Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ale85LeoSign
view post Posted on 28/10/2013, 19:05 by: Ale85LeoSign




Ecco il mio sorriso.
Estratto di A.L.


“Battiti, donnicciola.”
Severus si ritrovò a fissare Alex con le sopracciglia così sollevate che se non ci fosse stato un limite per sollevarle, sarebbero arrivate fino al cielo.
“Tanto non vali niente, lo sappiamo entrambi.”
Rimase assolutamente in silenzio. Al momento non sapeva se dalle sue labbra sarebbe uscito solo un ammonimento o direttamente un incantesimo letale.
Cercò di valutare la situazione. Cosa diavolo le prendeva? Al momento stava ghignando, una mano sul fianco in atteggiamento provocante mentre con l’altra stringeva in pugno la bacchetta, senza puntargliela contro.
Per il momento.
“Cosa stai facendo?” chiese, circospetto, voltandosi verso di lei.
Vedendolo, il sorriso di Alex si allargò in reazione e Severus capì che stava cercando di attrarre la sua attenzione.
Ma dopo quell’iniziale sorriso i suoi occhi sembrarono accendersi di una rabbia improvvisa: “Cosa sto facendo?!” gridò mentre la sua espressione diventava rabbia allo stato puro. Inspirò a fondo, sollevando il petto, stringendo i pugni, e assestando la sua posizione sulle gambe sembrò prendere tutto il coraggio e concentrarlo in un’unica frase:
“Ti sto sfidando, idiota! E proprio per…”
Ci fu un lampo improvviso. Fu un istante. Non ebbe neanche il tempo di realizzarlo, e in un attimo la giovane donna perse completamente stabilità sulle gambe, i suoi piedi persero la presa al terreno, la schiena si piegò all’indietro mentre negli occhi comparve per un fuggevole istante lo stupore più totale, prima che li chiudesse per quell’impatto fortissimo.
L’incantesimo del mago la proiettò all’indietro con una tale violenza da farle perdere di mano persino la bacchetta.
Cadde all’indietro, dopo un breve volo.
E quando fu a terra, Severus si ritrovò col braccio ancora steso in avanti, la lieve percezione del mantello che gli ricadeva sulle spalle, la bacchetta che smetteva in quell’istante di vibrargli nella mano.
Non appena abbassò il braccio e tornò nella posizione iniziale, rimase immobile, come paralizzato, gli occhi fissi a guardare un punto impreciso davanti a sé.
-Merlino…- pensò impietrito – Che cos’ho fatto…-
In quello stesso attimo qualcosa scattò nella sua mente e avanzò, mentre un unico pensiero muoveva ogni suo passo: “Alex!” mormorò quasi senza voce camminando velocemente verso la persona che ancora era stesa a terra, apparentemente priva di sensi “Alexandra!” chiamò a voce più alta, sentendo le proprie pulsazioni aumentare incontrollatamente.
E in un istante le fu di fianco, in ginocchio. Aveva gli occhi chiusi, e un rivolo di sangue le usciva dal naso, il punto in cui aveva ricevuto il colpo.
Dopo alcuni attimi, aprì faticosamente gli occhi.
“… chissà che facevi… se ti lanciavo un sasso…” mormorò puntellandosi su un gomito cercando di alzarsi con la solita, sconsiderata ostinazione.
Severus l’avrebbe presa tra le braccia in quel momento, o più probabilmente uccisa, ma aiutandola a mettersi seduta l’unica cosa che le disse fu: “Sei una stupida.” Con una voce così bassa e fredda da strappare un brivido alla ragazza.
“Lo so.” Rispose passandosi una mano sotto il naso per pulire il sangue “Ah… è come se mi avesse investito un camion…”
“E’ rotto?”
“No, no...” Rispose, accettando il fazzoletto che lui le porse per asciugare il sangue, mentre Severus la teneva per il polso.
“Perché?” chiese arrabbiato oltre ogni considerevole limite a cui l’aveva mai portato.
“Che cosa ti è saltato in mente?” sibilò e dicendolo le strinse il polso così forte che l’espressione di lei rivelò una traccia di paura molto più visibile del sangue che le stava uscendo dal naso.
Allontanò il fazzoletto e lo guardò con rassegnazione.
Dopo qualche istante parlò: “Per farti vedere quanto siamo simili e incontrollabili. Quanto c’è di animale anche in te.”
Severus la guardava, l'oscurità dei suoi occhi trafiggeva il verde di quelli di Alex come se avesse voluto scavarvi un solco profondo, un abisso in cui sprofondare per sempre.
“Guarda i tuoi limiti, Severus.” Disse mentre il mago la fissava con uno stupore che continuò a nascondere dietro la maschera inflessibile del volto pallido. “Guardali e cerca di superarli. Per il bene di tutti.”
Come se fosse stato sconveniente toccarla, le lasciò andare subito il polso e, senza dire una parola, si ritrasse. In pochi istanti si alzò, continuando a fissare quei maledetti occhi verdi.
"Nessun animale, Alex." rispose scandendo bene ogni parola "Solo una punizione esemplare per chi si comporta come tale."
Mentre sentiva delle voci alle sue spalle e rumore di passi di corsa, prima che Alex avesse il tempo di uscire dallo sbigottimento e ribattere, le voltò le spalle e se ne andò.
 
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