Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 20/12/2013, 11:28
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I ♥ Severus


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Ok, Elly, ci penso io a inserire il tuo sorriso domani.

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:43
 
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L'ora della strega

Avevo già letto la storia che hai riproposto qui, ma l'ho riletta ancora con estremo piacere. Trovo come in questo piccola gemma preziosa del tuo repertorio sia tutto accuratamente messo al posto giusto, in un crescendo struggente che fa venire il groppo alla gola. In questo contesto, orchestrato alla grande, i passaggi che ho apprezzato di più sono quelli, straordinariamente commoventi e delicati, in cui descrivi il suo stupore che si trasforma in gioia davanti al più bel dono che la notte di Halloween avrebbe potuto fargli.
E la tua Lily è perfino difficile da odiare: questa Lily è portatrice di consolazione e sollievo necessari ad alleviargli una pena ormai divenuta insopportabile.
Poi, la rivelazione del suo destino arriva come un pugno nello stomaco, ma precede un finale che consola anche noi: "E' ora, Sev". Straziante, ma anche tanto confortante sapere come la terribile sofferenza, per lui, sia finalmente giunta al termine.
Acc... Elly, sarà che ormai mi sono ulteriormente rammollita, ma alla fine mi sono messa a frignare sul serio: è stupenda, non finirai mai di regalarmi emozioni! :wub:
 
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view post Posted on 20/12/2013, 11:40
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Prenotazioni per la 50a settimana di Sorrisi per Severus:

Sabato 21: Elly (43)
Domenica 22 : Monica (50)
Lunedì 23: Elly (44)
Martedì 24: Elly (45)



Prenotazioni per la 51a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 25: Leonora (51)
Giovedì 26: Ida (51)
Venerdì 27: Elly (46)
Sabato 28: Elly (47)
Domenica 29 : Monica (51)
Lunedì 30: Elly (48)
Martedì 31: Elly (49) ??? .....



Prenotazioni per la 52a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 1 gennaio: Leonora (52)
Giovedì 2 gennaio : Ida (52)
Venerdì 3: Elly (50) ??? .....
Sabato 4: Elly (51)??? .....
Domenica 6 : Monica (52)
Lunedì 6: Elly (52) ??? .....
Martedì 7: Angela (Yana)
Mercoledì 8: ??? .....

Premesso che Elly ha la precedenza finchè non ha recuperato il ritardo, poichè ormai siamo agli sgoccioli dell'anno, chi ha lavori da inserire, anche se per ora solo in cantiere, lo comunichi e verrà inserito nelle prenotazioni, eventualmente anche inserendo più di un sorriso per giorno.
Laddove Elly è indicata con i punti interrogativi a lato, significa che, per il momento, non è ancora certa di avere la storia pronta, quindi se ci fosse anche un sostituto saremmo tutti più tranquilli. Tenete conto che io posso sempre sostituirla, ma solo con materiale d'archivio, quindi se ci sono storie nuove cedo loro il passo.


Se tutte le quattro sfidanti settimanali rispettano gli impegni presi, rimane solo un giorno effettivamente vuoto: l'8 gennaio. E qui si scopre che un anno è composto da 52 settimane e 1 giorno (52 settimane e 2 giorni nei bisestili)...



Avanti, l'ultimo sforzo per regalare ancora tantil sorrisi a Severus!



Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:43
 
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view post Posted on 21/12/2013, 10:05
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Inserisco io un sorriso di Elly che non poteva.

n. 43

Titolo: Qual è la tua magia?

Autore: ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: Severus/ Hermione
Epoca: Post settimo anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
- Qual é la tua magia?
E' una domanda che le poni sempre quando ti fermi a contemplarla, quando lei riesce con pochi e semplici gesti ad allontanare il tuo passato, ogni ombra e ogni cattivo pensiero. E' il tuo patronus contro i brutti ricordi.
Il tuo luminoso, riccioluto Patronus.

Parole: 1.417

Qual è la tua magia?

E' una giornata calda, con un sole splendente e un leggero venticello che porta frescura e quiete.
Ti sei alzato presto questa mattina di Giugno inoltrato.
Ti sei alzato e ti sei preparato con calma. E' una giornata importante, speciale e vuoi essere perfetto, impeccabile, degno della tua compagna.
Hai fatto un lungo bagno ristoratore che ha rinfrescato le tue membra ancora intorpidite dal sonno e dalla notte di passione appena trascorsa.
La tua compagna si è svegliata prima ed è andata a prepararsi con sua madre nel suo vecchio appartamento vicino a Diagon Alley. Svegliarti con il letto vuoto non ti piace, nonostante tu abbia passato anni in un letto freddo, ma l'hai lasciata fare: questa giornata è speciale anche per lei. Soprattutto per lei.
Quando sei uscito dalla vasca ti sei guardato allo specchio, ti sei rasato e pettinato fermando i capelli con un nastro di seta nero che si mimetizza perfettamente con la tua chioma.
Finalmente, dopo anni di doppi giochi, spionaggi degni di un libro giallo e due guerre, dimostri gli anni che hai realmente. Non sembri più un vecchio pipistrello.
Il tuo corpo porterà per sempre i segni della guerra, ma non hai più quelle brutte occhiaie che sottolineavano le tue notti trascorse sveglio, ossessionato dalle tue colpe.
Hai lasciato i vestiti sulla poltrona ai piedi del letto per evitare che si sgualcissero, odi sembrare sciatto, specialmente quando devi stare in mezzo alla gente.
Ti vesti velocemente, ogni tanto lanci veloci occhiate al letto sfatto e le immagini di voi due che vi amate con passione ti tornano alla mente facendoti sorridere.
Un sorriso innamorato.
Apri l'anta dell'armadio e cerchi di sistemare il cravattino guardandoti nell’alto specchio.
Un tempo la tua immagine ti avrebbe suscitato un senso di repulsione. Hai sempre odiato il tuo riflesso, quello che rappresentava, quello che eri diventato per un errore di gioventù.
Hai sempre rivisto i visi di chi avevi ucciso in quello specchio, e dopo la tua miracolosa sopravvivenza al morso di Nagini avevi odiato ancora di più la tua sporca immagine di eroe sopravvissuto.
Per mesi, anni, avevi pensato che era ingiusta la tua sopravvivenza. Tu che avevi portato morte e dolore. Tu, che non eri stato in grado di salvare delle vite, eri sopravvissuto mentre altri più meritevoli di essere salvati erano morti in modi orribili.
Ti fissi allo specchio e quel passato torna a tormentarti con le sue urla di dolore e i suoi volti sofferenti. E lei ti é sempre accanto, sente il tuo dolore, lo condivide, lo sopporta con te, per te. E' bellissimo che qualcuno ti ami così intensamente da dividere l'eterno dolore della tua anima.
E mentre ti fissi allo specchio con il cravattino ancora in mano, mentre il passato fa capolino nel tua vita ora felice lei, entra nella stanza.
Passato e presente si fondono sulla superficie dello specchio.
E' bellissima, avvolta da quel vestito bianco e nero, con i capelli sciolti sulle spalle nude, sistemati in morbidi boccoli che le incorniciano il viso truccato, le labbra rosso fuoco che attirano immediatamente la tua attenzione.
Vi fissate attraverso lo specchio. Le sorridi debolmente come a dirle che quei fantasmi hanno deciso di farti una visita proprio questo giorno in cui sei sereno. Lei non dice nulla, appoggia la minuscola borsetta sul comò e si avvicina. I tacchi risuonano nella stanza silenziosa.
Ti fa voltare e ti sorride prendendo il cravattino dalle tue mani.
Ti ordina con un lieve cenno di sollevare il mento e tu le ubbidisci, sorridendole, senza dire nulla.
- Guarda solo me, Severus. - sussurra dolcemente, sollevandoti il colletto della camicia bianca come il suo vestito.
Lasci che ti sistemi il cravattino così come ha sistemato e messo ordine nella tua vita. Unendo i lembi strappati della tua anima, usando le parole che spesso tu hai dovuto trattenere per le ferite alla gola che ti hanno reso muto per parecchi mesi.
Ancora ricordi il giorno che te la sei ritrovata in camera subito dopo il tuo risveglio al San Mungo. Era seduta su una poltrona accanto al letto, stava leggendo un romanzo babbano di cui hai dimenticato il titolo. Il libro le era caduto di mano quando si era accorta che ti eri svegliato ed era corsa fuori urlando cercando aiuto.
Muto e impotente ti eri limitato a fissarla con astio, domandandole silenziosamente cosa stesse facendo nella tua camera. E lei parlava... parlava... parlava... senza sosta, senza tregua, ignorando ogni tua occhiataccia. Hai desiderato che tacesse per settimane, spesso fingendo di dormire per evitare di sentire i suoi sproloqui.
Ti sei anche dovuto sorbire l'ultimo litigio con l'ex fidanzato rosso che l'accusava di tenere più a te, odiato professore bastardo di un tempo, che a lui, neo fidanzatino che aveva appena perso un fratello.
Sempre dormendo hai sentito le sue lacrime, le sue scuse e la porta che Weasley aveva sbattuto alle sue spalle troncando la loro relazione. Lei si era appoggiata al letto e aveva continuato a piangere fino a quando non aveva avvertito la tua mano tra i suoi riccioli indomabili in un muto sostegno.
Conoscevi fin troppo bene il dolore di un cuore spezzato.
Nonostante tutto aveva continuato a parlare e ogni giornata era accompagnata da un sorriso. E presto quei sorrisi sono diventati quasi indispensabili per te.
- Stai zitta. - le avevi detto quanto avevi ripreso l'uso della parola, libero dal veleno di Nagini – Ora lascia parlare me petulante, irritate SoTutto.
Ma non le hai detto più nulla, ti sei limitato solo a baciarla.
Da quel giorno sono passati tre anni.
Sempre insieme, sempre uniti, innamorati, felici.
Ed ora sei vestito con uno smoking nero, pronto per presenziare al rinnovo delle promesse nuziali dei suoi genitori come suo fidanzato.
Il tocco delicato delle sue dita contro la pelle del collo ti desta dal passato, da quella vita che non ti sembra più tua. La osservi ed ogni giorno ti sembra più bella, più desiderabile e tu ti senti sempre più fortunato.
A volte pensi che non sia possibile che ad un uomo come te sia stata donata una seconda possibilità tanto dolce e sensuale.
Mentre lei ti sfiora il collo con gli occhi fissi sul cravattino, concentrata su quel semplice lavoro, appoggi delicato le mani sui suoi fianchi morbidi e lasci che le tue dita giochino un po’ con la stoffa leggera del vestito.
La vedi sorridere mentre le sue esperte dita intrecciano il tessuto del cravattino, così come ha intrecciato i vostri cammini.
- Mi distrai, professore. - sussurra divertita iniziando a fare il nodo.
Le sorridi continuando le tue lente carezze attraverso la stoffa, la sua pelle è calda e il suo profumo annebbia i tuoi sensi come una dolce droga.
- Qual'è la tua magia?
E' una domanda che le poni sempre quando ti fermi a contemplarla, quando lei riesce con pochi e semplici gesti ad allontanare il tuo passato, ogni ombra e ogni cattivo pensiero. E' il tuo patronus contro i brutti ricordi.
Il tuo luminoso, riccioluto Patronus.
Lei sistema il fiocco del papillon e solleva lo sguardo su di te.
- Qual'è la tua magia? - le chiedi di nuovo le tue mani salgono sulle sue guance accarezzandola piano, come se fosse di porcellana.
- Amarti... - ti sussurra accarezzando il collo della giacca.
Sempre la stessa domanda. Sempre la stessa risposta. Sempre le stesse intense emozioni.
- Quel rossetto è una terribile tentazione. - le dici osservandole improvvisamente le labbra rosse – Passerò tutta la giornata a bramare le tue labbra rosse ed invitanti.
Lei sorride maliziosa ti allaccia le braccia al collo.
- Lo so.
Ti chini sul suo viso, ti vedi riflesso nei suoi occhi e quell'immagine non ti fa ribrezzo o paura, i fantasmi del passato, per oggi, sono andati via.
- Piccola serpe. - sussurri divertito con un filo di voce prima di baciarla.
Un bacio lento, profondo, carico di passione e già senti il tuo corpo rispondere, vorresti avere un po' più di tempo per amarla come la notte appena trascorsa.
Vi separate lentamente, lei sorride; ha gli occhi luminosi, pieni d'amore, pieni di vita e le sue labbra sono sempre rosse, luminose, piene.
Hai imparato ad apprezzare molte cose da quando è nella tua vita, compreso il rossetto magico.
- Puoi baciarmi anche davanti ai miei genitori.
Con riluttanza vi separate, lei prende la sua minuscola borsetta e tu chiudi l'anta dell'armadio con un tocco di bacchetta.
- Non come vorrei io.- le sussurri all'orecchio facendola arrossire.
Ti piace quando arrossisce in quel modo.
- E' meglio se andiamo. - le dici posandole una mano sulla schiena – O i tuoi genitori si ritroveranno senza testimoni.
Lei ridacchia e si sbriga ad uscire con un sorriso malizioso sulle labbra e negli occhi nocciola.

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:44
 
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kijoka
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Nr.50

Autore/data: Kijoka – 25 novembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo- romantico
Personaggi: Severus Piton - personaggio originale
Pairing: Severus Piton - personaggio originale
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: E l'amore travolse il tempo.
Parole/pagine:4​53/ ​1.



Contatto

​I giorni si rincorrevano, colmi di scoperte e nuove sensazioni.
Attimi senza tempo che incrementavano fiducia e conoscenza.
Ciò che tra loro era stato appena riconosciuto si tramutò in speranza per il futuro.
Dopo aver a lungo atteso, il mistero si rivelò parte della vita.
​La dolcezza di Joy​, dagli occhi turchesi come il mare, arrivò a fondersi con l'ardente fuoco scuro di Severus.
Il turchese dell'oceano incontrò la nera tenebra.
Gli occhi scuri di Severus: neri come ossidiana lucida, antica anima, lava pietrificata. ​Pietra sempre uguale a se stessa, levigata e scura.​
Nata dal cuore di un vulcano e in esso vissuta.
Il nero degli occhi di Severus si illuminò di riflessi splendenti mentre guardava negli occhi della donna che amava, quasi che un calore immenso e indomabile si fosse acceso dentro di lui.
Nell'anima del mago l'amore operò il prodigio e tramutò i freddi occhi scuri in fuoco ardente.
E come solo il calore​ infinito​ delle viscere della terra poteva liquefare la pietra​, così la fiamma impetuosa dell'amore lo prese con sé, insegnandogli il mistero della vita.​
​Il sangue pulsò più veloce nelle vene, risvegliando i suoi sensi e travolgendo ogni pensiero, come la lava nata dal cuore del vulcano, scorre lungo le sue pendici senza alcun ostacolo a trattenerla.
La lava ardente, scura e fredda all'esterno quanto incandescente e rovente all'interno, ​scivola nel blu scuro dei ​liquidi ​abissi senza fine.
Tutto ​è bruciato e morto al suo passaggio, ma quel tocco mortale diventa nuova vita quando si fonde con ​l'acqua.
Il turchese oceano, acqua madre di vita, ​accoglie con semplicità la furia devastante del vulcano ​ che riversa rosso sangue infuocato nelle sue acque.
Da lì, da quell'incontro, ogni cosa ​proviene. Per loro​, in quel momento​, ​ogni cosa sarebbe cominciata.
La colata che brucia ogni cosa, accolta dall'acqua, diviene nuova terra ​, sul​la ​quale costruire, dove la fertilità del suolo regalerà insperati frutti.
Vita.
Il vapore che i due elementi creano, che​ al loro contatto scaturisce, non è che acqua divenuta fuoco.
Così successe alle loro anime.
Severus sentì l'amore di Joy inondargli il cuore e colmarlo, come un contenitore lasciato per troppo tempo vuoto ​. Poi ​il sentimento ​ ​lo avvolse in un abbraccio vitale, come l'acqua quando chiude le sue onde lambendo, ora con vigore e furia, ora con calma e dolcezza, le scoscese pendici di un vulcano ​ e le nuove sue propaggini, create dalle colate roventi provenienti dall'anima fiammeggiante ed impetuosa​. ​
Severus cedette parte della sua rovente anima, senza perderla, solo trasformandola in altro da sé. Proprio come la lava, a contatto con le tiepide acque dell'oceano diventa in un attimo roccia solida ed indistruttibile.
E l'amore travolse il tempo.​

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:44
 
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n. 44

Titolo: Baffi d'inchiostro

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Malinconico
Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton. Lily Evans
Pairing: Hermione / Ron, Severus / Lily
Epoca: 6 anno
Riassunto:
Vide entrambi arrossire e, nonostante tutto, invidiò il ragazzo che riusciva a superare il confine della timidezza. Che la sfiorava nonostante l'imbarazzo e il sentirsi perennemente inadeguato per una come lei.
Parole: 884

Baffi d'inchiostro

Severus Piton entrò nella grande biblioteca della scuola dopo la cena in Sala Grande dove aveva consumato un veloce pasto.
In quel periodo aveva decisamente poco appetito. Alla sua destra Silente con la mano annerita dalla maledizione, davanti a lui Draco sempre più pallido, sempre più isolato.
Prima la collana maledetta, poi il vino avvelenato.
Gli si chiudeva lo stomaco, non sapeva come salvare Albus, e salvare Draco richiedeva un gesto che la sua anima si rifiutava di accettare.
Cercare di riparare i gesti maldestri del ragazzo gli portava via anche quel poco di energie che gli erano rimate.
Appoggiò la forchetta sul piatto, l'arrosto e le patate ad occupare ancora almeno la metà del piatto, e si alzò sotto lo sguardo preoccupato del Preside e della vicepreside.
Mentire a Minerva era la parte più dura del suo lavoro, negli anni aveva imparato a considerarla un'amica e l'idea di farsi odiare da lei era uno spillone in più nel suo cuore martoriato.
Avrebbe sopportato l'odio di tutti, ma non il suo.
Sospirò nella silenziosa biblioteca, era un sospiro di sollievo e calma. A quell'ora non c'era praticamente nessuno e poteva, per qualche minuto, essere un po' più se stesso.
Si incamminò verso uno dei suoi reparti preferiti e iniziò a far vagare lo sguardo alla ricerca di una lettura per la serata, possibilmente leggera. Aveva un disperato bisogno di far vagare la mente altrove, di pensare ad altro almeno per qualche ora. Sapeva che, presto, non avrebbe più potuto concedersi quel lusso.
Passò alla sezione di trasfigurazione avanzata e si bloccò quando vide un lume acceso su uno dei tavoli da studio. Si avvicinò lentamente, era ora di cena, nessuno studente avrebbe messo piede in biblioteca a quell'ora. Se c'era qualcuno stava certamente pensando di infrangere qualche regola.
Restando nell'ombra dello scaffale intravide la sagoma di una studentessa china sui libri. Non stava scrivendo, non stava leggendo, si era addormentata sul tavolo.
Il pozionista fece una smorfia di disappunto per l'utilizzo poco consono dei preziosi libri della biblioteca e si stupì ancora di più quando riconobbe la chioma riccia della studentessa del sesto anno.
Con un ghigno divertito si voltò verso lo scaffale cercando il libro più grosso e pesante da sbattere su quello stesso tavolo.
Quando trovò un libro sui mille utilizzi della trasformazione dei fiammiferi in scarafaggi e bottoni, un libro del tutto inutile troppo voluminoso e decisamente noioso, lo fece scivolare lentamente e silenziosamente nella mano.
- Hermione... - un sussurro appena udibile arrivò dai tavoli.
Severus si voltò trovando Weasley che toccava delicatamente la spalla della compagna.
- Hermione... svegliati... ti stai perdendo la cena.
Con il pesante libro in mano il mago si appoggiò alla libreria con la schiena, quella scena gli era famigliare.
Durante il suo quinto anno, quando l'ansia preesame era forte e lo stress faceva decisamente fare a tutti cose insensate, lui si era ritrovato in più di un'occasione in biblioteca a dover svegliare Lily. Erano gli ultimi ricordi felici che aveva con lei.
Prima che il suo orgoglio ferito avesse il sopravvento.
Si addormentava sui libri di testo e sulle pergamene con la chioma ramata che brillava come rubini sotto la luce fioca del lume.
A volte restava a guardarla qualche minuto, senza osare sfiorarla.

- Lily... Lily sveglia! Questo non è né il momento né il luogo per fare un riposino.


- Oh no! - il piccolo urlo della Granger lo riportò alla realtà – Come ho fatto ad addormentarmi in biblioteca?

- Sev! Perché non mi hai chiamato prima? Ho rovinato tutto il tema!


Il sedicenne ridacchiò e anche le labbra di Severus si incurvarono in lieve sorriso. Non di scherno, non ironico, ma un sorriso malinconico, perché anche quella scena lo riportava indietro nel passato.
- Cos'hai da ridere Ronald Weasley? - domandò evidentemente seccata la strega mentre si affrettava a mettere a posto libri e pergamene.

- Perché stai ridendo, Sev?


Con un sorriso lieve ed innamorato il giovane Weasley accarezzò la guancia della strega.
Vide entrambi arrossire e, nonostante tutto, invidiò il ragazzo che riusciva a superare il confine della timidezza. Che la sfiorava nonostante l'imbarazzo e il sentirsi perennemente inadeguato per una come lei.
Erano sensazioni che Severus conosceva molto bene. Aveva desiderato molte volte accarezzare Lily proprio come stava facendo ora Weasley con la Granger, ma la timidezza, l'imbarazzo e quel sentirsi sempre troppo poco di fronte a lei lo avevano frenato per tutta la vita.
E l'aveva persa per sempre.
- Ti sei addormentata su un tema, Hermione. - spiegò il rosso prendendo un fazzoletto – Hai delle macchie di inchiostro sulla guancia.

- Perché non mi hai detto che ho dei baffi di inchiostro Severus? Sei crudele!


La strega avvampò mentre cercava di pulirsi con il fazzoletto che Ron le aveva prestato.
- Gr... grazie Ron.
Uscirono dalla biblioteca e Severus rimise a posto il grosso tomo.
Si voltò bruscamente quando con la coda dell'occhio vide un ragazzino del secondo anno fissarlo e si rese conto che aveva ancora quel sorriso malinconico sulle labbra. Quel sorriso che gli era naturale quando pensava a lei.
- Cos'hai da guadare Jones? - sbottò irritato, il sorriso scomparso velocemente dalle labbra, rimesso nel cuore dove l'amore di Lily regnava sovrano da vent'anni – Cinque punti in meno a Tassorosso.
 
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view post Posted on 23/12/2013, 18:13
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Ricordatevi di inviare le vostre storie a Magie Sinister Storie!



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Rimetto l'elenco per memoria


Prenotazioni per la 50a settimana di Sorrisi per Severus:

Martedì 24: Elly (45)



Prenotazioni per la 51a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 25: Leonora (51)
Giovedì 26: Ida (51)
Venerdì 27: Elly (46)
Sabato 28: Elly (47)
Domenica 29 : Monica (51)
Lunedì 30: Elly (48)
Martedì 31: Elly (49) ??? .....



Prenotazioni per la 52a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 1 gennaio: Leonora (52)
Giovedì 2 gennaio : Ida (52)
Venerdì 3: Elly (50) ??? .....
Sabato 4: Elly (51)??? .....
Domenica 6 : Monica (52)
Lunedì 6: Elly (52) ??? .....
Martedì 7: Angela (Yana)
Mercoledì 8: Angela (Yana)



Premesso che Elly ha la precedenza finchè non ha recuperato il ritardo, poichè ormai siamo agli sgoccioli dell'anno, chi ha lavori da inserire, anche se per ora solo in cantiere, lo comunichi e verrà inserito nelle prenotazioni, eventualmente anche inserendo più di un sorriso per giorno.
Laddove Elly è indicata con i punti interrogativi a lato, significa che, per il momento, non è ancora certa di avere la storia pronta, quindi se ci fosse anche un sostituto saremmo tutti più tranquilli. Tenete conto che io posso sempre sostituirla, ma solo con materiale d'archivio, quindi se ci sono storie nuove cedo loro il passo.


Avanti, l'ultimo sforzo per regalare ancora tantil sorrisi a Severus!



Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:45
 
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Elly, batti un colpo, oggi tocca a te!

Inoltre, che mi dici delle storie dopo la numero 48? Le hai pronte o no?


Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:45
 
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n. 46

Titolo: Solo un piccolo, innocente, semplice bacio

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale, romantico
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton.
Pairing: Hermione / Severus
Epoca: post guerra
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.

Parole: 2.256

Solo un piccolo, innocente, semplice bacio

C'erano poche cose che interferivano con la concentrazione di Hermione Granger. Il suo amore per i libri e per la conoscenza non aveva limiti.
Era stata capace di concentrarsi in una tenda in mezzo ai boschi, al freddo, affamata e con la concreta possibilità di trovarsi circondata dai Mangiamorte da un momento all'alto.
Dopo la guerra era quasi impossibile distrarla dallo studio se non in casi estremi.
Aveva passato gli ultimi due anni a rimettere in sesto il Ministero, aveva aiutato a ricostruire Hogwarts ed era tornata in Australia a riprendere i suoi genitori. Aveva passato alcune settimane divisa tra la Tana e il San Mungo dove i suoi genitori erano stati sotto osservazione.
La sua vita era stata di nuovo sconvolta alla fine dell'anno scorso quando Ron e Harry avevano deciso di intraprendere la carriera di Auror senza prendere i M.A.G.O.. A seguito di quella decisione Ron l'aveva lasciata con la scusa dell'addestramento, che non voleva distrazione e che voleva uscire dall'ombra di Harry.
Non c'era poi voluto molto a capire che aveva un'altra ragazza.
Quando l'aveva scoperto e l'aveva affrontato lui aveva confermato a testa bassa, accusandola di essere troppo presa da altro per accorgersi di lui e dei suoi sentimenti. Le aveva detto che era fredda, distaccata e sempre troppo attaccata ai libri.
L'aveva paragonata ad un iceberg.
Con il cuore spezzato si era ritirata in un piccolo appartamento a Diagon Alley dove aveva vissuto quasi un anno pensando al suo futuro. E senza mai smettere di studiare.
I libri, suoi amici e confidenti, non la giudicavano, non la guardavano con astio, non le spezzavano il cuore.
Quando aveva ricevuto il gufo da Hogwarts con la possibilità di finire la scuola, l'aveva colta al volo.
Era più grande degli studenti dell'ultimo anno di almeno due anni, la divisa era un po' ridicola sul suo corpo di donna, ma la indossava con orgoglio e a testa alta.
Era sola in quell’enorme castello.
Troppo grande per gli altri studenti, in molti la collegavano alla guerra, al passato e non volevano ricordare i tempi bui. Passava dei pomeriggi con Hagrid, a volte con la professoressa McGranitt, ma era in imbarazzo a frequentare i professori al di fuori delle ore di lezione.
I libri continuavano ad essere i suoi migliori amici. La biblioteca il suo personale rifugio sicuro.
Fino al suo arrivo.
Ombra tra le ombre del castello.
Lui con la sua voce di velluto e i suoi occhi di tenebra.
Severus Piton era stato salvato da un intervento miracoloso della professoressa McGranitt che l'aveva trovato ancorato alla vita nella Stamberga.
Era stato ricoverato per mesi, senza voler vedere nessuno se non la professoressa di trasfigurazione.
Aveva rifiutato le visite sue e di Harry, aveva rimandato indietro ogni lettera che aveva provato a scrivergli fino a quando non gli aveva scritto più.
E, con tutto quello che le era successo, non ci aveva neppure più pensato fino a quando non l'aveva ritrovato a Hogwarts, al posto di Preside.
Non era cambiato dalla guerra.
Era sempre lo stesso professore di un tempo. Vestito di nero, sarcastico, pungente, velenoso come le sue pozioni. Era il solito Severus Piton.
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.
Ed era accaduto così velocemente che se n'era resa conto quando, ormai, era troppo tardi.
E, questa volta, i suoi amati libri non potevano aiutarla.
Così quando quella mattina era entrato nell'aula di difesa aveva sentito lo stomaco aggrovigliarsi su se stesso.
- Il professor Plum ha l'influenza. - spiegò alla classe muta e spaventata dalla sua presenza – Visto che siete le uniche classi della giornata e siete dell'ultimo anno ho deciso di sostituirlo. Affronterete i M.A.G.O. tra pochi mesi e non potete concedervi il lusso di perdere delle preziose ore di lezione.
Nessuno aveva osato anche solo fiatare in classe. Hermione lo fissava dall'ultimo banco in fondo all'aula, non aveva perso la sua natura di brava studentessa, ma non alzava più la mano come un tempo, le sembrava di fare un torto ai compagni più giovani.
Lo sguardo nero del professore vagò per tutta la classe.
- Bene. Vi dividerete in coppie, voglio testare le vostre conoscenze in queste due ore. Non ci saranno voti, ma ho intenzione di parlare al professor Plum di eventuali carenze che riscontrerò. E so che ci saranno delle carenze.
La strega sorrise appena mentre, insieme ai suoi compagni, metteva a posto i libri e spostava la borsa vicino al muro.
I banchi sparirono con un semplice colpo di bacchetta del professore.
- Dividetevi in coppie!
Hermione rimase ferma mentre i suoi compagni sceglievano, escludendola come, ormai, era abituata. Si ritrovò da sola, senza compagno con cui sfidarsi.
Sentì lo sguardo di Piton addosso, si voltò verso di lui e gli fece un debole, impercettibile sorriso e alzò appena le spalle.
Severus alzò un sopracciglio.
- Mi deludete. - sentenziò camminando per l'aula sgombra – Soprattutto voi Corvonero, pensavo che tutti avreste fatto carte false per duellare con la signorina Granger che, oltre a me, ha molto da insegnarvi sulla difesa contro le arti oscure.
Tutti si voltarono a guardarla; Hermione sentì le guance andare in fiamme.
- Signorina Granger. - la chiamò il mago – Prego, al centro dell'aula.
Hermione camminò a testa alta, imbarazzata, ma decisa a dimostrarlo il meno possibile.
- Cosa devo fare, Signore?
- Duellare. - le labbra sottili del mago si incurvarono in un lieve sorriso tirato – Con me.
La strega temette di aver capito male. La sua voce era capace di confonderla, di incantarla e farle dimenticare tutto il resto.
- Mi... mi scusi... temo di non aver capito. - balbettò ormai incapace di celare il rossore sulle gote.
- Hai capito bene, Granger. - fece il mago leggermente infastidito togliendosi il mantello nero e appoggiandolo sulla cattedra – Visto che i tuoi compagni non sanno sfruttare le occasioni, tu duellerei con me.
Era inutile fare altre domande. Hermione seguì l'esempio del professore, si tolse il mantello e lo appoggiò sulla borsa per terra. Si posizionò davanti a lui.
Si sentiva a disagio con quella divisa addosso, la faceva sembrare più piccola di quello che in realtà era. Voleva farsi vedere donna, ma non c'erano molte occasioni per dimostrarglielo.
Impugnò bene la bacchetta, con la coda dell'occhio vide due compagni di Grinfondoro scambiarsi delle monete, le ricordò Fred e George durante il Torneo Tre Maghi.
Attorno a lei e Piton comparve un cerchio rosso.
- Bene Granger. - fece il mago stringendo la bacchetta – Il primo che fa uscire l'altro dal cerchio ha vinto il duello. Le regole sono semplici, nessun incantesimo per ferire e l'utilizzo solo di incantesimi non verbali.
Annuì solamente cercando di concentrarsi il più possibile, trovandolo difficile mentre si perdeva nei suoi occhi neri e la sua voce le accarezzava la pelle.
Il primo incantesimo che le lanciò la colse preparata, ma era solo all'inizio. Mentre mentalmente ripassava tutti gli incantesimi del suo repertorio, Piton lanciò un'altra fattura, questa volta prendendola di sorpresa. La schivò all'ultimo, spostando la testa di lato e sentendo l'incantesimo a pochi millimetri dall'orecchio.
- Pensa meno, Granger. - la corresse lui – Il duello é istintivo, sono certo che nella Foresta di Dean non sei stata lì a pensare agli incantesimi che potevano esserti utili. Hai agito e basta.
Il riferimento al passato, a quella guerra che non faceva parte della vita i quei giovani studenti, ma della loro vita la fece sorridere, non rispose e lanciò l'incantesimo intenzionata a colpirlo. Piton lo deviò facilmente, ma c'era un luccichio nei suoi occhi di ossidiana che le fece tremare le gambe.
Continuarono per una decina di minuti a ritmo incalzante, senza parlare, senza guardarsi attorno. Gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Corvonero seguivano lo scontro con interesse e partecipazione. Hermione sentì due compagni fare il tifo per lei.
L'ultimo incantesimo che parò fu troppo forte, ruppe la sua barriera e la spinse fuori dal cerchio.
Aveva perso ma nonostante tutto stava sorridendo.
- Bene. – fece il professore facendo sparire il cerchio dal pavimento e fissando gli altri studenti – Mettetevi a qualche metro di distanza e iniziate a duellare. Non voglio feriti. Granger, tu hai già duellato, aiutami ad controllare la classe.
Aiutarlo come assistente alla lezione era bello e le permetteva di fantasticare un po’ su di lui. Passava tra i compagni e cercava di dare una mano quando vedeva qualcuno in difficoltà. Nell’aula non volava una mosca, molti erano concentrati sugli incantesimi da lanciare, alcuni borbottavano la formula cercando di non farsi scoprire.
Gli passò accanto un paio di volte, lui era concentrato sulla lezione, lei ci provava, ma anche solo sfiorarlo le faceva dimenticare tutto il resto. Quando uno studente di Corvonero rischiò di rompersi il naso con una fattura venuta male Hermione riprese coscienza di sé. Si concentrò e non guardò più Piton per tutta la lezione.
La campanella le sembrò suonare troppo presto. Tutti si affrettarono a prendere le rispettive borse per la lezione successiva. Lei aveva un'ora di buco, ci mise più tempo del necessario a prendere la borsa.
- Granger, - la chiamò Piton iniziando a far ricomparire i banchi – ho bisogno di parlarti.
Con un sorriso appoggiò la borsa sul banco che era comparso e aspettò che l'ultimo compagno uscisse dall'aula.
La porta si richiuse magicamente da sola.
Quando furono soli, Severus si appoggiò alla cattedra e incrociò le braccia al petto, il mantello era ancora abbandonato sulla scrivania, il suo era ammucchiato sulla borsa.
Si avvicinò con il cuore che batteva così forte in petto che aveva paura che le spaccasse qualche costola.
- Granger...- fece lui fissandola intensamente – sei distratta oggi.
- Mi dispiace, signore. - rispose mortificata.
Il Preside fece un mezzo sorriso ironico.
- Posso comprendere che la dichiarazione fatta questa mattina in Sala Grande di Eric O'Brian l'abbia presa di sorpresa, ma...
Hermione fece una smorfia. Quella mattina un ragazzo del sesto anno di Grifondoro aveva urlato in tutta la Sala Grande di essersi innamorato di lei facendola vergognare come mai prima d'ora.
- Eric è stato poco delicato, - rispose – ho già avuto a che fare con un ragazzo così. E credo che non vorrò ripetere l'esperienza. Non é lui che mi fa perdere la concentrazione.
Piton sorrise, questa volta un sorriso vero, autentico, probabilmente uno di quelli che riservava solo a lei.
Era stato quel sorriso a farla innamorare.
Hermione sentì che stava per esplodere dall'emozione.
Severus si staccò dalla cattedra e annullò la distanza che li separava, Hermione si ritrovò a trattenere il respiro mentre lui le accarezzava un ciocca di capelli. Il suo profumo le invase i polmoni, sentiva il calore del suo corpo, la grande mano dalle affusolate dita si spostò sulla sua guancia in fiamme.
Chiuse gli occhi per non cedere alla tentazione di fare qualcosa di estremamente stupido in un’aula vuota, con la porta chiusa, con gli studenti che passeggiavano fuori da quella stanza.
- Severus…- balbettò non riuscì a capire se il suo era solo un debole bisbiglio o un urlo.
Forse un urlo del suo cuore.
Avvertì la sua presenza a pochi millimetri dal suo volto.
- Mi piace quando sussurri il mio nome. – le alitò nell’orecchio facendola gemere debolmente.
Alla cieca afferrò la sua casacca nera. Non poté evitarlo, aveva le gambe molli e rischiava di cadere se non si aggrappava a lui.
Sentì l’altra mano aprirsi sulla sua schiena.
Erano abbracciati. In un’aula vuota. Dopo una lezione. Con la porta chiusa e il mondo esterno che andava avanti ignorandoli.
- Severus… - balbettò – abbiamo… deciso di… attendere Giugno… dopo gli es…
Le labbra sottili del mago si posarono sulla sua guancia e la frase le morì in gola. Strinse di più la sua giacca nera e serrò ancora di più gli occhi, se li avesse aperti si sarebbe persa nel suo sguardo, nella sua anima, nella sua ombra.
Si sarebbe persa in lui.
- Non ti bacio da Capodanno…- sussurrò Severus, Hermione avvertì la sua bocca vicina, troppo vicina – sono passati quasi quattro mesi. Ho bisogno delle tue labbra. Ora. Subito. O non arriverò mai a Giugno.
La strega sorrise nell’udire l’urgenza di baciarla in quel preciso momento.
Aprì gli occhi immergendosi nel mare in tempesta dei suoi. Nei suoi occhi di tenebra brillava la fiamma della passione sopita e del desiderio di avere anche solo un pezzetto di lei per poter mantenere quella promessa che si erano scambiati quella notte di Capodanno.
- E’ solo un bacio…- continuò il mago baciandole ancora una volta la guancia – un piccolo…- e le sue labbra si avvicinarono ancora un poco alla sua bocca – innocente…- e questa volta fu l’angolo delle labbra ad essere baciate – semplice bacio.
Hermione sapeva bene che i baci di Severus non erano piccoli, innocenti, semplici baci. Sapevano di perdizione, lussuria e proibito.
Hermione sorrise, poteva sentire il calore delle labbra di Severus sulle sue eppure non si stavano ancora baciando.
Lui la stava provocando, voleva che fosse lei ad annullare quella misera distanza.
Era il suo personale angelo tentatore.
- E' pericoloso, professore. - mormorò ad un soffio da quelle labbra sottili.
- Non ti preoccupare. Metterò una buona parola per te al Preside.
Era un gioco di seduzione che Hermione voleva perdere, era passato così tanto da quel loro primo ed unico bacio che voleva assaporare ancora le sue labbra.
Annullò la distanza e si perse in lui, con lui.

CITAZIONE
Inoltre, che mi dici delle storie dopo la numero 48? Le hai pronte o no?

Ne ho pronto uno solo, ma vorrei tenerlo per ultimo.
Mi mancano tre sorrisi, ti direi una bugia se ti dicessi che ce li ho in mente.
Ma, mi conosci, arrivo sempre all'ultimo. ;)
 
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CITAZIONE (ellyson @ 24/12/2013, 18:56) 
Ne ho pronto uno solo, ma vorrei tenerlo per ultimo.
Mi mancano tre sorrisi, ti direi una bugia se ti dicessi che ce li ho in mente.
Ma, mi conosci, arrivo sempre all'ultimo. ;)

Ok.
Se sei in difficoltà tremenda avvertimi almeno il giorno prima che subentro con qualcosa di archivio.
Altrimenti... io conto su di te! ;)


Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:45
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 24/12/2013, 21:09) 
Ok.
Se sei in difficoltà tremenda avvertimi almeno il giorno prima che subentro con qualcosa di archivio.
Altrimenti... io conto su di te! ;)

Don't worry. :shifty: :B):
 
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Autore/data: Alaide - 6 - 10 novembre
Beta reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio Originale
Pairing: Personaggio Originale/Severus Piton
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La stanza era quanto di più banale potesse esserci ed ancora più banale era la porta che si apriva di fronte a loro. Eppure non v'era nulla di banale in quella porta, si disse Melusine, voltandosi per un istante verso Severus.
Note: Il titolo del capitolo si rifà ad una parte della forma-sonata instabile dal punto di vista armonico, quindi piuttosto dissonante, ma di una dissonanza che tende alla consonanza.
È il seguito di Dissonanze
Parole: 1732


Finale in quattro movimenti
3. Transizione



La stanza era quanto di più banale potesse esserci ed ancora più banale era la porta che si apriva di fronte a loro. Eppure non v'era nulla di banale in quella porta, si disse Melusine, voltandosi per un istante verso Severus.
L'arrivo di una convocazione da parte del tribunale dei minori, per quel giorno di gennaio, era arrivata come un fulmine a ciel sereno. La stessa speranza di ricevere notizie circa la domanda di adozione stava scemando lentamente nella donna, i cui sorrisi si erano fatti progressivamente più rari e spenti. Eppure quando era arrivata quella convocazione, Melusine aveva sorriso e nel suo sorriso era ricomparsa la speranza, quella speranza che sembrava essere perduta, nella lunga attesa.
Severus non voleva permettersi di sperare, per quanto vi fossero stati dei momenti, nei tre giorni che avevano seguito l'arrivo della convocazione, in cui si era ritrovato ad essere influenzato dal sorriso della moglie, da quel sorriso colmo di speranza e dell'amore che la donna provava per lui, quell'amore che non riusciva a ricambiare, nonostante vi fossero dei rari momenti in cui gli sembrava di provare, oltre al rispetto e alla stima, un sentimento d'affetto per Melusine. In quei momenti, spesso quando si trovava nella completa solitudine del suo laboratorio, riusciva a pensare alla donna come alla sua sposa.
Durante le prime settimane di matrimonio, era stato difficile non rivolgersi a lei come faceva prima, quando lo visitava in carcere, quando era ancora la signorina Fairchild. C'era voluto tempo perché diventasse Melusine nella sua mente ed ancora di più perché vi fossero quei momenti in cui la considerava realmente sua moglie, la donna che aveva sposato, la donna con la quale aveva giurato di condividere la vita.
«Sono in ritardo.» mormorò nervosamente Melusine, osservando un orologio che ticchettava con fin troppa forza nel silenzio della stanza.
Severus annuì soltanto.
Stava ricominciando l'attesa, per quanto questa sarebbe stata di più breve durata rispetto ai mesi che li separavano dal giorno in cui avevano presentato domanda di adozione.
Sul volto di Melusine era comparso un sorriso incerto, per quanto non privo di speranza, una speranza lieve e appena accennata, ma pur sempre una speranza.
L'uomo avrebbe voluto poter condividere la speranza della moglie, ma non riusciva - e non voleva - farlo. Una disillusione, in quel momento, sarebbe stata terribile, lo avrebbe schiacciato, con peso pari a quello delle sue colpe. Sapeva che era unicamente a causa sua se si ritrovavano in quella situazione.
Era unicamente a causa sua se Judith era ancora in quell'orfanotrofio.
Era unicamente a causa sua se Melusine aveva deciso di sposarlo.
Sapeva che la donna lo amava. Lo leggeva, ora che sapeva dove guardare, nel suo sorriso e nei suoi occhi marroni. Lo vedeva nelle piccole azioni di ogni giorno, nelle minuzie che accompagnavano la loro vita coniugale.
Sapeva anche che sarebbe giunto il giorno in cui sarebbe riuscito a ferirla. Forse lo aveva già fatto il giorno in cui Melusine aveva, nel riordinare la camera, trovato la foto di Lily. Forse lo aveva già fatto quella notte in cui l'aveva resa sua moglie. L'attesa logorante lo aveva spinto a cercare conforto tra le sue braccia e, dopo, gli era sembrato unicamente di averla utilizzata, come se avesse pagato una prostituta. Da quella notte, non l'aveva più sfiorata, anche se non era stato in grado di scacciarla, quando, durante il sonno, gli si accoccolava contro. Forse l'aveva già ferita quella notte, quando ne aveva usato il corpo. Forse l'aveva ferita durante le lunghe notti successive, quando si era trattenuto dallo sfiorarla, dal cercare di fermare il logorio dell'attesa con il conforto che poteva dare il contatto fisico.
E se non l'aveva ferita in quelle occasioni lo avrebbe fatto, presto o tardi.
Melusine avrebbe meritato di sposare qualcuno che la amasse come meritava, qualcuno che ne osservasse il sorriso e riuscisse a ricambiarlo, qualcuno che non fosse così ancorato al passato da non riuscire a lasciar andare una donna morta da decenni.
Un uomo che non aveva un passato colmo di colpe, un uomo che non era lui, che non meritava tanto amore e tanta silenziosa dedizione.
La porta si aprì con cigolio che parve riempire il corridoio immerso in un silenzio interrotto unicamente dal ticchettare dell'orologio.
Melusine alzò lo sguardo, aspettandosi di vedere uscire una segretaria che li invitasse ad entrare. Quelli che incontrò furono due occhi colmi di disprezzo.
Gli occhi di suo padre.
Il lieve sorriso che, fino ad allora, era apparso sulle sue labbra, si spense di colpo. Sentì il timore farsi strada dentro di sé.
Suo padre, che si era fermato davanti a lei e a Severus, la stava fissando come si fissa il peggiore dei criminali. E, per quanto, fossero anni che non parlava con lui, sentì le lacrime pungerle gli occhi. Forse aveva stupidamente creduto che un giorno potesse riallacciare i rapporti con la sua famiglia, ma quello sguardo le gelava il sangue nelle vene.
«Vi stanno aspettando e spero che avrete entrambi quello che meritate.» disse il giudice, continuando a fissare la figlia.
Melusine divenne di un pallore quasi spettrale. Riusciva ad immaginare perfettamente cosa volesse dire il padre. Era quello che temeva potesse accadere, per quanto quella convocazione l'avesse riempita di speranza. Il ritardo e l'attesa in quel momento avevano un volto. Quello dell'uomo che le aveva insegnato ad andare in bicicletta, che, un tempo, era stato orgoglioso di lei, quando prendeva un bel voto in una verifica.
Il volto di suo padre.
E sapeva anche che l'uomo avrebbe voluto - e sperava che così accadesse - che a Severus venisse proibito di vedere Judith.
«Nessuno ha chiesto la sua opinione, giudice.»
Melusine sobbalzò quasi sentendo la voce del marito. E se quelle parole fossero state rivolte a lei, avrebbe tremato, tanto veleno contenevano nella freddezza con cui erano state pronunciate. Sembrava quasi che la qualifica di suo padre fosse divenuta un insulto.
E forse il giudice Fairchild stava tremando interiormente, perché, dopo averle lanciato un ultimo terribile sguardo se ne andò senza aggiungere una parola.
Il silenzio cadde nuovamente sulla stanza. A Melusine parve che Severus le stesse dando il tempo di ricomporsi e, dopo qualche lungo istante scandito dal ticchettio dell'orologio, gli rivolse un sorriso lieve, colmo di riconoscenza per il modo con cui era riuscito ad allontanate il giudice, colmo dell'infinito amore che provava per lui.
Una altra manciata di ticchettii e si alzarono in piedi. La porta si aprì, dopo che ebbero bussato e, pochi istanti dopo, si ritrovarono davanti alla scrivania dell'addetta del tribunale dei minori che aveva preso in carico la loro domanda di adozione.
«Signori Piton, credo che sia mio dovere porgervi le scuse per la vostra lunga attesa.» disse la donna che si trovava dall'altra parte della scrivania sulla quale troneggiava una pratica battezzata Judith Dyer. «Il caso che mi si è prospettato non è di certo dei più usuali e questo non ha di certo facilitato il mio compito.»
La donna fece una pausa, che parve unicamente prolungare l'attesa. A Severus parve quasi che l'addetta del tribunale dei minori volesse unicamente rigirare il coltello nella piaga di una decisione già presa con il beneplacito del giudice Fairchild. Al sul fianco, Melusine era di nuovo pallidissima e sulle sue labbra era apparso in sorriso nervoso ed incerto, privo della speranza che era comparsa nei brevi giorni precedenti e nella stanza dove avevano atteso, fino a quando il padre non era uscito dalla porta da cui loro erano entrati.
«Non è stato facile giungere ad una conclusione, ancor meno considerando le pressioni che sono state fatte su questo ufficio.» riprese a dire la donna. «Il suo passato di carcerato, signor Piton, mi ha portata a contattare i giudici che hanno presieduto i due processi che l'hanno coinvolta. Il giudice Fairchild ha esercitato una notevole pressione affinché non considerassi con il dovuto interesse il processo di revisione. Mi ha suggerito più e più volte di interdirle di vedere la bambina.»
Le mani di Melusine tremarono leggermente. Accanto a lei, Severus ostentava una calma perfetta, granitica.
«Credo che il giudice Fairchild rimarrà deluso dalla decisione presa.» affermò la donna, aprendo la pratica che le stava davanti. «È stata la testimonianza della bambina a farmi propendere per ignorare le parole del giudice, signori Piton. Mi è apparso chiaro, ed il nostro psicologo è d'accordo con me, che Judith desidera realmente poter vivere con voi. Quello che mi è risultato difficile fare è stato trovare una soluzione che potesse portare la bambina a vivere sotto il tetto di un pregiudicato.»
Melusine si voltò verso Severus e gli sorrise, un sorriso colmo di sollievo, perché nelle parole della donna v'era la possibilità tangibile, finalmente a portata di mano di poter avere Judith con loro.
«Ho dovuto cercare un precedente e, solo dopo infinite ricerche, sono riuscita a mettere le mani su quello che cercavo. Com'è avvenuto nell'Essex nel lontano 1932, la ragazzina verrà data in affidamento a lei, signora Piton, per il numero d'anni che separano Judith dalla maggiore età. Il minore dovrà risiedere con lei, ma non assumerà il suo cognome. L'affidamento sarà valido dal primo di febbraio di quest'anno.» la donna si interruppe per un istante, notando il sorriso sul volto della donna, un sorriso colmo di sollievo e di una certezza ritrovata. Notò anche che il volto dell'uomo si era lievemente disteso, per quanto non lo avrebbe mai potuto definire rilassato, ma anni di esperienza l'avevano abituata alle reazioni più disparate. «Nei prossimi giorni, vi convocherò ancora per firmare le ultime carte e per affidarvi i documenti che fanno di lei il genitore affidatario di Judith. Credetemi quando vi dico che avrei voluto poter concedervi Judith in adozione, ma non mi sarebbe stato possibile.»
Le parole della donna discesero come un balsamo nel cuore di Severus, ma soltanto quando fu tornato a casa, si concesse di sorridere per un lieve attimo, di mostrare per un breve istante il sollievo di un padre che ritroverà la figlia, per quanto in maniera traversa ed indiretta. Quello che importava era che Judith sarebbe andata a vivere stabilmente sotto il loro tetto, che avrebbe potuto, anche se così non era per la legge, pensare a lei come ad una figlia.
A Melusine non sfuggì quell'accenno di sorriso ed, in quel momento, seppe che quanto aveva più desiderato al mondo stava per diventare realtà. Avrebbe visto Severus e Judith felici.
Ed anche lei avrebbe gioito di quella felicità.
 
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view post Posted on 26/12/2013, 12:40
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N. 51

Titolo: Nuova vita
Autore/data: Ida59 – 17 novembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un miracolo incredibile, che va oltre la più potente magia. È il seguito di “ Per tutta la vita”.
Parole/pagine: 641/2


Nuova vita



Elyn diventava ogni giorno sempre più bella: i suoi occhi nocciola sembravano colmarsi di luce ambrata facendosi più grandi e lucenti, irradiando ovunque felicità con il suo raggiante sorriso.
Sì, il sorriso di Elyn, il sorriso della donna che aveva saputo regalargli il perdono e l’amore e una nuova vita felice, era ogni giorno sempre più dolce e bello, traboccante di gioia, mentre la mano del mago scendeva lieve, quasi tremante, sul ventre rotondo ad accarezzare sua figlia. E la sua mano era pulita, finalmente: non c’erano più tracce di sangue né cupe ombre del suo tremendo passato e solo la serenità del futuro brillava nel sorriso di Severus, ancora incredulo di quella splendida magia d’amore.
Le linee del corpo di sua moglie si erano ammorbidite ed ora tenerla tra le braccia gli regalava anche una gradevole sensazione di protezione paterna per quella bimba che portava in sé.
Sua figlia!
Appoggiava lieve la mano sulla rotondità che si faceva più prominente, in attesa paziente, e con un brivido intenso ne percepiva la presenza, ogni giorno con maggior chiarezza. Si chinava piano a sfiorare la pelle nuda di Elyn con un bacio colmo d’amore, e a modo suo la bimba ricambiava con un colpetto sempre più distinto e deciso, quasi ormai sapesse riconoscere il suo tocco carico d’affetto paterno; e ogni volta nasceva il sorriso sulle sue labbra sottili che languidamente continuavano a baciare sua moglie e il frutto del loro amore.
Severus sussurrava piano il nome di sua figlia, con voce profonda e vibrante, colma d’un amore paterno che non aveva mai conosciuto. La chiamava, e la piccola rispondeva all’affettuoso richiamo facendo comparire un lieve bozzo sul pancione sempre più ingombrante di Elyn. E la maga rideva, rideva felice guardando Severus che imparava ad amare quella piccola vita, ancora prima di conoscerla, già pronto a difenderla con tutto se stesso, determinato a regalarle l’esistenza più bella e felice possibile e tutto l’affetto paterno che lui, invece, non aveva mai ricevuto.
E mentre con la mano le accarezzava languidamente il ventre, Severus si perdeva nella luce dorata dello sguardo di Elyn, nel suo sorriso dolce e bello, in quel sogno d’amore che era diventato la sua splendida realtà d’ogni giorno e aveva infine cancellato ogni sofferenza del suo tremendo passato, lasciando solo ricordi sfocati che sempre più sbiadivano, cancellati da quella nuova vita che stava nascendo in cui i suoi sensi di colpa si annebbiavano e lentamente svanivano.

*


La primavera sfolgorava fuori dal castello e Severus si sentiva rinascere alla vita, ad una nuova vita piena d’amore e di serenità.
Gli occhioni neri erano spalancati, enormi nel visetto paffuto.
Severus, ancora incredulo, si specchiò in se stesso, nella nera profondità del proprio sguardo riflesso in quello di sua figlia.
Rimase a fissarla, immobile, senza respirare, soggiogato da quell’incanto più potente della più grandiosa magia.
Poi, accadde.
Le piccole labbra rosse, così simili a quelle di Elyn, si schiusero appena in un inconsapevole sorriso che era per lui, solo per lui. Per lui che era il padre di quell’esserino meraviglioso.
Per lui, Severus Piton, che un tempo lontano, così tanto tempo prima da sembrare d’essere in un’altra vita, era stato Mangiamorte e di morte e sofferenza s’era nutrito.
Per lui, Severus Piton, uomo nuovo nato da un sorriso di perdono colmo d’amore, uomo che sapeva amare e aveva imparato anche a dare la vita.
A sua figlia, a quegli occhi neri e profondi come i suoi, a quel sorriso che illuminava il presente, identico a quello della donna che amava infinitamente e alla quale doveva quell’immensa felicità.
Severus volse lo sguardo verso Elyn e si sedette piano sul letto di fianco a lei, la loro bimba avvolta nel suo protettivo abbraccio paterno, e un meraviglioso sorriso adagiato sulle labbra sottili, rivolto alle sue due donne e al futuro sereno che lo attendeva.

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:46
 
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view post Posted on 27/12/2013, 16:57
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Rimetto l'elenco per memoria




Prenotazioni per la 51a settimana di Sorrisi per Severus:

Venerdì 27: Elly (46)
Sabato 28: Elly (47)
Domenica 29 : Monica (51)
Lunedì 30: Elly (48)
Martedì 31: Elly (49) ??? .....



Prenotazioni per la 52a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 1 gennaio: Leonora (52)
Giovedì 2 gennaio : Ida (52)
Venerdì 3: Elly (50) ??? .....
Sabato 4: Elly (51)??? .....
Domenica 6 : Monica (52)
Lunedì 6: Elly (52) ??? .....
Martedì 7: Angela (Yana)
Mercoledì 8: Angela (Yana)




Premesso che Elly ha la precedenza finchè non ha recuperato il ritardo, poichè ormai siamo agli sgoccioli dell'anno, chi ha lavori da inserire, anche se per ora solo in cantiere, lo comunichi e verrà inserito nelle prenotazioni, eventualmente anche inserendo più di un sorriso per giorno.
Laddove Elly è indicata con i punti interrogativi a lato, significa che, per il momento, non è ancora certa di avere la storia pronta, quindi se ci fosse anche un sostituto saremmo tutti più tranquilli. Tenete conto che io posso sempre sostituirla, ma solo con materiale d'archivio, quindi se ci sono storie nuove cedo loro il passo.


Avanti, l'ultimo sforzo per regalare ancora tantil sorrisi a Severus!

:lovelove:

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:47
 
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