Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 16/7/2013, 20:56

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CITAZIONE (pingui79 @ 15/7/2013, 17:27) 
Autore/data: Alaide – 5 -6 maggio 2013

Klavierstücke
3. Mattina


Severus e i bambini.
Vederli assieme fa sempre venire un groppo alla gola, perchè loro sanno tirare fuori il meglio di lui sempre e comunque. Anche quando lui stesso non vuole ammetterlo e si ostina a mantenere la propria maschera di indifferenza.
L'istinto protettivo della sorella più grande non può non intenerire, così come il terrore che Severus voglia, in qualche modo far loro del male. Da contrappeso perfetto - complimentissimi, Leonora! - funge la piccola, che sorride con fiducia e ancora non sa di cosa è capace il mondo.
Non posso che rimanere accostata alla porta di quella stanzetta ed osservare la scena descritta, con il cuore colmo di commozione ed uno sguardo supplichevole verso Severus. :wub:
 
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CITAZIONE (yana96 @ 16/7/2013, 17:00) 
Le ho lette entrambe tutte d'un fiato, mi piace molto come scrivi. :D

Ti ringrazio! :D
 
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Dai, per sabato finalmente riesco a prenotarmi io :)
 
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Evvai, Ele ! :)




Preontazioni per la 28a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 17: Ida (28)
Giovedì 18: Leonora (28)
Venerdì 19: Angela
Sabato 20: Ele
Domenica 21: Monica (28)
Lunedì 22: Leonora
Martedì 23:


Un Sorriso al giorno rende felice il Severus di turno! :)



Edited by Ida59 - 17/7/2013, 09:16
 
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I ♥ Severus


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N. 28

Titolo: La visita
Autore/data: Ida59 – 19-21 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo
Personaggi: Severus, Personaggio originale, Minerva
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Timori che s’infrangono alla ricerca del perdono. E l’affetto emerge, prepotente, finalmente libero d’essere rivelato . È il seguito di “L’attesa”.
Parole/pagine: 979/3.


La visita




Minerva McGranitt entrò nella stanza del San Mungo in cui, dopo tre mesi dalla notte in cui non era morto, trascorreva la sua convalescenza Severus Piton.
In un riflesso inconscio di profondo rispetto, il mago si alzò dalla poltrona:
- Minerva… - sussurrò commosso.
- No, non alzarti per me, ragazzo caro, - disse sollecita andandogli incontro, - Elyn mi ha detto che sei ancora molto debole.
- I Guaritori sono sempre esagerati. – rispose secco, imbarazzato dalla sollecitudine della vecchia maga e da quelle parole d’affetto che sembravano essere sfuggite alle sue labbra.
Avanzò sforzandosi di assumere il portamento più disinvolto e sicuro che poteva: Minerva lo conosceva bene e si sarebbe accorta di ogni minima differenza nella sua camminata.
Le loro mani s’incontrarono ancora prima degli sguardi, troppo timorosi d’incrociarsi; si cercarono, si strinsero, e si riconobbero come vecchie amiche.
- Come sei dimagrito! – esclamò Minerva fissandolo infine negli occhi, il cuore di madre che si stringeva al pensiero di quanto vicino alla morte Severus si fosse trovato, di quanto avesse realmente rischiato di perderlo senza potergli più parlare, senza poter cercare di cancellare le sue ultime parole, quell’orribile accusa di codardia che gli aveva lanciato addosso
- Impossibile, con tutto quel che Elyn mi obbliga a mangiare! – rispose serio e pallido il mago, negando l’evidenza di lunghe settimane passate tra la vita e la morte.
Proprio come tu avresti sempre voluto, Minerva…
Rimasero a fissarsi in silenzio, gli occhi verdi che lentamente si inumidivano e quelli neri che s’addolcivano illuminandosi.
No, non c’era più alcuna scintilla d’odio nello sguardo della maga: solo un enorme dispiacere per ciò che era stato, per tutta la sofferenza di Severus che non era mai riuscita a vedere nei suoi occhi per un intero, interminabile, tremendo anno.
Quei profondi occhi neri che ora scintillavano, liberi da ogni ombra, nel volto sempre pallido incorniciato dai capelli corvini che le sembravano ancora più lunghi.
Merlino, com’era magro! Faceva quasi fatica a reggersi in piedi!
- Siediti, Severus, per favore! – esclamò, un’evidente vena di materna preoccupazione nella voce.
Il lampo di un sorriso illuminò all’improvviso il volto del mago che le strinse le mani che ancora tratteneva tra le proprie:
- Dopo di te, Minerva. Sei tu la fragile anziana, qui dentro! – la punzecchiò, indicandole la poltroncina con un morbido cenno del capo, i consueti gesti rapidi e secchi impediti dalla ferita che ancora gli bloccava in parte il collo e lo obbligava alla cautela.
- Da quando insegnano la buona educazione, al San Mungo, Severus? – ribatté pronta Minerva stringendo le labbra, acconsentendo però a lasciarsi guidare a sedersi. – Solo perché così ti siederai anche tu che ne hai più bisogno di me dato che non ti reggi in piedi! – sbuffò con un sorriso vittorioso sul viso, mentre anche il mago si lasciava cadere sulla poltrona con un sospiro di sollievo.
Per anni si erano divertiti a stuzzicarsi a vicenda, è vero. Ma non era più il momento di continuare la sciocca recita che aveva permesso per tanto tempo di mascherare l’affetto che poco per volta era nato tra loro.
Non era certo per punzecchiarlo che aveva tanto insistito per rivederlo!
Minerva trasse un lungo sospiro esitante:
- Tu sai perché sono qui, Severus?
Anche il mago sospirò: rimase in silenzio e rivolse per un istante lo sguardo ad Elyn, al suo confortante sorriso. Poi tornò a fissare la sua vecchia insegnante, l’amica dal volto rugoso colmo di addolorato rammarico, rivolgendole un imbarazzato cenno di assenso.
- Mi dispiace, mi dispiace tanto, - mormorò a fatica Minerva, la voce roca, - non ho capito nulla: tutta la tua straziante sofferenza, la tua tremenda solitudine. - la voce s’incrinò di pianto. – Sono stata una stupida: accecata dal mio dolore non visto il tuo e non ho compreso la verità che era davanti ai miei insensibili occhi.
Severus deglutì amaro: vedere scendere quella lacrima sul volto di Minerva era quasi peggio della luce di disprezzo nello sguardo inflessibile col quale l’aveva squadrato per quasi un anno.
- Ti ho gettato addosso tutto l’odio della mia disperazione… e ti ho fatto soffrire ancora di più!
La voce della maga tremò e altre lacrime brillarono nei suoi occhi, pronte a scendere silenziose seguendo la prima che era sfuggita al suo controllo:
- Non ho avuto fiducia in te, Severus, eppure ti conoscevo bene, sapevo chi eri…
La voce le mancò del tutto: avrebbe dovuto stargli vicino, dargli il suo affetto materno ed essere la sua ancora di salvezza dopo la morte di Albus; invece lo aveva solo affossato nel baratro di disperazione in cui Severus si era trovato per aver compiuto il suo dovere con immenso coraggio.
- Minerva…
Il mago avrebbe solo voluto alzarsi ed abbracciarla, dirle che le voleva bene, che il passato non importava più, ma la ferita ancora rallentava i suoi movimenti…
Così fu l’anziana maga che si alzò di scatto dalla poltroncina e fece atto di inginocchiarsi davanti a lui.
No, non poteva permetterlo.
Con penoso sforzo si alzò rapido per intercettarla: fu così che se la trovò tra le braccia, il viso rigato dalle lacrime a pochi centimetri dal suo.
- Ti prego, Severus, perdonami! – lo implorò.
Il mago tremò e non poté fare altro che ciò che realmente desiderava da tanti anni ma che la recita di sgradevole impassibilità che si era imposto gli aveva sempre impedito di fare: la strinse a sé, con affetto filiale, in un silenzioso abbraccio che valeva mille parole.
Dietro l’abbraccio di quel figlio che aveva ritrovato la madre, Elyn sorrideva: la nuova vita di Severus sarebbe stata felice, finalmente, piena di amore e di affetto come meritava.
Come anche il mago, ora, sapeva d’essere degno.
Glielo diceva il sorriso che, lieve, aleggiava sulle labbra sottili di Severus mentre, ad occhi chiusi, assaporava l’abbraccio che non aveva mai avuto il coraggio di concedersi di dare a Minerva.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:22
 
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Ida, dì la verità: tu e Kià vi siete messe d'accordo per continuare a farmi piangere? :soppracciglio: Pronti, via e già dalla seconda riga mi sono venuti gli occhi lucidi, ma ho cercato di mantenere l'aplomb.
Poi nel proseguire la lettura ho trovato naturalmente altri passaggi troppo toccanti, e allora... addio aplomb! :cry:
Momenti struggenti come quel cercare l'uno le mani dell'altro, che si riconoscono come vecchie amiche; lo sguardo umido di Minerva, di madre affranta e preoccupata, e il suo rimpianto straziante per l'errore commesso nell'averlo lasciato solo, e quell'ultimo tentativo di inginocchiarsi di fronte a lui per chiedergli perdono, un gesto estremo che racchiude tutto il dolore e il pentimento di chi non ha voluto credere nell'innocenza di un uomo che ha compiuto qualcosa di grandioso.
Un gesto che quantifica perfettamente il riconoscimento dell'enorme valore di quelle azioni. E' tutto perfetto così!
 
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CITAZIONE (ellyson @ 16/7/2013, 09:45) 
Ecco qui il sorriso di oggi.
Come per il precedente metto direttamente il link perché la storia é lunghetta.
Ovviamente é il seguito di Il momento giusto per dire "Ti amo" ;)

Posso avere un bacio?

Elly, per prima cosa ti devo riempire di wubbini per quello splendido sorriso in firma: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Per seconda cosa, la recensioncina alla storia.
Questo tuo Severus carino e coccoloso mi piace un sacco, te l'ho già detto, vero?
Carino, coccoloso e innamorato, talmente innamorato da non sapere più o meno che pesci pigliare... ma come si fa a non volergli bene?
La presenza di Hermione è silenziosa e discreta, il che mi è piaciuto non poco perchè sta sulla scena senza togliere spazio alcuno a Severus, ma anzi, in certi momenti valorizzandolo.
Oh... e la poltrona... dieci punti a Grifondoro! :lol:
Complimenti, per l'idea, ma soprattutto per alcune battute fulminanti che sono state a dir poco fenomenali ed hanno dato verve ad una storia già bella di suo. :wub:

CITAZIONE (Ida59 @ 17/7/2013, 09:32) 

La visita


Minerva: madre, amica, collega.
Splendida, toccante, commovente. Questo è uno di quei momenti che non ci è stato dato concesso di vedere, ma chi se ne importa, ci siamo noi e qui Severus è vivo, vegeto ed è ripagato per tutto il male che ha ricevuto.
Ci sono gesti che rimangono impressi nell'anima e non se ne vanno più: uno sfiorarsi di mani, un abbraccio cercato e donato.
Ci sono parole che restano, impresse a fuoco nei sentimenti: "Mi dispiace", "perdonami".
Non ho altre parole per la commozione, solo un wubbino che racchiude tutto: :wub:

Edited by Ida59 - 28/10/2017, 17:45
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 17/7/2013, 18:40) 
Elly, per prima cosa ti devo riempire di wubbini per quello splendido sorriso in firma: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Questa é la mia patata di prima mattina. :lol:
Non puoi non ridere.


CITAZIONE
Questo tuo Severus carino e coccoloso mi piace un sacco, te l'ho già detto, vero?
Carino, coccoloso e innamorato, talmente innamorato da non sapere più o meno che pesci pigliare... ma come si fa a non volergli bene?

No dai questo Severus non é così carino e coccoloso. ^_^
No dai... -_-

CITAZIONE
La presenza di Hermione è silenziosa e discreta, il che mi è piaciuto non poco perchè sta sulla scena senza togliere spazio alcuno a Severus, ma anzi, in certi momenti valorizzandolo.
Oh... e la poltrona... dieci punti a Grifondoro! :lol:
Complimenti, per l'idea, ma soprattutto per alcune battute fulminanti che sono state a dir poco fenomenali ed hanno dato verve ad una storia già bella di suo. :wub:

Grazie! :wub: :wub: :wub: :wub:
Mi sono divertita anch'io a scriverle. Mi piace il Severus duro fuori ma tenerone dentro. ;)
Il suo modo di spiazzare Hermione e il lettore.
E mi piacciono loro. Punto. ;) :lol: :B):
Sono felice che ti sia piaciuta!
 
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view post Posted on 18/7/2013, 00:29
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CITAZIONE (ellyson @ 17/7/2013, 21:51) 
CITAZIONE (pingui79 @ 17/7/2013, 18:40) 
Elly, per prima cosa ti devo riempire di wubbini per quello splendido sorriso in firma: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:

Questa é la mia patata di prima mattina. :lol:
Non puoi non ridere.

Mamma mia, concordo: ma quanto non è bella 'sta patatina? :wub: :wub:
 
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Il momento giusto per dire "Ti amo" e Posso avere un bacio? di Elly

Due storie che ne fanno una sola. Non riesco ad immaginarle separate, è il racconto di un momento importante nella vita di questi due, fatti l’uno per l’altra.
Mi è piaciuto e tanto lo sviluppo in seconda persona della storia che trovo molto diretto e coinvolgente.
Poi, Elly, devo dirti la verità, le tue storie toccano corde particolari di me stessa e del mio sentire, è per questo che qualunque cosa e di qualunque situazione tu scriva io mi commuovo. Sarà la durezza solo esteriore e ruvida di Severus, saranno i silenzi e le attese di Hermione, saranno loro due insieme che si aspettano, si sopportano e si vivono in una simbiosi distaccata e concordata. Spero che tu possa capire quello che voglio dire, ma il senso che ho ricavato dal racconto è questo: uno splendido gioco di sentimenti, azioni, sguardi dedicati l’uno all’altra. Il coronamento del racconto sono la frase di Severus e l’atto conclusivo, atteso dal lettore come logico e ragionevole, in questa coppia che vorrebbe appunto essere logica e ragionevole, ma a dispetto di loro stessi , non ci riesce!
Severus è splendido emerge dai fumi del calderone e per tutta la vita, cioè per sopravvivere, dovrà ancora soffrire ogni sei mesi, non ci arrendiamo mai a vederlo completamente libero dalla sofferenza eh? Ce ne inventiamo sempre una, ma serve quel particolare a mostrare l’affetto e la preoccupazione di lei, preoccupazione e protettività nascosta, ma molto presente e molto evidente.
Per concludere un cenno ai dialoghi e al sarcasmo ironico e talora quasi umoristico di Severus che entra nel cuore e lascia un retrogusto di dolce asprezza, quel tanto che basta per farmelo amare.
Brava.
p.s. I dentini della bozzolina dolce sono spuntati! Con un sorriso così, Elly,non puoi che scrivere storie belle.
Un bacino dalla zia Chiara.
 
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view post Posted on 18/7/2013, 11:09

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Martedì è liberissimo, siore e siori, fatevi avanti! :)




Preontazioni per la 28a settimana di Sorrisi per Severus:


Giovedì 18: Leonora (28)
Venerdì 19: Angela
Sabato 20: Ele
Domenica 21: Monica (28)
Lunedì 22: Leonora
Martedì 23:

Prenotazioni per la 29a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 24: Ida/Leonora (29)
Giovedì 25: Ida/Leonora (29)
Venerdì 26: kià
Sabato 27:
Domenica 28: Monica (29)
Lunedì 29: Leonora
Martedì 30:


Un Sorriso al giorno rende felice il Severus di turno! :)

 
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CITAZIONE (chiara53 @ 18/7/2013, 09:06) 
Il momento giusto per dire "Ti amo" e Posso avere un bacio? di Elly

Due storie che ne fanno una sola. Non riesco ad immaginarle separate, è il racconto di un momento importante nella vita di questi due, fatti l’uno per l’altra.
Mi è piaciuto e tanto lo sviluppo in seconda persona della storia che trovo molto diretto e coinvolgente.
Poi, Elly, devo dirti la verità, le tue storie toccano corde particolari di me stessa e del mio sentire, è per questo che qualunque cosa e di qualunque situazione tu scriva io mi commuovo. Sarà la durezza solo esteriore e ruvida di Severus, saranno i silenzi e le attese di Hermione, saranno loro due insieme che si aspettano, si sopportano e si vivono in una simbiosi distaccata e concordata. Spero che tu possa capire quello che voglio dire, ma il senso che ho ricavato dal racconto è questo: uno splendido gioco di sentimenti, azioni, sguardi dedicati l’uno all’altra. Il coronamento del racconto sono la frase di Severus e l’atto conclusivo, atteso dal lettore come logico e ragionevole, in questa coppia che vorrebbe appunto essere logica e ragionevole, ma a dispetto di loro stessi , non ci riesce!
Severus è splendido emerge dai fumi del calderone e per tutta la vita, cioè per sopravvivere, dovrà ancora soffrire ogni sei mesi, non ci arrendiamo mai a vederlo completamente libero dalla sofferenza eh? Ce ne inventiamo sempre una, ma serve quel particolare a mostrare l’affetto e la preoccupazione di lei, preoccupazione e protettività nascosta, ma molto presente e molto evidente.
Per concludere un cenno ai dialoghi e al sarcasmo ironico e talora quasi umoristico di Severus che entra nel cuore e lascia un retrogusto di dolce asprezza, quel tanto che basta per farmelo amare.
Brava.

Ma grazie!!! :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
Ti sei "salvata" da quel raccapicciante Snamione. :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

CITAZIONE
Severus è splendido emerge dai fumi del calderone e per tutta la vita, cioè per sopravvivere, dovrà ancora soffrire ogni sei mesi, non ci arrendiamo mai a vederlo completamente libero dalla sofferenza eh?

Che mondo sarebbe senza un pochino di sofferenza per Piton? :woot:
Personalmente mi piace il Piton che soffre, anche solo pochetto, perché é questo che lo rende bello ai miei occhi, la sua capacità di uscie sempre a testa alta dalla sofferenza, anche minima.

CITAZIONE
Poi, Elly, devo dirti la verità, le tue storie toccano corde particolari di me stessa e del mio sentire, è per questo che qualunque cosa e di qualunque situazione tu scriva io mi commuovo.

Ti ringrazio e ne sono felice, ma queste due storie dovevano strappare un sorriso!!! :woot: :woot: :woot: Nuuuu non piangere!


CITAZIONE
Spero che tu possa capire quello che voglio dire, ma il senso che ho ricavato dal racconto è questo: uno splendido gioco di sentimenti, azioni, sguardi dedicati l’uno all’altra. Il coronamento del racconto sono la frase di Severus e l’atto conclusivo, atteso dal lettore come logico e ragionevole, in questa coppia che vorrebbe appunto essere logica e ragionevole, ma a dispetto di loro stessi , non ci riesce!

Capito perfettamente e grazie ancora! ;)


CITAZIONE
p.s. I dentini della bozzolina dolce sono spuntati! Con un sorriso così, Elly,non puoi che scrivere storie belle.
Un bacino dalla zia Chiara.

Dentini?!?!? Ha di quelle zanne!
 
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Autore/data: Alaide – 27-30 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Quel pensiero la fece sorridere.
Un sorriso dolce ed affettuoso.
Il sorriso che avrebbe rivolto all’uomo se lo avesse avuto davanti in quel momento.
Nota: La storia è il continuo di Una visita
Parole: 1113

Sinfonie.
4. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Un lieve lucore



Il sole di metà maggio illuminava la scatola di latta che giaceva aperta sul letto.
Judith stava rileggendo tutte le lettere che il signor Piton le aveva scritto. Erano tutte brevi come la prima che aveva ricevuto, ma la facevano sentire sempre al sicuro.
Di notte, quando gli incubi la tormentavano, quando sentiva le grida di mamma e papà, leggeva una di quelle lettere e si sentiva subito più tranquilla, perché sapeva che il signor Piton vegliava su di lei, seppur da lontano.
Immaginò, mentre prendeva in mano una delle lettere, che l’uomo la venisse improvvisamente a trovare ed allora lei gli sarebbe corsa incontro e lo avrebbe abbracciato. Ed il signor Piton l’avrebbe portata via dall’orfanotrofio e le avrebbe permesso di stare sempre con lui, così gli incubi sarebbero finiti e lei si sarebbe sentita al sicuro.
Protetta.
Quel pensiero la fece sorridere.
Un sorriso dolce ed affettuoso.
Il sorriso che avrebbe rivolto all’uomo se lo avesse avuto davanti in quel momento.
Prese in mano un’altra lettera e la lesse. Era la prima che l’uomo le aveva mandato, la prima che l’aveva fatta sentire, come era avvenuto con tutte le altre, felice e riconoscente, perché il signor Piton aveva trovato il tempo per risponderle, nonostante fosse in Francia per guarire.
«E’ arrivata una lettera.» annunciò Melusine, entrando nella stanzetta della bambina.
Judith si alzò e corse a prendere il pezzo di carta. Riconobbe subito la grafia del signor Piton ed il sorriso si fece ancora più evidente.
Melusine osservava la bambina intenta a leggere e rileggere le parole dell’uomo. Ogni volta che arrivava una lettera del signor Piton, sentiva la gratitudine invaderla.
Era grata all’uomo per quelle lettere.
Sapeva che, nonostante tutto, il signor Piton teneva a Judith. Altrimenti non le avrebbe scritto.
Eppure quel pensiero disegnava sul volto della giovane un sorriso triste.
Il signor Piton avrebbe potuto essere ancora all’ospedale se non avesse compiuto quella scelta terribile che lo portava a scontare una colpa che non aveva commesso.
Era certa che se l’uomo si fosse trovato ancora all’ospedale, la cappa di solitudine che lo circondava avrebbe potuto dissiparsi un poco, per lo meno. Durante le sue visite in carcere aveva notato che quel muro sembrava levarsi sempre più compatto.
Avrebbe voluto riuscire ad infrangerlo, ma non v’era nulla che lei potesse fare. In fin dei conti, l’unico legame che univa lei ed il signor Piton era Judith. V’erano momenti in cui sperava che le lettere della bambina potessero scardinare quella solitudine e quella sofferenza.
Invece le era parso, l’ultima volta che era stata in prigione, circa un mese prima, che il dolore fisico fosse aumentato e, di fronte a quel dolore e a quella solitudine, si sentiva unicamente impotente.
«Melusine, credi che sia orgoglioso di me?» domandò improvvisamente Judith, porgendo la lettera alla giovane.
Lione, 12 maggio 2000
Nessun errore. Lavoro accettabile.

«Sono certa di sì.» mormorò Melusine, sorridendo incoraggiante alla bambina, dopo aver letto la lettera.
Erano poche parole che, se espresse da qualcun altro avrebbe giudicato brusche e sgarbate, ma credeva piuttosto che facessero emergere l’affetto dell’uomo per Judith, un affetto che avrebbe potuto essere la chiave per spezzare la solitudine ed il dolore in cui il signor Piton si costringeva.
Forse ci voleva solo tempo.
E se lo augurava con tutta se stessa.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere Severus fuori da quella cella.
Per vederlo se non felice, per lo meno in pace con se stesso.
Forse v’era ancora speranza, si disse, con un lieve sorriso.
E, per quanto potesse sembrare folle, Melusine voleva sperare, anche se la sua razionalità le diceva che non v’era alcuna speranza.
Non poteva far altro che sperare, che sognare che un giorno sarebbe andata a trovare l’uomo in carcere e avrebbe notato una piccola crepa nel muro di solitudine e sofferenza che lo circondava.


Era notte, una notte oscura in cui la luna era coperta da una fitto banco di nubi.
La lampadina della cella spandeva un lucore biancastro che dava alle quattro pareti un aspetto inquietante, ma l’uomo non vi badava. In mano aveva le lettere della bambina che, fino a quel giorno di maggio, aveva gettato scompostamente in un cassetto del piccolo tavolo che la cella conteneva.
Quel pomeriggio, quando aveva ricevuto l’ultima lettera di Judith, aveva deciso di mettere ordine tra quelle carte, forse per assaporare per un istante il sorriso affettuoso che emergeva dalle parole della bambina, forse per far emergere maggiormente le colpe che aveva commesso, quelle colpe che non gli davano un solo attimo di requie.
Eppure dalle lettere della bambina emergevano affetto e riconoscenza, i sorrisi che Judith gli aveva rivolto tante volte all’ospedale, quei sorrisi che egli sapeva di non meritare.
Aveva riletto ogni lettera dalla prima all’ultima ed ogni volta aveva sentito di non essere degno, con le sue mani imbrattate di sangue, dei sorrisi che ne emergevano.
Il marciume della sua anima non avrebbe dovuto nemmeno sfiorare l’innocenza dell’animo di Judith.
Invece la bambina gli sorrideva da quelle lettere.
29 aprile 2000
Caro signor Piton,
oggi la maestra mi ha fatto i complimenti perché non ho fatto errori nel dettato.
So di aver potuto fare tutto giusto perché voglio scrivere lettere senza errori.
Ho fatto errori in questa lettera?
Spero di no.
Un abbraccio,
Judith.
Il sorriso innocente di una bambina alla quale troppo era stato tolto.
Il sorriso dell’innocenza rivolto al colpevole.
A lui che le aveva ucciso i genitori.
22 maggio 2000
Caro signor Piton,
sono così felice di leggere la sua lettera. Spero di non fare più neanche un errore.
Così sarà ancora una volta orgoglioso di me.
In Francia va tutto bene?
Quando tornerà?
Mi manca tanto poter parlare con lei.
Judith.
Affetto.
Un affetto sconfinato era tutto quello che emergeva da quelle parole.
L’affetto di una figlia per il proprio padre, di una figlia che voleva che il padre fosse orgoglioso dei suoi progressi.
Ma egli non era il padre di Judith.
Era colui che ne aveva ucciso i genitori.
Colui a cui Judith non avrebbe dovuto mai sorridere.
Colui che meritava il suo odio e non il suo affetto.
Eppure da quelle lettere emergeva un lieve raggio di speranza che gli faceva per un istante assaporare il calore nel gelo della sua solitudine, un lieve raggio di luce nell’oscurità delle sue colpe.
Erano momenti brevi, rapidi come il battito d’ali di una farfalla, momenti che si spegnevano in un attimo.
Ed allora ripiombava nel gelo della solitudine e nell’oscurità che meritava.
Ma, in quel momento, con le lettere della bambina davanti a sé, gli pareva, per la prima volta da un tempo che non riusciva nemmeno a computare, che sperare non era forse vano.
 
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CITAZIONE (Alaide @ 18/7/2013, 14:41) 

Sinfonie.
4. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Un lieve lucore


Alt!
Fermi tutti!

C'è scritta la parola "sperare" associata a Severus! :woot:

Ossantinumi, domani nevica! :D

Ok, torno seria.
Bellissime le lettere della piccolina, bellissime e colme di affetto. Traspare anche da quelle poche righe che hai creato apposta per Judith, non posso che farti che tanti tanti complimenti.

Severus sta facendo parecchi passi avanti: già il mettere ordine tra le lettere, rileggersele tutte e... sperare. Oddio, che parola incredibile.
No, ti prego, non farlo ripiombare nell'oscurità, lascialo almeno aggrappato a quella flebile luce. :wub:
"Nessun errore."
Chissà con quale spirito avrà scritto queste parole, io voglio pensare che un po' sia stato orgoglioso di questa piccola e dei suoi progressi e che quel "nessun errore" lo abbia scritto davvero col cuore.
 
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view post Posted on 19/7/2013, 09:09
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CITAZIONE (pingui79 @ 15/7/2013, 17:27) 
Autore/data: Alaide – 5 -6 maggio 2013

Klavierstücke
3. Mattina


Severus e i bambini.
Vederli assieme fa sempre venire un groppo alla gola, perchè loro sanno tirare fuori il meglio di lui sempre e comunque. Anche quando lui stesso non vuole ammetterlo e si ostina a mantenere la propria maschera di indifferenza.
L'istinto protettivo della sorella più grande non può non intenerire, così come il terrore che Severus voglia, in qualche modo far loro del male. Da contrappeso perfetto - complimentissimi, Leonora! - funge la piccola, che sorride con fiducia e ancora non sa di cosa è capace il mondo.
Non posso che rimanere accostata alla porta di quella stanzetta ed osservare la scena descritta, con il cuore colmo di commozione ed uno sguardo supplichevole verso Severus.

Grazie mille, Kià!
Le due sorelle sono diversissime - ed ovviamente ci sono dei motivi specifici nella loro diversità, chr verranno svelati al momento giusto - e mi piace farle interagire con Severus.
Sono felice che la scena nella stanzetta ti sia piaciuta!

CITAZIONE (pingui79 @ 18/7/2013, 18:04) 
CITAZIONE (Alaide @ 18/7/2013, 14:41) 

Sinfonie.
4. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Un lieve lucore


Alt!
Fermi tutti!

C'è scritta la parola "sperare" associata a Severus! :woot:

Ossantinumi, domani nevica! :D

Era la mia speranza :D, per far diminuire un po' il caldo, ma non è andata a buon fine :P .

CITAZIONE
Ok, torno seria.
Bellissime le lettere della piccolina, bellissime e colme di affetto. Traspare anche da quelle poche righe che hai creato apposta per Judith, non posso che farti che tanti tanti complimenti.

Le lettere di Judith sono state facili da inventare, al contrario di quella di Severus, perché lei è assolutamente spontanea nel manifestare il suo affetto per il signor Piton.

CITAZIONE
Severus sta facendo parecchi passi avanti: già il mettere ordine tra le lettere, rileggersele tutte e... sperare. Oddio, che parola incredibile.
No, ti prego, non farlo ripiombare nell'oscurità, lascialo almeno aggrappato a quella flebile luce.

Severus ha fatto in effetti diversi passi avanti, ma non ti posso rassicurare sul fatto che non ne faccia altrettanti indietro. I capitoli sono ancora molti e ci potrebbero essere delle ricadute. Però già un passo avanti l'ha fatto, quindi, anche con ricadute, potrebbe arrivare a compierne altri.

CITAZIONE
"Nessun errore."
Chissà con quale spirito avrà scritto queste parole, io voglio pensare che un po' sia stato orgoglioso di questa piccola e dei suoi progressi e che quel "nessun errore" lo abbia scritto davvero col cuore.

Lo spirito è esattamente quello che dici tu, anche se Severus non l'ha ancora ammesso con se stesso. Avevo scritto subito qualcosa in proposito, ma stonava con il resto del discorso.
Grazie ancora, Kià :wub:
 
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