Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Alexander Gawain Stelson
view post Posted on 31/12/2013, 12:05 by: Alexander Gawain Stelson




Posto io il sorriso 49 di Ellyson:

n. 49

Titolo: Tre è un numero perfetto
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Lui e la sua compagna erano sdraiati nel letto dopo aver fatto l'amore, coperti dalle lenzuola scure che per anni avevano accompagnato i suoi sogni agitati.
Parole: 1.108

Tre è un numero perfetto

La stanza era in penombra, le candele che aveva acceso per creare un'atmosfera romantica si erano quasi del tutto consumate attorno a loro. Sul tavolo rotondo davanti al camino c'erano i resti della cena che aveva organizzato con precisione fino all'ultimo dettaglio.
Lui e la sua compagna erano sdraiati nel letto dopo aver fatto l'amore, coperti dalle lenzuola scure che per anni avevano accompagnato i suoi solitari sogni agitati.
Era stanco, ma non riusciva a prendere sonno. Non con lei che si era accucciata vicino al suo corpo in cerca di calore. Non con la sua pelle così vicina, con il suo dolce profumo che gli riempiva i polmoni e il suo delicato respiro che gli solleticava il petto.
Era una continua tentazione.
Fece un profondo respiro e cercò di dominare il desiderio di svegliarla per poterla fare sua di nuovo, per tutta la notte e per tutta la vita.
Le accarezzò il braccio nudo che gli cingeva la vita e tornò a pensare a quella serata.
Era stato un primo appuntamento semplicemente perfetto. Avrebbe voluto portarla fuori, ma lei aveva insistito per restare ad Hogwarts, dicendo che non c'era posto migliore per le loro anime e i loro cuori.
Gli aveva chiesto di condurla nel suo posto preferito. L'aveva portata in biblioteca, nella sezione dove si nascondeva quando voleva un po' di calma e le aveva aperto il suo cuore. Il suo piccolo, oscuro cuore nero che per anni era stato imprigionato dalle catene di un amore mai corrisposto.
Aveva parlato come non lo faceva da anni, aveva raccontato la sua vita come aveva fatto solo con Silente.
E il loro primo bacio era avvenuto tra quegli scaffali, circondati dal loro mondo di inchiostro e pergamene, avvolti dalla magia antica racchiusa tra i tomi.
Il mago ghignò nella stanza silenziosa chiedendosi da quando fosse così romantico, da quando il suo cuore prendeva il sopravvento sulla mente.
Ma aveva combattuto due guerre nella sua vita, una gli aveva portato via quello che credeva fosse l'amore della sua vita. Gli aveva strappato la felicità e ogni speranza.
La seconda gli aveva quasi strappato la vita se lui non si fosse preparato in tempo, se non avesse visto quel serpente sempre più vicino all'Oscuro ricordando le parole di Albus. Se non avesse ingerito per un intero anno piccole dosi dell'antidoto al veleno di Nagini per assicurarsi di non morire dissanguato in caso di morsi non desiderati. Se, in quella casa polverosa, non avesse combattuto contro il desiderio di morire e non avesse lottato contro il delirio dovuto al dissanguamento e non avesse bevuto una pozione rimpolpasangue che teneva nel mantello in casi estremi.
Sarebbe morto se una strega, la stessa che ora stringeva tra le braccia, non fosse tornata in quella casa trovandolo vivo sul pavimento e non l'avesse curato là, sulle travi marce della Stamberga, cercando nella borsetta di perline qualunque cosa per curarlo o, almeno, renderlo stabile fino all'infermeria.
La saccente strega che aveva messo le mani sulla sua ferita al collo sporcandosi di sangue senza esitazioni, senza perdersi d'animo continuando a parlare per tenerlo sveglio.
C'erano voluti anni prima di rivedersi, anni in cui lui aveva ripreso in mano la sua vita, anni in cui aveva imparato a guardare la cicatrice sull'avambraccio sinistro senza provare disgusto per se stesso. Anni in cui lei era cresciuta, maturata ed aveva intrapreso la carriera della medicina al San Mungo.
E quando l'aveva rivista ad una commemorazione ai caduti della guerra si era reso conto che la strega irritante aveva lasciato il posto ad una donna attraente. Fin troppo attraente.
Avevano parlato quasi tutta la sera, mentre l'infantile fidanzato mangiava ogni cosa gli capitasse sotto mano, mentre il ragazzo sopravvissuto parlava con tutti i funzionari del Ministero lasciandola sola. Mentre lei veniva messa in un angolo sola con il suo cervello, come se non avesse mai combattuto, come se non avesse salvato loro la vita in più di un'occasione.
Era stato bello parlare con lei, scambiarsi battute acide sui presenti e i loro fin troppo stucchevoli ringraziamenti, specialmente a lui che, fino a qualche anno prima, in molti avrebbero voluto sbatterlo ad Azkaban o, meglio, in qualche profonda fossa. E dopo qualche settimana l’infantile fidanzato era diventato ex fidanzato e l’attraente strega era andata da lui chiedendo aiuto per una tesina sulle pozioni cicatrizzanti che doveva preparare per il corso di medicina.
Gli aveva fatto riscrivere quella maledetta tesina tre volte per prolungare le giornate passate con lei.
Sorrise nella penombra della camera, mentre la prima candela si spegneva, del tutto consumata.
Sorrise ripensando al modo impacciato con cui l’aveva invitata a cena, quasi come se fosse un ordine.
Lei si mosse nel sonno, avvicinandosi ancora di più al suo corpo, le loro pelli si accarezzavano.
Così morbida lei.
Così ruvido lui.
Sentiva che poteva finalmente essere felice. Poteva assaporare quella felicità di cui aveva solo uno sbiadito ricordo infantile. Poteva sorridere come mai aveva fatto fino ad allora.
- Mi piacerebbe acquistare una casa per noi...- mormorò piano senza volerla svegliare, ma volendo dire quel suo desiderio ad alta voce perché aveva paura che se lo avesse solo pensato non si sarebbe mai avverato – magari ad Hogsmeade o in un quartiere Babbano vicino a Diagon Alley. Una di quelle villette su due piani con la staccionata bianca e il giardino. Ai bambini serve un giardino per giocare. - si voltò a guardare la sua compagna che continuava a dormire. Dire quelle cose ad alta voce gli procurò un brivido lungo la schiena – Non dobbiamo avere subito dei bambini, siamo da poco una coppia, ma mi piace l'idea di una famiglia numerosa. Non come la famiglia Weasley, sette figli sono veramente troppi. Tre, - continuò piano, pianissimo ma senza riuscire a fermarsi – tre mi sembra il numero giusto di figli. Uno, - fece un sospiro fin troppo teatrale che nascose un sorriso divertito - inevitabilmente finirà a Grifondoro. - sospirò assaporando ancora il suo profumo e si sdraiò meglio cercando di non svegliarla – Forse è troppo presto per intraprendere certi discorsi.
Le diede un delicato bacio sulla fronte e chiuse gli occhi lasciando che le candele si consumassero da sole.
Si lasciò cullare dalla stanchezza sentendosi scivolare verso il sonno, dopo qualche minuto la sentì muoversi, avvicinandosi ancora di più nel suo corpo.
- Tre è un numero perfetto. – bisbigliò lei.
Severus aprì gli occhi trovandola sveglia mentre lo fissava. Anche lei sorrideva.
- Tre è perfetto. - ripeté lei.
Il mago cercò la sua bocca per un bacio profondo.
La stanchezza era improvvisamente sparita.
Quando anche l'ultima candela si spense, l'oscurità della notte li trovò ancora intrecciati a fare l'amore.
 
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