Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 25/8/2013, 22:16

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Me la ricordo anch'io, ma l'unica faccina che mi viene in mente però è questa, povero piccolo Severus: :cry:
 
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Autore/data: Alaide 21 - 25 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: C’era un’infinita sofferenza nel sorriso di Heloïse, si rese conto l’uomo, una sofferenza che forse non sarebbe mai stato in grado di mitigare ed allora, la fiducia che emergeva a fatica da quella sofferenza, avrebbe potuto essere distrutta nuovamente. Per sempre, forse.
Ed era qualcosa che Severus non voleva permettere che accadesse.
Nota: E’ il seguito di Voci
Parole: 1528

Klavierstücke
9. Sofferenza


Parigi, 7 aprile 2000


Anne si svegliò di soprassalto.
Non era stata la tosse a destarla o la difficoltà a respirare, che le aveva impedito tante volte di dormire, quanto piuttosto delle grida.
Per un attimo pensò di averle immaginate, poi qualcuno gridò ancora.
La bambina si voltò verso la sorella, illuminata dalla luce di una candela che rimaneva accesa tutta notte. Heloïse si stava agitando nel sonno.
E stava urlando.
La bambina si sentì invadere dalla paura.
Heloïse era sempre stata il suo punto di riferimento, la più forte tra loro due.
Anne le si avvicinò e la chiamò, ma la sorella non si svegliò.
Ma doveva farlo perché la bambina non voleva vedere Heloïse soffrire così tanto.
«Ti prego, svegliati.» mormorò scuotendo appena la sorella.
«Non servirà.»
Anne sobbalzò leggermente, poi si voltò verso Monsieur Piton che era entrato nella stanza senza che lei se ne accorgesse.
«Ma sta così male.» disse in un bisbiglio.
«Dovresti scrollarla e chiamarla con più forza, ma svegliarla da un incubo del genere potrebbe essere dannoso. Forse non ti riconoscerebbe nemmeno.»
Per un istante alla bambina parve che l’uomo stesse parlando di qualcosa che aveva sperimentato di persona.
Yseult le aveva detto quello che sapeva di Monsieur ed Anne si disse che anche lei avrebbe avuto degli incubi se avesse partecipato ad una guerra.
«Non è la prima volta che succede.» decise di dire. Forse Monsieur Piton avrebbe potuto aiutare Heloïse, quando si fosse svegliata. «Da quando siamo andate via di casa, dopo la morte di nostro padre, Heloïse ha avuto altri incubi, ma mai come questo.»
La sorella urlò ancora e, per quanto fosse un urlo più flebile, Anne rabbrividì impaurita.
Non voleva che Heloïse soffrisse a quel modo. Non voleva.
«Tua sorella mi ha detto che siete normanne.» disse l’uomo, con l’intento di spostare l’attenzione della bambina dalla sofferenza della sorella maggiore.
Era certo d’altronde che quell’incubo fosse strettamente legato con ciò che aveva privato Heloïse della fiducia negli altri. Ed era convinto che questo qualcosa fosse accaduto nella casa in Normandia. Tutto, in quello che la ragazza gli aveva detto quando Anne aveva avuto quella terribile crisi, quando Heloïse lo aveva abbracciato come una figlia abbraccia il proprio padre, lo lasciava presupporre.
«Viviamo vicino a Saint-Valery-en-Caux, sulla falesia. Non avevo mai viaggiato prima di venire a Parigi.» la bambina parlava tranquilla, con quella fiducia assoluta che non faceva altro che far sorgere domande nella mente dell’uomo. V’era un contrasto inquietante tra la ragazza dilaniata dall’incubo e quella bambina così fiduciosa. «Non mi è piaciuto molto viaggiare, ma Heloïse mi ha detto che a Parigi avremmo trovato delle medicine. Ed è stato vero.» disse con un sorriso riconoscente. «Anche se prima di incontrarla non abbiamo avuto fortuna.»
La bambina era dotata di una fiducia disarmante, quella fiducia che mancava totalmente alla sorella maggiore, una fiducia che emergeva dal sorriso e dallo sguardo limpido, finalmente privo della velatura della febbre. Forse, si disse l’uomo, l’ultima modifica che aveva fatto alla pozione stava avendo gli effetti sperati.
«Perché Heloïse soffre tanto, Monsieur?» domandò poco dopo, osservando la sorella che sembrava non trovare pace nel sonno.
«Non lo so.» non poté far altro che rispondere l’uomo, mentre osservava ancora una volta il contrasto tra le due sorelle.
In qualche modo Heloïse doveva aver impedito che Anne fosse colpita duramente dalla vita, com’era invece accaduto a lei, l’aveva preservata, ma per farlo doveva aver pagato un prezzo terribile, un prezzo che aveva rotto qualsiasi possibilità di fidarsi degli altri.
Ricordava ancora la loro ultima conversazione, dopo la crisi di Anne, quando aveva iniziato a parlare, quando aveva iniziato a fidarsi di lui. Quelle parole spezzate, quel terrore, il modo con cui l’aveva abbracciato in cerca di un affetto paterno che forse non aveva mai sperimentato.
«Heloïse è così buona, Monsieur.» mormorò Anne, interrompendo il corso dei suoi pensieri. «Quando è morto il nostro vecchio Elfo Domestico è sempre stata lei a occuparsi di tutto e a prendersi cura di me perché papà non aveva tempo. Mi ha anche insegnato a leggere, guidandomi come poteva. Non voglio che soffra così tanto, Monsieur.» disse la bambina tutto d’un fiato, mentre i primi raggi dell’alba filtravano dalle tende.
«Anne…» la voce di Heloïse colse entrambi di sorpresa.
La ragazza si era messa a sedere sul letto e respirava con ansia a malapena repressa.
«Heloïse, mi sono tanto spaventata. Hai avuto un incubo terribile. Urlavi.» mormorò rapidamente la bambina, correndo a sedersi sul letto della sorella.
«Mi dispiace d’averti svegliata» disse Heloïse, con una calma che stupì Severus che si era fermato sulla soglia, mentre stava uscendo, per lasciare sole le due sorella. E quella calma fittizia, che contrastava con quanto doveva aver vissuto quella notte, era un’ulteriore prova che la ragazza voleva preservare la sorella dalla sofferenza. «Non ricordo nemmeno cosa ho sognato.»
L’uomo comprese che non era affatto così. Heloïse, per quanto cercasse di mostrarsi tranquilla, aveva sul volto un’espressione allarmata di cui Anne parve non rendersi conto, forse perché non stava osservando la sorella con attenzione.
«Anche Monsieur Piton si è preoccupato.» disse la bambina, sorridendo appena, per quanto sapesse che la sorella non poteva vederla, ma il sorriso era più per l’uomo che si stava prendendo cura di loro che non per Heloïse. «È venuto nella stanza.»
Heloïse sentì la porta chiudersi e comprese che l’uomo doveva essere uscito in quel momento, probabilmente per lasciarla sola con la sorella o, almeno, era quanto voleva credere.
Voleva credere anche alla parole di Anne.
Voleva credere che l’uomo si fosse preoccupato veramente per lei. era un pensiero che le dava calore, che le faceva desiderare di potergli dire tutto, dell’incubo, di quello che era successo in Normandia, perché era certa – voleva essere certa – che Monsieur Piton avrebbe compreso, che l’avrebbe abbracciata, come il suo vero padre non aveva più fatto dopo la nascita di Anne.
«Torna a dormire, Anne. Io andrò a bere un bicchiere d’acqua, poi tornerò a letto.»
La bambina tornò obbediente verso il suo letto e si coricò.
La ragazza attese qualche attimo, poi si alzò e raggiunse la porta. Quando fu nel corridoio, sentì distintamente dei rumori nel soggiorno. L’uomo doveva essere in quella stanza, si disse, camminando velocemente, quasi temesse che la risoluzione l’abbandonasse. Voleva dirgli tutto e voleva farlo veramente, non come l’altra volta, voleva farlo anche a costo di rendersi conto di aver sbagliato a fidarsi.
Ma lei voleva fidarsi dell’uomo.
Era certa di potersi fidare di lui perché non le aveva mai mentito nel mese in cui era stata nella sua casa.
Chiuse alle sue spalle la porta del soggiorno e si rivolse all’uomo che aveva appena posato un libro sul tavolo.
«Anne mi ha detto che è venuto in camera.» si interruppe nervosa, poi sorrise appena, un sorriso che mostrava la volontà di fidarsi. «Ho mentito a mia sorella. Ricordo il mio incubo, lo ricordo ogni sera. Vorrei dimenticare, ma non posso… non so se… è possibile dimenticare?»
C’era un’infinita sofferenza nel sorriso di Heloïse, si rese conto l’uomo, una sofferenza che forse non sarebbe mai stato in grado di mitigare ed allora, la fiducia che emergeva a fatica da quella sofferenza, avrebbe potuto essere distrutta nuovamente. Per sempre, forse.
Ed era qualcosa che Severus non voleva permettere che accadesse.
«Dimenticare è impossibile, Heloïse, se quello che vuoi dimenticare genera incubi che tornano ogni sera uguali a se stessi.» disse l’uomo, senza tentare nemmeno di rendere meno dura la verità. Credeva che la ragazza non avesse bisogno di menzogne. Forse ne aveva già sentite troppe nel corso della sua breve vita.
«Anne non ne sa nulla. ho sempre fatto in modo che non sapesse nulla di quello che succedeva, di quello che è successo. Ed io… perché…» la voce le si spezzò per un istante, mentre cercava di trattenere le lacrime. Voleva dire tutto all’uomo, voleva poterlo chiamare padre, perché si fidava di lui, perché non le aveva mentito, nemmeno quella volta, per quanto difficile fosse la verità. «Perché non è lei mio padre, Monsieur?» domandò impulsivamente. «So che lei non avrebbe mai sottratto ad Anne la possibilità di curarsi. So che lei è un uomo buono, Monsieur Piton. Mi ha detto che voleva risposte e non mi ha mai chiesto altro, non mi ha nemmeno obbligato a risponderle, quando non sono riuscita a farlo, quando non ho voluto farlo. Ed io… voglio dirle tutto. Ogni cosa. E vorrei poterla chiamare padre, anche se so che non è il mio vero padre.»
Severus rimase immobile ad osservare la ragazza, ad ascoltare le sue parole.
Avrebbe voluto dirle che non sarebbe mai stato un buon padre, ma, di fronte al sorriso sofferente di Heloïse, tacque.
Avrebbe voluto dirle che non era affatto un uomo buon, che qualunque cosa avesse fatto suo padre, egli aveva fatto di peggio, ma, di fronte al sorriso fiducioso di Heloïse, tacque.
Avrebbe voluto dirle che non sapeva affatto come si sarebbe comportato al posto di suo padre, ma, di fronte al sorriso affettuoso, di quell’affetto che una figlia riserva al padre, di Heloïse, tacque.
Tacque perché sapeva che anch’egli, al pari della ragazza che avrebbe voluto chiamarlo padre, voleva chiamarla figlia.
 
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view post Posted on 26/8/2013, 09:45

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Prenotazioni per la 33a settimana di Sorrisi per Severus:


Martedì 27: Ale


Prenotazioni per la 34a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 28: Leonora/Ida (34)
Giovedì 29: Leonora/Ida (34)
Venerdì 30: Ellyson
Sabato 31: ???
Domenica 1 settembre: Monica (32)
Lunedì 2 Settembre: Leonora
Martedì 3 settembre: ???


Riponete il Dolorimetro e sfoderate un bel sorriso!



Edited by pingui79 - 26/8/2013, 14:09
 
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view post Posted on 26/8/2013, 11:04
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Per Venerdì 30 mi prenoto io.
E forse, ma riesco a darvi la conferma solo tra un paio di giorni, riesco a prenotarmi anche per Martedì 3.
Il sorriso per venerdì é quasi finito, per l'altro ho l'idea, ma devo vedere come esce.

CITAZIONE (chiara53 @ 20/8/2013, 08:33) 

Viva lo sposo


Ma che dolce questo Severus in ansia prematrimoniale!
Mi é piaciuta molto. :wub:
Mi sono piaciuti i suoi sentimenti, i suoi timori e le sue insicurezze. Tipiche di Severus.
Mi é piaciuto molto sia il momento con Minerva, sia il diagolo con Potter e mi é piaciuto il fatto che Severus gli abbia ridato foto e lettera di sua madre. Un taglio netto col passato!
E brava Chiara, ora mi metti un pezzetto di vita coniugale? :lol: :lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 26/8/2013, 13:13

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Elly, elenco prenotazioni modificato.
P.S: il tuo pesciolino è spettacolare! :wub:
 
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view post Posted on 26/8/2013, 13:45
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CITAZIONE (chiara53 @ 19/8/2013, 16:05)
Voci di Alaide

E' un brano commovente ed emozionante. La tua bravura è stata ricompensata dalle mie lacrime. Affetto e protezione sono presenti lungo tutto il capitolo, ma l'ansia della malattia incurabile di una persona cara mi hanno commosso tanto, la solitudine, credimi, in quei momenti è disperazione pura,. Ho lasciato scorrere le lacrime di Heloise anche dai miei occhi, perchè - a volte - la fantasia è più vera della realtà. Scusa, ma più di così non posso commentare, fa parte della mia vita molto di quello che hai scritto.
Brava. Veramente brava.

Grazie mille, Chiara! :wub:
Descrivere l'ansia di fronte alla malattia incurabile è stato facile - perché è un'esperienza da cui sono passata - e difficile - perché non volevo cadere troppo nel "patetico". Sono convinta che realtà d fantasia si intreccino continuamente, soprattutto quando si vuole (ed è un po' il mio motto) il più realistico possibile.

CITAZIONE (Ele Snapey @ 20/8/2013, 00:24)
Voci

Mi ero persa gli arretrati, causa assenza per vacanze, ma li ho già recuperati tutti fino a quest'ultimo commovente tassello di una storia che mi sta appassionando molto.
Sei riuscita a farmi affezionare a queste due orfane indifese, per le quali è impossibile non provare compassione e partecipazione, come non avrei mai creduto, a suscitarmi ogni volta grande trepidazione per la sorte della piccola Anne ma, soprattutto, a rendere la figura di Severus in modo straordinario, in un crescendo di emozioni legate al confronto tra lui ed Heloise, ancora restia a fidarsi di qualcuno fino a questo momento squisitamente toccante, in cui finalmente le sue difese si abbassano.
E confesso di averlo aspettato con ansia e di aver fatto il tifo per questo istante cruciale, che hai saputo rendere alla grande! La forza morale di Severus, la sua incredibile capacità di essere presente nel momento del bisogno e il suo meraviglioso istinto protettivo sono tutti racchiusi nelle ultime righe, così belli e tangibili da permettere finalmente ad Heloise (e non solo a lei, ma anche al lettore ;) ) di sentirli concretamente attraverso il proprio cuore.
Splendido e grandioso questo tuo perfetto Severus, Leonora, davvero tanti complimenti ancora e grazie per le emozioni che mi stai regalando!

Ti ringrazio tanto, Ele! Confesso di essere stata in ansia anch'io a scrivere il momento finale del capitolo, perché non mi sembrava mai "giusto". Sono quindi felicissima che tu abbia apprezzato! Così come sono felice del tuo apprezzamento circa Severus ed il suo rapporto/confronto con Heloïse!

CITAZIONE (pingui79 @ 20/8/2013, 20:50) 
CITAZIONE (pingui79 @ 19/8/2013, 10:22) 


Klavierstücke
8. Voci


Quanta tenerezza in questa storia!
Commovente fino alle lacrime.

Impossibile non desiderare di abbracciare Heloise, impossibile rimanere insensibili alle sue lacrime.
Severus è sempre più gigante in queste storie, eppure il bello è che egli giganteggia senza togliere alcuno spazio alle due giovani protagoniste, in un perfetto equilibrio che mi lascia costantemente meravigliata.

Ottime le spiegazioni che riesci a dare circa gli ingredienti ed il dosaggio delle pozioni, ottime perchè perfettamente verosimili e realistiche ed inserite in modo mirabile nell'ambiente magico.
Bravissima.

La parte "medica" è quella in assoluto su cui ho sudato di più perché le mie conoscenze di medicina sono decisamente scarse o al massimo di derivazione letteraria, quindi sono felice che la cosa funzioni.
Ti ringrazio tantissimo, Kià, soprattutto perché mi fai tirare un sospiro di sollievo circa l'equilibrio tra i personaggi.
 
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view post Posted on 26/8/2013, 14:00
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CITAZIONE (ellyson @ 26/8/2013, 12:04) 
CITAZIONE (chiara53 @ 20/8/2013, 08:33) 

Viva lo sposo


Ma che dolce questo Severus in ansia prematrimoniale!
Mi é piaciuta molto. :wub:
Mi sono piaciuti i suoi sentimenti, i suoi timori e le sue insicurezze. Tipiche di Severus.
Mi é piaciuto molto sia il momento con Minerva, sia il diagolo con Potter e mi é piaciuto il fatto che Severus gli abbia ridato foto e lettera di sua madre. Un taglio netto col passato!
E brava Chiara, ora mi metti un pezzetto di vita coniugale? :lol: :lol: :lol: :lol:

C'è chi li ha buttati in acqua, chi li ha bruciati... io li ho restituti. Meno traumatico, ma Lily non c'è più :woot: !
Tu lo sai, vero, che i tuoi commenti sono quelli a cui tengo in modo particolare?
Se ho il tuo OK è già molto. Per le situazioni qualsiasi non sono brava come te. Ci penso e quando lo faccio mi aspetto pernacchiette :lol: :lol: :lol: .
Grazie Elly.
 
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view post Posted on 26/8/2013, 18:00

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Viva lo sposo




Viva davvero! finalmente Severus riesce ad essere un po' buffo, come tutti gli uomini sulla soglia del "sì". Sempre pieno di dubbi, ansioso, insicuro, ma in maniera diversa: stavolta non è disperato!
Che sia agitato non c'è dubbio, se si fa sorprendere da Minerva mezzo nudo e neache se ne accorge!
E che dire della scelta del vestito?
CITAZIONE
Come Merlino volle, venne il momento di mettersi sotto la doccia ed iniziare a prepararsi.
L’abito per la cerimonia era nero, di seta e molto simile a quelli che abitualmente portava, ma Minerva lo aveva aiutato a scegliere una stoffa diversa e più elegante. La giacca aveva risvolti di raso e Madama McClan, che lo aveva cucito su misura, era stata indecentemente soddisfatta del risultato, tanto che Severus, mentre se andava, aveva chiuso la porta del negozio con malagrazia per arginare i gridolini e gli auguri di numerosa prole che quella strega aveva lanciato al suo indirizzo."

A me è sembrato di vedere la sua faccia mentre sbatacchia la porta del negozio: impagabile!
Brava Chiara, non solo hai strappato un sorriso a Severus, ma anche a chi ti legge! :applauso:

Edited by chiara53 - 27/8/2013, 08:01
 
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kijoka
view post Posted on 26/8/2013, 23:06




Rispondo ai commenti di pingui79 al mio sorriso nr. 31

Devo confessare che mi è sempre piaciuto far svegliare Severus dai suoi incubi in un momento di serenità infinita e anche qui ho potuto scrivere di questo magico momento.
Sì, qui il suo passato non esiste, anche perché, generalmente, tutti noi al risveglio abbiamo un secondo nel quale tutto il passato non esiste più: viviamo un istante di immota immortalità. Questo è l'istante che ho voluto descrivere, regalandogli un frammento di vita senza colpa e rimorso.
Proverò a far si che presto la sua vita sia tutta così!
Grazie ancora, Pingui, per le splendide parole che sempre sai regalarmi nei tuoi commenti!
E anche di esserti ricordata di una piccola creazione come quella di "Cherry Trifle"!
Ki

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:38
 
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view post Posted on 27/8/2013, 07:04
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Grazie Annamaria, grazie di esserti buttata a recensire e... a scrivere di Severus ( ma questa è una sorpresa :lol: ). Grazie davvero i commenti sono benvenuti, graditi e desiderati. :wub:
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 27/8/2013, 09:45




Sorriso mattutino.
Sono a corto di idee, quindi proseguo ad attingere da A.L.
_____________________________________________

Alex si aggrappò alla ringhiera, mentre la scala su cui si era fermata si muoveva, e chiuse gli occhi.
Severus sogghignò: “Qualche problema, Cobalto?” la schernì ben sapendo che era in evidente difficoltà. Lo era sempre stata sia con l’acqua che con le altezze. Ma era così incosciente da affrontare le proprie paure senza essere minimamente preparata per farlo.
“NO!” ruggì in risposta spalancando gli occhi; ma quando lo fece, afferrò ancora più saldamente la ringhiera, quasi a lasciarci un solco con le unghie “Nessun problema!”
“Alcuni dicono che il segreto sia non guardare giù.” continuò imperterrito, avvicinandosi con passo sicuro al bordo senza temere il vuoto sottostante, mentre la scala ancora si muoveva. “Ma dubito che possa funzionare, se focalizzi l’attenzione unicamente sull’altezza a cui ti trovi.”
“Ho detto che… non ho problemi!” rispose ostinata con voce flebile, sobbalzando quando lo vide arrivare di fronte a lei, dopo essere salito, senza alcuna esitazione, sulla scala proprio mentre passava di fianco al punto in cui era fermo un attimo prima. Un calcolo impeccabile e un controllo invidiabile.
Soprattutto per lei…
“Tu…” disse impaurita fissandolo con rabbia, le labbra contratte, come se si fosse presentato davanti a lei un nuovo pericolo che non poteva affrontare, meno che mai in quelle condizioni di terrore incontrollabile “Tu fingi di non sapere cosa sia la paura.”
Severus alzò una mano, schioccando le dita e le scale si fermarono a metà, bloccate, in modo tale che nessuno dei due se ne potesse andare.
I suoi occhi scuri, di onice levigato, la studiarono per diversi attimi di tensione crescente.
Poi rispose, con un tono profondo e irresistibile.
“Io conosco perfettamente la paura, Alex.” Disse con una voce talmente bassa da sembrare un bisbiglio, sostandole di fronte mentre si appoggiava con una mano alla ringhiera, accostandosi, rischiando di frantumare la sottile linea d’aria che ancora separava i loro corpi.
“Sta’ indietro!” Gli disse in un avvertimento vacillante che il mago ignorò totalmente. In quel momento non sarebbe riuscita nemmeno a sfilarsi la bacchetta di tasca.
“L’abisso che ci separa, Alex, è delimitato come sempre dal controllo. Controllare la paura.” fece volutamente una pausa, studiando quell’espressione confusa con sguardo intento, mostrandole un sorriso sornione, velato d’astuzia.
Alex lo fissava, immobile, bloccata, con quello sguardo diviso tra la paura e la sfida che, nonostante tutto, ancora la spingeva a sfidarlo e a non temerlo del tutto.
Approfittando di quel momento di perplessità, Severus si sospinse contro di lei, facendo in modo che la schiena della giovane donna premesse contro la ringhiera di pietra, bloccandola del tutto.
Alex, sentendosi sospingere all’indietro, trattenne il respiro.
“Disciplinarla.” Mormorò, imperturbabile, così come stava disciplinando le proprie emozioni per raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, cercando, al contempo, di disciplinare lei e l’irrazionale istintualità che la portava sempre a cadere negli stessi errori.
Avvertì i brividi del suo corpo contro di sé e continuando a guardarla sollevò il mento e socchiuse gli occhi come se se ne potesse impossessare.
Alex non tentò di opporsi, paralizzata dalla sua incontenibile paura per le altezze e forse stregata dal magnetismo di quella voce e di quello sguardo.
Fu rapido e silenzioso: vedendo che la paura non scompariva da quegli occhi verdi e prima che in essi comparisse la scintilla dorata della rabbia, le mise la mano libera sul fianco, stringendola a sé, e in un istante la baciò.
Sentì il fremito delle gambe e, temendo che potesse colpirlo in qualche modo, abbassò la mano con cui le teneva il fianco, come per intimarle dolcemente di non reagire. Con un sensuale movimento delle labbra in pochi istanti fece propria la sua volontà. Era rigida come un palo, ma sotto le dita, Severus, la sentì rabbrividire e poi emettere solo qualche lieve fremito.
La paura stava passando… lo percepì chiaramente.
Anche se quel momento era piacevole non poteva fare a meno di odiarsi, come aveva odiato Alex quando aveva tentato di ingannarlo, usando lo stesso espediente.
Aveva un profumo inebriante: lo inspirò a fondo togliendole quasi il fiato, scostandosi un momento di lato per posare le labbra sul collo della giovane donna, lasciandosi sfiorare il volto dai suoi capelli. Inspirò a fondo il suo odore, il sentore di sensazioni contrastanti e avvertì il piacevole calore della sua pelle, riempiendosene i polmoni come se volesse affogarvi.
Erano sensazioni impagabili, di cui non si sarebbe mai voluto privare. Ma sapeva perfettamente che quel fuggevole momento sarebbe costato un prezzo più salato di qualunque lacrima.
Quando la sentì muoversi, l’improvviso contatto delle sue mani alla base della schiena, sotto il mantello, credette di impazzire. In un gesto istintivo le mise le mani sul lato del collo e le baciò la fronte, in un moto d’affetto, quasi a volerla tranquillizzare. Poi percorse la parte superiore delle guance e posò le labbra sulle palpebre abbassate mentre le mani scivolavano verso il basso, le dita a sfiorare il collo, le spalle e le braccia, in lente carezze.
“Hai ancora paura?” bisbigliò schiudendo appena le labbra sottili vicino all’orecchio della giovane donna.
Avvertiva incertezza, ma la tensione che l’aveva incatenata ai propri limiti ora si era allentata, quasi liquefatta tra le sue mani.
Non ricevendo alcuna risposta, accostò il viso al suo e per qualche istante rimasero entrambi immobili in quella posizione, comunicando soltanto attraverso il ritmo accelerato di respiri e vibrazioni elettriche, quasi impalpabili.
Doveva uscire da quel sogno, resistere a se stesso e concentrarsi sull’oggetto che aveva in tasca, il vero motivo per cui l’aveva raggiunta. Prima di riprendere a baciarla i loro occhi si scontrarono e per un momento, anche se non lo lasciò minimamente vedere, la sua intenzione vacillò. Quegli occhi erano tristi, impauriti, stupiti, furiosi… in quella foresta erano malcelati così tanti sentimenti che Severus fece fatica a non inseguirli per darvi un senso, Sì, aveva ancora paura, ma una paura ben diversa da quella che le impediva di guardare in basso senza temere di cadere.
Aveva paura di lui… di una parte di lui che poteva riemergere e trovare nuovamente il modo di usarla. Ma doveva sapere: quindi la cinse in vita e riprese a baciarla, sentendo la sua opposizione sempre più debole e vacillante. Alex mosse le mani, ma Severus le bloccò sulla ringhiera, posandovi rapidamente sopra le sue e stringendo con intensità. Avvertì il proprio desiderio crescere e, inarcando le sopracciglia verso l’alto in reazione, assaporò quelle labbra e il solo contatto delle sue mani come se stessero facendo l’amore, come se non ci fosse alcuna paura, alcun limite, alcun nemico da combattere, mentre il suo corpo veniva attraversato dal battito incessante di un desiderio ancora trattenuto.
Doveva trattenersi.
Così mosse furtivamente la mano destra, scostandola dalla sua, posandola nuovamente sul fianco, seguendo la linea dei jeans, sotto la camicetta, cercando il punto in cui aveva nascosto quell’oggetto. Si fermò, dando intensità a un altro bacio, mantenendo, al contempo, la concentrazione sulla mano destra. L’aveva trovato. Era piccolo e freddo, metallico, e in un attimo capì che si trattava di una chiave. Delicatamente la prese con due dita e cominciò a sfilarla mentre il loro bacio diventava sempre più intimo e i loro respiri più corti e affannosi.
Allontanò la mano, ma in quello stesso istante Alex vi premette sopra la sua.
Smise di baciarlo e lo fissò.
Tra incredulità e rassegnazione gli disse: “Sei dannatamente furbo.”
Stava di nuovo tremando.
Ma questa volta di rabbia, una rabbia lucida che le fece dimenticare le sue paure.
Si scostò bruscamente da lui e alzò la bacchetta per far sì che le scale tornassero a posto.
Quando queste si fermarono, Alex retrocedette, appoggiandosi al corrimano con la mano libera, andando verso la prima porta, come un animale impaurito che si difende attaccando.
Quando fu davanti alla porta si fermò, continuando a fissarlo: “Non sei mai cambiato!” gli gridò arrabbiata e ferita, passandosi la mano libera sulla fronte, sulle guance, sulle labbra, ovunque lui l’avesse baciata come se volesse cancellare qualcosa che non era sulla pelle, ma dentro di lei, mentre con l’altra stringeva la chiave.
“Sempre la stessa storia.” Disse con una rabbia a stento trattenuta. Si soffermò sulla mano chiusa a pugno e sorrise amaramente “Volevi questa. Chiaro. C’era uno scopo.”
“Alexandra…” mormorò cercando di controllare il battito del proprio cuore, l’unica cosa che, nella compostezza del corpo, lo stava tradendo.
Ma Alex alzò la mano in cui stringeva la chiave e lo interruppe: “Tu pensi di potermi ancora manipolare, vero?” mormorò con rabbia crescente “Ma io non sono come gli altri, non sono una pedina da muovere e soprattutto non ho intenzione di arrendermi ai tuoi trucchi e alle tue regole.”
Quindi scagliò a terra la chiave in un gesto rabbioso, si voltò e se ne andò.
Il mago rimase dov’era, osservando l’oggetto luccicante sul pavimento.
Quella chiave avrebbe certamente aperto una porta, mentre Severus aveva la sensazione che quella che gli era stata appena sbattuta in faccia sarebbe rimasta chiusa per sempre.

Edited by Ale85LeoSign - 27/8/2013, 12:32
 
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view post Posted on 27/8/2013, 09:58
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Messaggio per la sadica Ale85LeoSign : io non commento i tuoi sempre bellissimi pezzi di AL! Sei cattiva! Ci lanci il biscottino che ci fa venire fame, ma poi ci fai saltare il pasto! ^_^
Qui si freme di curiostà!!!

:medita: :medita:
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 27/8/2013, 11:29




CITAZIONE (ellyson @ 27/8/2013, 10:58) 
Messaggio per la sadica Ale85LeoSign : io non commento i tuoi sempre bellissimi pezzi di AL! Sei cattiva! Ci lanci il biscottino che ci fa venire fame, ma poi ci fai saltare il pasto! ^_^
Qui si freme di curiostà!!!

:medita: :medita:

:fischia: :fischia: :fischia: :P
 
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view post Posted on 27/8/2013, 11:40
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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 27/8/2013, 12:29) 
:fischia: :fischia: :fischia: :P

Sei avvisata leoncina grifondoro...
:mitra: :mitra: :mitra: :mitra:
 
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view post Posted on 27/8/2013, 14:41
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E che commento vuoi fare davanti ad un Severus così... :malessere:
Ale, ogni volta che leggo la descrizione che ne fai mi vengono i brividoni sulla pelle! :rolleyes:
 
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1896 replies since 9/1/2013, 00:04   27901 views
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