Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 4/7/2013, 08:45
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I ♥ Severus


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Venerdì (domani) è libero: chi lo vuole?



Prenotazioni per la 26a settimana di Sorrisi per Severus:


Giovedì 4: Leonora/Ida (26)
Venerdì 5: ---------------- ??? -----------
Sabato 6: Fri_rapace 2
Domenica 7: Monica (26)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9: Ale

E con la 27a settimana ci inoltariamo nella seconda metà dell'anno di sorrisi!


Prenotazioni per la 27a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: Leonora/Ida (27)
Giovedì 4: Leonora/Ida (27)
Venerdì 5:
Sabato 6:
Domenica 7: Monica (27)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9:



Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:18
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 3/7/2013, 21:32) 
Leonora, sarò brevissima nella mia recensione semi-seria.

Avrei tanto voluto che al padre di Melusine andasse di traverso il pranzo.
Avrei tanto voluto entrare nella storia e dare un abbraccio corale alla ragazza e alla piccola Judith.
Ed infine avrei tanto voluto entrare nel carcere di Sevrus, farlo evadere con una buona corda di lenzuola e portarlo in vacanza ai tropici.

Mi piace questa parte della recensione! Credo che i personaggi gradiscano (credo che non sopportino più l'autrice sadica :P ).

CITAZIONE
Ok, torno per un attimo seria, anche se per il padre di Melusine la proposta è ancora valida.
Comprendo comunque il bisogno del giudice e delle forze dell'ordine di trovare un colpevole a tutti i costi. Severus, purtroppo, deve essere stato perfettamente convincente. Ma mi fa rabbia sentire quelle parole nei suoi confronti: se volevi far venire un colpo di nervi al lettore, ci sei riuscita in pieno.

Il padre di Melusine (che fornirò di nome ben presto) farà altre comparsate. Severus è stato iper-convincente. Diciamo che voler far venire un colpo di nervi al lettore era proprio lo scopo (ed i nervi sono venuti anche a me scrivendo, ma è un personaggio necessario).

CITAZIONE
Il finale con Severus che legge la lettera mi ha commossa ed intenerita. Chissà se anche lui attende quelle lettere con ansia. Io dico di sì.
Ma non so fino a che punto esserne felice: quelle lettere, lo fai dire anche a lui, sono un barlume di luce e speranza. E lui le rifugge.
Sei terribile.

Puoi sperare che prima o poi smetta di rifuggire la luce e la speranza che sono nelle lettere di Judith.
Grazie mille per la tua recensione semi-seria e molto apprezzata! :wub:
 
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view post Posted on 4/7/2013, 16:57
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CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2013, 09:45) 
Venerdì (domani) è libero: chi lo vuole?



Prenotazioni per la 26a settimana di Sorrisi per Severus:


Giovedì 4: Leonora/Ida (26)
Venerdì 5: ---------------- ??? -----------
Sabato 6: Fri_rapace 2
Domenica 7: Monica (26)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9: Ale

E con la 27a settimana ci inoltariamo nella seconda metà dell'anno di sorrisi!


Prenotazioni per la 27a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: Leonora/Ida (27)
Giovedì 4: Leonora/Ida (27)
Venerdì 5:
Sabato 6:
Domenica 7: Monica (27)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9:


Piano....Piano, una per volta. Ahia, non affollatevi!!!! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:18
 
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view post Posted on 5/7/2013, 14:40
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Per Severus che lo merita, un sorriso, non d'amore, ma comunque un sorriso. :lovelove:


Estratto da IL CUORE GRANDE DI HOGWARTS

11 maggio 1998

Magici o Babbani, gli ospedali sono tutti uguali.
Un mondo a parte, fatto di rumori attutiti, di campanelli imperiosi, di passi ovattati, di miste-riosi, silenziosi infermieri.
Socchiuse gli occhi e vide una lama di luce. Il suo corpo era uno scrigno di dolori.
Non era morto! La morte era stato solo il sogno di un momento.
Qualcuno l’aveva strappato da quella passeggera pace.
Il letto era molto scomodo come pure il cuscino.
Si chiese come mai fosse lì.
Ogni movimento, anche il più piccolo, era doloroso, sperava solo che qualcuno si accorgesse del fatto che era vigile.
L’istinto di sopravvivenza ancora una volta lo aveva battuto!
Medimaghi ed infermieri si erano accorti del suo stato e gridavano richiami tra loro.
Non potevano immaginare quanto gli facesse male la testa.
Poteva chiudere gli occhi, occludere la mente, ma, per il rumore, non c’era niente che potesse aiutarlo.
Sentì distintamente una porta aprirsi.
I medimaghi si affannavano intorno al suo letto.
- Deve stare tranquillo, Professore,- dissero quasi all’unisono - ora le somministreremo un ulteriore antidolorifico, le sue condizioni non sono ancora del tutto stabili.
Minerva era entrata nella stanza, lui non riusciva a vederla, ma sentiva il suo profumo e la sua voce incrinata dall’ansia:
- Sono qui, Severus, mi vedi? Puoi sentirmi?
Piton cercava di voltarsi verso quella voce conosciuta, Minerva era viva, era accanto a lui.
Avrebbe voluto sapere cosa era successo, ma la voce non sembrava voler venir fuori, faceva ancora troppo male, e costatò che gli era impossibile volgere il capo.
Il morso di Nagini era stato devastante.
Per fortuna Minerva comprese e cercò i suoi occhi: le iridi nere fissarono quelle azzurre, la domanda racchiusa in quello sguardo era chiara come il sole, e lei rispose a quella muta, ma pressante richiesta.
- Ci hai salvati, Severus! L’Oscuro è morto, Harry è sopravvissuto; ci ha raccontato tutto quello che ha visto nelle memorie che gli hai dato…
I ricordi tornarono in un attimo: la Stamberga, Potter, i suoi pensieri più nascosti, più intimi.
Violati.
Pensava di morire e li aveva lasciati andare.
Ma era sopravvissuto.
Minerva poteva lasciare finalmente scendere le sue lacrime, mentre stringeva una mano di Severus tra le sue: le mani rugose, ma calde, stringevano le dita bianche e fredde.
- Perdonami, Severus! Ho temuto di non poterlo fare: ti chiedo perdono! Ho compreso durante questa notte infinita il significato della parola: rimorso. Ho temuto di non poterti più parlare, spiegare… perdonami! Non ho avuto abbastanza fiducia in Albus… né in te. Quanta sofferenza devi aver patito, Severus, durante questi mesi, tu già così provato! Quanto disprezzo hai ingiustamente subito da parte mia!
Anche tra le ciglia di Piton brillavano lacrime; lui che pensava di non sapere più piangere, nell’udire le parole di Minerva, aveva ricordato all’improvviso la sensazione di infantile fiducia che provava da bambino, quando, dopo una delusione o un sopruso subito dagli altri ragazzi, si rannicchiava tra le braccia di sua madre: quello era l’unico porto sicuro a cui approdare.
Minerva gli accarezzava dolcemente la fronte, poi prese una pezzuola di lino e gli bagnò le labbra riarse per dargli sollievo e disse con affetto:
- Stai tranquillo, ragazzo mio, resterò qui vicino a te, non sei solo! Tanti vorrebbero salutarti, ma so che tu adesso hai bisogno soltanto di dormire e di tranquillità.
Un sorriso appena accennato si diffuse sulle labbra di Severus, mentre il medimago gli somministrava una pozione calmante direttamente in vena.
Si volse verso Minerva e con voce roca le chiese soltanto:
- Sognerò? *

* Citazione dal film “2010 l’anno del contatto” di D.Trumbull
 
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view post Posted on 5/7/2013, 16:17

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CITAZIONE (Ida59 @ 4/7/2013, 09:27) 

Libero


L'unica parola che mi viene in mente per questa storia è: coinvolgente.
Sembra quasi di respirare l'aria estiva, di sentire il caldo nella stanza ed il desiderio di avvicinarsi alla finestra per godere di un po' di brezza...
Severus che ormai si muove completamente autonomo mi è sembrato quasi un bambino che gioisce della sua piccola conquista e non sono riuscita a non intenerirmi per lui. :)
Poi, inaspettato, è arrivato il momento in cui ho trattenuto il fiato. Già da quando accenna a volersi slacciare i polsini ho immaginato ed ho sperato, sperato, sperato, tremando con lui, perchè anch'io avevo dimenticato quel dettaglio.
Il ricordo di incubi passati mi ha fatto tremare, ma sapevo, ero certa che quel Marchio non ci sarebbe più stato: leggere così il sollievo, il senso di libertà di Severus è stato fatto con un autentico sospirone.
La ciliegina sulla torta è la tua Elyn, accorsa accanto a lui. :wub:

CITAZIONE (chiara53 @ 5/7/2013, 15:40) 
Estratto da IL CUORE GRANDE DI HOGWARTS

11 maggio 1998

Minerva.
Grande, grandissima donna.
Impossibile non apprezzarla.
Impossibile non amare la tua Minerva, che stringe con calore la mano di Severus, che gli regala un contatto - una carezza, una pezza bagnata - a lui, che di affetto umano ha sempre avuto bisogno.
Dolci, dolcissime queste righe negli sguardi di due maghi che ancora tanto hanno da dirsi, ma già sono stati fatti i primi passi.
Splendida.
Avevo quasi dimenticato questa storia, ora mi hai fatto venire voglia di andare a rileggerla. :wub:
 
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view post Posted on 5/7/2013, 16:51
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CITAZIONE (pingui79 @ 5/7/2013, 17:17) 
Estratto da IL CUORE GRANDE DI HOGWARTS


Splendida.
Avevo quasi dimenticato questa storia, ora mi hai fatto venire voglia di andare a rileggerla. :wub:

Eeeeh, quoto! ;) Anch'io ho pensato alla stessa cosa: devo andare a rileggermi questa stupenda fic!
 
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view post Posted on 5/7/2013, 17:26
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Ho solo tappato un buchetto: un venerdì qualsiasi. Grazie troppo buone, Ele e Kià! :D
 
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fri rapace 2
view post Posted on 6/7/2013, 10:20




Titolo: Las Vegas
Autore/data: Fri rapace – 1-6-12
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: comico
Personaggi: Fenrir Greyback, Albus Silente, Severus Piton
Pairing: Fenrir/Albus (circa XD)
Epoca: 3° anno
Prompt: Silente vuole sposare Greyback, ma Greyback non per forza è consenziente. Matrimonio a Las Vegas!


Greyback si svegliò di soprassalto, accompagnato dalla spiacevole sensazione che il letto dove giaceva gli avesse appena rifilato un gran morso.
Non ricordava quand’era stata l’ultima volta in cui aveva dormito in un letto vero; a pensarci bene, non riusciva neppure a ricordare come ci fosse finito in quello, di letto.
Vagò con lo sguardo per la stanza alla ricerca di risposte, mentre un sapore dolciastro gli risaliva dalla gola: era chiaro che si trovava in un’abitazione Babbana, forse si era saziato con i suoi abitanti prima di crollare addormentato. La pancia piena gli dava sempre molta sonnolenza. Il sapore che gli ristagnava in bocca però non coincideva con quello tanto amato di carne umana, sembrava più come… zucchero.
La notte appena trascorsa era stata di luna piena e il lupo aveva sprecato il suo tempo con degli stupidi dolciumi? Non poteva crederci.
Scese barcollando dal giaciglio, giusto in tempo per accogliere con i piedi per terra il vecchio che aveva fatto irruzione nella stanza.
Malgrado lo stordimento i riflessi di Greyback non lo tradirono: con uno scatto repentino impugnò la bacchetta magica e la puntò dritta al petto di Albus Silente.
“Silente!” gli abbaiò contro, cercando di mantenere il controllo. “Che scherzo è questo? Dove sono?”
Silente non si scompose minimamente. Invece di cercare a sua volta la bacchetta, si lisciò la lunga barba, sfilandola dalla cintura della veste color pistacchio che indossava.
“Ci siamo alzati con la luna storta, stamattina?” chiese a Greyback con voce tenera, quasi si stesse rivolgendo al suo amante. “E dove è finito ‘Silly’?”
“Come?” sbottò spiazzato il lupo mannaro. Il vecchio doveva essere impazzito del tutto.
“Silly. Di solito è così che mi chiami, no?”
“Certo.”
“Mi piace.”
“Ma io lo dico in tono di scherno!” si difese indignato Greyback.
“Ieri sera avevi promesso che mi avresti mangiato…”
“Al massimo con te potrei farci il brodo, vecchia gallina!”
“...di baci. Ma solo dopo avermi giurato fedeltà e amore eterno.”
Greyback avvertì una stretta alla mano sinistra, abbassò lo sguardo e lo vide: l’anello.
“Ma cosa…”
“Siamo venuti fino a Las Vegas per accelerare i tempi. E' stata una tua idea.”
Silente stirò le labbra in un largo sorriso di approvazione, fissando senza alcuna vergogna i poderosi muscoli che tendevano la veste stracciata in cui aveva dormito il lupo mannaro.
Greyback strizzò gli occhi per difendersi dalle gocce di sudore bruciante che gli colavano lungo la fronte. Cosa era successo? Si sforzò di ricordare, qualcuno gli aveva offerto qualcosa da bere... era stato Silente?
No, non avrebbe mai accettato nulla da lui, era stata una figura scura, pipistrellesca, con un grande naso...
Riaprì gli occhi e il baluginio dell'anello che portava al dito gli strappò un gemito.
“Questa è... è... una fede nuziale?” ringhiò incredulo.
“Ma naturalmente, Fenrir! E' stata una bellissima cerimonia: la cappella color pesca, la luna, la tua pelliccia argentata abilmente arricciata, i fiocchetti rosa sulla tua adorabile codina a ciuffo...”
Greyback trattenne a stento un conato.
“Vuoi dire che io... e te...”
Il vecchio mago annuì solenne e Greyback decise di averne avuto abbastanza: si sfilò con i denti l'anello dal dito e lo ingoiò.

***

“Ehm... signore...”
“Che c'è, Severus?”
“Il lupo mannaro: accusa allucinazioni, inghiotte oggetti... suppongo sia impazzito.”
“Valeva comunque la pena di tentare, no?”
Severus fece una smorfia di disapprovazione: prendersi tanto disturbo per migliorare il gusto della Pozione Antilupo e testarla su un lupo mannaro... tempo sprecato. Scegliere un altro professore di Difesa Contro le Arti Oscure, quella sarebbe stata la decisione più saggia!
Severus voltò le spalle al preside, ma venne richiamato.
“Hai provato la versione zuccherata solo su Fenrir, non è vero, Severus?”
Severus fece finta di non sentirlo, in fondo aveva già oltrepassato l'ingresso, era comprensibile che la domanda gli fosse sfuggita.
Dopo aver visto l'effetto che aveva avuto la Pozione sul lupo mannaro che aveva incastrato alla Testa di Porco, ora non vedeva l'ora di dare una sbirciata sotto la scrivania del suo caro collega mannaro. Un sorriso si allargò sul pallido volto del professore di Pozioni: forse faceva ancora in tempo a godersi, con un Legilimens, le sue allucinazioni!
 
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view post Posted on 6/7/2013, 10:28
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Las Vegas di Fri

Deliziosa questa storia, sono qui che me la rido!
Lì per lì ci avevo creduto davvero, sarà per il giochino che hai proposto, quello che prevede strane coppie. :lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 6/7/2013, 10:33

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Prenotazioni per la 26a settimana di Sorrisi per Severus:


Domenica 7: Monica (26)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9: Ale

E con la 27a settimana ci inoltriamo nella seconda metà dell'anno di sorrisi!


Prenotazioni per la 27a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì: Leonora/Ida (27)
Giovedì 4: Leonora/Ida (27)
Venerdì 5: kià
Sabato 6:
Domenica 7: Monica (27)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9:

 
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fri rapace 2
view post Posted on 6/7/2013, 10:38




CITAZIONE (chiara53 @ 6/7/2013, 11:28) 
Deliziosa questa storia, sono qui che me la rido!
Lì per lì ci avevo creduto davvero, sarà per il giochino che hai proposto, quello che prevede strane coppie. :lol: :lol: :lol:

Grazie :)
il challenge per cui l'ho scritta crea prompt con la stessa tecnica del giochino che ho proposto, prompt, però, che in qualche modo si possono aggirare (come ho fatto io :-)
 
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view post Posted on 6/7/2013, 10:50

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CITAZIONE (fri rapace 2 @ 6/7/2013, 11:38) 
CITAZIONE (chiara53 @ 6/7/2013, 11:28) 
Deliziosa questa storia, sono qui che me la rido!
Lì per lì ci avevo creduto davvero, sarà per il giochino che hai proposto, quello che prevede strane coppie. :lol: :lol: :lol:

Grazie :)
il challenge per cui l'ho scritta crea prompt con la stessa tecnica del giochino che ho proposto, prompt, però, che in qualche modo si possono aggirare (come ho fatto io :-)

E direi che l'hai aggirato benissimo.
Non so più per cosa ho riso maggiormente, se la descrizione del matrimonio da parte di "Silly" - la cappella color pesca e la pelliccia argentata sono state geniali! - o per la reazione da parte di Fenir. La seconda parte ci ha riportate con i piedi per terra, ma la menzione del Legilimens m'ha fatto ancora più sbellicare.
Strepitosa. :D

Edited by pingui79 - 6/7/2013, 15:19
 
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view post Posted on 6/7/2013, 14:11
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Prenotazioni per la 26a settimana di Sorrisi per Severus:


Domenica 7: Monica (26)
Lunedì 8: Leonora
Martedì 9: Ale

E con la 27a settimana ci inoltriamo nella seconda metà dell'anno di sorrisi!


Prenotazioni per la 27a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 10: Leonora/Ida (27)
Giovedì 11: Leonora/Ida (27)
Venerdì 12: kià
Sabato 13:
Domenica 14: Monica (27)
Lunedì 15: Leonora
Martedì 16:

 
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kijoka
view post Posted on 7/7/2013, 16:58




Nr.26

Autore/data: Kijoka – 7 luglio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un momento difficile
Parole/pagine: 1090/2.





Sola

Sono qui.
E resto qui.
Il sole è quasi al termine della sua corsa giornaliera e sto cercando di prepararmi perché so che sarà una lunga notte.
Devo confessare a me stessa che non riesco a capire esattamente cosa stia succedendo.
Mi sento un'estranea, ho quasi timore di aver perso ogni mio potere.
L'angoscia mi stringe la gola e non riesco quasi a pensare.
Sei steso qui davanti a me, su questo letto che è diventato ormai la tua casa.
A tratti ti agiti così intensamente che non riesco a tenerti fermo come dovresti stare.
Stai male, lo vedo, lo so, ma non mi permetti di sostenerti, di soccorrerti.
Nonostante i miei prolungati e continui sforzi, ora mi stai respingendo.
Ho paura.
Paura di aver perso la mia battaglia più importante.
Come fare per farti capire che posso aiutarti se mi tagli fuori?
Ora mi ritrovo davanti a quel muro invalicabile dentro la tua mente, ma sono qui senza di te e mi manca la tua presenza.
Mi sento sola e non riesco a penetrare la porta nera: ti sei chiuso dietro di essa e io non posso seguirti.
Ho bussato per ore, ti ho chiamato e ti ho pregato, ma sembra che il dolore che stai provando sia così intenso da arrivare a respingere qualsiasi mio tentativo.
Sono stanca, ma non ho alcuna intenzione di desistere.
La sensazione più crudele per me è sapere che ciò che provi non è dolore fisico, o almeno non totalmente. L'incantesimo che ti protegge a tal proposito è ancora attivo, sono in grado di percepirlo.
E' qualcosa che vive dentro di te e forse è in tua compagnia da così tanto tempo che non riesci a sopprimerlo, ad arginarlo, a sovrastarlo, a vincerlo.
Sto cercando di trasmetterti sicurezza e calma, l'unica mia possibilità di tornare con te, di darti una via di scampo, ma sembra che ogni mio sforzo sia assolutamente vano.
Sto lottando anch'io contro la disperazione che mi sta sopraffacendo.
Se non riesco a raggiungerti ogni impegno, ogni sacrificio sarà stato fatto invano.
Non devi ricadere nel buio senza speranza!
Il veleno che scorre in te ti porta a questo: la magia oscura in esso contenuta ti può distruggere perché adesso sei senza difese!
Io ti ho portato a questo. E' solo colpa mia ed ora non riesco ad aiutarti perché sei tu, sei proprio tu che me lo stai impedendo!
Non posso fare nulla per oppormi al tuo potere, non ho una tale magia...
Eppure so che è una battaglia che dobbiamo vincere insieme. Solo superando le tue più profonde paure e i più dolorosi rimorsi potrai davvero affrancarti dal tuo passato, guardare al futuro e trovare la tua voglia di vivere.
Questo dobbiamo fare insieme.
Perché tu hai il potere per farlo e io la caparbietà di portarti con me verso un dolce domani.
Mi si chiude la gola e ingoio le lacrime.
Perché non lasci che ti aiuti?
I tuoi occhi sono chiusi, serrati con forza, mentre le mani artigliano il lenzuolo.
Mi sembra di essere assolutamente inutile e resto silenziosamente ad osservare quel che mi spezza il cuore.
Cosa vuoi nascondermi? Cosa non vuoi che veda e che sappia?
Il viso esprime una tale disperazione che l'ansia riesce a bloccarmi il respiro. Cosa può essere a farti soffrire così?
Deglutisco di nuovo, per cercare di far scendere il nodo alla gola.
Mi sembrava di aver già visto il peggio. Eppure percepisco dentro di me un rimorso graffiante. Cos'è?
Proviene da lui! Senza volerlo sta trasferendo in me le sue emozioni più profonde, quelle che non può controllare.
Dunque quel che sta vivendo è talmente orribile che non vuole condividerlo con me.
Una strana sensazione di calma scende nel mio petto a questo pensiero, e sorrido, piena di riconoscenza e tenerezza.
Valgo, dunque, così tanto per lui? Tanto che vuole proteggermi...
Le lacrime di nuovo si affollano dietro le palpebre.
Non posso oltrepassare le sue difese, se lui non vuole, e non ho intenzione di usare altra magia.
La sua testa, ora, si muove con forza, da destra a sinistra, come a voler negare qualcosa, rifiutare qualcuno.
I gesti sono troppo violenti: la ferita, da poco rimarginata, si potrebbe riaprire e questo non è un bene.
Devo cominciare a prepararmi ad arginare il sangue che presto, più presto di quel che penso, tornerà a scorrere.
Come posso superare le sue difese? Devo trovare una soluzione, devo tornargli accanto anche se lui non vuole.
Alla fine è il cuore che mi suggerisce cosa fare.
Non posso sapere cosa sta succedendo nella sua mente e nel suo cuore, ma so bene cosa succede dentro di me.
Non ha intenzione di condividere con me ciò che sta affrontando, ma io posso fare partecipe lui di quanto sto provando.
Gli prendo la mano, liberando piano la stoffa del lenzuolo dalle dita.
Non saranno le parole a trascinarlo via dal quel luogo angosciante dove si è rifugiato, non saranno i gesti o le intenzioni a convincerlo a darmi fiducia.
Sarà ciò che sento.
Saranno i miei sentimenti più forti a farlo tornare da me.
Quindi stringo la sua mano e sogno.
Sogno di guardare nei suoi fulgidi occhi neri che scrutano un mare tranquillo e imperturbabile, dalle piccole onde coronate da una lieve spuma bianca. Immagino di stringerlo a me nella lieve brezza profumata della sera, sotto un cielo trapunto di stelle brillanti, carezzando piano il suo viso e sussurrandogli con dolcezza tutto ciò che vorrei sapesse. L'immagine che si forma nella mia mente del suo viso sorridente mi regala un brivido di felicità.
Sorrido a mia volta a quell'immagine irreale, accogliendo in me tutta la serenità che mi provoca quella visione.
Apro gli occhi e gli occhi scuri si specchiano nei miei.
E' tornato. Ha aperto gli occhi. Il sentimento che provo per lui è riuscito a trovarlo e a riportarlo da me.
Ora sono di nuovo al suo fianco e, nella sua mente, finalmente di nuovo accessibile, la porta nera si è spalancata.
D'impulso mi avvicino, quasi vinta dal desiderio di posare un bacio sulle sottili labbra che tremano appena.
Non devo, non ora o potrei rovinare ogni cosa!
Riesco a dominarmi e poggio il viso sul dorso della sua mano. Sospiro a fondo e gli sorrido ancor più apertamente, mentre la felicità di averlo ritrovato, strappandolo ai suoi più orribili incubi, mi riempie il cuore.
- Severus non abbandonarmi mai più. Sono qui con te e voglio che tu stia bene. Ricorda: qualunque cosa succeda io non ti lascerò. Mai.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:18
 
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Autore/data: Alaide – 1 – 4 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Il volto della ragazza era colmo di disperazione e sulle sue labbra era disegnato un sorriso altrettanto disperato e tremante
Nota: E’ il seguito di Un incontro
Parole: 1156


Klavierstücke
2. Conversazioni notturne


Parigi, 5 marzo 2000


«Cosa vuole in cambio?» domandò rapidamente Heloïse, dopo che Anne si era addormentata in un’altra stanza.
L’uomo aveva somministrato una pozione alla sorella ed il respiro della bambina si era fatto meno difficoltoso. Per quella notte avrebbe potuto stare tranquilla, avrebbe potuto dirsi che Anne non sarebbe morta.
Sapeva perfettamente che quella non era semplice febbre.
E sapeva altrettanto bene che non poteva andare all’Hôtel-Dieu.
Non voleva che le portassero via Anne.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa perché la sorella non si ritrovasse da sola.
Qualsiasi cosa quell’uomo le avesse chiesto.
Era certa che lo sconosciuto non avesse agito spinto da gentilezza, né da pietà.
Tutti volevano qualcosa in cambio.
Non importava quello che dicevano.
«Cosa crede che possa volere in cambio?» domandò Severus, osservando la ragazza.
Erano seduti in una stanza del suo appartamento nella Parigi Magica, l’appartamento che gli era stato assegnato dalla Cité della Magie, troppo grande per un uomo solo.
«Non posso saperlo, Monsieur.» mormorò la ragazza, senza guardarlo in volto.
C’era qualcosa di strano nell’atteggiamento della giovane. Le sue parole indicavano qualcuno che era stato ferito dalla vita ed era questo un particolare che la metteva in netto contrasto con la sorella minore, dotata di una netta fiducia nel prossimo.
Una fiducia che pareva mancare alla ragazza che era comunque tremendamente giovane. In quel momento in cui la stava osservando meglio, Severus si accorse che non doveva avere molti anni in più della sorella. Non doveva avere più di quattordici, quindici anni al massimo. Ed in quel periodo dell’anno avrebbe dovuto trovarsi a Beauxbatons e non già nelle strade della Parigi Magica, insieme ad una bambina.
V’erano molte domande circa le due sorelle. Ma per quelle ci sarebbe stato, forse, tempo dopo.
«Conosce la malattia di sua sorella?» domandò Severus infine.
«La stessa che si è portata via la mamma.» biascicò Heloïse, che alzò improvvisamente il capo, ma gli occhi non incontrarono quelli dell’uomo. «Si porterà via anche Anne, non è vero, Monsieur?»
Il volto della ragazza era colmo di disperazione e sulle sue labbra era disegnato un sorriso altrettanto disperato e tremante, un sorriso che la rendeva ancora più giovane, più incerta, come era giusto che fosse in una situazione del genere, si disse l’uomo.
«Dovrebbe portare sua sorella all’Hôtel-Dieu»
«No, la prego, Monsieur… farò qualsiasi cosa, ma se… non mi porti via Anne.»
Le lacrime scorrevano lungo il volto della ragazza ed il sorriso si fece più disperato.
V’era qualcosa di tremendo nella situazione di quelle due innocenti.
V’era qualcosa di tremendo in quelle lacrime ed in quel sorriso disperato.
V’era qualcosa di tremendo nella sofferenza che colpiva chi non aveva colpa, quando lasciava lui impunito nonostante tutto il sangue che gli macchiava le mani e l’anima.
«La bambina è sua sorella. Che ragione avrebbero per portargliela via?» domandò infine l’uomo, al solo scopo di osservare la reazione della ragazza.
Severus poteva immaginare benissimo le possibili ragioni. Se, come credeva, la ragazza era minorenne, non le avrebbero mai affidato la bambina. E forse c’era dell’altro, considerando la reazione della giovane che pareva improvvisamente in preda al panico.
Le mani di Heloïse tremavano.
La ragazza sapeva che quella domanda sarebbe arrivata, anche se si chiedeva per quale motivo l’uomo non le avesse subito detto cosa voleva in cambio. E non voleva credere di aver incontrato qualcuno che agiva in maniera disinteressata.
Eppure era un bel pensiero che fece distendere leggermente il sorriso disperato che aleggiava sulle sue labbra.
«Non c’è cura per questa malattia.» decise di dire la infine.
Stava sviando la domanda, lo sapeva, ma non si fidava di quell’uomo. Non si fidava di nessuno, se non di Anne, per la quale avrebbe fatto qualsiasi cosa.
«Esistono pozioni che possono alleviare le sofferenze di sua sorella e rallentare la malattia.» disse l’uomo, continuando ad osservare con attenzione le reazioni della ragazza.
«Non posseggo più nulla per procurarmele.» ammise con voce flebile Heloïse, il volto sempre più colmo di disperazione e sconforto.
Severus osservò con attenzione la ragazza che aveva ancora il sorriso disperato sulle labbra tremanti per la consapevolezza che la sorella avrebbe presto o tardi perso la vita.
«Vada a riposare.» disse bruscamente l’uomo, notando la stanchezza sul volto della giovane, che la faceva apparire come quello che era.
Una ragazza, poco più di una bambina, che si ritrovava ad aiutare la sorellina malata.
E quel pensiero non fece che aumentare l’abituale senso di colpa, non fece che rendere ancora più stridente il contrasto tra la sua anima nera e l’innocenza di quelle due sorelle che stavano soffrendo in quel momento, quando egli, che aveva commesso colpe orribili, viveva una vita che non meritava.
La condusse nella stanza dove già riposava la bambina.
Quando fu di nuovo solo, tornò nel soggiorno e si sedette, prendendo in mano gli appunti della ricerca che stava portando avanti per la Cité de la Magie.
Una ricerca che riguardava la malattia di cui soffriva quella bambina, una malattia ereditaria, diffusa soprattutto fra le famiglie Purosangue, che non aveva mai trovato una cura, nonostante secoli di tentativi.
E nonostante gli sforzi e le modifiche che stava apportando alle pozioni fino a quel momento somministrate a chi ne soffriva, Severus non credeva che sarebbe stato lui a trovare la cura.
Ed allora un’altra vittima, un altro volto – accanto ai volti anonimi di altri malati – si sarebbe aggiunto ai tanti volti che tormentavano le sue notti ed erano sempre presenti, in un angolo della mente, durante le sue giornate.
Non importava quanto fosse ottimista il Guaritore che seguiva la ricerca insieme a lui. Era una fiducia malriposta, come malriposta era la fiducia della bambina.
«Monsieur, vorrei ringraziarla.» la voce della bambina lo colse di sorpresa, facendogli macchiare leggermente la pergamena con l’inchiostro.
Anne gli stava sorridendo, un sorriso gentile e dolce che spiccava sul volto pallido.
«E sono convinta che anche Heloïse lo farà. Soltanto…» la bambina si interruppe di colpo, a causa della tosse. Fece qualche passo verso di lui. «Avevo paura che rifiutasse, prima, nella via.»
Severus non disse nulla per diverso tempo. La bambina lo stava fissando con sguardo limpido ed innocente.
E fiducioso.
Una fiducia che sapeva di non meritare.
Non importava se quella bambina non sapeva probabilmente nulla sul suo conto. Era troppo piccola perché leggesse le pagine del Monde de la Magie e sua sorella e la sua famiglia, con ogni probabilità, non l’avevano tenuta informata due anni prima, quando doveva avere sui sei anni.
Eppure nessuno di così innocente avrebbe dovuto fidarsi di qualcuno di così colpevole.
«Dovresti essere a letto.» disse infine con tono simile a quello dei suoi anni da professore.
«Lo so, ma volevo ringraziarla. Per la pozione. E per averci aiutate.»
La bambina gli sorrise di nuovo.
Un sorriso che, per un istante, rese meno presente la mano della malattia sul suo volto infantile.
Ma la bambina era malata.
E a Severus parve che stesse pagando per le colpe del mondo.
Per le sue colpe.
 
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