Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 17/11/2013, 16:53 by: kijoka




Nr. 44

Autore/data: Kijoka – 05 novembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo -romantico
Personaggi: Severus Piton - personaggio originale
Pairing: Severus Piton - personaggio originale
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: I suoi bisogni erano profondi e sconvolgenti per lui stesso, come avrebbe potuto esternarli?
Parole/pagine:1.169/2.





Occhi negli occhi

And you will never know
I will never show
what I feel, what I need from you
da "You will never know" - Imany - 2013

Il contatto di sguardi era intenso e ininterrotto.
Era calato il silenzio: lei non aveva più dato voce ai pensieri. Aveva scelto di restargli accanto, senza una parola.
In quel momento voleva solo che fosse libero di esprimere qualsiasi cosa avesse nel cuore. Non intendeva dire o far nulla che potesse forzarlo a sentire altro che non fosse ciò che davvero provava. Immobile, lo fissava, con il viso sereno e fiducioso.
La calma di Joy lo aveva pervaso, aveva favorito l'apertura a nuove possibilità e a sconosciute sensazioni.
Severus di colpo si rese conto che era stata una sua esplicita richiesta, anche se totalmente inconscia. Gliela aveva rivolta e lei aveva pienamente compreso: senza forzature aveva lasciato che tra loro il contatto riprendesse vigore.
Gliene era ancora una volta grato perché, tramite il suo desiderio di comunicare, poteva ora avere il privilegio di comprendere appieno cosa Joy provasse per lui. Percepì, quasi dentro se stesso, un sentimento così completo e intenso da coinvolgerlo. I profondi e luminosi occhi azzurri non gli tacevano niente e si ritrovò a desiderare di corrispondere quell'amore incondizionato.
Ne sarebbe stato capace?
Non aveva mai davvero imparato ad amare.
Aveva maturato una nuova consapevolezza: ciò che finora aveva provato era il sentimento di un ragazzo, senza esperienza e senza vera profondità.
Ciò che lei stava manifestando era qualcosa di adulto, quasi violento, meditato ma senza confini.
Non riusciva a smettere di osservare i magnifici occhi che mandavano bagliori turchesi e si trovò a riflettere sul Caso.
Il destino che aveva messo sul suo cammino una donna talmente determinata a stargli vicino da rischiare ogni cosa pur di raggiungere l'obiettivo. Quello di Joy era poi stato uno scopo estremamente imprevedibile, tale che poteva essere considerato più un rischio che una vera meta.
Nonostante questo era rimasta lì, accanto a lui, ed attendeva. Percepiva la sua tensione stemperarsi a tratti in rassegnazione, soppiantata immediatamente dalla speranza.
Erano attimi convulsi, colmi di richieste inespresse e di domande ingenue.
Severus considerò tutti quegli anni spesi inseguendo un'illusione, poi un sogno...
Ed ora quello stesso sogno era lì, di fronte a lui. Cambiato, certo, ma questo attendeva solo lui e lo aspettava con trepidazione.
Il sogno aveva cambiato nome: ora il fiore rinato della speranza tratteneva in sé l'essenza del desiderio.
Il suo nuovo sogno si chiamava come ciò che aveva da sempre desiderato: gioia, felicità, e consolazione.
Joy, questo era il suo nome!
Sembrava che l'attimo contenesse l'eternità. Il tempo si era fermato.
Stava a lui.
Severus sapeva che ora era davvero il momento di operare la scelta definitiva, ma questo non era più un timore, bensì un desiderio.
Avrebbe voluto parlare, avrebbe voluto spiegarle con le parole del cuore quanto la sua stessa anima fosse cambiata e quanto sentiva di avere bisogno di lei.
Dentro di sé sorrise di se stesso, perché era consapevole che non sarebbe mai stato in grado di chiederle ciò che desiderava, nemmeno con le parole dell'amore.
Non era imputabile all'orgoglio, semplicemente non sapeva farlo.
I suoi bisogni erano profondi e sconvolgenti per lui stesso, come avrebbe potuto esternarli? Non ne aveva i mezzi.
Lo sguardo limpido gli faceva nascere dentro delle urgenze che non aveva mai nemmeno valutato: sostegno, amore, contatto, condivisione.
Sapeva che non avrebbe mai trovato la forza di manifestarli, ma faticava perfino a riconoscerli! Ormai da anni si era rassegnato a non averli…
Fu in quel momento che Joy tornò a sederglisi accanto.
Con un gesto ormai famigliare di nuovo gli prese le mani tra le proprie.
La maga non riusciva a capacitarsi di come quell’uomo avesse vissuto. Dentro di sé percepiva una tale angoscia che non riusciva ad attribuire a lui, eppure era ciò che da lui proveniva.
Quello che era diventato l’eroe del mondo magico, l’uomo che aveva tenuto testa al mago forse più potente del secolo temeva l’amore, più di ogni altra cosa. Non sapeva come affrontarlo, non era in grado di gestirlo, non sapeva riconoscerlo, e tutto questo lo disorientava.
Era contenta di avere ancora la possibilità di condividere quell’effetto non cercato dell’incantesimo, perché le rendeva tutto più semplice. Senza parole riusciva a leggerlo e quindi a comprenderlo.
Ora si rendeva conto che non poteva abbandonarlo, ma, anzi, avrebbe dovuto imparare a capirlo, anche senza magia.
Anche se l'incantesimo non sarebbe più stato utile, avrebbe comunque avuto un altro compito importante: doveva aiutarlo a leggere se stesso, capire ed accettare sentimenti mai provati o quantomeno mai riconosciuti.
Provava una profonda tenerezza e crebbe in lei a dismisura la voglia di abbracciarlo stretto, per rassicurarlo.
Poi scoprì si sentirsi una privilegiata: era stata la prima a confessare il suo amore a Severus Piton. In fondo era stato proprio questo che aveva confuso il mago: nessuno mai aveva pronunciato per lui quelle parole che invece lei aveva lasciato uscire dal cuore.
Gli occhi scuri restavano ancorati ai suoi.
Sguardo nero, ma limpido e senza ombre. Sembrava voler metterle nelle mani la sua stessa anima.
Joy non voleva assolutamente che si sentisse forzato a provare ciò che non voleva, ad inventare ciò che non esisteva, ma desiderava un contatto.
Non poteva permetterselo se non voleva turbarlo ancor più profondamente.
Strinse un po’ di più la mano che teneva tra le sue e prese a carezzarla dolcemente. Il gesto era ormai stato accettato dal mago, che infatti non si stupì.
Come sempre, quando gli stava vicina, Joy avvertì chiaramente ciò che agitava il cuore di Severus, con ancora più forza in quel momento.
Si avvicinò ancora, fino ad essere ad un soffio da lui e, senza smettere di guardarlo, sussurrò:
- Non devi temere quel che il tuo cuore desidera. Mai. Il tuo cuore sa ciò di cui Severus ha bisogno. Assecondalo! Impara a prendere, chiedere, cercare ciò che ti fa stare meglio. E’ un tuo diritto, non una punizione…
Gli sorrise, mentre continuava a carezzargli lentamente la mano.
Severus abbassò gli occhi, imbarazzato per essere stato letto così facilmente.
Si stupì di non riuscire a lasciare le mani di Joy, quasi fossero il suo legame con la realtà.
Immediatamente dopo percepì chiaramente quanto i suoi desideri collimassero con quelli della donna lì accanto.
Tornò ad alzare lo sguardo.
Il sorriso non era svanito, gli occhi lo cercavano, ma il cuore di Joy lo anelava ancora di più.
Non sapeva come reagire e decise di sorriderle.
Inspirò a fondo, quasi dovesse immergersi in acque profonde, quindi tirò gli angoli delle labbra sottili.
Il viso di Joy prese un’espressione dolcissima.
Gli mise una mano sulla guancia e carezzandolo piano gli posò un breve quanto dolcissimo bacio a lato della bocca atteggiata a quello strambo sorriso.
Severus sentì il suo cuore quasi uscirgli dal petto e comprese.
Ora sì, ora era tutto nuovo ed essere amato era una sensazione magnifica!
Prese con delicatezza il polso della mano della maga, per evitare che si interrompesse il contatto. Poggiò appena la guancia nel palmo della piccola mano e in un accorato soffio, senza voce, le sussurrò:
- Non andar via, Joy… resta con me.

Edited by Ida59 - 21/8/2015, 21:30
 
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