Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 15/12/2013, 17:09 by: kijoka




Nr. 49

Autore/data: Kijoka – ​22 novembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: ​One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi:
​Severus Piton - Harry Potter - personaggio originale - Minerva McGranitt
Pairing: nessuno
Epoca: P​ost HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un confronto importante
Parole/pagine: 2.011/4




​Sincerità

- Non stare lì impalato!
La voce profonda echeggiò nella stanza semi vuota.
Il ragazzo era in piedi davanti all'uomo seduto sul letto. Lo stesso letto dove lo aveva visto passare settimane a combattere la morte.
Gli occhi verdi di Potter saettarono attorno, sembrava completamente spaesato.
Severus addolcì il tono: il ragazzo aveva avuto di sicuro un bel coraggio presentandosi lì con Minerva, senza essere atteso.
Joy gli aveva detto che era rimasto più volte fuori dalla porta della camera, per ore in attesa di vederlo e magari per riuscire a parlargli. Fino a quel momento non ce n'era stata l'occasione. Ora forse l'occasione aveva voluto crearsela...
Sapeva che alcune volte era entrato, solo per vedere come stava, i primi tempi del suo ricovero, mentre era ancora incosciente. Era passato parecchio tempo e da quando era tornato in sé non aveva voluto autorizzare alcuna visita. Solo Joy era riuscito a convincerlo e aveva finito con l’acconsentire, ma non era pronto ad affrontare quella responsabilità: era ancora troppo vulnerabile.
Questo sia Minerva che Joy avrebbero dovuto saperlo!
Potter era entrato stringendo tra le mani un'ampolla di vetro chiaro, che aveva subito posato sul piccolo tavolo vicino alla finestra.
Severus tornò a parlare, con la voce più bassa domandandosi, non senza reale curiosità, perché non riuscisse ad essere meno duro col ragazzo in quel momento. Lo fissò, rivedendo in lui ancora una volta la somiglianza con James.
- Avanti, prendi la sedia e vieni qui…
Gli mostrò con un gesto veloce dove poteva trovare ciò che gli aveva indicato.
Velocemente Potter agguantò la sedia e, con un'occhiata in tralice, si posizionò ad un paio di metri da dove sedeva il mago.
Severus a quel punto additò il contenitore trasparente:
- Di cosa si tratta?
Harry abbassò gli occhi, sentendosi come uno sconosciuto che spia nella vita privata di qualcuno che non conosce. Era molto strano: non si era sentito così quando aveva guardato ciò che era contenuto in quell'ampolla...
Cercò di rispondere con voce ferma:
- I suoi ricordi. Quelli che ha lasciato a me, prima di...
L'elegante mano chiara di Piton si mosse in un segno che poteva significare indifferentemente: "Non importa" oppure "Lascia perdere". Non disse una parola, però, quindi l'intenzione restò un mistero per Harry.
Gli occhi neri lo fissavano. Pur non avendo assolutamente nulla da temere si sentiva comunque profondamente nervoso. Tornò ad alzare lo sguardo.
Piton non abbassò il suo e restarono qualche momento a fissarsi, senza pronunciare parola.
- Immagino... - disse, d'un tratto, il mago - che ormai tutto il mondo saprà...
Fece una pausa ad effetto, mentre il cuore di Harry prese a battere furiosamente. Poi continuò:
- Se ti conosco bene non credo che tu sia stato capace di fare a meno di dire a tutti quanto avevi scoperto, quel che ti avevo permesso di scoprire. Forse non sei riuscito nemmeno a non farmi passare da eroe...
Potter sostenne con convinzione l'esame dello sguardo nero, e rispose:
- Non saprei, signore...
Harry si stupì per come quella formula di rispetto fosse uscita dalla sua bocca senza sforzo alcuno. La stessa che usava con Silente ora era rivolta all'uomo che aveva odiato con tutto se stesso, forse tanto quanto lo stesso Voldemort. Si trovò a riflettere su come fosse strana la vita...
La voce di Piton lo prese di sorpresa:
- Mi hanno detto che hai anche testimoniato a mio favore.
Non era il tono che conosceva bene. La voce profonda era pacata, tranquilla e quasi umana, si ritrovò a pensare. Non ci aveva riflettuto, ma era chiaro che prima o poi qualcuno lo avrebbe informato sui dettagli.
Harry non sapeva come ribattere a ciò che poi era la pura verità. Decise di non perdere altro tempo:
- Sì, signore, è vero. Ne ho sentito la necessità. Volevo solo che la verità divenisse pubblica, perché Lei merita di essere riconosciuto come una delle persone che hanno maggiormente collaborato alla nostra attuale libertà...
Severus si stupì dell'ardore con il quale Potter aveva pronunciato quelle parole.
Forse perché era passato qualche tempo, forse perché il suo cuore ora era colmo di un vero sentimento, ma riuscì a vedere Lily dentro gli occhi del ragazzo.
Dimenticò per un istante che il viso continuava ad essere quello di chi giornalmente lo vessava durante gli anni di scuola e si trovò ad ascoltare la veemenza con la quale Lily stessa difendeva i deboli. Percepì quasi fisicamente l'anima della donna che una volta aveva amato tracimare da quella del figlio.
Albus aveva avuto ragione: se il viso era quello di James, la parte più profonda di Potter era completamente affine a quella di Lily.
Lo trafisse con lo sguardo nero, in cerca di risposte.
- Dunque credevi davvero che io fossi morto?
Harry si stupì della domanda, fatta a bruciapelo, che gli riportò un'ansia crescente. Non voleva mentire:
- Sì. Ho visto la luce dei suoi occhi spegnersi e il corpo rilassarsi...
- Già, - Lo interruppe Piton con voce gelida - In fondo la tua stima in me non poteva portarti a pensare altro. Ora, dopo tutto quello che sai, pensi davvero che avrei potuto affrontare il potere di Voldemort senza una qualche utile precauzione per salvarmi la vita?
Il ragazzo prese fiato:
- Davvero non avevo modo di pensare a questo, Professor Piton... Come non ho pensato di sincerarmi che avesse potuto sopravvivere ad un attacco così terribile. Non potevo, non ci sarei comunque riuscito con la voce di Voldemort dentro la testa che mi intimava di non sacrificare altre vite.
Severus rincarò la dose:
- Già, certo, tanto eri così sicuro che fossi morto… Fermarsi per un traditore: tempo sprecato!
Severus lo stava mettendo alla prova, senza esserne davvero consapevole.
Soffriva lui stesso per i toni e le domande incalzanti, ma comprese che aveva bisogno di sicurezze per quel che riguardava il ragazzo, e voleva trovarle a modo suo.
A quel punto Potter lo stupì. Si alzò dalla sedia e, ergendosi in tutta la sua statura senza staccare gli occhi dai suoi, ma controllando la voce e alzando il tono gli rispose:
- Lei crede davvero che resterò qui a farmi trattare così, di nuovo?
Carattere.
Finalmente l'arroganza del padre si era tramutata in carattere nel figlio!
Severus ne fu estremamente soddisfatto, tanto che parte delle labbra si tese in un lieve, quanto incredibile sorriso.
Raddolcì la voce e prese un tono colloquiale:
- No. Speravo di no, ma vista la posizione tenuta nei miei riguardi, direi che valeva la pena provarci, non credi?
Harry comprese che, per la prima volta da quando si conoscevano, il mago gli si stava rivolgendo quasi come un suo pari e il cuore fece una capriola.
Forse c'era uno spiraglio, forse qualcosa poteva davvero cambiare.
Severus riprese:
- Avanti, ora torna a sedere e avvicinati.
Sospese il momento, vagliando modi e parole. Voleva davvero cambiare le cose? Joy era stata tassativa: Piton doveva chiudere con il passato perché Severus potesse finalmente vivere.
La amava. L'avrebbe ascoltata, anche se sapeva di avere di fronte una strada in salita e tante spiegazioni da avere e da dare.
Osservò il ragazzo che aveva davanti e che si apprestava a fare esattamente ciò che gli aveva chiesto.
Erano lontani i tempi in cui lo aveva visto bambino. Ora era un uomo e come tale andava trattato.
Tornò a rivolgergli la parola sommessamente:
- Desidero che mi racconti quanto è accaduto dal momento in cui ho perso i sensi nella Stamberga. - Lo fissò nei profondi occhi dal taglio inconfondibile e decise che voleva davvero vivere. – Vuoi aiutarmi a ricostruire ciò che è successo? Solo tu puoi davvero farlo.

Joy accostò la porta con l'emozione che le toglieva il fiato.
Si era attardata lasciando aperto uno spiraglio tra i battenti della porta, per sentire. Sì, aveva spiato!
Non era sua abitudine farlo, ma aveva così tanto desiderato che il mago provasse a trovare un modo per interagire con Harry, che era stata estremamente curiosa quando era venuto il momento di lasciarli soli.
La Preside MacGranitt l'aveva anticipata nella stanza accanto, ma con una scusa si era fermata ad ascoltare.
Ora era così felice che l'emozione le serrava la gola.
Si stavano parlando e il tono gelido e distaccato di Severus si era piano piano ammorbidito, fino a diventare la voce dell'uomo che amava più della sua stessa vita.
Aveva quindi accettato la sfida, aveva scelto di provare a vivere.
Chiuse gli occhi per calmare il battito del cuore. Prese un lungo respiro e raggiunse l'anziana maga nella stanza accanto, chiudendosi piano la porta alle spalle.
- Oh, mia cara, eccoti qui!
Minerva le si fece incontro, quasi fosse stata lontana per ore, anziché per pochi minuti.
- Signorina Vance, siamo riuscite a portare a termine un compito assolutamente difficile. - L'anziana maga prese un tono cospiratore. - E non ho intenzione di fare a meno di te per tutto ciò che mi resta da fare!
Joy sorrise divertita.
- Conosce bene la mia opinione a riguardo: io non posso scegliere per Severus. Non ho intenzione di sottoporlo ad altre pressioni. Questo colloquio doveva avvenire. Sia lui che Potter hanno necessità di chiarirsi, per andare avanti...
La MacGranitt sventolò la mano a mezz'aria:
- No, no, no... non intendevo certo obbligarlo a fare alcunché! E' solo che voglio riaprire la scuola al più presto. Ora come non mai i ragazzi necessitano di un punto fermo. Bisogna dimostrare loro che la vita continua, bisogna spronare le nuove generazioni verso la speranza di un futuro migliore!
Joy assentì, visibilmente partecipe.
- Se anche tu sei d'accordo con me non potrai non aiutarmi a convincere Severus! Chi meglio di lui alla cattedra di Difesa? Nessuno saprà indirizzare meglio i nostri giovani, il mondo magico di domani verso la giusta direzione! Io ho completa fiducia in lui!
- Anch'io, Professoressa, ma spetta solo a lui la decisione. La lascio qui ad attendere che abbiano finito e poi, se desidera, potrà proporglielo lei stessa.
Sospirò. Sapeva bene quanto avesse ragione la Preside, ma non voleva essere lei a far prendere alla vita di Severus una strada o l'altra. Sperava solo di riuscire a restare al suo fianco.
Guardò negli occhi verdi di fronte a lei e vi trovo solo un profondo affetto. Severus era in buone mani.
L'anziana maga parlò, la voce bassa che tremava un poco:
- Pensi avrà voglia di vedere anche me, dopo Harry?
La domanda prese Joy alla sprovvista. Si stupì dell’apprensione nella voce dell’anziana insegnante, ma fu un attimo prima di capire che anche tra loro c'era molto da chiarire.
Si avvicinò alla Preside e le prese una mano:
- Credo che Severus non desideri altro, in questo momento... Non lo dirà mai a nessuno, ma Lei era una delle persone che attendeva con più ansia.
Minerva sorrise. Strinse appena la mano che le stava dando coraggio:
- Mia cara, non posso nasconderti di essere un poco tesa. – Poi continuò, sempre a mezza voce - Ma sono tornata ottimista non appena la Fenice di Albus è tornata ad Hogwarts. Allora ho capito che tutto procedeva per meglio. E' arrivata una sera e non voleva saperne di tornare al suo vecchio trespolo in Presidenza! Si è accampata per giorni nei sotterranei, appollaiata sulla sedia dello studio di Severus. Era un'immagine così strana... eppure piena di speranza per me. Lo capisci, vero?
Sorrise. Poi riprese:
- Alla fine ho spostato il trespolo laggiù. Allora si è accomodata lì e non si è più mossa. Sembra lo stia aspettando. Io la vedo, penso ad Albus, penso a Severus e sono felice...
La voce si era incrinata e Minerva smise di parlare.
Joy sorrise di nuovo. Doveva davvero essere la donna eccezionale che tutti affermavano.
- Gli parli, Professoressa. Il suo affetto è rimasto immutato, ma sa bene anche lei che ci vuole un chiarimento. La sincerità porterà ad un nuovo inizio. Per tutti.
L'anziana maga annuì lievemente, serrando le labbra per evitare che la commozione dei pensieri trapelasse con troppa evidenza.
Poi si avvicinò e strinse Joy in un abbraccio materno.

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:40
 
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