverà la lettera loro…
- Tu hai paura che non vogliano che tu venga a Hogwarts?
Il piccolo annui.
Piton si abbassò per essere all’altezza del ragazzo che era molto piccolo per la sua età.
- Se ci saranno difficoltà verrò io, di persona, ti assicuro che tu il primo settembre sarai sul treno per Hogwarts.
- Grazie, signore, io non so come ringraziarla.
- Pensandoci un modo ci sarebbe: sparisci, torna a casa e non farti più pescare a bighellonare qui intorno, sono stato chiaro? - così dicendo gli tese la mano che il ragazzino strinse per un breve istante.
- Chiarissimo, signore, grazie, ancora grazie. - disse prima di allontanarsi verso la strada.
Severus rimase solo sull’inizio della notte a chiedersi perché non gli aveva semplicemente detto di levarsi di torno, poi ripensò a quel sorriso, alla piccola mano sudaticcia che stringeva la sua e si sentì invadere di una piacevole sensazione di calore.
''Nessuno prenderà più in giro il piccolo Brian, non nella mia scuola.''
A questo pensiero le sue labbra si incurvarono in un piccolo sorriso soddisfatto, mentre si dirigeva verso casa.

Ho modificato la parte che mi ha indicato Ida, cambiando la frase incriminata.

Edited by halfbloodprincess78 - 6/2/2013, 01:17
 
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cccpkobe78
view post Posted on 5/2/2013, 16:41




Che dolce questa storia Cla.
Quanta tenerezza trasmette l'improvviso senso paterno di Severus verso il ragazzino.
Compimenti, davvero una bella storia.
 
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view post Posted on 5/2/2013, 20:24

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Cla, è bellissima!
Ti lascia con il sorriso sulle labbra per tutto il tempo.
Quel bambino è tenerissimo e sa tirare fuori tutto il meglio del nostro Professore preferito, che sa perfettamente come ci si sente a sentirsi chiamare "mostro", "strano".
Invece la parola "mago" è così bella, almeno per quel bambino.
Significa speranza, fiducia in se stessi: è un nuovo mondo che si apre. E sono convinta che, con Severus a vegliare, la speranza di quel bambino non verrà soffocata da altro.

Cla, è così bella che ti chiedo: c'è il continuato, vero vero vero? :wub:
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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