Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 18/10/2013, 12:42

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Per favore, un posticino anche per Angela/yana96: ho una sua storia in betaggio. :)
Va bene anche nella 45a settimana.
 
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view post Posted on 18/10/2013, 14:21
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CITAZIONE (pingui79 @ 18/10/2013, 13:42) 
Per favore, un posticino anche per Angela/yana96: ho una sua storia in betaggio. :)
Va bene anche nella 45a settimana.

Mi viene un sacco da ridere!
Ricordate quelle settimane da riempire piene di buchi?
Non ci sono più! :woot:
Voglio solo dire quanto ne sono felice! :D
 
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view post Posted on 18/10/2013, 14:33
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 18/10/2013, 15:21) 
Voglio solo dire quanto ne sono felice! :D

Ti capisco, Chiara, capisco benissimo quel che vuoi dire.
Ma nella vita ci vuole sempre tanta pazienza... e tanta inventiva. ;)


Edited by Ida59 - 20/8/2015, 23:10
 
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view post Posted on 18/10/2013, 16:15
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Non sono sparita eh, mi ricordo che è il mio turno e arrivo, devo solo sistemare gli hard disk che dopo una settimana di casino e 4 nottate a smontare e rimontare pezzi su pezzi ho finalmente intravisto la luce in fondo al tunnel :sick:
Meno male che le storie sono scritte perché la voglia di sorridere è pochissima <_<

Comunque, nel mentre, ci tenevo a ringraziare chi ha commentato la mia storia e mi scuso del ritardo delle mie risposte :(

CITAZIONE (chiara53 @ 13/10/2013, 15:06) 
Bellissima allegra e perfetta. Non c'è da cambiare niente.
Se sono tutte così le tue storie non vedo l'ora di leggerti.
p.s. Che era Albus dall'alto l'avevo capito. Ma è stato bello ugualmente ascoltare i dialoghi dei vivi e i pensieri degli Angeli.
Carinissima!

Grazie mille, Chiara, sono contenta che la storia ti sia piaciuta, alla fine è venuta bene lo stesso :D e ti ringrazio di nuovo, ma mi sa che devo deludere le tue aspettative, le altre storie con questa c'entrano poco e soprattutto le prime non sono così allegre, pardonne moi ^_^

CITAZIONE (Ele Snapey @ 13/10/2013, 16:38) 
Una giornata ideale


Originale, spumeggiante, carinissima! Che bella sorpresa che hai fatto Aniuccia con questa fic davvero gustosa e gradevolmente fuori dagli schemi, complimenti, l'ho letta molto volentieri! ^_^ Fino all'ultimo sei riuscita a tenermi in sospeso con il dubbio di come fossero distribuite le coppie e di chi fossero i figli :lol:
Confesso infatti di aver, inizialmente, pensato al pairing canonico Hermione/Ron (lo so, è mostruosamente banale: perdonami per aver sottovalutato la tua bellissima creatività :P ) ma poi, il delizioso finale quasi a sorpresa mi ha letteralmente sciolto.
E l'idea di assegnare ad Albus un posto di osservazione così privilegiato è assolutamente indovinata: una lettura davvero piacevole che, attraverso le adorabili schermaglie dei protagonisti, regala qualche minuto di spensieratezza, che di questi tempi ci vuole proprio.

Eleeeee, grazie mille anche a te per il commento che mi fa piacere e felice (meno male, i vostri commenti mi fanno sorridere :D), sono contenta che ti sia piaciuto il tener sulle spine, non è uscita più o meno come volevo, ma il mio scopo era comunque quello, quindi se ci sono riuscita ne sono felice :D e Albus lassù mi piaceva assai, è proprio la prima cosa che ho immaginato quando mi è venuta l'idea :D
Ma Elenuccia, per quanto a me piaccia Ron, sono una fan amorevole delle Severus/Hermione fin dalla notte dei tempi, come posso non metterli insieme :P

ELEEEEEEE, ma il tuo disegno è spettacolare! Non c'è che dire, veramente spettacolare, hai un tratto fantastico e io mi inchino alla tua bravura, veramente eccezionale, un sorriso fantastico! *-*


Abbiate ancora un po' di pazienza che posto, scusate :(
 
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view post Posted on 18/10/2013, 18:43
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CITAZIONE (Severus Ikari @ 18/10/2013, 17:15) 


ELEEEEEEE, ma il tuo disegno è spettacolare! Non c'è che dire, veramente spettacolare, hai un tratto fantastico e io mi inchino alla tua bravura, veramente eccezionale, un sorriso fantastico! *-*


Abbiate ancora un po' di pazienza che posto, scusate :(

Grazie mille per l'apprezzamento, Aniuccia, :wub: Non ti preoccupare: noi pazientiamo nell'attesa che tu riesca a postare il tuo sorrisone quotidiano, tenaci come ramarri! :lol:
 
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view post Posted on 18/10/2013, 19:41

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CITAZIONE (Severus Ikari @ 18/10/2013, 17:15) 

Abbiate ancora un po' di pazienza che posto, scusate :(

Tranquilla, Anastasia, prenditi tutto il tempo che vuoi.
Se pensi che ti sia più comodo, mi posso anticipare io oggi e tu passi a domani, così non devi fare le corse. :)
 
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view post Posted on 18/10/2013, 21:21
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Scusate, donzelle, so che è quasi finito il giorno e mi dispiace, ho dovuto fare i salti mortali per postare tra cellulare e portatile rubato a mia sorella :sick:
Grazie, Kià, ma temo che domani sarà peggio di oggi a meno che non avvenga un qualche miracolo <_<
Vi lascio con il sorriso di oggi e come cortesia vi prego di leggere le note (almeno la prima) perché è importante ;) e secondo il caso mi adeguerò senza problemi.
Adesso vado a letto prima di rischiare di uscire di casa e pestare il primo che capita :triste:

Titolo: Soltanto un augurio
Autore/data: Severus_Ikari / gennaio 2013 (rivista in corso di pubblicazione)
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo, Commedia
Personaggi: Severus Snape, Hermione Granger
Pairing: Hermione/Severus
Epoca: 7 anni dopo la fine della II Guerra Magica
Avvertimenti: AU
Riassunto: “Lei però continuava a sperare che un giorno avrebbe nuovamente rivolto lo sguardo al mondo, anche se era ben consapevole che non l’avrebbe vista come lei avrebbe voluto essere guardata.”
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti.
La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Nota 1: Vorrei fare prima alcune precisazioni.
Queste storie non nascono per questo gioco, sono state scritte tra gennaio e marzo quando io non sapevo nemmeno dell'esistenza di tale gioco, quindi, ovviamente, hanno tutt'altro scopo, questo, però, non significa che non ci siano dei sorrisi di Severus, per Severus, reali o irreali che siano (se ciò è un problema basta che me lo dite e smonto la baracca XD).
Un'altra precisazione è sulle prima tre (anche quattro) storie che non sono propriamente allegre nonostante siano presenti dei sorrisi (e vale quanto detto sopra, reali o irreali, di o per Severus, dipende).
Anche in questo caso, se sussiste problema, basta dirlo ;)
Nota 2: Questa è la prima storia di “Un anno per amare” (Questa serie di one shot prima si intitolava “È sufficiente un anno per innamorarsi?”, ed è come l’ho pubblicata su EFP, ma era un titolo provvisorio che ho trovato per poter pubblicare, non ci potevo scrivere di certo “mo ci penso” XD) che non è una long fic, ma neppure una raccolta di one shot, diciamo che è una via di mezzo.
Soltanto 12 storie per 12 mesi dell’anno per regalare una nuova vita a Severus Snape.
Parole/pagine: 2294/4.



1 – Soltanto un augurio



9 gennaio 2005



Hermione Jean Granger stava curando alcune rose nel giardino fuori l’ospedale, non sapeva perché avesse preso quell’abitudine, quella notte di tanti anni prima qualcosa l’aveva attirata verso quei fiori così delicati e profumati, forse era stata la luna che con la sua luce, come quella che c’era quella sera, gli aveva donato un’aura particolare che l’aveva incantata.
Osservava dei piccoli boccioli bianchi sporcati da alcuni tratti di un rosso così intenso che per un attimo le parve sangue, lacrime porpora che scendevano dal suo viso ormai da parecchio tempo, lacrime che le ricordavano quando, finita la battaglia di Hogwarts, lo avevano trovato ancora vivo ma agonizzante sul pavimento ricoperto di sangue. Sorridente perché finalmente sarebbe tornato a guardare il viso della sua Lily.
Ormai erano passati alcuni anni e il suo corpo giaceva ancora inerme sul candido letto, immutato, come se il tempo in quella stanza non fosse passato, come se la guerra fosse finita da neppure un giorno.
Hermione invece era cresciuta, si era fatta donna, più dura e spigolosa che mai, – Ron le diceva sempre che era la vicinanza con quell’uomo ad averla resa tale, e lei lo guardava male ogni volta – ma riusciva ancora a sorridere, mentre gli parlava nei suoi momenti liberi, sorrideva immaginando le parole che probabilmente le avrebbe rivolto o gli incantesimi che le avrebbe lanciato, se l’avesse vista pulirlo con cura o se l’avesse sentita leggergli dei libri, come se fosse la madre di un bambino da mettere a letto al quale avrebbe raccontato una storia.
Forse la storia di quella guerra finita ormai da anni.
Hermione colse una rosa, bianca, dallo stelo forte, sapeva che erano state incantate affinché un nuovo bocciolo spuntasse al posto di quello reciso.
Ormai quello era diventato un rituale, ogni anno si riprometteva che avrebbe coltivato da sé la sua rosa, e ogni anno puntualmente finiva davanti a quel cespuglio a prenderne una in prestito – “rubare” sarebbe stato più corretto da dire, visto che non avrebbe restituito un bel niente, per questo erano state incantate – col suo lavoro e i suoi studi riusciva a malapena a respirare, e il suo tempo libero lo passava per la maggior parte in quella stanza così bianca da accecare la vista.
Ginny e Luna avevano provato a farla vivere un po’, ma lei era irremovibile, neppure Harry o Ron erano riusciti a strapparla da quella sedia anonima, diceva che era il minimo che potesse fare per lui che aveva fatto così tanto per loro. Fortunatamente aveva il suo lavoro che ogni tanto la distraeva.
«Buongiorno, professore,» disse non appena entrò in quella camera del quarto piano che avevano riservato soltanto per lui, ma, come sempre, non ricevette risposta.
Quella, però, era una notte particolare, ed Hermione non poteva fare a meno di sorridere, nonostante non fosse la situazione ideale per farlo, ma non riusciva a tenere ferme le labbra, soprattutto se iniziava ad immaginarsi ogni possibile singola reazione del mago disteso sulle candide lenzuola che coprivano il suo respiro regolare senza ovattarlo.
Un rintocco non troppo lontano ruppe quel silenzio, ed Hermione si ritrovò nuovamente a sorridere, un sorriso più ampio, luminoso, come se volesse con quello dissipare ogni ombra nell’anima del mago, ma sapeva che non sarebbe bastato.
«Buon compleanno, professore!»
Si avvicinò al letto per guardarlo meglio e non resistette alla tentazione di toccare, di nuovo, la pelle del suo viso, era così delicata e fredda che non riuscì a trattenere una lacrima che cadde sulle sue labbra. La guardò scivolare lenta e fermarsi in una goccia salata che riluceva sotto i bagliori della luna che entravano esigui dalla finestra.
Non sapeva affermare con certezza quale motivo l’avesse spinta ad avvicinare la bocca alla sua e assaporare quella lacrima che in quel frangente conteneva una parte dell’essenza del mago.
Posò la rosa in un piccolo vaso sul comodino vicino al letto, prese la bacchetta e in un sussurro trasformò quei tratti rossi in sfumature nere che nella notte incastonavano il bianco dei petali, reso più lucente da quei pochi raggi splendenti della luna.
«Adesso è più da lei.»
«Sono commosso da un tale slancio d’affetto. Una rosa bianca e nera, per me? Che regalo originale. Sì, sono davvero commosso» e avresti alzato entrambe le sopracciglia per questo. Anche un finto sorriso non sarebbe male, sai?
«Sa, professore, potrebbe dimostrarsi un tantino più gentile, e abbandonare per un attimo acidità e sarcasmo» nuovamente non ci fu alcun movimento e nessuno rispose.
Il Medimago che si occupava di lui, le aveva detto che ormai il veleno era debellato da tempo e la ferita del tutto guarita, il suo corpo perfettamente sano, ma per qualche ragione a lui sconosciuta non si svegliava, era come se non volesse farlo, ed Hermione sapeva esattamente quale fosse il motivo.
Guardando il corpo del mago attaccato a quelle macchine che risuonavano nella stanza al ritmo del suo cuore, si ricordò del lungo processo che gli era stato fatto senza che lui potesse partecipare ad una sola udienza, si ricordò della difesa accorata che aveva fatto con Harry, il più combattivo di tutti, persino Minerva disperata per non avergli mai dato quella fiducia che era primaria per Dumbledore, aveva fatto un’arringa difensiva dietro l’altra, ed era pronta a Schiantare chiunque avesse affermato il contrario.
Dopo mesi e mesi passati a dibattere era stato assolto dalle accuse che gli erano state mosse.
Ancora, però, si ritrova immobile in quel letto con nessuna intenzione di svegliarsi.
«Lo sa che la vengono tutti a trovare? Sono poche le ore che passa in solitudine.» Doveva essere come morto per non essere più solo, che strana ironia aveva a volte la vita.
«Perfetto, adesso sono diventato una reliquia da adorare. Venite a toccare il grosso naso della reliquia, si dice che porti fortuna! In tutti questi anni dovrebbe essersi consumato» dovresti controllare.
Hermione Jean Granger, seduta vicino al letto che ospitava il corpo del mago ormai in coma da anni, iniziò a ridere forte e in maniera poco signorile, non riuscendo a trattenersi.
Severus Snape aveva le braccia inermi distese lungo i fianchi, pallide come se fossero quelle di un morto, il petto si alzava e abbassava regolarmente, c’era vita in lui, ma, nell’immobilità, sembrava non essere intenzionato ad afferrarla.
Quanto poteva dire di conoscere Severus?
Fino a qualche anno fa non avrebbe saputo cosa rispondere con esattezza, invece adesso avrebbe potuto fermarsi a riflettere per articolare una risposta sensata, ormai conosceva la sua storia attraverso i ricordi di Harry, le sue parole e i numerosi fatti emersi durante il processo.
Poteva dire di sapere ogni cosa della vita di Severus, ma quello non le avrebbe permesso di entrare nella sua anima, sperava di riuscirci giorno dopo giorno passato in quella stanza, per provare a riportarlo indietro.
Vedeva il suo viso rilassato, sulle labbra anche l’ombra di un sorriso, sembrava così in quiete che la differenza era del tutto evidente persino a chi, come lei, non si era mai accorta di tutta la sofferenza celata dietro quegli occhi neri adesso nascosti al mondo.
Aveva capito che i suoi sentimenti nei confronti di Snape erano cambiati una sera di tanti anni prima sotto una luna così simile a quella che poteva vedere appena da quella finestra, una sera in cui, nel buio dei corridoi, si erano parlati per un attimo come se non ci fosse alcun confine tra di loro, come se fossero soltanto due persone alla pari.
Era stato un attimo, e a lei era bastato, un attimo che lui non avrebbe mai ricordato, troppo stanco e sofferente quella sera che avrebbe parlato con chiunque, e ora doveva fare i conti con quell’istante rinchiuso nel suo cuore insieme a quei sentimenti che le avrebbero fatto compagnia per il resto dei suoi giorni.
Era destinata ad amare l’ombra di ciò che restava di un uomo.
«Io l’avverto, professore, domani, o meglio oggi, vista l’ora, il Ministero è deciso a festeggiare il suo compleanno per celebrare l’eroe che ha maggiormente contribuito a sconfiggere Voldemort. Non credo che gradirà questa ridicola festa, quindi le consiglio di svegliarsi e nascondersi da qualche parte.»
Severus Snape continuava quel sonno calmo e profondo che durava da anni, e vedendolo così in pace con se stesso nessuno avrebbe avuto il diritto di ridestarlo.
«Meraviglioso! Dopo essere diventato una reliquia, adesso mi aspetta anche la festa del patrono» si approfittano del fatto che non puoi muoverti.
O non vuoi?

«Se potessi, la porterei via di qui, almeno per risparmiarle questa idiozia. Abbiamo provato io, Harry e la professoressa McGonagall a far desistere il Ministero, persino Luna e Neville, la famiglia Weasley compreso Ron che è sempre stato abbastanza riluttante nei suoi confronti. Anche Draco ha espresso tutto il suo odio al Ministero per questa idea piuttosto infelice, ma lui è stato irremovibile, ha detto che è necessario per tutti rendere gloria agli eroi che hanno sacrificato se stessi per la pace.»
Le gocce di un fluido chiaro scendevano lente da una sacca fino ad un piccolo tubo trasparente che arrivava al braccio di Snape: era l’unico nutrimento che lo teneva ancora in forze, per quante ne avesse bisogno un uomo disteso su un letto ormai da anni.
Hermione si rese conto che avrebbe voluto essere il suo nutrimento, della sua vita, della sua anima. Del suo cuore.
Sospirò.
«Io non parteciperò ad una cosa così ridicola. Se me lo chiedesse, però, potrei rimanere qui con lei e non permettere a nessuno di avvicinarsi.»
«Rimani qui con me» non posso credere tu le abbia detto quelle parole con un sorriso sulle labbra, anche se ruvido.
«Taci! Hai sentito male.»

«Lei, però, non me lo chiederà mai.» Sorrise amaramente verso il mago immobile su quel letto.
Quel ticchettio ormai le era familiare, era un amico fidato col quale condividere quelle ore, quell’attesa di un nulla che non si sarebbe mai realizzato, ciò che la spaventava era non sentire più quel rumore perché avrebbe significato la fine di ogni speranza, e lei voleva continuare a rimanere attaccata a quell’unico barlume come lo era Severus alle macchine.
«Mamma, secondo te come nasce l’amore?» aveva chiesto Hermione a sua madre un giorno che le sembrava un’eternità fa, prima di cancellarle dalla memoria l’esistenza di una figlia.
«L’amore nasce per caso, non ti avverte, basta uno sguardo, una parola, un gesto. Basta una piccola scintilla e un po’ di vento, e divampa come un incendio» le aveva risposto guardandola come una figlia per l’ultima volta.
A lei erano bastate poche parole, labbra appena incurvate e una luna che non poteva vedere per far accendere quel fuoco, e dopo tutti quegli anni non era ancora riuscita a spegnerlo e ogni volta che entrava in quella stanza, aumentava la sua convinzione che nulla lo avrebbe fermato.
Avrebbe dovuto convivere per sempre con quel calore che le bruciava in petto.
Hermione avvicinò una mano al viso di Snape per spostargli una ciocca dalla fronte, la sua pelle era così fredda nonostante la stanza fosse adeguatamente riscaldata. Posò le dita sulle sopracciglia che gli aveva visto tante volte alzare, e probabilmente lo avrebbe fatto anche ora se avesse assistito a quel gesto, o forse, più probabilmente, l’avrebbe Schiantata all’istante, pensò Hermione con un sorriso sulle labbra.
Accarezzò entrambe le palpebre che celavano i suoi occhi.
«Darei la mia vita pur di rivedere i suoi occhi» il suo era un flebile sussurro, ma non l’avrebbe sentita neppure se avesse urlato.
«Questo si chiama… al momento mi sfugge come si chiama, ma di sicuro c’è una qualche legge che vieta a qualcuno di toccare qualcun altro senza il suo permesso.»
«Forse mi considererebbe una pazza, e forse lo farebbero tutti se solo sapessero,» ma ormai le era chiaro che tutti erano a conoscenza dei suoi sentimenti, come poteva essere altrimenti, non si va al capezzale di un uomo tutti i giorni per sette anni se non si prova qualcosa per lui, non era soltanto la sua indole da futura Medimaga, ormai lo avevano capito tutti, anche se cercava di tenere nascosto ciò che provava.
Voleva toccargli le labbra, imprimere nella memoria ogni tratto di quella bocca, come se fosse l’ultima volta che l’avrebbe vista, ma non osava farlo, le sembrava quasi di violarlo in qualche modo, avrebbe voluto farlo mentre erano dischiuse e il suo respiro caldo le avrebbe sfiorato le dita, ma erano immobili e probabilmente non si sarebbero mosse mai più.
Si mise seduta nuovamente e prese la rosa tra le dita, quella rosa che poco prima aveva incantato per poterle ricordare Severus, il suo volto diafano incorniciato dai lunghi capelli neri che adesso erano sparsi sul cuscino, quel bianco sporcato dal nero dei suoi occhi così profondi e tristi.
Quegli occhi che non avrebbe mai più rivisto.
Lei però continuava a sperare che un giorno avrebbe nuovamente rivolto lo sguardo al mondo, anche se era ben consapevole che non l’avrebbe vista come lei avrebbe voluto essere guardata.
Si chiese come fosse avere il suo sguardo innamorato su di sé.
«Come ha fatto Lily a non accorgersi mai dei suoi sentimenti?» il ticchettio di quel liquido denso continuava lento. «Lei però avrebbe anche potuto dichiararsi, magari regalarle delle rose. Perché non l’ha mai fatto?» sapeva che nessuno avrebbe risposto a quella domanda, tantomeno l’uomo disteso da sette anni di cui ricordava una vago sorriso regalato a Dumbledore, a quel padre mai avuto e poi gettato nell’abisso.
«Io mi dichiarerei se solo si svegliasse» Hermione continuava a rigirarsi la rosa tra le dita, una gioia appena celata sulle labbra, la osservava con attenzione, ogni petalo, ogni sfumatura, toccava ogni foglia ruvida e delicata, quel profumo era inebriante.
Il fiore era immobile tra le sue dita, come Severus su quel letto, e desiderava solo stringere il suo corpo. Vivo.

Edited by Severus Ikari - 22/10/2013, 21:07
 
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CITAZIONE (Alaide @ 16/10/2013, 11:04)

Sinfonie.
17. Sinfonia in mi minore op. 2 n°5
Primo movimento. Sorrisi




Un sorriso riluceva da entrambe le immagini, ma Severus si rendeva conto di quanta diversità vi fosse in quei due sorrisi.
Il sorriso di Lily non era rivolto a lui. Lo sapeva perfettamente. L’aveva saputo anche quando aveva diviso in due la foto, anni prima. Quel sorriso sembrava quasi un monito, l’ombra di ciò che avrebbe potuto essere, se egli non avesse distrutto tutto.
Il sorriso di Judith era unicamente per lui, come lo erano i sorrisi riconoscenti che gli aveva rivolto quando lo andava a trovare in ospedale, come lo erano i sorrisi affettuosi che emergevano dalle sue lettere.
Quel sorriso sembrava pesare come un macigno e sembrava catturarlo, in quel momento, più intensamente di quanto facesse quello di Lily. Nel sorriso della bambina v’era la pace che mai aveva avuto così vicina, nemmeno quando Lily era ancora sua amica.
Aveva gettato al vento quella pace.
La pace che poteva avere accanto ad una figlia.
Ma, allo stesso tempo, nel sorriso di Judith v’era speranza – la speranza che la bambina potesse perdonarlo quando avrebbe conosciuto la realtà – e v’era affetto, l’affetto di una figlia per il proprio padre, un affetto che troppo tardi anch’egli si era accorto di provare.
[...]
L’uomo sapeva che quel momento sarebbe arrivato ed era consapevole che tutte le sue paure – paura che Judith lo odiasse – e speranze – speranza che Judith lo perdonasse – si sarebbero affollate nella sua mente, facendo ulteriormente a brandelli la sua anima già lacerata dal rimorso e dall’anelito di una pace che egli stesso aveva scacciato.
Quando verrà il momento – e sappiamo entrambi che verrà – mi avvisi.
[...]
«Ho sempre avuto la certezza, giudice Fairchild, che chi svolge il suo mestiere debba essere dotato della più grande imparzialità. Invece, a quanto pare, lei ne è completamente privo.»
Melusine si voltò di scatto verso Severus. Non gli aveva mai sentito pronunciare alcuna parola con quel tono di voce, un tono di voce che la fece rabbrividire e la rese felice che non fosse rivolto a lei, ma al padre.
[...]
Il giudice mise con un gesto secco alcune foto sul tavolo, osservando i fogli che stavano a poca distanza, tutti rigorosamente intonsi. Melusine seguì, con timore, lo sguardo del padre. Aveva notato che la fiaba di Judith era stata coperta dai fogli che Severus usava per scrivere, ma era anche certa che sul primo foglio vi fossero le due frasi che l’uomo aveva vergato durante il loro incontro.
Invece, sulla pila di fogli, troneggiava una pagina intonsa.

Questi sono i momenti che mi hanno fatto fare un bel salto sulla sedia.
Meraviglioso l'incipit, in cui finalmente Severus si rende conto della differenza dei due sorrisi, ma soprattutto della reale possibilità di essere accettato come egli è. Mi ha lasciata felice e commossa insieme.
Ma il bello arriva poi, quando finalmente esprime la speranza di essere davvero perdonato. No, non più desiderio di odio, no, ma di perdono. Desiderio di qualcosa di più, di una briciola di felicità anche per lui.
Nei due momenti rimanenti ho quasi ridacchiato: magia senza bacchetta, o bacchetta abilmente occultata da qualche parte? Non lo so, ma il mago che è in Severus sono felicissima sia venuto fuori. Così come il suo tono di voce, quel tono che Melusine non conosce, ma noi sì, ed anche tutta Hogwarts e non solo. E' come se ti fossi riagganciata al mondo magico cui egli appartiene.
E questo mi lascia un senso di gratitudine enorme.
Un'ultima cosa: Melusine è una grandissima donna. Suo padre... no, troppo facile odiarlo. Sta facendo quel che ritiene giusto, perchè senza tutte le informazioni lui effettivamente ha tutte le ragioni di questo mondo. :)



CITAZIONE (Ida59 @ 17/10/2013, 13:21) 

Ritorno al passato


Molto bella la rinnovata sfilata di sorrisi, con l'aggiunta di altri personaggi non ancora menzionati.
Neville, carissimo Neville. Lo adoro. L'hai dipinto ottimamente, tracciandone in maniera perfetta il sorriso timido ma al tempo stesso riconoscente ed orgoglioso di sé.
Luna è Luna, splendida, leggera ed incredibile.
Ma il bello è Draco.
Impossibile non chiedersi cosa avrà pensato dopo aver saputo tutto quel che c'era da sapere, impossibile non cercare di immaginarsi il suo volto mentre veniva a conoscenza di chi era davvero Severus. Una redenzione per Draco?
Sì, io la spero possibile, ma soprattutto ho il piacere di leggerla qui e quel sorriso tirato è sollievo e gioia insieme.
Le tenebre che invece hanno di nuovo provato ad avvolgere Severus... quelle no: via, su! E meno male che arriva Elyn, ad illuminare tutto. :wub:
Grandissima, Ida.

CITAZIONE (Severus Ikari @ 18/10/2013, 22:21) 


1 – Soltanto un augurio


Bellissimo lo "sdoppiamento", in cui Hermione s'immagina i pensieri di Severus. Sono perfettamente ironici e caustici com'è nella natura del mago, il che commuove parecchio, segno di quanto lei lo conosca bene.
Ma soprattutto segno di quanto non veda l'ora di poterli ascoltare con le sue orecchie e non solo d'immaginarli.
Sette anni.
Sette anni di attesa, di pazienza infinita e di dedizione oltre ogni previsione. :wub:
Forza, svegliati, Severus.
E non dico altro, perché so come continua. :P
 
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Autore/data: pingui79 – agosto/ottobre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Tipologia: Generale, Introspettivo
Personaggi: Fanny, Severus Piton, Minerva McGranitt, Harry Potter.
Pairing: nessuno
Epoca: HP7.
Avvertimenti: what if?
Riassunto: "È giunto il mattino e poi la notte, la grande notte. La sentinella ha fatto il proprio dovere. Ha vegliato. Ha protetto. Ha avvisato.”
Parole: 2164
Nota 1: Questa storia è il diretto seguito di “Sentinella, quanto resta della notte?” che trovate su MSS.
Nota 2: vi sono alcune frasi scritte in metrica tipica dell’Antico Testamento, tutta “colpa” del testo del profeta Isaia che ha direttamente ispirato le due storie. Niente conteggio di sillabe o simili, ma solo parallelismi, chiasmi ed altre figure retoriche che sono l’ossatura tipica della metrica orientale antica.


Viene il mattino e poi la notte





Risponde la sentinella:
«Viene il mattino e poi la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi e venite».

(Isaia 21, 12)


La notte scura di quest’aprile ventoso marcia a grandi passi verso l’alba di un nuovo giorno, il primo del mese di maggio.
Ad est, le prime sfumature rosate fanno capolino dietro le colline. Lente ma inesorabili mutano pian piano verso un arancio sempre più deciso e profondo, a tratti tinto di viola e corallo. Il blu scuro e vellutato della volta celeste è costretto a cedere il passo ad un azzurro tenue, limpido e privo di nubi, che avanza e spegne le stelle, una per una, come toccandole con mano invisibile.
Quest’aurora non è come le altre, lo sai.
Lo senti.
È carica di promesse.
Tutti i loro nodi verranno al pettine.
E sarà il momento della resa dei conti.
Il primo spicchio di sole fa la sua apparizione dietro il verde di rilievi distanti. I suoi raggi dorati non vedono l’ora di inondare di luce ogni dove e dissipare le ombre che per troppo tempo hanno sostato su queste terre, bagnate dal sangue di troppi innocenti.
Il vento è cessato, la brezza del nuovo giorno spira dolcemente e da lontano ti porta profumo di muschio e di violetta selvatica.

Se potessi sorridere, lo faresti salutando il mattino.

Però ne hai abbastanza di questo nascondiglio.
È comodo, sì, ma non lo sopporti più.
Fremi nell’attesa di queste ultime ore. Non passeranno mai, come accade sempre nei momenti in cui il traguardo si fa più vicino e finalmente visibile. Fremi e non puoi fare altro che pazientare, perché il sole deve prima percorrere tutto il proprio tragitto nel cielo e solamente poi ti sarà concesso di agire.
Devi costringerti ad obbedire, o tutto potrebbe essere stato compiuto invano.
E pensi a lui, per rimanere in uno stato di calma almeno apparente, per ingannare il tempo che passa.
Non lo vedi da tanto, troppo.
Ti manca.
Il destino vi ha legati insieme a doppio filo, ha sigillato con uno straziante atto d’obbedienza un vincolo che affonda le sue radici in una magia antica quasi quanto il mondo.
Per questo senti cose che nessun altro può immaginare.
Colui che sapeva – l’unico – non è più tra i vivi. Ci sei solo tu a serbare il segreto di un ancestrale incantesimo.
Poco lontano un’allodola intona il suo primo buongiorno.
Speri con tutte le tue forze che quest’augurio sia veritiero e di buon auspicio.
Per lui e per te.
Non hai potuto essergli di alcun conforto in tutto questo tempo, proprio tu, unica presenza tangibile a conoscere il dolore che gli è stato imposto sulle spalle e nel cuore.
Ma questo sarà ancora per poco, vero?
Uff… basta!
L’attesa è così snervante!
Non serve a niente accoccolarsi e pensare, se non ad innervosirsi maggiormente.
Non ti rimane altro che allontanarti giusto di qualche piccolo passo. Potresti fare di più, in fondo non c’è traccia d’abitazioni nel raggio di miglia, questo bosco è più sperduto di quelli inventati dalle fiabe.
Scoprire qual è stato il tuo nascondiglio in questi mesi è praticamente impossibile.
Soprattutto perché a nessuno verrebbe in mente di venirti a cercare, anche questo era stato calcolato con cura, come ogni cosa.
Sei la pedina preziosa, la risorsa serbata per ultima, quella che non verrà presa in considerazione nemmeno da coloro che stanno lottando affinché il Bene possa vincere.
Una coppia di passeri, che ha fatto il nido sul salice piangente al limitare della radura, sta insegnando a volare alla prole nata da poco. La madre spicca brevi svolazzi di ramo in ramo, tenendo nel becco una chiara ricompensa per il primo coraggioso che saprà raggiungerla. Poco più sotto, sul prato, due scoiattoli si contendono senza esclusione di colpi una manciata di bacche.
Ti interessi alla loro lotta solamente per trovare qualcosa da fare.
Quello dalla coda più grossa e fulva ha finalmente la meglio e con pochi balzi saltella fino al nido scavato nel tronco del vecchio abete. L’altro rimane a bocca asciutta e si allontana sconfitto. Dovrà iniziare da capo a procurarsi il cibo per la giornata.
Le ore trascorrono pigre.
Sembra quasi che il sole sia d’improvviso diventato svogliato, riluttante a svolgere il proprio compito. Si trascina a rilento. Non è colpa dell’astro, è la primavera: sue sono le giornate che regalano minuti preziosi di luce dorata.
Radicchio selvatico, fragoline di bosco, acqua fresca di un minuscolo ruscello che scorre nelle vicinanze.
È tutto.
Il pasto viene consumato in fretta, sempre tenendo d’occhio il sole che ha iniziato la propria discesa a ponente.
Finalmente.

Se potessi sorridere, lo faresti salutando il tramonto.

Qualche nube si dirige verso ovest e viene inondata di riflessi purpurei. Il crepuscolo si inonda di oro liquido ed amaranto. Il blu, che ore prima era stato cacciato, inizia debolmente la sua ricomparsa e la prima stella si accende per dare il benvenuto alla notte in arrivo.
È l’eterno cerchio del tempo, che corre e si rincorre.
Nessuno lo conosce tanto bene quanto te.
L’ultimo spicchio di sole scompare, lasciandosi dietro di sé un alone d’ametista.
È il momento.
La forza che ti spinge a metterti in viaggio verso nord è qualcosa di conosciuto ed immenso, cui puoi solo abbandonarti con desiderato sollievo.

*



Il destino è ammantato di fortuna.
La buona sorte sta tutta in una finestra non sbarrata, diversamente dalle altre sorelle del malandato edificio. Puoi addirittura intravedere la fioca luce di una solitaria lampada ad olio che spande tutt’attorno un chiarore debole e tremolante.
Lui è là.
Un boato ti giunge alle orecchie ed in lontananza qualcosa crolla.
Il millenario castello, che ha visto decine e decine di vite crescere tra le sue pietre possenti, non è più casa sicura, non è più riparo accogliente.
Hanno osato profanarlo con incantesimi mortali, gli stessi che ora brillano come lampi sinistri nel cielo notturno.
Quante giovani vite sono già state spezzate?
Quante mani di Mangiamorte adulti si sono rivolte contro ragazzi che per età potrebbero essere loro figli?
È orrore puro e senza vergogna.
Un cigolio e poi rumore di passi.
Era ora.
Dalla porta della Stamberga esce l’Oscuro, colui che si crede invincibile e che invece ha appena sancito la propria definitiva condanna.
Non provi alcuna pietà per la sua anima spezzata senza rimorso.
Acquattata nell’ombra, attendi ancora e questa volta hai ogni ragione per fremere d’impazienza. Ogni secondo che passa potrebbe essere quello fatale ed è solo per puro caso che non è andata nel peggiore dei modi possibili, che c’è ancora speranza.
Muoviti, Potter, vai… hai ancora altro da compiere. Poi torna qui, perché è da qui che tutto dovrà ricominciare. Buona fortuna.
E lui scompare nuovamente, quasi ti avesse sentito. Corre verso il proprio destino e con lui i suoi amici.
Il richiamo sempre più flebile degli ultimi palpiti ora è voce imperiosa che t’invoca.

Se potessi sorridere, sorrideresti a colui che ancora una volta ha fatto del sacrificio di sé il proprio vessillo, decretando così il proprio definitivo e totale riscatto.

Sorrideresti alla sorte che t’ha fatto giungere appena in tempo e che ti ha concesso di irridere una volontà cieca e meschina.

Invece non puoi.
Ma poco t’importa, vero?
Il tuo sorriso son gocce di speranza, stille preziose che ridonano forza e calore.
Sorridi piangendo lacrime[1] e sotto di te avverti il primo debole sussulto di un cuore che s’aggrappa alla vita e che torna a battere quasi con timidezza.

È giunto il mattino e poi la notte, la grande notte.
La sentinella ha fatto il proprio dovere.
Ha vegliato.
Ha protetto.
Ha avvisato.
La notte senza sera è finita. La sentinella ora riceve il suo premio, l’alba di luce che non conoscerà mai più tramonto.
E quando i primi raggi di sole trafiggono l’aria del nuovo giorno che inizia è come se un sospiro di sollievo giungesse dal profondo di ogni dove.
L’Oscuro è caduto, per sempre.

*



Avresti scommesso che fosse Potter il primo ad arrivare.
Invece no.
Vi guardate entrambe, un attimo di incertezza negli occhi, mentre al piano di sotto prosegue lo scalpiccio dei molti che stanno giungendo. Lei non parla e tu non emetti alcun suono, ma nei vostri sguardi che s’incontrano v’è un fiume silenzioso di parole non dette.
Ha compreso ed è bastato un batter di ciglia, un portare le mani alla bocca per soffocare un grido di stupore e sollievo che trova comunque il modo di uscire con un singulto spezzato.
Tu però non ti sposti da dove ti trovi, cullata dal petto che s’alza ed abbassa regolarmente, cullata da respiri calmi e profondi quanto quelli di un sonno ristoratore e meritato.
Avanza piano, attonita e commossa, passandosi veloce le dita sulle guance per asciugarsi il viso segnato dal pianto e qua e là da graffi e polvere.
Sorride.
E piange.
Tremante s’inginocchia al suo fianco, lasciando che arrivino altre lacrime, su di te e su di lui. Lavano via ogni traccia di incomprensione passata.
Ve ne saranno altre, in altri momenti, anche quando sembrerà che tutto sia lontano.
Il cuore dell’uomo è per sua natura uno scrigno, nel quale non sono oro né gemme il contenuto prezioso, ma passato e presente sempre intrecciati. Gli è impossibile camminare nel futuro senza portarsi dietro gli altri due tempi.
Questa notte sarà superata ma mai dimenticata, tornerà ogni tanto a galla per ricordare quanto la vita sia soffio che non deve mai essere sprecato[2].
Con delicatezza gli prende il capo con la sinistra, mentre la destra corre a spostare dal volto alcune ciocche di capelli corvini. Li raccomoda, quasi pettinandoli uno per uno.
Infine se lo pone sulle ginocchia, come fa una madre con il proprio bambino.
Lo culla, dondolandosi appena e sussurrando parole spezzate da pensieri troppo veloci e dolorosi. Vi sarà il tempo di placare anche quelli, ora no, ora è presto, ora è solo il momento per una cascata impetuosa di scuse mormorate senza sosta tra singhiozzi e sospiri.
Si placa solo dopo parecchi minuti, senza interrompere il dondolio placido d’un sentimento materno che per mesi è stato sepolto dal fango del tradimento.
Infine volge uno sguardo velato da lacrime verso di te e stende la mano sul tuo capo per una lieve carezza.
La lasci fare e pigoli piano, rispondendo gioiosa al suo ringraziamento.
Gli altri nel frattempo sono arrivati, ma nessuno di essi fiata. La comprensione profonda di quanto accaduto li avvolge e zittisce, stordendo ogni parola sul nascere.
Che questi attimi rimangano immersi nel silenzio.
La Granger, pratica come sempre, fa sparire in un attimo ogni traccia di rosso che imbratta pavimento e pareti. Tutto torna polveroso, ma decisamente meno terribile di prima.
Potter avanza verso di voi… oh, com’è diverso il brillio dei suoi occhi, ora, nel tornare in questa stanza!
Anche lui ha compreso.
In poche ore è diventato un giovane uomo che ha saputo guardare in faccia la morte senza fuggire.
Senza parlare si abbassa su di te, per donarti un altro tocco di gratitudine sulla tua livrea color porpora ed oro. Divertita, lo lasci fare, accogliendo la sua carezza che ti arruffa le piume del petto.
«Sei stata eccezionale, Fanny.» sussurra con un sorriso che ammicca alla vita da te salvata.
Tu inclini il capo di lato, annunendo a tuo modo.
Sai che c’è mancato poco perché questi sorrisi si mutassero in pianti di disperazione per un riconoscimento tardivo.
La piccola lampada ad olio nel frattempo si spegne, proprio mentre il sole inonda la stanza, giungendo dall’unica finestra aperta sul mondo di fuori.
Il ragazzo s’inginocchia e stringe tra le giovani dita la mano dell’uomo che solo da poco ha imparato ad ammirare. Lo osserva con devozione e stupore, come se lo vedesse per la prima volta.
Lo osserva con attenzione, come se volesse infondergli tutte le proprie energie.
Se lo vorranno, avranno da dirsi molte cose l’un l’altro, una volta che tutto sarà chiarito a dovere.
Intanto Minerva prosegue la sua ninna nanna amorevole e silenziosa.

Il lavoro nel deserto è terminato per la sentinella.
È tempo che i cittadini le vadano incontro festanti, che ne riconoscano e proclamino l’immenso coraggio.
È tempo per la sentinella di spogliarsi di ogni armatura che la proteggeva dai nemici, ma anche e soprattutto da se stessa.
I raggi dorati di questo sole di maggio danzano lievi nell’aria ancora fresca del primo mattino e portano sulla terra la promessa di una solitudine terminata per sempre.

[1] Si ringrazia Omero e lo splendido episodio di Ettore ed Andromaca, perché lui solo è l’artista che ha saputo dipingere sorrisi e lacrime in una sola pennellata in lingua greca.
[2] “Vanità delle vanità, tutto è vanità”. Questo recita Qoelet (Qo. 1,2). Ma quel “vanità” italiano in realtà è “Hevèl”: soffio, spreco… Abele. Tre significati, medesima parola, a ricordare che il primo ucciso è stato solo un breve soffio di vita sprecata perché abbattuta giovane e a tradimento, a ricordare che ogni vita è soffio e per questo preziosa a prescindere.

Edited by pingui79 - 22/10/2013, 22:02
 
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CITAZIONE (Severus Ikari @ 18/10/2013, 22:21) 
Vi lascio con il sorriso di oggi e come cortesia vi prego di leggere le note (almeno la prima) perché è importante ;) e secondo il caso mi adeguerò senza problemi.

Ho letto le note, Anastasia, e direi che non c'è problema nè se le storie sono già edite, nè se il sorriso fosse "irreale". In teoria il sorriso dovrebbe essere direttamente di Severus, e non per Severus, cioè a lui diretto. Ma mi sa che abbiamo un po' tutti fatto confusione con il regolamento della Sfida settimanale dei sorrisi, che invece prevedeva anche sorrisi semplicemente diretti a Severus. Poichè sono sicura che ci sono diverse storie di questo Gioco in cui vi sono solo sorrisi per Severus e non anche di Severus, ora modifico un attimo il regolamento iniziale e tutto va a posto.

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 23:11
 
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Ops... mi sa che la mia ultima allora è una toppata clamorosa.
Miseriaccia... siamo arrivati alla fine e me ne sono accorta solamente ora che quel "per" voleva dire "di"! :lol:
 
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view post Posted on 19/10/2013, 14:32
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Tranquilla, Kià, è un errore molto comune: credo di averlo fatto anche io quando ho inserito vecchi brani di mie fic. Sistemo il regolamento così è tutto ok.

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 23:11
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 19/10/2013, 12:03) 
CITAZIONE (Alaide @ 16/10/2013, 11:04)

Sinfonie.
17. Sinfonia in mi minore op. 2 n°5
Primo movimento. Sorrisi


Questi sono i momenti che mi hanno fatto fare un bel salto sulla sedia.
Meraviglioso l'incipit, in cui finalmente Severus si rende conto della differenza dei due sorrisi, ma soprattutto della reale possibilità di essere accettato come egli è. Mi ha lasciata felice e commossa insieme. Ma il bello arriva poi, quando finalmente esprime la speranza di essere davvero perdonato. No, non più desiderio di odio, no, ma di perdono. Desiderio di qualcosa di più, di una briciola di felicità anche per lui.

E non sai quanto nei sia felice, Kià! Ho riscritto più volte questa parte e non posso che essere felice che il risultato sia stato quello che avevo in mente.

CITAZIONE
Nei due momenti rimanenti ho quasi ridacchiato: magia senza bacchetta, o bacchetta abilmente occultata da qualche parte? Non lo so, ma il mago che è in Severus sono felicissima sia venuto fuori. Così come il suo tono di voce, quel tono che Melusine non conosce, ma noi sì, ed anche tutta Hogwarts e non solo. E' come se ti fossi riagganciata al mondo magico cui egli appartiene.
E questo mi lascia un senso di gratitudine enorme.

La magia doveva riemergere e soprattutto doveva avvenire sotto gli occhi inconsapevoli di Melusine. E con questo ho già detto anche troppo.

CITAZIONE
Un'ultima cosa: Melusine è una grandissima donna. Suo padre... no, troppo facile odiarlo. Sta facendo quel che ritiene giusto, perchè senza tutte le informazioni lui effettivamente ha tutte le ragioni di questo mondo.

Il giudice Fairchild è un personaggio ambiguo. Come dici tu ha tutte le ragioni di questo mondo, ma allo stesso tempo ha un modo d'agire che non ispira simpatia. Però, come dici tu, dal suo punto di vista, sta facendo quello che ritiene giusto.
 
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view post Posted on 19/10/2013, 17:33
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Viene il mattino e poi la notte di Kià

Esco da questa narrazione con il sole negli occhi, forse è il sole così luminoso a farmi lacrimare o forse è la consapevolezza di avere assistito ad un piccolo miracolo.
Una prosa fluida e descrittiva che prende i sensi e il cuore fa da cornice ai sentimenti e ai pensieri.
Non c’è altro in questo secondo capitolo di un vero gioiello.
Forse hai usato sortilegi stilistici e ritmi di parole scelte con cura, ma sinceramente ho apprezzato l’insieme. In questo brano il livello di emozioni e sensazioni è stato evocato con semplicità, eppure è talmente profondo il tuo pensiero che lascia stupiti ed estasiati.
Sono stata Fanny, Minerva, Harry sono stata parte della vita del bosco e quando la lettura è finita ho avuto bisogno di ripeterla, gustando parola per parola, simbolo per simbolo quello che hai scritto.
Complimenti di cuore e con affetto.
Sei davvero brava.
 
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view post Posted on 19/10/2013, 18:19

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CITAZIONE (chiara53 @ 19/10/2013, 18:33) 
Viene il mattino e poi la notte di Kià

Esco da questa narrazione con il sole negli occhi, forse è il sole così luminoso a farmi lacrimare o forse è la consapevolezza di avere assistito ad un piccolo miracolo.
Una prosa fluida e descrittiva che prende i sensi e il cuore fa da cornice ai sentimenti e ai pensieri.
Non c’è altro in questo secondo capitolo di un vero gioiello.
Forse hai usato sortilegi stilistici e ritmi di parole scelte con cura, ma sinceramente ho apprezzato l’insieme. In questo brano il livello di emozioni e sensazioni è stato evocato con semplicità, eppure è talmente profondo il tuo pensiero che lascia stupiti ed estasiati.
Sono stata Fanny, Minerva, Harry sono stata parte della vita del bosco e quando la lettura è finita ho avuto bisogno di ripeterla, gustando parola per parola, simbolo per simbolo quello che hai scritto.
Complimenti di cuore e con affetto.
Sei davvero brava.

Ammetto che m'è uscito un testo un po' pesantuccio e forse ricercato, io stessa ne sono soddisfatta a metà, nel senso che mi piace ma al tempo stesso temo la reazione del lettore che forse si stanca a leggere il tutto.
Però ho evitato il più possibile le similitudini e le metafore come invece faccio di solito, questo sì: me lo sono imposta, altrimenti diventava un mattone, non una storia.

Sono contenta che, tutto sommato, la storia sia piaciuta.
Era da tanto tempo che volevo un "sorriso fatto di lacrime", perchè finalmente vi fosse descritto il nuovo inizio per Severus. :)
Grazie.
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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