Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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view post Posted on 27/6/2013, 21:18
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Io posso prenotarmi per lunedì con il primo di una serie di sorrisi (i famosi sorrisi eccedenti dalla sfida).
 
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view post Posted on 27/6/2013, 21:20

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Perfetto, ora sistemo le prenotazioni. :)


Prenotazioni per la 25a settimana di Sorrisi per Severus:


Venerdì 28: kià
Sabato 29: Ida
Domenica 30: Monica (25)
Lunedì 1: Alaide
Martedì 2: Chiara

Un sorriso al giorno toglie l'Avada di torno. :)

 
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view post Posted on 28/6/2013, 10:18

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Autore/data: pingui79 – maggio/giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Tipologia: Generale, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggi Originali vari
Pairing: nessuno
Epoca: pre-Malandrini (infanzia di Severus)
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: il senso di una vita può essere racchiuso in otto semplici lettere
Parole/pagine: 1221/4

Nota: storia n. 2 che fa parte della serie "Tutti i grandi sono stati bambini".


Coraggio




La voce della signora Mason è ferma e pacata.
Speciale.
Cattura l’attenzione, parla e suscita interesse. E, come in questo caso, sa imporsi per ottenere il silenzio con una semplicità estrema, senza mai doversi alzare di tono, senza fatica alcuna.
La aiutano in questo compito qualche occhiata ben assestata ed un veloce cenno delle mani dalle unghie laccate di rosso. Pochi attimi e la situazione ritorna calma, del bisbiglio che poco prima aveva attraversato la classe non v’è più alcuna traccia, ma l’attesa adesso è più che palpabile, la si potrebbe agguantare semplicemente allungando la mano.
In seconda fila, seduto accanto alla finestra, c’è un bambino dai grandi occhi neri.
Occhi attenti, curiosi, spalancati sulle tante novità che lo attendono.
Occhi che in un batter di ciglia passano dall’orgoglioso sollievo all’inquietudine più cupa, è come se qualcuno avesse spento in loro la luce.
«Bells, Elizabeth.»
Il primo appello dell’anno ha inizio.
Nessuno risponde.
La signora Mason occhieggia qua e là per l’aula, senza togliersi gli occhiali dalla montatura argentata che regge sulla punta del naso con la mano sinistra. La destra, invece, è poggiata al registro aperto sulla cattedra e tiene il segno con l’indice.
Gli alunni si sbirciano reciprocamente l’un l’altro, come per cercare di indovinare a chi appartengano quel nome e cognome.
«Elizabeth?» chiama ancora l’insegnante e la sua voce s’è fatta più dolce mentre osserva ogni viso. Le fa eco quello che sembra lieve pigolio di uccellino spaurito: la bambina in prima fila accanto alla porta alza lentamente la mano e pronuncia il proprio “presente” così sommesso che di sicuro negli ultimi banchi non sono riusciti a sentirla.
Ma la maestra sorride e la incoraggia con sguardo tranquillo, impossibile non esserne confortati. È infatti così per la piccola, che con voce più alta si alza e si presenta alla classe, com’era stato domandato a tutti prima dell’appello.
Era stato questo a generare attimi di confusa eccitazione, soprattutto tra i più audaci.
Il bambino dagli occhi neri, intanto, osserva ed ascolta.
Osserva la bionda coda di cavallo che ondeggia ritmata con il gesticolare della piccola compagna di classe. Ascolta la sua presentazione raccontata tutta d’un fiato e con le mani che non vogliono stare ferme nemmeno un attimo.
La piccola Elizabeth si sta rivelando tutt’altro che timida, in barba ad ogni iniziale apparenza. Parla e riferisce di quello che le piace e di quello che non le piace, della sua mamma, del suo papà, del suo sogno di aiutare tanti animali…
La signora Mason è costretta a fermarla con uno “stop” dolce e categorico.
La piccola Elizabeth torna a sedersi composta, guardandosi però attorno come per cercare conferme negli sguardi altrui, un poco rossa in viso per l’essere stata così al centro dell’attenzione. L’insegnante intanto sorride compiaciuta, soddisfatta di questo inizio di appello con cui è stato rotto il ghiaccio.
Chi non è soddisfatto è invece il bambino dagli occhi neri, ma intanto la maestra ha già chiamato qualcun altro. Lui però quasi non ascolta, non più. Sussulta ad ogni nome pronunciato ed il dito sull’elenco corre inesorabile verso il basso. Il cuore del piccolo sembra un canarino impazzito che implora d’essere liberato da una gabbia troppo stretta, le mani sono aggrappate con forza all’orlo del banco, come se da un momento all’altro la terra sotto la sua sedia dovesse aprirsi per inghiottirlo.
Eppure non c’è proprio nulla di cui aver paura, dice il bambino a se stesso, è solo un appello e niente più.
Un altro nome, un altro battito di ciglia, un altro sussulto.
Non è vero, non è così semplice. Nel bambino v’è un’insicurezza innata data già dal sapere d’essere diverso dagli altri.
Non è ancora un mago, ma è certo che presto lo diventerà, lo ha assicurato la sua mamma che è una strega. E lui non ha alcun motivo per non crederle. Però ha un sacco di motivi per tenere nascosto quel segreto. Nascosto al mondo, ai compagni e alla maestra, ma soprattutto nascosto a suo padre.
Cosa accadrà quando sarà davvero diverso dagli altri?
Le palpebre si aprono e si chiudono ripetutamente su occhi attenti più neri della lavagna che è vicino alla porta. Come se essa potesse rincuorarlo in qualche modo, potesse essere una consolazione dalle sue insicurezze. Là, su quella lavagna, vi saranno scritte moltissime cose nuove da imparare, aveva spiegato la maestra qualche minuto prima. Il bambino allora aveva sorriso, sentendosi per la prima volta un po’ fiero di sé, perché lui già era certo di saperne alcune più dei suoi compagni, come leggere, scrivere e contare fino a venti e…
«Pickering, Oliver.»
La voce della signora Mason interrompe ogni altro pensiero e fa tornare con prepotenza il bambino alla realtà presente. Dal suo ultimo banco Oliver quasi fa quasi cadere la sedia mentre si alza di scatto. Non ha nemmeno atteso che l’insegnante terminasse di pronunciare il suo nome.
Il bambino dagli occhi neri vorrebbe lasciarsi andare ad una smorfia di disapprovazione, ma nel frattempo alla sua mente s’è affacciata una consapevolezza che si accoccola sul suo petto, regalandogli una bruttissima sensazione di disagio che lo fa respirare velocemente.
Le mani si stringono al banco con ancora più convinzione.
«Piton, Severus.»
Perché non può farsi piccolo piccolo fino a scomparire del tutto?
«Coraggio.» lo invita con dolcezza l’insegnante senza mostrare alcun segno d’impazienza. Sul registro gli ultimi quattro nomi rimasti sono solo femminili, la signora Mason non incontra la minima difficoltà nell’individuare l’unico alunno che ancora non è stato chiamato.

Coraggio.

Basta quell’unica parola per cacciare la reticenza del piccolo Severus.
Egli ancora non sa, non può sapere, che in essa vi racchiuderà tutta la propria esistenza, tramutando otto semplici lettere in un vessillo che non verrà mai mostrato con fierezza al mondo intero, ma che sarà sempre tenuto nascosto, parte migliore di sé che nessuno – o quasi – dovrà mai conoscere davvero.

Coraggio.

Sarà parola incisa nel cuore a caratteri permanenti e martello e scalpello saranno sospiri di solitudine, lacrime di rimorso, gesti di dovere assoluto.

Coraggio.
Sempre.

Ma intanto tutto quel che viene domandato al piccolo Severus è solo di presentarsi ai suoi compagni di classe e per quanto timore abbia lui non si tira indietro. Il sorriso della signora Mason mentre lui parla non sparisce mai dalle labbra e l’ascolto è sempre attento ed interessato. Non importa se lui da grande non vuole fare il pilota d’aerei come il suo compagno di banco o se il suo papà non sa costruire una casa delle bambole come quello di Olivia tutta trecce castane e lentiggini.
Non importa.
Lui è solo Severus Piton, un bambino a cui piace tanto leggere ed imparare cose nuove, perché sa di esserne capace.
Saltato l’ostacolo, parte dell’insicurezza è vinta ed archiviata, anche se il cuore ancora non vuole sapere di calmare i suoi battiti. Quel segreto che solo il piccolo Severus conosce non lo rende poi così diverso dai propri coetanei, non ancora almeno: cerca così di convincersi e gli sguardi tranquilli che provengono da diciannove paia di occhi lo fanno sentire un po’ più sereno.
Sereno, sì, proprio come quello spuntato da poco, osserva Severus gettando una veloce occhiata fuori dalla grande finestra. Il sole d’inizio settembre è libero di brillare più forte nel cielo azzurro e terso, tra sbuffi di grigio che il vento di fine estate porta sempre più lontano.
 
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fri rapace 2
view post Posted on 28/6/2013, 13:44




Pingui, è molto bella anche questa storia :)
Mi ci sono messa molto facilmente nei panni di Severus, è facile immedesimarsi in lui in questa ff. Per gli altri bambini per ora non è un diverso (suppongo indossi la divisa scolastica, vero?) e forse, almeno alle elementari, non lo sarà mai. In realtà i bambini sanno accettare molto più facilmente i diversi degli adolescenti e sono anche molto meno crudeli.
brava ^^
(ps: e brava la maestra: ci sa fare, mi ha ricordato un po' Minerva :-)
 
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view post Posted on 28/6/2013, 16:14

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CITAZIONE (fri rapace 2 @ 28/6/2013, 14:44) 
Pingui, è molto bella anche questa storia :)
Mi ci sono messa molto facilmente nei panni di Severus, è facile immedesimarsi in lui in questa ff. Per gli altri bambini per ora non è un diverso (suppongo indossi la divisa scolastica, vero?) e forse, almeno alle elementari, non lo sarà mai. In realtà i bambini sanno accettare molto più facilmente i diversi degli adolescenti e sono anche molto meno crudeli.
brava ^^
(ps: e brava la maestra: ci sa fare, mi ha ricordato un po' Minerva :-)

Sì sì, indossa la divisa "quasi nuova" così come avevo spiegato nella prima storia, è di seconda mano ma assolutamente presentabilissima.
Ma non è un diverso anche per altri motivi: la scuola è del quartiere, più o meno sono tutti nella stessa barca, ma ogni famiglia affronta a modo suo le varie traversie. Quella di Severus, purtroppo, anche a causa della natura di strega della madre, le affronterà nella maniera meno serena.

Per quanto riguarda la maestra, il paragone a Minerva è un bel complimento. Mi sono ispirata a più colleghe, lo ammetto. :)

P.S: e non è un bambino così diverso dagli altri anche per un altro motivo che al momento non posso dire. :ph34r:
 
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view post Posted on 28/6/2013, 17:11
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Coraggio

Questo raccontino sembra semplice all'apparenza e leggero, ma non è così. Quando arrivi alla parola coraggio, lì, l'emozione e la stretta al cuore sono dietro l'angolo.
Una lacrima, una sola mi è sfuggita, ma mi è sembrato di fissarli e leggere fino in fondo a quegli occhi neri, pieni di speranza e illusioni infantili, spezzate, perdute, infrante dalla realtà..
C'è determinazione e dovere, paura e desiderio di non sentirsi diverso, c'è un mondo intero dietro un semplice appello scolastico ed un'infantile presentazione.
Brava, sei davvero brava!
p.s. La maestra mi ha ricordato Minerva, concordo!
 
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view post Posted on 28/6/2013, 18:12

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CITAZIONE (Alaide @ 27/6/2013, 10:32) 

Sinfonie
1. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Primo movimento. Corrispondenza


E' incredibile come poche parole siano sufficienti per arrivare al cuore delle persone.
Questo vale sia per Severus - nonostante continui a punirsi oltre ogni limite - sia per la piccola Judith, che si aggrappa con tenerezza a quelle poche lettere scritte su un pezzo di carta, poichè si sente ancora rassicurata da una presenza non più vicina.
L'immensa tenerezza che trasmette la bimba stride in modo terribile con la durezza della vita che s'impone Severus, ma proprio questa è la volontà dell'autrice che si rivela bravissima come sempre. E quel pezzettino di carta tenuto tra le mani anche prima di addormentarsi, non può che struggere ancora di più.
 
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view post Posted on 29/6/2013, 09:30
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CITAZIONE (pingui79 @ 28/6/2013, 19:12) 
E' incredibile come poche parole siano sufficienti per arrivare al cuore delle persone.
Questo vale sia per Severus - nonostante continui a punirsi oltre ogni limite - sia per la piccola Judith, che si aggrappa con tenerezza a quelle poche lettere scritte su un pezzo di carta, poichè si sente ancora rassicurata da una presenza non più vicina.
L'immensa tenerezza che trasmette la bimba stride in modo terribile con la durezza della vita che s'impone Severus, ma proprio questa è la volontà dell'autrice che si rivela bravissima come sempre. E quel pezzettino di carta tenuto tra le mani anche prima di addormentarsi, non può che struggere ancora di più.

Grazie mille, Kià!
Il contrasto tra Judith e Severus è cercato volutamente in questo primo capitolo (o movimento) della prima sinfonia. E sono felice che sia emerso come desideravo mentre scrivevo. Sono sempre stata convinta che poche parole, anche parole che non sembrano avere un significato profondo, possano arrivare al cuore delle persone, più di un lungo discorso. Aggiungi a tutto questo la mia fascinazione per il racconto epistolare, anche se il mio non sarà un epistolare puro, perché sarebbe impossibile far emergere i sorrisi.
Grazie ancora!
 
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view post Posted on 29/6/2013, 09:57
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Calderone

A fuoco vivo
bolle il calderone;
con cura mesci
un potente liquido
con sorriso d’amore



Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:12
 
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view post Posted on 30/6/2013, 17:21
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Foglio bianco, di pingui79

Una storia davvero originale e piacevole da leggere nella quale hai dimostrato la tua grande bravura di scrittrice: complimenti!
Quali divertenti immagini, quasi da 'cartone animato' hai saputo evocare! Ho visto frotte di parole e di segni di punteggiatura materializzarsi davanti a me, tutti scalpitanti sulla linea di partenza per dar vita ad una nuova storia. Non parliamo poi della romanticissima (e vera!)descrizione del pc come scrigno in cui conservare i propri sogni.
Ho cominciato con un semplice 'hihihi' ma poi a margine del foglio (non più bianco) della tua storia gli 'hihihi' sono diventati doppi, tripli, a gruppi, a folti branchi. E poi sono arrivati anche gli applausi a scena aperta alla personificazione del foglio bianco affamato di parole ed al cursore che avanza nel candore abbagliante.
E qui e' accaduto il vero miracolo, con la comparsa realmente fisica di Severus nel foglio bianco della mia mente (ah l'incredibile magia della scrittura!) e uno scroscio di applausi ha sottolineato la considerazione circa la contemporaneità tra azioni di Severus e scrittura della fanwriter nell'impossibilità di definire se è nato prima l'uovo o la gallina (e che nessuno riferisca a Severus questo irrispettoso paragone!). Davvero bellissima la mia percezione: me lo vedo (Severus) mentre emerge maestoso stagliandosi sul foglio bianco, fittizio il foglio e realissimo lui, mentre la scena (il suo salotto) a macchie progressive si riempie di immagini e colori mentre il foglio bianco inizia una completa ritirata e svanisce.
Quando la fanwriter scende a compromessi col personaggio circa la descrizione del libro di pozioni, il mio sorriso si fa sempre più aperto; comincio a ridacchiare alle vive proteste del mago che difende la Gazzetta, sempre più apertamente ad ogni protesta, velata o rassegnata che sia, di Severus.
Intermezzo, non pubblicitario, per condividere la pena della povera fanwriter che con un intero pomeriggio a disposizione non riesce a combinar nulla (mannaggiaaaa!), mentre talvolta pochi istanti possono bastare per annotare, su supporti improponibili, la trama di un'intera storia.
Ad ogni successiva entrata in scena di Severus, probabile o improbabile che fosse, ormai rido apertamente e di gusto, ogni volta immaginandomelo in quella situazione (cosa molto facile visti i chiari richiami della fanwriter ad altre sue storie con Severus protagonista). Ai 'propositi di morte lenta e dolorosa' della fanwriter da parte di Severus, a mani nude 'e senza rimpianto alcuno', la risata e' proprio scoppiata, divertita e irrefrenabile, replicandosi subito dopo la lettura di
CITAZIONE
Corrucciato, quasi imbronciato, Severus se ne stava a braccia incrociate un una delle sue pose statuarie, ergendosi in tutta la sua altezza ammantata di nero. Gli occhi d’onice lanciavano lampi d’ira poco rassicuranti, dardeggiandola senza pietà alcuna.

che non solo mi ha regalato la magnifica visione di un Severus nel mezzo della scena, illuminato dai riflettori, ma mi ha proprio dato l'impressione che lui fosse proprio lì, davanti a me, e che se avessi allungato la mano avrei potuto perfino toccarlo. E’ stata una sensazione impagabile!
Alla piccola, innocente domanda su cosa mai ci fosse di male nel cercare di far sorridere Severus, lo ammetto, rifiutato a monte ogni senso di colpa per aver istillato tale balzana idea nella mente di questa e di molte altri innocenti fanwriter, mi sono liberamente abbandonata ad una lunga risata ripetendomi che, no, non c'è proprio nulla di male, ma solo tanto di bene per chi scrive, chi legge e... perfino per lo stizzoso Potion Master che, anche se non lo vuole ammettere, ha un gran bisogno di sorridere; di tranquilla serenità o di felice ed appassionato amore poco importa, basta che lui sia appagato dalla nuova vita che noi fanwriter, eredi della maligna autrice che lo ha creato, fatto crudelmente soffrire e spietatamente ucciso, abbiamo deciso di regalargli. Replicare l'originale sadismo della Rowling anche in questa nuova vita sarebbe, a mio modo di vedere, solo un sadico gioco che denota anche mancanza di fantasiosa inventiva o incapacità di sfidare se stessi mantenendo in canone un personaggio molto difficile da gestire in condizioni di 'non sofferenza protratta' o, addirittura, di felicità.
Torniamo alla storia, che nel finale si tinge di nuovo dei delicati colori della fantasia del cartone animato, di nuovo con la deliziosa personificazione di lessico e punteggiatura: vedo tutto apparire e subito dopo svanire seguendo il ritmo davvero incantato delle parole che suonano la composta (e liricamente stupenda) ritirata di tutte le appuntite armi della fanwriter, mentre anche Piton, quasi, si restringe, rimpiccolisce e perde luminosità fino ad essere relegato ‘nel suo angolino semibuio in mezzo al nulla’.
Ma la fantasiosa fanwriter ha un’arma vincente, un ultimo colpo in canna per sbaragliare l’avversario e costringerlo infine alla sorridente resa; neppure Severus Piton può opporsi al deciso volere di Chiara.
Punto.

Davvero una storia godibilissima, scritta con uno stile brillante e spumeggiante, frutto di un'idea veramente grandiosa e sviluppata in modo sublime: i miei più vivi complimenti, Chiara, mentre mi inchino con rispetto davanti alla tua grandezza di scrittrice che, da un nulla, hai composto una invece una splendida chicca facendo sorridere senza scampo un Severus Piton pienamente in canone con se stesso.



-------


Giuro, questa è l'ultima recensione lunga, perchè altrimenti tra leggere e commentare le vostre storie, davvero, non riesco più a trovare il tempo per scrivere le mie. Mi dispiace, ma dovrò frenare il mio entusiasmo e ridurre al minimo le mie manifestazioni scritte.


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:13
 
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view post Posted on 30/6/2013, 17:56
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I ♥ Severus


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Semplice normalità, di Ellyson

Sarebbe una storia gradevole se non ci fossero tutti quei ridondanti riferimenti alla ‘semplice normalità’ che personalmente trovo alquanto stonati e quasi ficcati dentro a forza per dimostrare qualcosa (che personalmente, tra l’altro, non condivido), ma che per me non sono affatto convincenti.
Perché nulla è meno semplice e normale, per un personaggio particolare e complesso come Severus, della semplice normalità.


Sempre e mai, di Ellyson

Una storia davvero triste (alla faccia dei sorrisi per la felicità di Severus ma, ormai, ci sono rassegnata…) ma bella e intensa e mi è piaciuta. Forse perché anche io penso che quei sorrisi siano i suoi ricordi felici… nessuno glieli può portare via perché, davvero, sono solo suoi.
Per sempre.
E mai.
Questa è la vera, tragicamente romantica realtà.
Sì, una storia delicatamente ‘romantica’, oserei dire, e certo non solo nello stretto senso letterario del termine.




Fantasia per pianoforte solo, di Alaide

Incredibilmente dolce e commovente.
No, non triste: Severus non vuole essere triste.
Vuole sognare. Vuole sperare.
E per ora può anche farlo.
Può ancora farlo.
È ancora il tempo dei sogni e delle speranze… e Severus, quasi come se già sapesse cosa l’aspetta nella vita, se li tiene ben stretti finché può.


-------



Basta, per un pò non ci saranno altri commenti miei, anche perchè le storie successive ancora non le ho lette e ora devo dare la precedenza alla scrittura, perchè la mia 'riserva' si sta assottigliando, visti anche gli assillanti impegni di lavoro..


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:13
 
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fri rapace 2
view post Posted on 30/6/2013, 21:00




'Calderone' di Ida
Con pochissime parole hai donato un sorriso a Severus con una semplicità e 'canonicità' disarmante! Ti invidio, sei stata bravissima.
 
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view post Posted on 30/6/2013, 21:07

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Prenotazioni per la 25a settimana di Sorrisi per Severus:


Venerdì 28: kià
Sabato 29: Ida
Domenica 30: Monica (25)
Lunedì 1: Alaide
Martedì 2: Chiara

Un sorriso al giorno toglie l'Avada di torno. :)


Prenotazioni per la 26a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 3: Leonora/Ida (26)
Giovedì 4: Leonora/Ida (26)
Venerdì 5:
Sabato 6:
Domenica 7: Monica (26)
Lunedì 8:
Martedì 9:

E dopo questa settimana siamo al giro di boa!





(Aggiunta Monica che da ora in poi prenota sempre la domenica)

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:13
 
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view post Posted on 30/6/2013, 21:36
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (fri rapace 2 @ 30/6/2013, 22:00) 
'Calderone' di Ida
Con pochissime parole hai donato un sorriso a Severus con una semplicità e 'canonicità' disarmante! Ti invidio, sei stata bravissima.

Ma grazie Sara!
Felice che tu abbia gradito le 5+7+5 sillabe! :)


Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:13
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 30/6/2013, 21:56




Io mi prenoto per il primo giorno libero!!!
 
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