Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ale85LeoSign
view post Posted on 21/9/2013, 16:31




Allora, questa composizione è stata un po' ispirata dal contesto in cui vivevo nel momento in cui scrivevo e dal sountrack di Vangelis "Conquest of Paradise" che vi riporto qua sotto e che le amanti della lirica dovrebbero gradire, se già non lo conoscono.


Autore/data: ale85leosign– 17 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Nota: La storia è dedicata ad un piccolo cucciolo dal manto nero, orgoglioso, solitario... un cuore di lupo dolce, sensibile, selvaggio e fedele, con cui ho condiviso e amato 11 anni della mia vita.





Conquest of Paradise



Dalla cima della scogliera il sole si spezzava in raggi obliqui, trapassando le nubi, infrangendosi nel mare mosso, quasi scagliandosi su di esso, come lame di spade luminose forgiate in un sole bianco, accecante e splendente. Le acque azzurro-grigie danzavano, s’impennavano in creste bianche che volavano via con sbuffi di vapore scintillante.
Nell’irreale gioco di luci e ombre che si contendevano il cielo e il mare, l’elegante figura di un uomo si stagliava al di sopra dell’oceano, sovrastandolo nella sua altezza, mentre rivolgeva lo sguardo oscuro a quel firmamento tempestato di sfumature di candido fuoco e tenebra.
Il mago osservava lo scorrere del tempo, la furia silenziosa degli elementi, quel conflitto perenne, con quegli occhi in cui la luce veleggiava nell'oscurità, lasciando che il vento desse vita al mantello che elegantemente, come un oscuro stendardo, si lasciava trasportare dalla brezza densa di sale e umidità.
E ogni volta che un’onda di tempesta s’infrangeva sulla scogliera sottostante, un rombo, un brontolio risaliva lungo tutta la parete rocciosa, come se quei lembi di mare e di sentimento impetuoso fossero andati a scontrarsi contro la solida barriera oscura, che vibrava senza perdere la postura statuaria.
Severus sollevò il braccio in cui era impresso a fuoco il suo più grande sbaglio, piano, sentendone il gravoso peso e la forza dei sibili ululanti del vento opporsi a quel movimento lento e solenne. Nella mano pallida stringeva la propria bacchetta, compagna fedele, nel bene e nel male.
La sollevò, come l’aveva sollevata per scagliare l’Anatema che uccide, come per afferrare un futuro che all’orizzonte si sbiadiva nel cielo d’acciaio e si perdeva nel tortuoso scorrere dei pensieri del mago.
Nel mezzo dell’oscurità, della morte, avvertiva ancora dolore, il dolore della perdita e della consapevolezza di aver ucciso un caro amico, seppur a fin di bene, e quella era una sofferenza viva e acuta che ardeva implacabile come il sole.
Poi c'era stata la sentenza di morte, il lampo verde, e quegli occhi gentili si erano chiusi, come addormentandosi in un sogno per raggiungere quel cielo in tempesta e perdersi per sempre dentro le soffici nubi.
Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Sentì crescere dentro di sé la forza prodigiosa di un sorriso, il ritratto sbiadito di desideri e sogni che ancora, nonostante tutto, affioravano sulle seducenti labbra sottili e vivevano nei luccicanti astri oscuri che rimiravano il cielo, la furia del mondo e un passato sempre vivo.
E mentre il mare ruggiva e il vento ululava come il lupo il suo richiamo atavico e selvaggio, in cuor suo conobbe la verità: quando il Marchio Nero non avrebbe più adombrato ogni cosa e al suo posto le stelle avrebbero danzato e brillato luminose nel cielo terso, Severus si sarebbe immerso nel sogno più dolce e consolante e l'avrebbe vissuto al fianco della persona che amava.
Smise di sorridere e strinse maggiormente la bacchetta sollevando il mento e inspirando l'odore del mare, il sentore salato della morte che inumidiva gli occhi esaltando la loro misteriosa bellezza; avvertì l'ululato del vento che, come un amico fedele, guidò i suoi passi e il lento fluire di una nuova forza che avrebbe dato forma e significato alla sua vita.

Edited by Ale85LeoSign - 21/9/2013, 21:10
 
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view post Posted on 21/9/2013, 16:47
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Da amante di Vangelis non mi sono potuta non fermare a leggere e ad ascoltare, e ad assaporare, perchè il mix di musica e testo ti fa assaporare il momento che hai raccontato, così intenso, delicato e forte da dare quasi i brividi.
Mi viene in mente il film di cui questo brano è colonna sonora e non posso non pensare a Severus come un novello Colombo alla ricerca della sua America, la sua America che aveva il profumo della donna amata, ed è bello e triste in ogni suo gesto così in simbiosi con l'ambiente e con il mare che sembra di essere lì, di respirare quella stessa aria.
Ci sono frasi assolutamente stupende che sarebbero da citare tutte, ma il mio è solo un passaggio "abusivo" per dirti che la storia mi è piaciuta veramente molto e la musica beh, una colonna sonora fantastica a delle parole altrettanto fantastiche.

p.s. Non lo sapevo della tua bella cagnolona, Ale, mi dispiace un sacco :( :hug:
 
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view post Posted on 21/9/2013, 17:34
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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 21/9/2013, 17:31) 
Allora, questa composizione è stata un po' ispirata dal contesto in cui vivevo nel momento in cui scrivevo e dal sountrack di Vangelis "Conquest of Paradise" che vi riporto qua sotto e che le amanti della lirica dovrebbero gradire, se già non lo conoscono.


Autore/data: ale85leosign– 17 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Nota: La storia è dedicata ad un piccolo cucciolo dal manto nero, orgoglioso, solitario... un cuore di lupo dolce, sensibile, selvaggio e fedele, con cui ho condiviso e amato 11 anni della mia vita.





Conquest of Paradise




Nel mezzo dell’oscurità, della morte, avvertiva ancora dolore, il dolore della perdita e della consapevolezza di aver ucciso un caro amico, seppur a fin di bene, e quella era una sofferenza viva e acuta che ardeva implacabile come il sole.
Poi c'era stata la sentenza di morte, il lampo verde, e quegli occhi gentili si erano chiusi, come addormentandosi in un sogno per raggiungere quel cielo tempestoso e perdersi per sempre dentro le soffici nubi.
Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Sentì crescere dentro di sé la forza prodigiosa di un sorriso, il ritratto sbiadito di desideri e sogni.........................
................................
Smise di sorridere e strinse maggiormente la bacchetta sollevando il mento e inspirando l'odore del mare, il sentore salato della morte che inumidiva gli occhi esaltando la loro misteriosa bellezza; avvertì l'ululato del vento che, come un amico fedele, guidò i suoi passi e il lento fluire di una nuova forza che avrebbe dato forma e significato alla sua vita.

Musica e parole parlano direttamente al cuore.
Ale, ricordo, ho ricordato e ho capito.
Ho pianto e sorriso con te e con Severus.
Fantastica, sei stata fantastica. :cry: :) :wub:
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 21/9/2013, 18:40




CITAZIONE (Severus Ikari @ 21/9/2013, 17:47) 
Da amante di Vangelis non mi sono potuta non fermare a leggere e ad ascoltare, e ad assaporare, perchè il mix di musica e testo ti fa assaporare il momento che hai raccontato, così intenso, delicato e forte da dare quasi i brividi.
Mi viene in mente il film di cui questo brano è colonna sonora e non posso non pensare a Severus come un novello Colombo alla ricerca della sua America, la sua America che aveva il profumo della donna amata, ed è bello e triste in ogni suo gesto così in simbiosi con l'ambiente e con il mare che sembra di essere lì, di respirare quella stessa aria.
Ci sono frasi assolutamente stupende che sarebbero da citare tutte, ma il mio è solo un passaggio "abusivo" per dirti che la storia mi è piaciuta veramente molto e la musica beh, una colonna sonora fantastica a delle parole altrettanto fantastiche.

p.s. Non lo sapevo della tua bella cagnolona, Ale, mi dispiace un sacco :( :hug:

Grazie, Anastasia, sia per la comprensione che per le belle parole per la mia storia. :-)
Il film non l'ho visto, ma se mi dici che è bello ci butterò un occhio.
Io qui ho guardato il mare in una giornata classica di qua divisa tra il brutto tempo e il sole e la mente ha vagato un po'...
Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e bè, per la musica, stiamo parlando di Vangelis ;)


CITAZIONE (chiara53 @ 21/9/2013, 18:34) 
Musica e parole parlano direttamente al cuore.
Ale, ricordo, ho ricordato e ho capito.
Ho pianto e sorriso con te e con Severus.
Fantastica, sei stata fantastica. :cry: :) :wub:

Grazie anche a te, Chiara :wub:
Alla fine c'è sempre e comunque un po' di speranza e la cosa più importante è ritrovare il sorriso e la forza di intraprendere le nostre battaglie quotidiane.
So di aver aperto uno squarcio che non c'entra molto con Severus, ma allo stesso tempo ho trovato tanti nessi e, scrivendo, penso sempre che si riesca a trovare un modo per esorcizzare le nostre paure e per stemprare un pochino la tristezza.
Poi è proprio pensando a lui, ai suoi insegnamenti e a cosa avrebbe fatto al mio posto che sono riuscita a fare ciò che era giusto fare. E un sorriso come ringraziamento mi sembra il minimo.

Ancora grazie, Chiara, e scusa se ho riportato in mente anche a te un episodio che comunque so bene che lascia il segno.
 
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kijoka
view post Posted on 22/9/2013, 15:41




Nr.35

Autore/data: Kijoka – 18 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Remus Lupin - Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: HP3
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Confronto tra due persone dalla vita difficile.
Parole/pagine: 1.641/3.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.





Apertura

Nella stanza semivuota il silenzio lasciava spazio ai pensieri.
Pochi mobili e pochi oggetti personali, ma era sempre così. I luoghi che occupava rappresentavano sempre al meglio la sua vita.
Vuota e senza legami.
Si sentiva stanco, ma non era strano: ne conosceva bene la ragione.
Non era sicuro che l'aver preso quella decisione fosse stata poi una gran buona idea. Poteva mettere tutti in pericolo, lo sapeva.
Eppure non era riuscito a dire di no: voleva sentirsi utile. Desiderava con tutto se stesso riuscire a ritrovare un posto nel mondo. Un posto che non fosse quello che altri avevano deciso per lui.
Si agitò sulla sedia a queste riflessioni.
Sapeva che erano in tanti a temerlo, ma credeva fermamente di riuscire a farcela e Silente aveva in lui una fiducia smisurata.
C'era quell'unico modo, poi, di tenere a bada la parte più selvaggia di sé e quel rimedio era in mano ad una persona sicuramente capace, ma lievemente prevenuta nei suoi riguardi.
La fuga di Black, poi, avrebbe potuto essere un particolare non da poco.
Un bussare sonoro alla porta lo riportò al presente.
- Avanti!
L'alto mago vestito di nero fece il suo ingresso con una sicurezza che Lupin avrebbe potuto definire orgogliosa.
Piton prese ad osservarlo con i profondi occhi scuri, sembravano senza pietà.
Il vestito era spiegazzato e liso, quasi quanto il viso di chi lo indossava era scavato e pallido. Con questi pensieri Severus poggiò il boccale chiuso da un coperchio di acciaio sul tavolo:
- Lo lascio qui...
Non l'aveva fatto di proposito, ma la voce era stata talmente fredda e impersonale che aveva lui stesso provato un moto di fastidio.
L'uomo seduto alzò lo sguardo umido, rabbrividendo appena.
- Grazie.
La voce era strascicata e stanca.
Nel fondo del tono piatto Piton percepì un moto di gratitudine.
In realtà non era molto abituato ad essere diplomatico, quindi spezzò quel momentaneo silenzio con una frase che rispecchiava esattamente i suoi sentimenti di quel momento:
- Silente non doveva farti venire. Potresti essere un pericolo per i ragazzi, e per te stesso.
Lupin alzò di nuovo gli occhi, ma questa volta li inchiodò in quelli neri del suo interlocutore:
- Perché, Severus, hai paura di me? - Uno strano mezzo sorriso era comparso sul viso dalla barba incolta.
Piton fremette per un momento: la rabbia lo colmava immediatamente quando gli davano del codardo in qualche modo.
Trattenne la risposta velenosa che gli era salita alle labbra. In fondo non voleva ferire quel che sarebbe stato un suo collega per i prossimi mesi.
D'altra parte era anche consapevole che il sentimento che provava per lui non era più come una volta: non ce l'aveva più a morte con Lupin.
Aveva davanti a sé una persona sola e isolata e non poteva fare a meno di fare dei paragoni. Voleva diventare come loro? Come quando lo prendevano di mira solo perché era strano e sempre solo?
Lupin era sempre malaticcio e magro da far paura. In effetti la strana sensazione che, ultimamente, provava nel vederlo così sofferente era quasi vicina al dispiacere.
Remus si alzò e lo fronteggiò.
Poteva davvero far affidamento su quell'uomo? Se Silente si fidava di lui e allora chi era Remus Lupin per non farlo?
La realtà era anche un'altra: era sotto il suo totale controllo.
- Eppure lo sai che sei tu stesso a potermi controllare come vuoi, con questa brodaglia che mi prepari. Basterebbe che una sola volta non la completassi come devi e tutti saprebbero di me. Tu ti libereresti di un vecchio compagno di studi e di qualcuno che ti ricorda forse troppo la tua adolescenza...
Severus non abbandonò il contatto visivo, restando fermo davanti all'altro senza muovere un muscolo:
- Non guadagnerei nulla nel farti scoprire. La tua presenza non mette in pericolo me, in nessun modo. So da molto tempo quando starti lontano.
- Già! - Rispose Remus con voce roca. - E non per merito mio, vero?
Lupin non era stato a conoscenza di ciò che i suoi amici intendessero combinare mettendo in pericolo la vita di Piton, molti anni prima. Era solo stato profondamente contento che James avesse avuto quel rigurgito di responsabilità e non gli avesse permesso di ucciderlo.
Non aveva partecipato all'idea, ma ci era rimasto piuttosto male quando aveva compreso cosa avrebbe dovuto succedere che, per fortuna invece, non era accaduto.
Per tutta risposta Piton emise un suono simile ad un ringhio, prima di allontanarsi dando le spalle al suo interlocutore.
- Bravo Severus! Era quasi degno di me, nei miei momenti migliori!
Il mago tornò a guardare l'altro, con una luce divertita negli occhi neri.
Prese dal tavolo il boccale e glielo porse:
- Avanti, bevi...
- Suppongo tu non sia riuscito a migliorarne il sapore, vero? - Gli occhi brillarono, mentre la mano prese il boccale.
- Difficile riuscirci se non ci si prova nemmeno...
La voce profonda si abbassò ulteriormente, divenne cupa:
- In ogni caso Silente ha deciso che continuerò a sostituirti io nelle lezioni che dovrai perdere.
- Ti prego di continuare a parlare male di me ai miei alunni, Severus!
Piton sospirò appena prima di rispondere:
- Devo rimediare. Sono rimasti molto indietro con il programma in questi anni e se andranno avanti così, una volta usciti da questa scuola non sapranno riconoscere e fronteggiare le creature più pericolose del nostro mondo!
Si era accalorato e non ne aveva avuto l'intenzione.
Remus abbassò gli occhi:
- Pericolose come me, vero?
Severus cambiò argomento: non voleva discutere con Lupin delle sue debolezze. Con il tono di voce più piatto che riuscì a trovare continuò:
- So che Potter ha un debole per te. Stai attento a ciò che dici al ragazzo. Non deve sapere più di quanto necessita per cavarsela.
L'altro si fermò con il boccale a mezz'aria e rispose con voce ferma:
- Non devi essere tu a dirmelo. Sono in grado di badare a me stesso e so benissimo cosa devo e cosa non posso fare.
Severus pensò che in fondo quella vicinanza a Potter, che non approvava, avrebbe potuto essere per lui molto utile: avrebbe avuto qualcuno che poteva stare vicino al ragazzo e proteggerlo anche quando lui non c'era.
A questo riguardo sapeva di potersi fidare di Remus: non avrebbe mai fatto del male o permettere che qualcuno lo facesse al figlio di James.
Anche se non era ancora del tutto sicuro che non stesse aiutando Black.
Fremette di rabbia al pensiero del vecchio rivale a piede libero.
Quanto gli sarebbe piaciuto trovarlo ed affrontarlo! Era una vita che aspettava, o almeno così gli sembrava.
Ragazzino troppo cresciuto senza che avesse mai provato cosa voleva dire guadagnarsi la vita, conquistare la fiducia degli altri, trovare rispetto per se stesso. Erano giorni che sognava di essere lui a catturarlo! Averlo davanti, insultarlo, umiliarlo e poi finirlo con le sue stesse mani!
Una soddisfazione che sognava ogni notte. Punire l'assassino di Lily, punire il traditore che l'aveva venduta, vendicarsi di tutto il dolore che aveva provocato, per tutta la sofferenza che aveva provato...
- Severus!
Si riscosse, chiuse gli occhi per un momento e tornò al presente.
- Ti ho chiesto se devo berlo tutto... - La voce di Lupin era sempre gentile.
- Sì, è una pozione che deperisce quasi subito. Domani te ne porterò dell'altra. Mi raccomando, è importante...
Remus tornò a sedersi sull'ampia poltrona a fianco alla finestra.
- Non deve essere facile per te, vero? - Lo guardava con strani occhi buoni.
- Cosa? Aiutarti a non stare male? - Severus incurvò le labbra nel suo solito sorriso storto. - Lo hai detto tu che in questo modo ti posso controllare. Quale migliore soddisfazione di quella di avere potere su chi un tempo lo esercitava su di te.
- Non ho mai gradito quella situazione, e lo sai. - Lupin non smetteva di fissarlo con il viso serio.
- No, Lupin, io non so nulla. - La voce profonda di Severus era tornata gelida e tagliente. - Tu forse non eri d'accordo, ma non hai mai fatto nulla per cambiare il corso degli eventi.
Piton tacque un attimo, mentre gli occhi neri divenivano più brillanti:
- Che senso ha discuterne ora? Difficilmente io e te arriveremo a dover collaborare così da vicino da dover risolvere i nostri problemi personali, Remus...
Lupin abbassò gli occhi sentendosi per un momento incredibilmente vicino a Piton.
Entrambi avevano avuto una vita difficile. Certo non avevano fatto scelte simili, ma sentiva che entrambi avevano una conoscenza della sofferenza che superava di gran lunga quella di tante altre persone.
Più volte Remus si era chiesto cosa avesse potuto cambiare, nella loro storia, il suo prendere posizione a favore di Severus in quegli anni scapestrati...
Tornò a fissare negli occhi l'uomo lì di fronte:
- In ogni caso ti ringrazio. Non so come potrei restare qui senza la tua pozione Antilupo...
- Di nulla. - Severus sentì di nuovo quello strano calore alla bocca dello stomaco.
Sapeva da tempo di non avere rancore per Lupin: si somigliavano troppo. Entrambi sfortunati e reietti, entrambi salvati da Silente, entrambi legati ad Hogwart come ad una casa perduta e ritrovata.
Remus gli stava sorridendo. Disarmante e inaspettato gesto che mise in imbarazzo Piton.
- Potremo non essere mai amici, Severus... ma perché sprecare tempo ed energie per rimanere nemici, senza alcun motivo reale o apparente?
Lupin vide lo sguardo dell'altro diventare un abisso scuro. Seppe di aver colpito nel segno.
Per il momento si sarebbe accontentato di far nascere dei dubbi nella mente di Piton, dubbi che, magari in un lontano futuro, avrebbero potuto diventare richieste di spiegazione e quindi dialogo.
La voce di Piton vibrò nella stanza:
- Bevi la pozione, Remus.
In silenzio girò le spalle al mago seduto e uscì dalla stanza, un mezzo sorriso dipinto sul viso affilato

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 15:26
 
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view post Posted on 23/9/2013, 09:57
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I ♥ Severus


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Prenotazioni per la 37a settimana di Sorrisi per Severus:

Lunedì 23: Leonora
Martedì 24: kià


Prenotazioni per la 38a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 25: Leonora (38)
Giovedì 26: Ida (38)
Venerdì 27: Ellyson (Fumetto 1)
Sabato 28: Leonora
Domenica 29: Monica (36)
Lunedì 30: Ellyson (Fumetto 2)
Martedì 1 ottobre: Ellyson (Fumetto 3)


Prenotazioni per la 39a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 2 ottobre: Leonora (39)
Giovedì 3 ottobre: Ida (39)
Venerdì 4: ellyson (Fumetto 4)
Sabato 51:ellyson (Fumetto 5)
Domenica 6: Monica (37)
Lunedì 7: Leonora
Martedi 8: ???


Riponete il Dolorimetro e sfoderate un bel sorriso!

 
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view post Posted on 23/9/2013, 10:41
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Autore/data: Alaide 22 – 24 luglio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Il sorriso colmo di disperazione era sempre sulle sue labbra e le mani le tremavano leggermente per la paura. Eppure credeva che Monsieur Piton avrebbe trovato una soluzione, perché era certa che dell’uomo poteva fidarsi
Nota: E’ il seguito di Luci e ombre
Parole: 1586

Klavierstücke
13. Paura e Speranza


Parigi, 11 aprile 2000



Heloïse sentiva la pioggia ticchettare lentamente contro il vetro della finestra, posta, credeva, a poca distanza dalla poltrona su cui sedeva.
Monsieur de la Roche si trovava nella stanza di Anne, per poter comprendere se vi fossero reali miglioramenti. Sicuramente, si disse la ragazza, la sorella non si svegliava più nel cuore della notte tossendo e sembrava essere meno sofferente. Forse la pozione di Monsieur Piton stava facendo veramente guarire la sorella.
«Heloïse, ci sono alcuni fatti di cui è necessario che io ti parli.»
La voce dell’uomo le parve quanto mai grave. La ragazza si alzò in piedi nervosa.
«È accaduto qualcosa ad Anne?» domandò infine, un tremito nella voce.
«No.» l’uomo si avvicinò ad Heloïse. Aveva temporeggiato anche troppo da quando Mademoiselle de la Roche gli aveva parlato. Forse semplicemente perché non aveva avuto occasione di rimanere solo con la ragazza. Forse perché non aveva cuore di distruggere la precaria tranquillità trovata da Heloïse. Anne gli aveva confidato che la sorella non l’aveva più svegliata in preda ad un incubo. «L’ultima volta che Mademoiselle de la Roche è stata qui, mi ha parlato di un’informazione datale da una sua amica.»
«Che genere di informazione?» mormorò Heloïse, tornando a sedersi. Sentì Severus muoversi per la stanza e prendere posto di fronte a lei.
La ragazza cercò disperatamente di mantenere la calma. Sapeva che di Monsieur Piton poteva fidarsi. Dopo il giorno in cui gli aveva confidato la verità, la fiducia si era fatta assoluta. Eppure il tono della voce dell’uomo la faceva preoccupare. Un sorriso nervoso le stirò le labbra per un istante.
«Forse io ed Anne non possiamo più stare qui?» domandò infine con un tremito nella voce.
«No, Heloïse.» Severus osservò la reazione della ragazza, il cui volto si distese ed le cui labbra si aprirono in un sorriso fiducioso, una fiducia che non voleva in alcun modo ferire con quello che aveva da aggiungere. «Mademoiselle de la Roche ha incontrato una sua amica, come ti stavo dicendo, che lavora per la Garde Républicaine Magique.»
«Hanno ritrovato il cadavere di mio padre.» mormorò Heloïse, la voce tremante, impaurita.
«L’hanno ritrovato il primo di marzo.» disse l’uomo. La ragazza era impallidita di colpo e Severus poteva immaginare fin troppo bene quali pensieri le stessero attraversando la mente. «Hanno deciso di tenere nascosta la notizia alla stampa, perché tu e tua sorella siete minorenni. Da allora vi stanno cercando. Con ogni probabilità siete state fortunate e non siete mai incappate in nessuno di loro. D’altronde, da quel che mi ha detto Mademoiselle de la Roche, non sanno assolutamente nulla della malattia di tua sorella, ma unicamente della tua cecità. Credo che sia per questo che non hanno pensato di cercarvi presso uno speziale.»
«Ho sempre… ho sempre avuto il terrore che…» Heloïse si interruppe, tentando di riordinare i pensieri, ma non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che le sarebbe stata tolta Anne. Un sorriso disperato le si disegnò sulle labbra. Voleva che Severus le dicesse che nessuno le avrebbe portato via la sorella. Voleva almeno che le dicesse che, anche se fosse accaduto qualcosa a lei, Anne sarebbe potuta rimanere con l’uomo, che egli le avrebbe fatto da padre. Deglutì a vuoto, cercando di ricomporsi, ma il sorriso disperato era ancora impresso sulle sue labbra ed il volto era mortalmente pallido. «Ho sempre avuto il terrore che ci potessero trovare.» riuscì a dire infine. «Quando abbiamo lasciato la casa, ho preso con me unicamente i soldi Babbani che nostro padre teneva in casa. Abbiamo camminato fino al paese più vicino. Poi utilizzato i mezzi pubblici Babbani. Ed anche a Parigi, stavamo nella Parigi Babbana se non quando ho tentato di trovare delle medicine per Anne. Se non fosse… se non avessimo però incontrato lei, Monsieur, non so cosa ne sarebbe stato di noi. Se ci avessero scoperte, mi avrebbero tolto Anne e mi avrebbero mandata in carcere, perché ho ucciso mio padre, per quanto non volessi. Io…» la voce le si spense nuovamente. Il sorriso colmo di disperazione era sempre sulle sue labbra e le mani le tremavano leggermente per la paura. Eppure credeva che Monsieur Piton avrebbe trovato una soluzione, perché era certa che dell’uomo poteva fidarsi. Avrebbe voluto dimostrarlo meglio «Cosa è meglio fare, ora?»
La domanda era flebile, quasi inudibile, colma di preoccupazione e paura, così come colmo di preoccupazione e paura era il suo sorriso. Eppure era un sorriso diverso da quello che Severus aveva visto durante i primi giorni in cui aveva avuto a che fare con Heloïse. Non era la disperazione data dalla mancanza di fiducia, dalla certezza che tutti fossero come il padre, quanto piuttosto la disperazione di chi, una volta credutosi al sicuro, si sentiva nuovamente in balia della crudeltà della vita.
«Ci sono due soluzioni, Heloïse. Tu ed Anne potrete rimanere nascoste qui, anche se questo significherebbe non poter più uscire e soprattutto la Garde Républicaine potrebbe trovarvi alla fine, non importa il metodo scelto per tenervi nascoste agli occhi di tutti. Oppure potremmo andare alla sede della Garde Républicaine. Ed è la scelta che ti consiglio di fare.» Sapeva che quelle parole avrebbe forse incrinato la fiducia che Heloïse aveva in lui, ma nascondersi non era la soluzione, considerando soprattutto che questo avrebbe aumentato la possibile colpevolezza della ragazza agli occhi di chi stava indagando sul caso. Sperava solamente che i metodi della Garde Républicaine fossero migliori di quelli degli Auror «Se dirai loro quello che hai detto a me, confido che non ti toglieranno Anne. E anche se desiderassero farlo, farò in modo che ciò non accada.»
Heloïse rimase a lungo in silenzio, meditando su ciò che Severus aveva detto e su ciò che non aveva detto. Se avesse agito d’istinto, se fosse stata sola, avrebbe optato per il rimanere nascosta, ma non poteva imporre ad Anne qualcosa del genere. Sapeva che se sua sorella fosse stata meglio, se la malattia fosse stata debellata dal suo corpo, non avrebbe mai potuto costringerla a rimanere chiusa in quell’appartamento. Andare però a parlare con la Garde Républicaine la terrorizzava. E riusciva a prendere in considerazione l’idea unicamente perché Severus aveva lasciato intendere che l’avrebbe accompagnata.
Il sorriso disperato si era fatto incerto e nervoso, così come incerta e nervosa si sentiva nell’intimo del suo animo.
Heloïse trasse un sospiro, tentando inutilmente di calmarsi. Sapeva che poteva credere alle parole dell’uomo. Sapeva che Severus avrebbe fatto di tutto perché non le venisse tolta Anne, il che voleva dire che la Garde Républicaine si convincesse che quello che era accaduto a fine febbraio era stato unicamente un incidente o, per lo meno, che lei non aveva mai voluto che suo padre cadesse dalle scale e morisse. Eppure c’era qualcosa che la preoccupava nella promessa dell’uomo, come se temesse che, per proteggerla, potesse giungere a sacrificare se stesso. Ed era qualcosa che Heloïse non voleva.
«Porto ottime notizie.» la voce di Monsieur de la Roche la colse di sorpresa. Sentì Monsieur Piton alzarsi in piedi. Tentò di seguirne i passi, ma non ci riuscì. Improvvisamente alla paura si mescolò la speranza che Anne stesse meglio. «L’ultima variante della pozione sta funzionando a meraviglia. La malattia sta lentamente abbandonando il corpo della bambina. Consiglio di continuare a somministrarle ogni giorno la pozione. Tra dieci giorni tornerò a controllarla, ma ritengo che presto si potrà portare la somministrazione della pozione a livello settimanale.»
Heloïse si alzò in piedi, un sorriso felice sulle labbra, anche se sentiva la paura e la preoccupazione premere nella sua mente.
Sentì il Guaritore aggiungere altre parole, ma a lei non interessava udire altro. Era certa che fossero questioni mediche, che stesse spiegando a Monsieur Piton perché era stato finalmente possibile ottenere che la malattia stesse abbandonando Anne.
Non le importavano i particolari medici, quanto piuttosto che v’era ancora speranza.
Per Anne, per lo meno.
Sua sorella avrebbe potuto condurre una vita felice, insieme a Monsieur Piton.
«Ho preso una decisione.» disse, quando Monsieur de la Roche se ne fu andato. «Andrò… voglio andare alla Garde Républicaine e spiegare cos’è accaduto.» Heloïse si interruppe, mentre nella sua mente si alternavano paura e speranza, sollievo e preoccupazione. Ma quello che rimaneva stabile, inviolata ed intoccabile era la fiducia che riponeva nell’uomo. «Però… però se non dovessero credermi, vorrei che fosse lei, Severus, a prendersi cura di Anne. Non lasci che mandino mia sorella in un orfanotrofio. So che con lei sarà al sicuro e felice.»
L’uomo osservò il volto di Heloïse più calmo di prima, velato di preoccupazione e colmo della gioia per le notizie portate da Damien, notizie in cui egli non sperava quasi più.
Severus vide il sorriso fiducioso della ragazza, quella fiducia che era riuscito a conquistare, la fiducia di una figlia nei confronti del padre.
Aveva immaginato di poter convincere la Garde Républicaine di essere stato lui a causare la morte del padre di Heloïse ed Anne, perché così avrebbe tenuto fede alla promessa fatta alla ragazza, perché così nessuno le avrebbe separate.
In quel momento si rendeva conto che era un’idea fallibile. Con ogni probabilità le avrebbero messe in due istituti diversi e, comunque sia, le avrebbe lasciate sole.
Entrambe.
Doveva invece sperare unicamente che chiunque si occupasse del caso di Heloïse fosse abbastanza intelligente da comprendere che quella ragazza non aveva commesso un omicidio intenzionale, che la vita l’aveva già provata terribilmente.
Fu per quello che promise alla ragazza di fare quanto voleva ed Heloïse gli sorrise nuovamente con fiducia ed affetto figliale.

Edited by Alaide - 21/10/2013, 00:10
 
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view post Posted on 23/9/2013, 15:46
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No, ma dico ... Leonora, va bene sacrificarsi, ma qui mi ha sfiorato un attimo di terrore! :sick:
CITAZIONE
Aveva immaginato di poter convincere la Garde Républicaine di essere stato lui a causare la morte del padre di Heloïse ed Anne, perché così avrebbe tenuto fede alla promessa fatta alla ragazza, perché così nessuno le avrebbe separate.
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 23/9/2013, 16:46) 
No, ma dico ... Leonora, va bene sacrificarsi, ma qui mi ha sfiorato un attimo di terrore! :sick:
CITAZIONE
Aveva immaginato di poter convincere la Garde Républicaine di essere stato lui a causare la morte del padre di Heloïse ed Anne, perché così avrebbe tenuto fede alla promessa fatta alla ragazza, perché così nessuno le avrebbe separate.

L'ho pensato anch'io, Chiara. :blink:
 
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view post Posted on 23/9/2013, 17:45

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Prenotazioni per la 37a settimana di Sorrisi per Severus:

Martedì 24: kià


Prenotazioni per la 38a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 25: Leonora (38)
Giovedì 26: Ida (38)
Venerdì 27: Ellyson (Fumetto 1)
Sabato 28: Leonora
Domenica 29: Monica (36)
Lunedì 30: Ellyson (Fumetto 2)
Martedì 1 ottobre: Ellyson (Fumetto 3)


Prenotazioni per la 39a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 2 ottobre: Leonora (39)
Giovedì 3 ottobre: Ida (39)
Venerdì 4: ellyson (Fumetto 4)
Sabato 51:ellyson (Fumetto 5)
Domenica 6: Monica (37)
Lunedì 7: Leonora
Martedì 8: Chiara


Riponete il Dolorimetro e sfoderate un bel sorriso!

 
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CITAZIONE (chiara53 @ 23/9/2013, 16:46) 
No, ma dico ... Leonora, va bene sacrificarsi, ma qui mi ha sfiorato un attimo di terrore!

È un'idea passeggera che esclude da subito da solo. Io ho pensato scrivendo che era un'idea che poteva essere presa in considerazione per poi giudicarla illogica come avviene. Sinceramente scrivendo non vi ho dato alcun significato o peso particolare.
 
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view post Posted on 23/9/2013, 18:49
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Ho aggiunto una pagina al fumetto!
Sono 6 giorni e non 5!
 
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CITAZIONE (ellyson @ 23/9/2013, 19:49) 
Ho aggiunto una pagina al fumetto!
Sono 6 giorni e non 5!

Dovrai scivolare alla 40a settimana, Elly, qui c'è un grande affollamento!
E la tua miniserie, come è messa?


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 15:27
 
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view post Posted on 23/9/2013, 21:31
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CITAZIONE (Ida59 @ 23/9/2013, 21:04) 
Dovrai scivolare alla 40a settimana, Elly, qui c'è un grande affollamento!

Non c'é problema. E' l'ultima tavola.


CITAZIONE
E la tua miniserie, come è messa?

Procede.
Sto anche scrivendo il cap. 18.
Sto facendo un po' e un po'. :D
 
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view post Posted on 24/9/2013, 12:40
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Ci vorranno secoli per mettermi in pari con i commenti...

Ale – Qualunque inferno

Davvero un bella descrizione come introduzione della storia, che delinea in crescendo immagini molto vivide.
Bella l’aria di sogno che pervade la storia e la rende affascinante, con movimenti lenti, quasi al rallentatore, da gustare piano insieme alle parole ed alle bellissime frasi, da centellinare, come quella del riassunto, davvero intensa ed evocativa, bellissima.
A quegli occhi! Gli stupendi occhi di Severus da te descritti! (e dimentichi sempre di aggiornare il Gioco creativo sui suoi occhi!)
E come è languidamente dolce, e romantico ed elegante Severus!

(Attenta, forse l’hai scritta un po’ di corsa e magari è meglio se la rileggi con calma: qua e là la forma è un pochino pesante)


Ale – Conquest of Paradise

Bellissima la descrizione iniziale: mi sembra di vedere lo spettacolo da casa tua! E la seconda frase e poi la terza, sono ancora più belle: sarà mica perché c’è anche Severus?
Tremendamente intensa e molto bella, piena di un dolore vivo e palpabile; eppure la storia, così come il personaggio, non si racchiude su di sé ma si apre al futuro, alla speranza e al sogno che aiuta a superare il dramma.

… e forse non è un caso se il nome era Dream…


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 15:27
 
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