Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 8/10/2013, 18:10
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Troppo belli questi fumetti, Elly, mi piace un sacco la tecnica che hai usato ed è perfetto anche il taglio delle vignette. Ma brava Pervy, hai uno spirito artistico formidabile anche tu! :lol:
 
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view post Posted on 8/10/2013, 19:48
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I ♥ Severus


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Il nome per un bambino, di Chiara53

Un regalo avvelenato: bella e terribile come frase! Da brividi, davvero.
Così come bella e terribile, e da brividi, è questa storia che contiene tanta triste e rassegnata amarezza, quel senso di perdita che ti prende alla gola e ti soffoca. Poi prende anche il cuore e lo stringe forte, quasi a volergli impedire di battere tanta è l’intensità delle emozioni che emanano dalle parole.
Terribile, davvero terribile che lui pensi che, ciò che non accadrà mai, è un qualcosa che si è meritato… peccato che questo condanni anche lei, però. Sì, un pensiero davvero tremendo.
Lascia che la pozione vada in malora. Non era quello che gli interessava, anche se la stava preparando con la consueta perfezione. Altro è importante per lui…
Tremendo per lui, e per tutti noi, non poter consolare l’inconsolabile…
L’amore comprende le ragioni del silenzio, e in silenzio attende. Splendida frase, profondamente vera. Con l’ansia del timore del rifiuto e della condanna.
Ma la risposta di Hermione è splendida e fuga ogni timore, ed il conseguente pensiero di Severus è davvero colmo d’amore!
Nel finale, insieme alle lacrime di Severus è arrivato anche il nodo alla gola, e gli occhi lucidi, eil naso che cola e… e tante cose che non si possono esprimere a parole ma solo con un caro, lungo, forte abbraccio.
È un sorriso triste, il tuo, eppure dolce e bellissimo.
Colmo di amore.
Vero.

E il titolo, sì, trae in inganno, ma il riassunto dice la verità. Il nome del bimbo, in fin dei conti, non riveste alcuna reale importanza nella storia, che è però costruita in modo perfetto, sia dal punto di vista logico razionale, sia dal punto emotivo ed emozioale, intensissima, su quello che è un reale sentimento d’amore che unisce due esseri con una forza tale da far loro superare qualunque ostacolo. O dolore. Perche sanno viverlo insieme, condividendolo, comprendendolo. Ed è la cosa più importante…
Complimenti, Chiara.
Ora so con certezza alcune cose; prima, mentre leggevo, le avevo solo supposte, indovinandole in pieno.


Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:49
 
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view post Posted on 8/10/2013, 22:25
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Un commento il tuo che vale la stessa emozione che sono riuscita a trasmetterti nella storia. Parole che non dimenticherò facilmente.
Grazie. Di tutto.
 
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view post Posted on 9/10/2013, 08:51
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Autore/data: Alaide – 12 - 16 agosto 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Aveva scacciato Judith.
Il suo sorriso carico di perdono.
Quel perdono che gli offriva anche la signorina Fairchild durante le sue visite, quando gli sorrideva, ogni volta, con immutata gentilezza e fiducia.
Nota: La storia è il continuo di Voci.
Parole: 1646

Sinfonie.
16. Sinfonia in fa minore op. 2 n°4
Quarto movimento. Lontananza



10 ottobre 2002
Caro Severus,
sono stata terribilmente cattiva oggi. Per causa mia Brian si è fatto male ed è caduto, mentre ci arrampicavamo su un albero nel giardino dell’orfanotrofio.
Ed è colpa mia perché ho avuto io l’idea.
So che non avrei dovuto farlo, ma sembrava divertente.
Credi che Brian vorrà ancora essere mio amico?
Con affetto,
Judith


Lione 14 ottobre 2002
Cara Judith,
sono certo che non hai obbligato il tuo amico ad arrampicarsi su quell’albero.
Non è stata un’idea brillante, ma sono convinto che tu abbia imparato da quest’errore.
Sono anche sicuro che Brian continuerà ad essere tuo amico. Per quanto l’idea sia stata tua, il tuo amico avrebbe potuto dirti che non era d’accordo con te, che non voleva arrampicarsi su quell’albero.
Severus

Judith strinse forte a sé la lettera.
Le parole di Severus erano simili a quelle che le aveva detto Melusine.
Ed anche Brian.
Sorrise sollevata.
Aveva temuto con tutta se stessa che Severus potesse essere deluso da lei, che la rimproverasse. Invece l’aveva rincuorata e confortata.
Era così bello che la lettera fosse arrivata così presto, anche se era qualcosa di strano. Doveva attendere, di solito, molti giorni prima di avere una risposta da Severus.
Ma forse esistevano diversi tipi di posta. Lo avrebbe chiesto a Melusine.


30 novembre 2002
Caro Severus,
spero che in Francia tutto vada bene.
Sono convinta che presto o tardi potrò venire a farti visita. Ho chiesto a Melusine, ma non sa se questo sia possibile.
Sto continuando a scrivere la fiaba di cui ti ho parlato.
La maestra ci fa lavorare alla storia una volta a settimana. Dopo aver presentato il personaggio principale, abbiamo fatto un disegno. E poi abbiamo descritto gli altri personaggi.
Oggi abbiamo iniziato a scrivere la storia vera e propria. Quando l’avrò finita, te ne manderò una copia. Melusine ha detto che se ne occuperà lei.
Per il momento ti mando un disegno che ho fatto due giorni fa.
Ti voglio tanto bene,
Judith
L’uomo lasciò cadere la lettera sul tavolo. Il sorriso di Judith era, come sempre, colmo d’affetto e di speranza.
Una speranza che portava con sé quel perdono in cui non osava credere. Quel perdono di cui parlava, spesso, la signorina Fairchild quando gli andava a fare visita, quella parola che dopo quegli incontri gli rimbombava nella mente.
Severus si sentiva come se la sua anima si stesse lacerando.
Da una parte negava qualsiasi possibilità di speranza, dall’altra avrebbe voluto abbracciarla. Non sapeva più cosa voleva.
Eppure tre anni prima si era sentito così sicuro, così certo che l’unica soluzione possibile fosse denunciarsi.
In quel momento, di fronte a quella lettera, non ne era più così sicuro. Non lo era più da diverso tempo, da quando aveva sentito la voce di Judith in ottobre.
Ed avrebbe voluto udire ancora la voce della bambina, mentre gli raccontava la sua storia. Avrebbe voluto vedere il sorriso colmo di affetto.
Allungò una mano ed afferrò il disegno.
Judith aveva raffigurato se stessa e Severus in un luogo sereno, inondato dalla luce della speranza e dal sorriso della bambina.
Una lacrima, che non si era nemmeno reso di star versando, bagnò un angolo del foglio.
Aveva privato la bambina della possibilità che quel disegno potesse diventare realtà.
Con la sua smania di punirsi, non aveva fatto altro che gettare al vento l’unica possibilità di iniziare una nuova vita al fianco della bambina. Aveva distrutto la possibilità di essere, se non felice, per lo meno in pace.
Aveva scacciato Judith.
Il suo sorriso carico di perdono.
Quel perdono che gli offriva anche la signorina Fairchild durante le sue visite, quando gli sorrideva, ogni volta, con immutata gentilezza e fiducia.
Eppure sapeva che non poteva più sperare di poter abbracciare Judith, come in quel disegno, perché nulla poteva mutare la scelta compiuta nel tardo autunno del 1999.
Invocare una revisione del processo era fuori questione. Avrebbe costretto Judith a rivivere quella notte di agosto, ad essere interrogata.
Ed era qualcosa che non poteva permettere.
Avrebbe unicamente fatto soffrire Judith.


Lione, 15 dicembre 2002
Judith,
ho apprezzato il tuo disegno, che conservo con la massima cura.
Credo, però, che non potrai venire a trovarmi in Francia. L’ospedale non ammette visitatori minorenni.
Severus.


9 gennaio 2003
Caro Severus,
spero che tu non ti sia sentito troppo solo a Natale. L’ospedale in cui ti trovi deve essere veramente triste.
Quando sarò maggiorenne verrò a trovarti, sempre che tu non sia guarito per allora.
Ti mando un piccolo brano della fiaba, come regalo di Natale.
“C’era una volta un uomo molto coraggioso. Il suo nome era Severus. Non era un cavaliere o un re. Viveva in una piccola città, vicino ad un bosco magico.
Tutti sapevano che era coraggioso perché aveva salvato sua figlia.
Una notte due uomini avevano tentato di fare del male alla bambina, ma non erano risuciti nel loro intento. Severus aveva nascosto la figlia e l’aveva tenuta al sicuro. Poi aveva consegnato i due uomini alle guardie del re.
Ed allora Severus e sua figlia vivevano felici nella casa vicino al bosco. Ma un giorno giunse in visita nella piccola città un uomo importante.”
Spero che ti piaccia.
Con affetto,
Judith

Le parole di quella storia si stagliavano dalla lettera della bambina.
V’era affetto in loro.
V’era il sorriso affettuoso della bambina.
V’era la narrazione di quella notte d’agosto del 1997, quando aveva salvato la vita a Judith.
Severus avrebbe voluto che il nuovo antidolorifico non fosse così efficace, avrebbe voluto sentire tutto il terribile dolore di prima.
Era stato uno stolto.
Si rese conto di ciò che aveva tentato di negare con tutte le sue forze, quella verità che sapeva esistere, ma che era stato bravo a celare persino a se stesso.
Quella notte d’agosto aveva salvato la vita di Judith.
E la bambina gli era riconoscente perché lei non aveva travisato la realtà, non si era lasciata annebbiare la mente dal peso della colpa, non aveva voluto annegare il proprio buon sento.
Come aveva fatto lui.
Aveva volutamente travisato la realtà. Aveva volutamente scacciato Judith, la sua piccola Judith che gli continuava a voler bene, nonostante la lontananza.
Aveva tentato di scacciare anche la signorina Fairchild che, nonostante tutto, continuava a venire a trovarlo in carcere, fedele alla sua promessa.
Un sorriso amaro si disegnò sulle sue labbra.
Il sorriso dell’amara consapevolezza di aver sbagliato irrimediabilmente ancora una volta.


Lione, 30 gennaio 2003
Cara Judith,
la tua storia è preziosa e sono certo che continuerà nel migliore dei modi.
Mi dispiace di non essere lì con te.
Ma sappi che, qualsiasi cosa accada, sarò sempre al tuo fianco, seppur da lontano.
Con affetto,
Severus

Un sorriso felice si disegnò sulle labbra di Judith. Severus le diceva che le voleva bene e nient’altro importava. Sperò unicamente che quel sorriso felice arrivasse fino a lui e gli dicesse che lei sapeva perfettamente che lui sarebbe sempre stato al suo fianco.
Così come lei gli avrebbe sempre voluto bene.


Lione, 1 marzo 2003
Cara Judith,
ho letto con attenzione come stai sviluppando la tua storia.
La tua storia è preziosa.
Buon compleanno, se la lettera ti arriverà il nove.
Severus
«Come ha fatto a sapere che sono nata oggi, Melusine?» domandò la bambina, con un sorriso sulle labbra, un sorriso per Severus.
«Ti ho già detto che anch’io gli scrivo.» mormorò la giovane.
Quando aveva fornito l’informazione all’uomo non aveva nemmeno immaginato che potesse palesare, in quel modo, il suo affetto per Judith.
Quell’affetto che aveva sempre fatto capolino tra le righe, delle lettere che Judith le aveva fatto leggere.
«Melusine, come mai le sue lettere mi arrivano sempre senza busta?» domandò improvvisamente Judith, mentre rileggeva le poche parole.
Melusine aveva temuto quella domanda. Aveva preso l’incarico di ritirare la posta da quando era iniziata quella corrispondenza, in modo tale da distruggere le buste con sopra il timbro del carcere.
«È la prassi dell’orfanotrofio. Non chiedermi perché, ma è così.» riuscì a dire, per quanto sapesse che quella menzogna non sarebbe durata a lungo.


15 giugno 2003
Caro Severus,
io e Brian suoniamo spesso insieme. Ci basta trovare un violinista e poi faremo un trio. O almeno così dice Melusine.
E quando saremo famosi, verremo a Lione e ci faranno entrare nell’ospedale dove la musica che suoneremo ti piacerà tantissimo.
Però, può essere che tu tornerai prima.
Comunque sia, ti vorrò sempre tanto bene,
Judith

L’affetto di quella lettere stordì Severus, quasi.
Era un affetto che non meritava affatto perché con il suo egoismo aveva allontano da sé Judith.
L’unica possibilità di perdono che aveva.
Aveva allontanato il suo sorriso riconoscente.
Quel sorriso che fin da subito avrebbe dovuto dirgli che egli le aveva effettivamente salvato la vita, quella notte d’agosto.
Invece aveva posto la sua attenzione unicamente sul senso di colpa.
Aveva allontanato il suo sorriso affettuoso.
Quel sorriso che lo chiamava padre, quella paternità che aveva disconosciuto in nome dell’espiazione. Quel sorriso in cui avrebbe potuto trovare la pace.
Una pace che era stata così vicina e che lui aveva gettato al vento.
Aprì il cassetto ed estrasse il disegno di Judith e lo stese davanti a sé, sul tavolo.
Quello era l’unico modo in cui poteva ancora vedere la bambina.
Erano servite decine di lettere per comprendere il suo errore nell’autodenunciarsi, un errore a cui, come gli altri che avevano costellato la sua vita, non poteva porre rimedio.
C’erano volute le parole che la signorina Fairchild gli ripeteva ogni volta, quelle parole sul bisogno che Judith aveva di lui, quelle parole che contenevano sempre una promessa di perdono, per fargli comprendere quel nuovo errore.
Ma non poteva porvi rimedio.
Non poteva annunciare al magistrato che aveva mentito al processo perché questo sarebbe equivalso a torturare Judith.
Poteva solo sperare che quel sorriso non si spegnesse mai.
E che la bambina potesse perdonarlo, un giorno, quando avrebbe saputo che l’aveva abbandonata.
 
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view post Posted on 9/10/2013, 20:41

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CITAZIONE (Alaide @ 7/10/2013, 11:44) 

Klavierstücke
15. Attesa


Che recensisco a fare, se è palese la speranza di tutti?
Guarda... non so trovare le parole, perchè la scena finale che hai descritto non so se sia più speranzosa o straziante... facciamo speranzosamente straziante e sia finita.
Rimango senza parole e in silenziosa attesa, perchè mi sento come Heloise: ansiosa in maniera terribile! ^_^

CITAZIONE (Alaide @ 9/10/2013, 09:51) 

Sinfonie.
16. Sinfonia in fa minore op. 2 n°4
Quarto movimento. Lontananza


Orbene, non so se essere più felice o disperata per questa presa di coscienza di Severus.
Da un lato ci speravo tanto, ma tanto proprio. Dall'altro immaginavo che sarebbe stata nuova fonte di sofferenza per lui, perchè il rendersi conto che autodenunciarsi non era la soluzione l'avrebbe portato a provare altro dolore, come effettivamente avvenuto.
Però ho una speranza: se lui resta dov'è, la piccola cresce. Ed è una piccola intelligente, quindi spero che in un modo o nell'altro arrivi a comprendere qualcosa.
Veramente è anche altro quel che spero, ma taccio, per non bruciarmi le carte che ho provato ad elaborare per vedere se ci azzecco. :P
Bravissima. :)
 
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view post Posted on 10/10/2013, 10:31
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N. 40

Titolo: Sfilata di sorrisi
Autore/data: Ida59 – 12/20 luglio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo, drammatico
Personaggi: Severus, professori vari
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La galleria degli imbarazzati sorrisi dispiaciuti dei suoi colleghi, con i quali nel pomeriggio aveva parlato a lungo in presidenza, cominciò a sfilare davanti ai suoi occhi. È il seguito di “Applauso”.
Parole/pagine: 1694/4



Sfilata di sorrisi




Dopo la prima cena in Sala Grande e il grande applauso che incredibilmente lo aveva accolto quasi con affetto, di nuovo preside a Hogwarts, Severus si era sottratto a tutti, anche ad Elyn: in preda ad intensa commozione era scomparso veloce dietro la porta alle spalle del tavolo dei professori.
Adesso era nei suoi sotterranei, finalmente, tra le tenebre fredde e silenziose, vecchie amiche che avevano accompagnato la solitudine della sua vita.
Trasse un profondo sospiro e continuò a camminare silenzioso per il corridoio immergendosi nell’oscurità che ammantava la pietra nell’intervallo tra una torcia e l’altra. Pochi passi nel buio, poi di nuovo la sua figura elegante emergeva nella luce ondeggiante delle fiamme che illuminava i suoi passi, la sua ombra che alle spalle si confondeva nei lenti volteggi del mantello nero.
No, la sua vita non assomigliava per niente a quel corridoio rischiarato a sprazzi. La sua esistenza si era trascinata in un lungo tunnel tenebroso che lo aveva condotto dritto all’inferno a bruciare tra le spire crudeli dell’Oscuro Signore; poi solo un altro scomodo e stretto cunicolo disseminato di spuntoni aguzzi che gli laceravano cuore ed anima, da percorrere faticosamente in salita ma senza alcuna reale speranza di giungere fuori, alla luce, accompagnato solo da tormentosi rimorsi ed amari rimpianti.
Severus si fermò nel punto più buio, appena prima di girare l’angolo, ormai lontano dall’ultima torcia che riverberava il calore della fiamma alle sue spalle e senza poter ancora vedere quella che brillava nel corridoio in cui avrebbe dovuto immettersi. Si appoggiò con la schiena alle ruvide pietre della parete e lascò che le immagini della giornata appena trascorsa si sovrapponessero in successione, con rapidi lampi, ai ricordi del suo ultimo anno al castello.
Lo aveva trascorso come odiato preside dei Mangiamorte, quando invece, al meglio delle sue possibilità, cercava di proteggere gli studenti; non solo per mantenere la promessa fatta ad Albus, ma perché era ciò che davvero voleva: nonostante le apparenze e ciò che aveva voluto far credere, ci teneva a tutti i suoi studenti, non solo ai Serpeverde! E mentre proteggeva ragazzi e professori, facendosi profondamente odiarsi da loro, era tormentato dalla preoccupazione per ciò che poteva intanto accadere al figlio di Lily sul quale, invece, non poteva più vigilare come aveva fatto per tanti anni.
La galleria degli imbarazzati sorrisi dispiaciuti dei suoi colleghi, con i quali nel pomeriggio aveva parlato a lungo in presidenza, cominciò a sfilare davanti ai suoi occhi, il piccolo Vitious che guardava davanti a sé evitando di alzare lo sguardo, mentre Hagrid teneva il volto barbuto mestamente basso, il fazzolettone a quadri che ogni tanto usciva dalla tasca a compiere il suo dovere soffocando in sonore soffiate un principio di commozione.
Quel pomeriggio gli sorrideva mortificato, Filius, ma l’anno precedente i suoi piccoli occhietti vispi l’avevano più volte sfidato apertamente, urlandogli la silenziosa ed infamante accusa d’essere l’orrido assassino di un caro amico comune; e lo stesso avevano fatto i suoi capaci incantesimi, posti dichiaratamente al servizio della ribellione contro l’odiato preside, che avevano spesso costretto Severus ad intervenire di persona per eliminarne le conseguenze a causa all’irritante incapacità magica dei fratelli Carrow e degli altri Mangiamorte che imperversavano con ferocia nella scuola.
Di Rubeus, l’anno prima ricordava soprattutto il rabbioso sguardo colmo di dolore per la morte di Silente e, al tempo stesso, la testarda incredulità che proprio lui ne fosse il barbaro assassino, il mago in cui Albus riponeva illimitata fiducia e al quale aveva dato una seconda opportunità, proprio come a Hagrid stesso. Ora, invece, nei grandi occhi neri e luminosi del mezzo gigante brillava la felice commozione di chi ha ritrovato una completa fiducia che non avrebbe mai voluto davvero abbandonare. Era stato fin troppo facile leggere le intenzioni nella mente del guardiacaccia, così Severus sapeva bene che Rubeus aveva accarezzato il pensiero di fargli male, molto male - se solo ci fosse riuscito - per vendicare Silente; ora vedeva quei rimuginati pensieri di vendetta sciogliersi nelle calde lacrime celate nel fazzolettone a quadri, sempre più umido e stropicciato.
C’era la Sprite che lo guardava mogia dall’angolo di destra, vicino alla finestra che dalla presidenza dava sulla serra. Il suo sorriso avvilito gli chiedeva scusa per tutte le volte in cui gli aveva negato, con discutibili pretesti che il mago non aveva mai voluto mettere in discussione, le erbe che gli servivano per le sue pozioni, spesso costringendolo a raccoglierle da solo nella serra - con un irrispettoso atto di forza che non avrebbe mai voluto dover compiere - mentre la strega lo squadrava a braccia conserte, l’odio che le sfavillava negli occhi. Oppure gliele aveva gettate sul tavolo con sdegnata compiacenza, scegliendole tra quelle di più infima qualità, augurandosi di rovinargli la pozione che intendeva prepararsi: un lieve sonnifero, giusto per le poche ore di sonno che si concedeva dopo le ronde notturne per accertarsi che nessun studente potesse finire tra le grinfie dei Mangiamorte che controllavano la scuola; brevi sprazzi di riposo liberi dagli incubi in cui il ritratto di Silente grondava sangue e, al posto di Albus, appariva la Torre di Astronomia illuminata dalla verde luce dell’Avada freddamente pronunciata dalle sue labbra di assassino.
Madama Pince si trastullava imbarazzata con la catenella dei pince-nez con i quali cercava di nascondere il disagio del suo rinsecchito sorriso. Il mago ricordava bene i piccoli dispetti di cui la bibliotecaria lo aveva fatto oggetto l’anno precedente, nascondendo i libri che gli interessavano e costringendolo a lunghe e noiose ricerche solitarie, oppure proprio negandoglieli con ostentata indifferenza, affermando che altri li avevano prelevati giusto pochi minuti prima. Severus aveva sempre letto con chiarezza la menzogna dietro le piccoli lenti poggiate con forzata disinvoltura sul naso, ma ogni volta non aveva detto nulla, reprimendo un sospiro e andandosene senza libro oppure cercando un sostituto in un amaro silenzio rassegnato.
Madama Chips, tra tutto il personale della scuola, sembrava avere il sorriso più triste e dispiaciuto. Forse perché, in un certo senso, avevano imparato a stimarsi nei lunghi anni in cui il mago aveva distillato con certosina pazienza le migliori pozioni curative per l’infermeria della scuola, ottenendo dall’infermiera mille lodi per la maestria della preparazione e ringraziamenti – ovviamente mai accettati a parole dal mago - per la sua generosa disponibilità. Certo, Piton manteneva la sua solita apparenza scontrosa, spesso accompagnata da sarcastiche parole all’indirizzo del malcapitato di turno, ma in realtà la sua collaborazione era sempre pronta e completa, perfino in piena notte quando qualche alunno ne aveva impellente bisogno. Eppure, a sprazzi, nel sorriso pieno di rammarico di Poppy, Severus rivedeva l’apprezzamento per i suoi filtri, innegabilmente migliori di ogni altro sul mercato, misto alla vergogna di chi, l’anno prima, li aveva invece sempre recisamente rifiutati borbottando fra i denti che non voleva correre il rischio che i suoi studenti finissero avvelenati. Sì, decisamente Madama Chips avrebbe voluto mangiarsi la lingua per quelle accuse infamanti che ora, con tutta evidenza, risuonavano in tutta la loro stridente falsità nei reciproci ricordi.
Perfino la Cooman - che l’anno prima quando lo incontrava la sera nei corridoi lo fronteggiava insolente con la bottiglia di sherry in mano, senza neppure cercare di nasconderla ma, anzi, ostentandola con aria di sfida - ora gli sorrideva avvilita, e del tutto sobria, ancora incredula che le stelle non le avessero rivelato l’arcano segreto del preside. Se solo Sibilla avesse saputo quante dolorose Cruciatus Severus aveva dovuto subire anni prima per salvaguardare la sua vita e la sua mente! Solo con strenua fatica e molta sofferenza il mago era riuscito a convincere Voldemort a lasciar perdere la veggente, a non frugare nella sua mente - con oscuri sortilegi che l’avrebbero irreparabilmente danneggiata - per trovare il resto della profezia che in tempi lontani il mago gli aveva rivelato solo in parte; Severus aveva spudoratamente mentito, affermando che i fumi dell’alcol avevano devastato la memoria della strega: aveva giurato, sul proprio intenso dolore e mentre gli occhi sanguigni dell’Oscuro Signore irrompevano con crudele ferocia nella sua mente, che quei lontani ricordi dell’indovina erano ormai del tutto irrecuperabili.
Lumacorno, invece, gli sorrideva leggero nella sua larga mole, arricciandosi soddisfatto i baffi; era contento che il suo allievo migliore – sì, proprio così aveva appena avuto l’ardire di definirlo, strizzandogli l’occhio e ricevendo in cambio solo una delle sue agghiaccianti occhiatacce – fosse stato non solo scagionato dalle tremende accuse che gli erano state mosse, ma fosse uscito da quella brutta storia famoso e potente più di prima. Tanto che non aveva resistito ad invitarlo subito, naturalmente accompagnato dalla Guaritrice dal delizioso sorriso, alla sua prossima festa esclusiva, quelle dalle quali l’anno prima l’aveva invece escluso, perfino stupendolo per il coraggio così dimostrato.
Il sorriso, però, che tra tutti più aveva addolorato il mago, era quello di Minerva, che ancora non sembrava sicura d’essere stata davvero perdonata, nonostante tutte le parole che c’erano state tra loro e quel lungo abbraccio in cui s’erano riconosciuti come vecchi amici, figlio che cerca una madre che vuole essere trovata. [1]
Severus sospirò profondamente, ancora incredulo che tutte quelle persone fossero lì, davanti a lui, solo cercando il perdono per averlo accusato di un assassinio che, in effetti, aveva davvero compiuto, non importa se era stato solo per obbedire all’ultimo ordine del suo unico amico.
Il mago scosse il capo, commosso: non erano stati solo i suoi colleghi professori a sorridergli, quella sera, ma tutta la scuola, con quel caloroso applauso che ancora gli rimbombava nelle orecchie e che con il suo festante scrosciare sovrastava, fino ad annullarlo, il suono amaro delle ingiurie con cui quelle stesse persone - per le quali ogni giorno aveva per anni rischiato la vita - l’anno precedente lo avevano più volte apostrofato. Sì, per Severus anche l’eco dell’addolorata accusa di codardia svaniva in quel crescente battimano, e così aveva sorriso, aveva sorriso a Minerva e aveva sorriso a tutti nella sala, professori e studenti.
E aveva sorriso anche a se stesso, infine riuscendo a fatica a perdonarsi mentre con sollievo assolveva tutti loro, perdendosi infine nel sorriso di Elyn che, felice, gli stringeva di nascosto la mano dietro il lungo mantello nero.




[1] Vedi le precedenti storie di questa raccolta: “La visita” e “Affetto”.

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:49
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 10/10/2013, 11:31) 

Sfilata di sorrisi


E mai titolo fu più azzeccato! :D
Spettacolare, davvero spettacolare.
Mi è piaciuto come hai tratteggiato ogni singolo personaggio, dipingendolo con poche e sapienti pennellate che ne formano le caratteristiche principali.
Meravigliosi Hagrid e Minerva su tutti. :wub:
Forza Severus, anche questa giornata è passata... ti hanno letteralmente travolto di sorrisi. :lovelove:

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:49
 
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Prenotazioni per la 40a settimana di Sorrisi per Severus:

Venerdì 11: ellyson (Fumetto 6)
Sabato 12: Anastasia (1 di 13)
Domenica 13: Monica (38)
Lunedì 14: Leonora
Martedì 15: Ele


Prenotazioni per la 41a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 16 ottobre: Leonora (41)
Giovedì 17 ottobre: Ida (41)
Venerdì 18: Anastasia (2 di 13)
Sabato 19: kià
Domenica 20: Monica (39)
Lunedì 21: Leonora (ultimo)
Martedì 22: Sara


Prenotazioni per la 42a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 23: Ida/Leonora (42)
Giovedì 24: Ida/Leonora (42)
Venerdì 25: Anastasia (3 di 13)
Sabato 26: Anastasia (4 di 13)
Domenica 27: Monica (40)
Lunedì 28: Ale
Martedì 29: ???


Prenotazioni per la 43a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 30: Ida/Leonora (43)
Giovedì 31: Ida/Leonora (43)
Venerdì 1 Novembre: Anastasia (5 di 13)
Sabato 2 Novembre: Anastasia (6 di 13)
Domenica 3 Novembre: Monica (41)
Lunedì 4: ???
Martedì 5: ???


Qualora Monica o Ellyson abbiano storie arretrate della sfida settimanale da inserire hanno la precedenza in ogni buco vuoto. Subito dopo segue Anastasia con il diritto di due giorni a settimana, che può però anche riempire eventuali buchi, come martedì 29 ottobre o il 4 e 5 di Novembre, se rimangono vuoti.


Riponete il Dolorimetro e sfoderate un bel sorriso!



Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:50
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 10/10/2013, 20:11) 
CITAZIONE (Ida59 @ 10/10/2013, 11:31) 

Sfilata di sorrisi


E mai titolo fu più azzeccato! :D
Spettacolare, davvero spettacolare.
Mi è piaciuto come hai tratteggiato ogni singolo personaggio, dipingendolo con poche e sapienti pennellate che ne formano le caratteristiche principali.
Meravigliosi Hagrid e Minerva su tutti. :wub:
Forza Severus, anche questa giornata è passata... ti hanno letteralmente travolto di sorrisi. :lovelove:

Ci sono titoli difficili da trovare, ma questo è balzato sul foglio da solo!
Sono felice che tu abbia trovato appropriata la caratterizzazione dei personaggi, forzatamente sintetica.
La preferenza di quei due personaggi dipende da una tua personale preferenza o per quello che ho scritto io?


Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:50
 
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view post Posted on 10/10/2013, 21:38

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CITAZIONE (Ida59 @ 10/10/2013, 22:24) 
CITAZIONE (pingui79 @ 10/10/2013, 20:11) 
E mai titolo fu più azzeccato! :D
Spettacolare, davvero spettacolare.
Mi è piaciuto come hai tratteggiato ogni singolo personaggio, dipingendolo con poche e sapienti pennellate che ne formano le caratteristiche principali.
Meravigliosi Hagrid e Minerva su tutti. :wub:
Forza Severus, anche questa giornata è passata... ti hanno letteralmente travolto di sorrisi. :lovelove:

Ci sono titoli difficili da trovare, ma questo è balzato sul foglio da solo!
Sono felice che tu abbia trovato appropriata la caratterizzazione dei personaggi, forzatamente sintetica.
La preferenza di quei due personaggi dipende da una tua personale preferenza o per quello che ho scritto io?

Entrambe le cose.
Hagrid ha da sempre la mia sconfinata ed intramontabile simpatia, purchè lo si tratti bene e tu ci sei riuscita benissimo.
E poi Minerva perchè è Minerva e per lei do il medesimo motivo di Hagrid.

Insomma, due personaggi che adoro, che sono stati trattati splendidamente. :)

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 22:51
 
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view post Posted on 11/10/2013, 08:39
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Ecco qui l'ultima pagina del mio fumetto esperimento.
Spero che vi sia piaciuto e che non vabbia cariato troppo i denti!




E per ch si fosse perso tutte le pagine le rimetto anche qui!

Pagina 1


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view post Posted on 11/10/2013, 10:03
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CITAZIONE (pingui79 @ 9/10/2013, 21:41) 

Klavierstücke
15. Attesa


Che recensisco a fare, se è palese la speranza di tutti?
Guarda... non so trovare le parole, perchè la scena finale che hai descritto non so se sia più speranzosa o straziante... facciamo speranzosamente straziante e sia finita.
Rimango senza parole e in silenziosa attesa, perchè mi sento come Heloise: ansiosa in maniera terribile!

Speranzosamente straziante è un termine perfetto per quella scena! All'incirca quello che pensavo io scrivendola.
Quanto all'attesa. Lunedì prossimo arriverà la fatidica risposta del tribunale magico dei minori.


CITAZIONE

Sinfonie.
16. Sinfonia in fa minore op. 2 n°4
Quarto movimento. Lontananza


Orbene, non so se essere più felice o disperata per questa presa di coscienza di Severus.
Da un lato ci speravo tanto, ma tanto proprio. Dall'altro immaginavo che sarebbe stata nuova fonte di sofferenza per lui, perchè il rendersi conto che autodenunciarsi non era la soluzione l'avrebbe portato a provare altro dolore, come effettivamente avvenuto.
Però ho una speranza: se lui resta dov'è, la piccola cresce. Ed è una piccola intelligente, quindi spero che in un modo o nell'altro arrivi a comprendere qualcosa.
Veramente è anche altro quel che spero, ma taccio, per non bruciarmi le carte che ho provato ad elaborare per vedere se ci azzecco.
Bravissima.

Judith è sicuramente intelligente - e già inizia ad avere delle domande (quella circa le buste e i suoi pensieri sulla lettera di Severus che è arrivata troppo rapidamente - quindi la tua speranza non è infondata (di più ovviamente non posso dirti).
Il momento della presa di coscienza di Severus è stato difficile da scrivere e soprattutto da decidere in che momento mettere (ho una tabella cronologica complicatissima, per non scordarmi l'età di Judith, in che anno scolastico si trova, gli anni di prigionia di Severus), fino a quando non mi sono decisa per questo capitolo.
Ovviamente, quando sarà il momento, sono curiosa di sapere se ci hai azzeccato!
Grazie mille, Kià!
 
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view post Posted on 11/10/2013, 14:55
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CITAZIONE (ellyson @ 11/10/2013, 09:39) 
Ecco qui l'ultima pagina del mio fumetto esperimento.
Spero che vi sia piaciuto e che non vabbia cariato troppo i denti!




E per ch si fosse perso tutte le pagine le rimetto anche qui!

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E' talmente bello! No non è stucchevole, per me è un sogno che si realizza. :wub: :cry:
 
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view post Posted on 11/10/2013, 15:12
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Hai realizzato delle tavole stupende, Elly! Davvero complimenti, mi piace un sacco: è un lavoro splendido così come lo sono le tue fic!
 
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view post Posted on 11/10/2013, 18:04

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CITAZIONE (ellyson @ 11/10/2013, 09:39) 
Ecco qui l'ultima pagina del mio fumetto esperimento.
Spero che vi sia piaciuto e che non vabbia cariato troppo i denti!




E per ch si fosse perso tutte le pagine le rimetto anche qui!

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Elly, posso riempirti di wubbini per dirti quanto queste immagini mi piacciano?
Semplici e eppure evocative alla grande.
:wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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