Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ida59
view post Posted on 17/7/2016, 11:10 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Ecco il sorriso di luglio, tratto come sempre da Ritorno alla vita, Capitolo 13 - Saper attendere. E' un brano diverso dal solito, in cui il narratore è Hermione.
E' più lungo di quanto le regole del forum ammettono, ma questa volta consento a me stessa una rara eccezione; anche perchè fare tagli farebbe perdere il senso al brano.



Hermione mordicchiava nervosamente la sua piuma, mentre in aula ricontrollava gli appunti. Gli esami di G.U.F.O. erano ormai alle porte: per quale strano motivo quel mattino non riusciva a concentrarsi sulla sua pozione? Perché continuava a distrarsi osservando nascostamente Piton e rischiando, prima o poi, di incrociare il suo gelido e severo sguardo?
Effettivamente, c’era qualcosa di diverso nel tenebroso Professore, qualcosa che il suo acuto sesto senso aveva percepito già da diversi giorni, ma che la sua mente analitica non riusciva ancora a decifrare compiutamente.
Così la curiosità, come un tarlo insistente, la rodeva lentamente dall’interno, continuando a riportare ostinatamente il suo sguardo su Piton.
La Signorina Keyleen entrò all’improvviso nel suo campo visivo, mentre si chinava sul calderone di Neville. Era a Hogwarts da nemmeno due settimane e la maggioranza degli studenti già pregava insistentemente affinché qualche misteriosa e gravissima malattia colpisse il Professor Piton, costringendolo ad affidare a lei sola l’insegnamento.
La Signorina Keyleen stava apertamente sorridendo.
Il fatto che l’assistente di Piton sorridesse a Neville, di per sé, non era poi un elemento così strano. Hermione, però, realizzò all’improvviso che la Signorina Keyleen, negli ultimi giorni, non faceva altro che sorridere, a tutti. Ed il suo non era certo un sorriso che poteva passare inosservato, così raggiante, luminoso, decisamente felice.
Inoltre, stava sorridendo anche nell’aula di Piton, assolutamente incurante degli sguardi malevoli del Professore.
Un momento.
Hermione tornò ad osservare Piton: il mago non aveva alcuno sguardo malevolo in quei suoi gelidi occhi.
Ed i suoi occhi, a ben vedere, non erano per niente gelidi! Erano intensamente neri, profondi, scintillanti, pieni di un inspiegabile fuoco, e fissi sulla sua assistente dal momento in cui aveva finito di spiegare loro le istruzioni per la pozione.
Ecco cosa c’era di diverso: il Professor Piton sembrava incapace di distogliere lo sguardo dalla maga.
E che sguardo!
Hermione sorrise soddisfatta: tutti i pezzi del puzzle si stavano perfettamente incastrando.
Non solo Piton non le toglieva gli occhi di dosso, ma quella mattina le aveva anche tenuto aperta la porta quando erano entrati in classe, chiacchierando amabilmente.
Chiacchierando?!
Proprio lui che, di solito, si limitava a scontrosi monosillabi quasi con tutti!
Non poteva affermare che il Professore fosse entrato nell’aula sorridendo, ma certo l’espressione del suo viso era diversa dal solito. Una differenza sottile, difficile da notare: ma il suo volto pallido pareva più disteso, le sue rughe meno evidenziate e le sue labbra fini non erano più strettamente serrate.
Anzi, proprio in quel momento, mentre continuava a fissare la sua assistente con quella strana intensità nello sguardo, Hermione notò che le sue labbra si schiudevano appena, come se lui intendesse sorriderle, come se desiderasse…
Baciarla!
Hermione abbassò un attimo lo sguardo, confusa e turbata da quell’inaspettato pensiero.
Riprese ad osservare la Signorina Keyleen che stava tornando verso la cattedra di Piton, quasi come richiamata da quel suo intenso sguardo, mentre il Professore, perfettamente immobile e quasi senza neppure respirare, continuava a guardarla con quegli occhi incredibilmente pieni di fuoco. Lei gli sorrise dolcemente, poi accostò una sedia a quella di lui e si chinò sul libro aperto sulla cattedra, sfiorandogli appena la mano, in un gesto dall’apparenza del tutto casuale.
Il Professor Piton socchiuse gli occhi, solo per un breve istante, e si morse lievemente le labbra. Infine sollevò la pagina del grosso libro, nascondendo le loro mani alla vista degli allievi.
Ma Hermione era assolutamente sicura che, in quel momento, la mano elegante e sottile del Professore di Pozioni stesse accarezzando, certo non casualmente, quella della sua bella assistente.
Si guardò in giro: tutti i suoi compagni erano intenti nella preparazione di quella difficile pozione e nessuno aveva notato l’accaduto.
Per un attimo si chiese se la tensione per gli esami, che si stavano rapidamente avvicinando, potesse giocarle brutti scherzi e farle erroneamente interpretare ciò che aveva appena visto. L’idea del Professor Piton innamorato era veramente incredibile: Ron e Harry l’avrebbero presa in giro per giorni e giorni se avesse osato raccontar loro i suoi sospetti.
Tornò a guardare il Professore: non aveva mai notato prima quanto potevano essere belli i suoi profondi occhi neri quando brillavano in quel modo, né quanto fossero sensuali le sue labbra, lievemente dischiuse in quel sorriso a mala pena accennato, ma carico di desiderio!
Un sibilo acuto lacerò l’aria, mentre il suo calderone eruttava con violenza la pozione che si era surriscaldata troppo a lungo.
Hermione balzò di lato per non essere investita in pieno dal liquido ribollente, proprio mentre il Professor Piton, colto totalmente di sorpresa, smetteva finalmente di contemplare la sua assistente ed esclamava, con voce tonante:
- Sig.na Granger! Si può sapere che cosa hai combinato?
I loro sguardi s’incrociarono: le fiamme ardenti di poco prima erano completamente scomparse e lo sguardo del Professore era tornato ad essere gelido e tagliente.
Ma, per la prima volta in cinque anni, Hermione ebbe la certezza che Piton non avesse la più pallida idea di cose stesse succedendo in quel momento nella sua classe.
Il sorriso della ragazza era trionfante, mentre rispondeva, con voce educata e controllata:
- Devo essermi distratta, Professore, ma certo lei saprà, come sempre, cosa ho sbagliato!
Piton era già a pochi passi di distanza da lei, la bacchetta levata a bloccare la fuoriuscita del liquido bollente.
La risata cristallina di Alhyssa risuonò, fresca, nell’aula.
Lo sguardo rapido e penetrante che il Professore rivolse alla ragazza gli diede la piena consapevolezza di tutto quanto era accaduto a sua insaputa. Compreso il fatto che la sua migliore allieva lo stava spudoratamente prendendo in giro.
- Hai lasciato sobbollire troppo a lungo ed a fuoco alto la tua pozione, prima di aggiungere l’ultimo ingrediente. Una lunga distrazione, Granger, – sibilò Piton ironicamente, inarcando un sopracciglio – mentre la tua mente era impegnata ad impicciarsi di fatti che non ti riguardano per nulla!
Un beffardo sorriso incurvava ora le labbra del Professore:
- Una distrazione che mi fornirà l’alquanto inaspettata opportunità di assegnarti una bella “D” in Pozioni!
L’espressione della ragazza si tinse di disperazione, che si trasformò presto in paura mentre il viso del Professore si accostava rapidamente al suo.
- Ma in un’altra materia, Granger, ti sei meritata una “E”. – sussurrò piano Piton in un sibilo sottile, diretto quasi solo alla sua mente. – Anche se hai commesso un piccolo errore: è la prima volta che mi capita in quattordici anni d’insegnamento, non in cinque!
Hermione spalancò gli occhi e la bocca per la sorpresa, in un’inconsapevole imitazione della tipica espressione di stupore di Ron.
Gli occhi di Piton, ora, lampeggiavano pericolosamente, mentre sussurrava minaccioso:
- Mi auguro che tu intenda mantenere il più completo riserbo su quanto hai appena scoperto!
In quel preciso istante Hermione comprese che Piton conosceva esattamente tutto ciò che aveva dedotto su di lui quel mattino.
La ragazza annuì velocemente, mentre cercava disperatamente di arretrare ed i suoi occhi si riempivano di terrore vedendo il Professore levare la bacchetta contro di lei, per esclamare, poi, con un ghigno soddisfatto:
- Gratta e Netta!
La divisa di Hermione tornò perfettamente pulita e Piton si diresse alla cattedra.
Alhyssa ridacchiava divertita.
Molto divertita.
 
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