Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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yana96
view post Posted on 7/12/2013, 14:21 by: yana96




Titolo: Chiarimenti
Autore/data:Yana96/
Beta-reader: pingui79
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: Severus/personaggio originale (solo presunto), Severus/Lily
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: what if?
Riassunto: Una lettera ad un’amica lontana ed un incontro inaspettato.



CHIARIMENTI


Cara Bibiane,
finalmente ho trovato il tempo di scriverti, ultimamente sono sommersa dai compiti di preparazione per i M.A.G.O., spero che mi perdonerai.
Come va lì a Beauxabatons? Qui a Hogwarts le cose sono tranquille, anche se manca praticamente tutto l’anno prima di dover superare gli esami mi sento gia sotto pressione. Di sicuro mi capirai se ti dico che quest’ultimo anno si prospetta malinconico: lasciare la scuola, i miei compagni… il professor Piton.
Mi sembra di ricordare che non ti ho aggiornata sulle ultime novità, le informazioni che avevo l’ultima volta erano più supposizioni che fatti certi: ora posso raccontarti tutto per bene.
I giornali ne hanno dette tante di cose, non so quali tu abbia letto. Di vero c’è solo che dopo essere stato morso da Nagini il professore è stato raggiunto da Fanny, che lo ha salvato. I giornali hanno speculato molto sulla faccenda, se ne sono inventate di tutti i colori, ma la notizia vera ed essenziale è quella che ti ho appena scritto. Successivamente è stato ricoverato al San Mungo dove è rimasto per qualche mese ed è tornato ad insegnare Pozioni poco dopo l’inizio della scuola.
Non so dirti con precisione cosa lo abbia spinto a questa scelta, ma ho sentito che la professoressa Mc Granitt si è recata al San Mungo molte volte e, in un paio di occasioni, con lei c’era anche il Ministro della Magia. Probabilmente è stato in quelle che ha acconsentito a tornare.
Non credo serva dirti che il mio interesse per lui è cresciuto a dismisura: era tornato da eroe! Da allora sembra essersi sciolto un po’: ha mantenuto quel suo affascinante aspetto tenebroso e burbero, ma, a differenza dell’anno scorso in cui era Preside, l’atmosfera nella scuola è ovviamente molto più serena. E’ sempre severo, il suo comportamento non è cambiato visibilmente, ma io ho la sensazione che non voglia darlo a vedere per non perdere l’autorità che ha acquistato in tutto questo tempo.
Non ti nascondo che nel periodo in cui era Preside e Mangiamorte ero con il morale a terra, non avrei mai immaginato che potesse essere capace di uccidere Silente. Continuavo a ripetermi che non poteva essere stato lui, che i Mangiamorte volessero gettare fango su di lui perché è sempre stato un uomo misterioso e soggetto a sospetti. Poi Potter, che subito dopo l’accaduto andava in giro gridando che era stato veramente lui, che lo aveva guardato negli occhi mentre compiva l’omicidio, non aiutava affatto.
Alla fine, mi vergogno ad ammetterlo, credevo veramente che il professore avesse sempre finto, aspettando il momento giusto per pugnalare il Preside alle spalle. Iniziavo a dubitare di lui anche se, dentro di me, continuavo a ripetermi che mi sbagliavo perché Piton non poteva essere così malvagio.
E così fu.
Alla fine della guerra si scoprì che era stato Silente stesso a voler essere ucciso da lui, che aveva esaudito l’ultimo desiderio di un vecchio amico comunque condannato a morire.
Anche se non si può dire che tenga nascosta la mia cotta per il professore, lui rimane sempre distante. Ti avevo gia accennato che è un uomo integro e che mai si sognerebbe di avere una relazione più o meno seria con un’alunna, ma ho motivo di credere che non sia solo per quello. Credo che il suo profondo amore per Lily Potter sia rimasto immutato, dopotutto non ha avuto cedimenti in quasi vent’anni, perché dovrebbe averne sapendo che una sua alunna si è presa una cotta per lui?
Non credo che avrei possibilità nemmeno se assomigliassi alla fortunata.
Se lo vedessi! Da quando è tornato sembra anche più sereno, i suoi occhi sembrano più limpidi. Due onici neri incastonati nel suo viso magro, incorniciato dai capelli che gli ricadono dolcemente ai lati del volto.
Potrei stare ore a parlare dei suoi occhi, sai che sono la cosa che più mi piace nel suo aspetto. Sono rimasti tenebrosi ed impenetrabili, ma se li guardi con attenzione (e io ce ne ho messa molta) riesci a scovare un po’ di luce in tutte quelle tenebre.
Non credere a quello che dicono sui suoi capelli, non c’è cosa che mi dia più fastidio: i suoi capelli non sono assolutamente unti!
Quando riuscirò ad avere una sua foto te ne manderò una copia, capisco perfettamente che non puoi avere un’immagine precisa del professore solo con le mie descrizioni e quindi potresti fare un po’ di fatica ad immaginartelo, ma ti assicuro che è l’uomo più affascinate che abbia mai conosciuto. Forse hai gia visto qualche foto sui giornali, le ho viste anche io, e non gli rendono per nulla giustizia. Hanno usato foto scattate di sorpresa, credo che qualche inviato della Gazzetta del Profeta abbia addirittura cercato di fotografarlo in ospedale. Vorrei che lo vedessi al meglio della sua forma, proprio come è ora, chissà, forse nella prossima lettera…
Aspetto la tua risposta e soprattutto i tuoi commenti, perché so che ce ne saranno.
Tua Anne




Ripiegai la pergamena e la chiusi con un piccolo nastro. Decisi di andare subito alla gufiera: non volevo aspettare troppo perché la mia amica si era detta curiosa di sapere per filo e per segno come erano andate le cose.
Salii le scale che si sviluppavano per la torre, mi richiusi la vecchia porta alle spalle subito dopo essere entrata e presi a cercare il mio gufo. Lassù faceva molto più freddo che nel resto del castello e l’aria fresca di inizio Novembre cominciava a lasciare del nevischio sui davanzali delle finestre.
Ogni volta che venivo nella gufiera rimanevo più del dovuto: la vista dalle finestre era bellissima ed ogni volta rimanevo incantata a guardare i diversi tipi di gufi che la scuola aveva a disposizione, ce n’erano di tutte le razze e con le più disparate sfumature di marroni e grigi. Il mio era appollaiato su un trespolo in basso, aveva il piumaggio scuro, quasi sul nero e degli occhi ambrati che esprimevano fierezza.
Un’ombra scura frusciò debolmente alla mia destra.
Sobbalzai.
Anche se ero un po’ spaventata per l’improvvisa apparizione, mi voltai.
Di fianco a me c’era il professor Piton.
«B-buongiorno professore» salutai l’uomo con in viso ancora un’espressione sorpresa. Per tutta risposta il professore fece un cenno col capo e riprese a cercare un gufo.
A sorprendermi non era stato il fatto di non averlo sentito arrivare, ma piuttosto la sua incredibile vicinanza. Tesi la mano verso il mio gufo, che mi ricordava tanto il professore, ma mi bloccai a mezz’aria nel vedere che anche la mano dell’uomo era protesa verso lo stesso gufo. Mi accorsi che la mia faccia era diventata rossa e fissai la mano del professore che era a pochi centimetri dalla mia. Anche lui si era fermato, potevo sentire il suo sguardo.
«Tutto bene, Mills?»
La sua voce risuonò in un modo che non avevo mai sentito. Mi voltai nella sua direzione e mi accorsi che il professore sorrideva, divertito. Dovevo essere ridicola in quel momento. Ero felice di vederlo sorridere, ma questo mi fece avvampare ancora di più: ritrassi la mano e tutto quello che riuscii a dire fu un balbettante.
«Ehm… S-sì signore, tutto bene»
La voce uscì tremante. Chinai il capo cercando di mascherare il rossore che si era fato strada sulle guance. Chissà perché Piton era venuto nella gufiera, di solito i professori non salivano mai lassù. Quando sono entrata lui doveva gia esserci ed io non l’ho notato, cosa molto probabile, ma chissà perché si è voluto scomodare per venire quassù.
Dopo un respiro profondo presi il gufo nero, facendo attenzione a non incrociare lo sguardo del professore. Mi assicurai che la pergamena fosse ben fissata alla zampa dell’animale e mi avvicinai alla finestra.
Un altro flebile fruscio nero e il professore era di nuovo vicino a me, questa volta con un gufo tra le mani pronto a farlo partire. Lo osservai imbarazzata. Probabilmente aveva solo voglia di respirare un po’ d’aria fresca che solo a quell’altezza si poteva assaporare: magari voleva starsene un po’ in pace senza che nessuno irrompesse nel suo ufficio ogni due minuti, e con la scusa spediva uno di quei messaggi che non necessitavano di protezioni alcune. Sembrava che stesse trattenendo un sorriso.
E se si stesse divertendo a stuzzicarmi? Il pozionista non era sciocco, aveva sicuramente capito che ero infatuata di lui e, dal suo comportamento, stava approfittando della situazione per divertirsi un po’. Feci volar via il mio gufo, diretto in Francia dalla mia amica di penna. Di solito rimanevo ad osservare finché il messaggero non fosse diventato solo un puntino lontano, ma quella volta non mi trattenei oltre. Dentro di me mi ripetevo *Sei matta! Quando ti ricapita un’occasione del genere!* ma ero troppo imbarazzata per rimanere lì o per sostenere anche solo per un secondo in più lo sguardo del professore. Ero arrossita come una ragazzina solo accorgendomi di avere vicino l’oggetto della lettera che avevo appena spedito.
Uscii dalla gufiera tenendo come punto fisso la porta, tentando senza successo di non guardare il professore. Poi, poco prima di chiudere la porta, mi voltai verso di lui e lo salutai educatamente. L’uomo mi guardò con il volto ancora lievemente divertito e ricambiò il saluto. Indugiai prima di chiudere completamente la porta. Il professor Piton si era appoggiato al davanzale e guardava fuori della finestra, il viso era illuminato dalla luce pomeridiana, sembrava sereno. Le labbra ancora incurvate in un sorriso. Richiusi silenziosamente la porta e tornai nella mia Sala Comune.
Sognante.
 
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