N.13: Un anno di sorrisi per Severus

Sempre "Il sogno di una vita" altri brani estratti dal primo capitolo "Adolescenza e gioventù", quindi sono sempre i pensieri e i ricordi di un giovane Severus, ancora del tutto innocente.


Mi piace Narcissa, le voglio bene. Ed in quei momenti le voglio ancora più bene. E’ sempre più difficile controllarmi: ogni volta le arrivo sempre più vicino e le sue labbra mi fanno impazzire.
Ora le cose si stanno complicando: non ci sono più solo le sue labbra.
Ora che comincia a fare caldo e mette quegli abiti leggeri, e trasparenti, studiare insieme, seduti uno accanto all’altra, sta diventando una tortura e non riesco più a concentrarmi.
Il mio sguardo scivola via dai libri e finisce sempre nella sua scollatura e le mie mani, faccio sempre più fatica a controllarle, ho paura di cosa potrebbero fare.
Quando incontro i suoi occhi, invece, trovo sempre il suo sorriso, dolce. Ho l’impressione che non fermerebbe le mie mani, e forse neppure le mie labbra!
Ma non avevo mai osato, mai, fino a quel giorno, in riva al lago, nascosti là in fondo vicino alla Foresta Proibita. Ormai era il tramonto, l’aria era calda e Narcissa era più bella che mai, profumava di sole ed i suoi capelli erano oro fuso tra le mie dita. Mi sorrideva, mi sorrideva e le sue labbra erano rosse e dolci e invitanti. Il suo corpo era vicino al mio e la sentivo tremare.
Anch’io tremavo, ma non volevo chiudere gli occhi, volevo continuare a guardare com’era bella.
Il cuore batteva all’impazzata ed il respiro mi mancava: le sue labbra erano sempre più vicine, più vicine, troppo vicine… e le mie mani si fecero ardite…

Sempre "Il sogno di una vita", l'ultimo brano estratto dal primo capitolo "Adolescenza e gioventù", sempre pensieri e ricordi di un giovane Severus, ancora del tutto innocente.


Ma con me i tuoi occhi erano diversi. Non c’era disprezzo, non c’era superiorità, non c’era alterigia.
Solo tristezza, una tristezza infinita.
E abbassavi gli occhi davanti ai miei.
Io non capivo, e ho continuato a non capire. Anche quella sera, quando Lucius non si è presentato al ballo. Le tue amiche gongolavano per la tua delusione, mentre io, stupidamente, soffrivo per il tuo amaro disinganno.
Fin quando ti ho guardata negli occhi e ho visto la tua incredibile, inattesa, incantevole felicità. Ma anche allora, sciocco e ingenuo ragazzo, non ho capito nulla di te. Sei venuta sorridendo verso di me, più bella di un’antica dea, sorprendendo tutti nella sala.
Io, il tenebroso e temuto Prefetto di Serpeverde, avevo tra le braccia la ragazza più bella di Hogwarts.
Io, Severus Piton, avevo tra le braccia la ragazza che amavo… che si era promessa ad un altro.
- Perdonami… - hai sussurrato.
Cos’altro avrei potuto fare? Ti ho sorriso dolcemente e ho ballato tutta la sera con te. Non pensavo di saper ballare, ma tu hai saputo farlo anche per me.
Io potevo solo perdermi nella trasparenza dei tuoi occhi, sfiorare leggero la tua pelle e desiderare le tue labbra… che sapevo di non poter più avere.

Ancora da "Il sogno di una vita", brano estratto dal secondo capitolo "Il peso delle scelte", con tristi sorrisi per l'amore perduto.


Sei rimasta a lungo tra le mie braccia rispettose, finché il tuo pianto si è calmato.
Poi hai sistemato il trucco che si era sciolto e mi hai sorriso, come una bambina.
Com’è difficile controllarmi, Narcissa. Ed oggi resisterti è ancora più difficile del solito. Guardo il tuo bellissimo viso, che si è fatto così serio ed adulto da quando ti sei sposata, ammiro il tuo corpo fasciato da quell’elegante e prezioso abito, azzurro e luminoso come i tuoi occhi. Mi mancano tanto i tuoi lunghi capelli d’oro!
- Perché li tieni sempre intrecciati e così strettamente avvolti in quella crocchia? – chiedo con l’innocenza del bambino di un tempo lontano.
Il tuo sguardo è profondo ed intenso, però arrossisci mentre rispondi:
- Lucius non vuole che li tenga sciolti: afferma che una Signora non deve mai farlo in pubblico.
Ora sono io che arrossisco.
Però allungo una mano verso i tuoi capelli e strofino piano tra loro le punta delle dita: una soffice cascata dorata scende sulle tue spalle ed io vi affondo la mano, mentre chiudo gli occhi e sussurro:
- Solo una piccola carezza… innocente.
Vorrei poter fermare per sempre il tempo.
Riapro gli occhi e ritraggo la mano: non avrei dovuto farlo.
Rimetto tutto a posto, sospirando, mentre ora il desiderio di baciare le tue labbra meravigliose si è fatto… doloroso.
- Orchideous!
Ti sorrido e sistemo con delicatezza i fragili fiori di pesco tra i tuoi capelli.
Un rumore discreto, appena oltre la porta, ci avverte che le tue sorelle stanno tornando. Nascondo le mani dietro la schiena.
Bellatrix entra correndo e torna a guardare gli abiti da ballo stesi sul letto.
Andromeda si accomoda sul divano e scruta con attenzione il tuo viso. C’è ancora traccia di lacrime e lei lo ha capito subito. Ma tu le sorridi, felice, mentre accarezzi piano i fiori tra i tuoi capelli.
- E’ la prima volta che ti vedo sorridere così, Narcissa… dal giorno del tuo matrimonio.
Arrossisci mentre lei annuisce dolcemente e mi sorride. Infine, rivolta a me, sussurra piano:
- Grazie…
Sono certo che Andromeda conosce il linguaggio dei fiori ed il suo sguardo torna a posarsi sorridente sulla dichiarazione d’amore eterno che spicca tra i tuoi capelli dorati.
Poi i suoi occhi notano anche il tulipano giallo che stringo convulsamente tra le mani, dietro la schiena: mi sento inerme davanti a lei, vestito solo del mio impossibile e disperato amore per te.
Il sorriso si spegne lentamente sulle labbra di tua sorella.

Sempre da Il sogno di una vita, brano estratto dal terzo capitolo "Il Professore di Pozioni", dove il sorriso di un bimbo da vita anche a quello della madre, che per lui vorrebbe un altro padre.


Il fruscio del tuo abito mi annuncia che ti stai avvicinando: alzo gli occhi e vedo il tuo volto serio che mi osserva, quasi come se mi vedessi per la prima volta con tuo figlio in braccio.
Draco ora mi sta tirando con insistenza i capelli e ottiene nuovamente la mia attenzione: fingo di sgridarlo e lui si blocca per un istante.
Poi mi regala, totalmente inaspettato, un sorriso meraviglioso.
E’ il tuo sorriso Narcissa, non lo ho dimenticato, anche se sono quasi quattro anni, ormai, che tu non sorridi più.
Sento che le lacrime assalgono improvvise i miei occhi, mi mordo le labbra e abbraccio Draco, stringendolo delicatamente a me, con amore.
Come vorrei che fosse nostro figlio!
Ma anche se è solo figlio tuo, Narcissa, io lo amo proprio per questo.
All’improvviso mi rendo conto che sei di fianco a me e vedo le lacrime brillare anche nei tuoi occhi: stai tendendo le mani tremanti verso tuo figlio!
Ti guardo a bocca aperta e ci metto un po’ a capire, poi ti sorrido e ti passo il bambino. Quasi non sai come prenderlo, ma poi lo stringi forte al seno, e piangi, piangi appoggiandoti a me. Ti sostengo, in un delicato abbraccio, appena accennato, mentre Draco si mette a strillare, disturbato dai pizzi del tuo abito.
L’espressione della balia è di completo stupore, si avvicina d’alcuni passi, poi si ferma all’improvviso. Ho spostato il pizzo che sul tuo seno disturbava il bimbo ed ora lui è tornato a sorridere… ed anche tu sorridi, tra le lacrime, lo stesso splendido sorriso.
Ti amo Narcissa… ed amo tuo figlio.