Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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ellyson
view post Posted on 30/11/2013, 19:07 by: ellyson
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n. 35

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Vigliacco

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico,
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
poca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Per tutto il tempo non aveva mai perso di vista Hermione. Non la fissava più, ma sapeva sempre dov'era, con chi era, se ballava o rideva con qualcuno.
E ogni volta che la vedeva serena e sorridente era felice per lei. E, dall’altra parte, si sentiva andare in pezzi.

Parole: 1.786


Vigliacco

Luglio 2003
giardino della Tana
pomeriggio


Tutti fissavano la sposa. Era logico. Era naturale.
Lui fissava la donna alla sua sinistra.
Così vicina e lontana nello stesso tempo.
Non aveva seguito la cerimonia, non aveva ascoltato il cerimoniere, né i pianti soffocati di Molly e Minerva.
Si era limitato a fissarla.
Pensando a quello che avrebbe voluto dirle, senza però dirglielo veramente. Desiderando stringerla, baciarla, farla sua in quel posto.
Desideri che non si sarebbero mai avverati.
Era stato deciso così. Lui aveva deciso così.
Hermione aveva già fatto troppo per lui, senza avere nulla in cambio. Anzi no, avendo in cambio le sue urla e false parole di disprezzo.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dagli applausi degli ospiti. Harry e Ginny si stavano baciando. Riuscì a reprimere una smorfia disgustata. Hermione sorrideva raggiante, aveva gli occhi lucidi, reggeva un piccolo bouquet di roselline bianche e lilla.
Non vedeva un suo sorriso felice da molto tempo. Gli era mancato il calore che scaturiva da quel semplice sorriso, gli erano mancate quelle delicate fossette agli angoli delle sue labbra.
Ancora una volta guardava come da lontano la donna che amava, la guardava vivere lontano da lui. Umile spettatore della sua felicità.
Un incantesimo studiato per l'occasione fece piovere petali bianchi mentre i novelli sposi salutavano amici e parenti.
Severus si ritrovò ad un tavolo rotondo con tutti i suoi colleghi o ex membri dell'Ordine. Il pranzo era finito da un pezzo, aveva intrapreso discussioni frivole con i colleghi che avevano alzato troppo il gomito, aveva scambiato battute pungenti con Minerva mentre gli altri invitati ballavano.
Per tutto il tempo non aveva mai perso di vista Hermione. Non la fissava più, ma sapeva sempre dov'era, con chi era, se ballava o rideva con qualcuno.
E ogni volta che la vedeva serena e sorridente era felice per lei. E, dall’altra parte, si sentiva andare in pezzi.
Bramava quel sorriso, quello sguardo pieno di gioia a e di calore.
Invece per lui c’erano solo sorrisi freddi e taglienti come la lama di un pugnale.
Verso metà pomeriggio, quando gli invitati erano stanchi e alcuni pesantemente brilli, Minerva gli sfiorò il braccio.
- Credo che, ora, tu mi inviterai a ballare.
Per poco Severus non si strozzò con il succo di zucca.
- Come?
La strega ridacchiò.
- La cugina di terzo grado di Molly, Margaret, ti sta fissando da mezz'ora. Ha più anni di me, Pomona e Horace messi insieme, e prima di uscire di casa svuota una bottiglia di acqua di colonia al mughetto.
Si era ritrovato, suo malgrado, in mezzo alla pista da ballo, gomito a gomito con altre coppie.
- Sei quasi più bravo di Albus, Severus. - constatò la professoressa – Dove le tenevi nascoste queste doti da ballerino?
Il mago non l'ascoltò, si era reso conto che l'aveva persa di vista. Non era al suo tavolo, non stava ballando e non stava parlando con nessuno.
- Se stai cercando la signorina Granger, - gli sussurrò l'amica all'orecchio cogliendolo di sorpresa – l'ho vista dirigersi verso la Tana.
- Non so di cosa tu stia parlando, Minerva. - rispose lui fingendo disinteresse.
- Certo... - sorrise sornione la donna – Horace! - chiamò il collega mentre volteggiavano vicino al loro tavolo – Vieni a dare il cambio a Severus. Per oggi ha fatto la sua buona azione facendo ballare una povera vecchia. E poi un po' di moto ti farà bene!
Cercando di non farsi vedere, si avviò alla Tana: la porta di casa era aperta. Entrò con le orecchie tese, cercando il minimo rumore che potesse confermare le parole di Minerva.
La trovò in cucina, con le mani appoggiate sul bordo del lavello, gli occhi chiusi e la testa china. Sembrava che stesse respirando a fatica.
L'istinto gli diceva di prendersi cura di lei. Il cuore gli urlava di amarla e proteggerla come meritava.
La mente, invece, gli diceva che era egoistico da parte sua. Che Hermione meritava una vita migliore di quella che lui poteva offrirle.
- Vattene... - sussurrò Hermione senza aprire gli occhi – ti prego... vattene. Io... non... non riesco a respirare se tu mi guardi in quel modo.
Restò fermo davanti alla porta. Senza sapere cosa fare, cosa dirle, come muoversi.
Poteva andarsene, ma non voleva.
Dopo qualche minuto di silenzio Hermione aprì gli occhi e lo fissò, aveva gli occhi lucidi per le lacrime che tratteneva.
- Perché sei venuto al matrimonio?
- Potter mi ha invitato.
- E da quando fai quello che ti dice Harry?
Il mago sollevò un sopracciglio nero.
La donna scosse il capo e si avvicinò alla porta con l'intenzione di uscire. Severus si spostò appena permettendole di superarlo, ma lo spazio era poco e si sarebbero sicuramente sfiorati.
Era l'unico modo che aveva di toccarla.
Hermione si fermò, incastrata tra il suo corpo e lo stipite della porta.
- Dimmi che ti manco, Severus. - gli sussurrò guardandolo negli occhi – Dimmi che senti la stessa tristezza che sento io. Che hai lo stesso vuoto nel cuore che ho io. Dimmelo, Severus e io saprò che questi anni a piangere per te non sono stati buttati. Dimmi che sono importante, che sogni di fare l'amore con me. Dimmi che il tuo unico desiderio di oggi é baciarmi come facevi un tempo.
Sarebbe stato facile dirglielo, dirle quello che voleva, lasciarsi amare. Amarla come solo lui sapeva fare.
Sarebbe stato bello e facile.
- Non posso. - rispose con un filo di voce.
Lei era così vicina che poteva sentirne il calore della pelle e il suo profumo.
- Allora dimmi che mi odi. Che mi sono sognata tutto. Che quello che c'é stato era solo sesso. Dimmi che non sono importante. Che questi anni sono stati uno spreco di tempo. Dimmi che ami Lily, Severus.
Hermione si avvicinò, erano così vicini che le loro labbra si sfioravano. Era già pronto a baciarla, pronto per il suo sapore e la sua passione. Era già pronto a perdersi nella sua bocca per poi pentirsene.
Ma Hermione non unì le loro labbra come sperava, rimase vicina, calamitando il suo sguardo e la sua mente verso la sua bocca.
- Non posso. - sussurrò sulle sue labbra, sentendo il corpo vibrare al suo richiamo.
Bastava poco per toccarla, per sfiorarla, baciarla, assaporarla, prenderla.
- Non puoi o non vuoi?
- Hermione...
Le perfette labbra di lei si incurvarono in un sorriso crudele, sembrava che stesse per ringhiare.
- Sei un vigliacco.
Si allontanò velocemente, lasciandolo solo.

* * * *


Dicembre 1998
Hogwarts, ufficio del Preside
Sera



L'alfiere bianco si mosse di tre caselle e distrusse senza tanti complimenti la torre nera. La Regina e il Re nero gesticolarono indignati contro il mago che stava giocando.
- Così é troppo facile, Severus. - fece Minerva togliendo i pezzi dalla scacchiera – Ti stanno insultando anche le pedine.
Senza rispondere il mago prese uno dei cavalli e lo spostò.
- Severus?
- Mmmh?
- Stiamo giocando agli scacchi dei maghi…
Severus sbatté le palpebre un paio di volte come se si fosse risvegliato da un sogno improvviso. Abbassò gli occhi sulla scacchiera e si rese conto che stava perdendo miseramente, non si sforzava neppure. Minerva sorrideva dall'altra parte del tavolo.
Il mago si massaggiò la radice del naso.
- Non ti senti bene? - gli domandò la strega con fare materno.
- No, - rispose – sto bene. Mi sto solo chiedendo dove sia Silente. E' da quando sono tornato che non lo vedo nel suo quadro.
Minerva si voltò verso la cornice vuota.
- Albus passa molto tempo nell'ufficio di Kingsley, lo aiuta a migliorare il Ministero. Hanno già eliminato i Dissennatori da Azkaban. Alcuni dicono che suggerisca a Potter durante il corso per Auror. - finì con un sorriso divertito.
Il cavallo bianco della professoressa ridusse in briciole quello di Severus. Il re nero scagliò lontano la sua corona.
Bussarono alla porta. Lumacorno entrò nell'ufficio a testa alta.
- Oh ci siete entrambi! Bene... bene... - esclamò il professore lisciando il panciotto di velluto rosso sulla voluminosa pancia – ho qui i miei inviti per la festa di Natale!
Entrambi presero il rotolo di pergamena che il mago porgeva. Nessuno dei due sembrò entusiasta all'idea della festa di Natale di Lumacorno.
- Ti ringrazio, Horace. - fece Minerva – Non so se potrò parteciparvi.
- Suvvia, Minerva, è il primo Natale dopo la guerra! Bisogna festeggiare. E anche tu, Severus! Tu sei sopravvissuto per un soffio, sei stato in coma per mesi, tu devi festeggiare. L'ho detto anche alla Signorina Granger, il suo coma é durato molto meno, ma é stata ad un soffio dalla morte anche lei!
Severus vide Minerva irrigidirsi sulla sedia e fulminare il professore di pozioni solo con lo sguardo.
- Grazie, Horace. - si affrettò Minerva – Ti faremo sapere, ora se vuoi scusarci...
- Certo, certo! - ridacchiò il mago aggiustandosi i baffi unti da tricheco – Vi lascio alle vostre faccende. Vi aspetto alla festa!
Quando Lumacorno si chiuse la porta alle spalle, Minerva fece sparire la scacchiera con un colpo di bacchetta.
- Credo che questa non ci serva più. - sospirò sconsolata.
- La Granger é stata in coma? - domandò Severus sospettoso.
- Tre settimane. - confermò la McGranitt – Eravate vicini si stanza.
- Perchè?
- Probabilmente per i medimaghi era più comodo...
- Perché é entrata in coma. - la interruppe infastidito il mago.
Minerva aveva capito perfettamente la domanda, ma sperava di aggirarla. Severus era un mago intelligente, abbastanza per capire che il coma di Hermione poteva essere sospetto.
Tutto poteva essere sospetto.
- Ha consumato una gran quantità di energia magica. - spiegò fingendo che la notizia fosse poco importante.
- Minerva non devo certo ricordarti io che per consumare l'energia magica ci vuole molto tempo. Oppure un incantesimo estremamente potente.
- Hermione ha combattuto, Severus, l'ultimo incantesimo che ha eseguito le ha quasi prosciugato le riserve di energie.
- E stato quando mi ha riportato ad Hogwarts?
- Sì. - rispose Minerva dopo un lungo silenzio.
Severus si alzò di scatto, la donna poteva immaginare senza troppi sforzi i ragionamenti che stava facendo in quel preciso momento. Sperava solo che non arrivasse alla verità troppo in fretta.
- Cos'é successo in quella casa, Minerva?
La strega trattenne un sospiro.
- Fanny ti ha salvato. - mentì sapendo che sarebbe stata scoperta.
Severus era bravo in questo.
Come a dare conferma dei suoi pensieri il mago strinse i pugni e assottigliò lo sguardo, una vena sul collo prese a pulsare.
- Voi Grifondoro non siete capaci di mentire.
Minerva non osò replicare.
- Scoprirò da solo cos'é successo. E se la Granger è immischiata, io... io...
- Cosa farai, Severus?
Il mago non rispose.

Edited by chiara53 - 1/12/2013, 18:46
 
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