Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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ellyson
view post Posted on 10/12/2013, 10:31 by: ellyson
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Seguito di "Nonostante tutto"

n. 39

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Non sei più solo

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
poca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Restò a fissare quella scena che sembrava irreale. Lui, Severus Piton, il Manigiamorte, il traditore, la spia e l'assassino, che rideva con una donna. Vide il suo sguardo, era vivo, luminoso, come non lo era più da anni.
Parole: 1.648

Non sei più solo

2 Gennaio 1999
Hogwarts, sotterranei, stanza di Severus
Sera


Sedeva davanti al camino.
Le fiamme alte accarezzavano la pietra annerita dalla fuliggine. Osservava il fuoco, la luce del camino rendeva i suoi lineamenti più duri, lo facevano sembrare più vecchio.
Lui stesso si sentiva più vecchio.
Era ancora furioso.
Aveva passato gli ultimi giorni a riflettere su quello che aveva scoperto senza trovare una spiegazione.
Severus...
Chiuse gli occhi.
E' inutile Severus.
- Vattene. - sibilò affondando le mani nei capelli neri.
No. Volevi zittirmi, ma non puoi.
Il mago sollevò la testa trovandosi davanti agli occhi la solita figura ammantata con il volto coperto.
- Tu non sei un fantasma.
No.
- Sei un ricordo.
Vide la presenza allungare le mani sul cappuccio e abbassarlo. Per un attimo pensò che il volto restasse in ombra, come era già capitato. Invece questa volta una massa di ricci castani fu liberata dalla prigione di ombra e stoffa.
Sorrideva in modo disarmante il ricordo che aveva l'aspetto di una sua ex studentessa.
Dieci punti a Serpeverde, professore.
Il mago fece una smorfia e si alzò. Non sapeva se quello che stava vedendo era reale o se stesse sognando.
E' un sogno, Severus. Ma questo non vuol dire che sia meno reale.
- Perché ora riesco a vederti?
Perché ora sei pronto.
- Pronto per cosa?
La strega allargò il sorriso e allungò una mano.
Per ricordare.
Severus allungò la mano pensando che non sarebbe stato in grado di toccarla. Invece la pelle di quel ricordo era calda, morbida e dal dolce profumo.
Sentì le sue dita sfiorargli la pelle e la stanza attorno a lui sparì lasciando il posto ad un parco che sembrava finto.
Lo riconobbe subito.
- Perché siamo qui?
- Perché é qui che é iniziato tutto.
Piton si voltò verso di lei, sollevò un sopracciglio.
- Ora parli?
Lei sorrise ancora.
- Posso parlare solo dove il ricordo é più intenso e vivido. Altrimenti posso solo sussurrare nella tua testa.
- Perché?
- Questo devi chiederlo a te stesso. Io sono un tuo ricordo. Ora stai zitto e osserva attentamente.
La strega puntò il dito in un punto preciso, Severus lo seguì con gli occhi trovandosi davanti se stesso. Si guardava attorno in febbrile attesa. Sapeva chi stava cercando, chi era l'unica che poteva trovarlo in quel posto.
Non doveva essere morto da molto tempo. Si guardò attorno in quel posto che era palesemente finto, troppo statico e immobile. Talmente irreale da fare paura.
Si guardò attorno aspettandosi di intravedere una chioma riccia spuntare da qualche parte.
- E' troppo presto, Severus. - lo ammoni con dolcezza la presenza.
- Quando lei é arrivata alla stamberga non dovevo essere morto da molto.
- Nel mondo reale hai ragione, ma qui... qui il tempo scorre lentamente. Pochi minuti in questo luogo posso sembrare giorni interni.
Effettivamente più passava il tempo più vedeva il riflesso di se stesso smettere di cercare. Vedeva la delusione sul suo volto, nei suoi occhi, il mondo attorno a lui sembrava incupirsi, diventando sempre più irreale.
Vide se stesso crollare sull'altalena, piangendo, disperandosi per esser stato abbandonato anche nella morte.
Quando pensò che non avrebbe più visto Hermione spuntare da qualche parte, la riccia strega arrivò da un sentiero laterale. La vie avvicinarsi a lui titubante, parlava così piano che non sentì le parole. Provò ad avvicinarsi, ma la presenza non glielo permise.
- Non sei qui per ascoltare. - gli disse – Ma solo per ricordare. Le parole arriveranno dopo, ora devi capire.
Severus li vide parlare, vide se stesso aggredire la ragazza con insulti e parole dure. Vide lei sorridere e piangere.
E sembrava che il loro discorso andò avanti per ore, giorni interi senza mai fermarsi.
- Il tempo... - mormorò voltandosi verso la presenza.
Hermione annuì.
- Hermione si é svegliata dall'incantesimo, ma poi é entrata in coma e le anime, o se preferisci le menti, sono rimaste in contatto. Tre settimane sono anni qui.
Severus tornò a guardarli parlare, a volte camminavano, a volte stavano seduti sull'erba appoggiati al tronco di un albero. E man a mano che il tempo passava Hermione sorrideva nella sua direzione, gli sfiorava la mano, lo accarezzava. Lui non sembrava infastidito, cercava i suoi occhi, ricambiava i suoi sorrisi, le sfiorava la mano con un gesto apparentemente casuale.
- Ti stai innamorando, Severus.
Il mago sgranò gli occhi e si voltò di scatto, la voce non era più quella di Hermione.
- Lily... - sussurrò.
La presenza scosse il capo facendo ondeggiare la chioma rossa.
- No, sono sempre il tuo ricordo. Hai voluto darmi un altro aspetto.
Era la Lily adolescente, la ragazzina con le lentiggini e la divisa con lo stemma di Grifondoro. Era la Lily amica che gli aveva rubato il cuore. La sua migliore amica, la stessa Lily che veniva a confidarsi con lui. La stessa Lily che gli aveva spezzato il cuore.
- E' carina. - ammiccò nella direzione di Hermione con un sorriso malizioso.
- E' troppo giovane. - sentenziò.
Assumendo l'aspetto della Lily adolescente era molto più bassa di lui, si alzò in punta di piedi osservando la scena oltre la sua spalla. La sentì ridacchiare.
- Allora perché la stai baciando?
- Cosa?
Il professore si voltò. Lui ed Hermione si stavano veramente baciando. Un bacio passionale, intimo. Erano sdraiati sull'erba di quel parco illusorio, avevano le bocche, le mani e le gambe intrecciate. Severus deglutì e, senza accorgersene, si passò la lingua sulle labbra sottili come se ne assaporasse ancora il sapore.
Si sentì arrossire quando vide se stesso, l'altro se stesso, infilare la mano sotto il maglioncino della strega.
Eppure, nonostante l'imbarazzo e l'incredulità gli sembrò di sentire ancora il calore e della morbidezza della sua pelle.
Si voltò di nuovo verso Lily, o quello che ai suoi occhi sembrava Lily, che sorrideva e di tanto in tanto si allungava per vedere meglio la scena.
- Non ti facevo così focoso! - lo prese in giro.
Severus scosse il capo, ma un timido sorriso imbarazzato gli incurvò le labbra sottili. Avrebbe voluto voltarsi, ma aveva quasi paura di scoprire che erano andati oltre.
- Io non ricordo nulla di questo.
Lily sospirò pesantemente.
- Riesci ancora a mentire a te stesso? Non li vedi? Non ti vedi, Severus?
- Preferirei di no.
La presenza incrociò e braccia al petto infastidita. Le labbra assunsero quella piega irritata che gli era sempre piaciuta da morire.
Severus attese la fitta di malinconia che lo coglieva ogni volta che pensava a lei, ma, questa volta, non arrivò.
Il ricordo con il volto di Lily si alzò, di nuovo, in punta di piedi per vedere oltre la sua spalla.
- Non vi state più baciando.
Si voltò di nuovo.
Era vero, non si stavano più baciando.
Stavano ridendo.
Lui ed Hermione stavano ridendo. Sembrava una risata sincera, di cuore.
- Non ridevi così da anni.
La voce era cambiata di nuovo, ma, questa volta, non si voltò. Restò a fissare quella scena che sembrava irreale. Lui, Severus Piton, il Mangiamorte, il traditore, la spia e l'assassino, che rideva con una donna. Vide il suo sguardo, era vivo, luminoso, come non lo era più da anni.
Sentì la presenza avvicinarsi e non si stupì quando notò che indossava i suoi stessi vestiti.
- Lei ti... ci... - si corresse - …accetta per quello che siamo. - gli disse – Non ha paura del nostro passato. Non ha paura di sfiorarci. E' venuta in questo inferno per darci l'opportunità di vivere di nuovo. Lily ci ha abbandonato. Nella vita e nella morte. Abbiamo sempre pensato che, una volta morti, lei ci avrebbe perdonato. La nostra vita era sacrificabile per avere il suo perdono e, forse, il suo amore.
- La nostra vita era insignificante per lei. - continuò lui senza nascondere la delusione e la rabbia.
- Ma non per Hermione. Prima di svegliarsi ci ha detto che non ci avrebbe mai lasciato soli. Una promessa che nessuno ci aveva mai fatto.
Il mago si voltò verso la presenza al suo fianco. Si specchiò in uno sguardo nero come il suo, vide le sue stesse rughe, le stesse cicatrici, ma quel ricordo stava sorridendo. Un sorriso sincero, quasi innamorato.
- Perché ho dimenticato? - domandò a se stesso.
Il se stesso sollevò le spalle.
- Per proteggerla. Per non costringerla a stare con noi. Forse é solo un effetto collaterale dell'incantesimo oscuro. Il punto non è perché hai dimenticato, ma ricordare. Ricordare che qualcuno ha visto la tua anima e non é scappata via. Ricordare che lei ti é entrata dentro, ha sentito il tuo dolore e vuole condividerlo con te, non lasciarti tutto quel peso sulle spalle. Non sei più solo.
Non sei più solo...

Severus aprì gli occhi di scatto trovandosi nella sua stanza, seduto sulla poltrona davanti al camino. Le fiamme, ormai, erano quasi del tutto spente.
E fu come se qualcuno avesse aperto un baule nella sua memoria facendo uscire quello che era successo in quel limbo.
Ora ricordava.
I fiumi di parole che si erano detti. Due vite narrate in un finto parco giochi.
Due anime sole che si sono incontrate al crocevia della morte.
Due sorrisi, uno giovane e sicuro, l’altro più vecchio ed incerto, che si erano fusi.
Severus si prese la testa con le mani e sospirò.

* * * *



3 Gennaio 1999
Villaggio di Hogsmeade, casa di Minerva
tardo pomeriggio




Quando Hermione andrò ad aprire alla porta non era avvolta da un accappatoio celeste e i capelli erano il solito cespuglio riccio indomabile.
Severus era imbarazzato, quasi timido di fronte a lei e a tutto quello che rappresentava.
Hermione lo guardò stupita.
- Ho ricordato. – le disse solamente.
La strega restò in silenzio aprendo di più la porta, lasciandogli spazio per entrare in casa.
Severus entrò e richiuse l’uscio alle sue spalle.
 
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