Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 20/10/2013, 16:38 by: kijoka




Nr. 39

Autore/data: Kijoka – 30 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: La fine prima del nuovo inizio
Parole/pagine: 1.338/3.




Fine

La luce verde si è spenta solo poco fa.
Giro su me stesso per capire. Dove sono?
Tutto è buio e sembra che non ci siano né pareti, né soffitto.
Avrei giurato non ci fosse nemmeno il pavimento, ma percepisco i piedi poggiare su qualcosa...
Il piano è incorporeo, ma la sensazione è quella di essere dentro un tunnel buio.
Volto la testa in tutte le direzioni, frugando le tenebre con gli occhi, ma nulla è in grado di darmi una sensazione di spazio definito, una qualche impressione tattile o una luce, che mi guidi.
Prima del ragionamento il cuore comprende e prende a battere più forte, sempre più forte!
Lo so, ora lo so.
Quella luce, era la luce della vita.
Si è spenta...
Si è spenta poco fa.
D'istinto alzo la mano e mi tocco il collo, che trovo integro e asciutto.
Eppure... eppure ricordo!
Il morso... il serpente... io, io mi stavo dissanguando...
Perché non provo dolore? Dov'è il sangue? La Stamberga?
Dove sono?
Il buio sembra sempre più fitto, anche se non so come questa sensazione possa essere reale...
Il fiato corto mi costringe ad ansimare, quasi fossi chiuso in una scatola che mi porta via ogni attimo sempre più ossigeno.
La mente sembra funzionare nel modo cui sono abituato perché continuo a dare spiegazioni a me stesso.
Ora, senza preavviso, mi tornano alla mente attimi di vita, momenti mai dimenticati e secondi mai vissuti.
Tutto vortica davanti ai miei occhi, ma è l'immaginazione che porta via gli ultimi spazzi di logica. Tutto è creato dalla mia mente!
Trattengo il fiato. Gli occhi lacrimano. Lo stomaco si stringe in un nodo serrato e comincio a tremare, senza volerlo, mentre i ricordi si mischiano ai rimpianti e ai rimorsi.
Sentimenti noti e temuti m'inondano il cuore facendomi tornare negli incubi conosciuti che immancabilmente arrivano ogni notte.
Questa è la notte della mia ragione, questa è la notte della mia morte.
Il peso sul torace si intensifica sempre più e sembra voglia portarmi via. Trascinarmi a fondo, in una palude nera.
D'un tratto ho l'impressione che il pavimento invisibile, sul quale sono poggiato, si stia inclinando, lentamente ma inesorabilmente.
Me ne accorgo appena, perché il movimento è impercettibile o forse ero solo concentrato ad analizzare ciò che il mio intelletto mi sta proponendo e ciò che il mio corpo mi trasmette.
Sono confuso.
Non capisco, non riesco a spiegare... ma com'è possibile farlo?
Il corpo continua ad inviarmi convulsi segnali d'allarme disperati e realizzo, in un attimo, che tutto si sta invece svolgendo in modo frenetico.
Il pavimento inesistente si inclina sempre di più e tra poco cadrò.
Il respiro si blocca e l'ansia mi attanaglia. Istintivamente cerco un appiglio.
Ma cosa posso trovare al buio? Come posso salvarmi, come?
Cadrò, sì, cadrò, ma dove?
Non vedo nulla e la mia immaginazione mi costruisce sotto i piedi un gorgo senza fine.
Il cuore batte furiosamente in gola e io cerco di calmarmi.
E' dunque questa la morte?
Non riesco subito a riconoscere il sentimento che mi scoppia dentro: paura, terrore, panico.
Sono sentimenti che non avevo mai accolto in maniera così totale: in qualche modo conoscevo ciò che affrontavo e lo facevo con sicurezza, certo che il peggio fosse al di là.
Ora sono qui e, contro ogni mia previsione, devo fronteggiare una situazione cui non sono preparato.
Ho sempre pensato che la morte fosse più semplice: una volta che mi avesse raggiunto, semplicemente non ci sarei più stato.
Ma questo... questo è qualcosa di diverso!
Dove sono?
Di colpo il pavimento non esiste più e io precipito.
Continuo a cadere, giù, sempre più giù.
I capelli si muovono convulsamente al vento della caduta e mi frustano con violenza il viso.
Continuo a precipitare, sembra non ci sia mai fine...
Il cuore mi batte in gola e il mio corpo, con il suo istinto di sopravvivenza, cerca disperatamente di aggrapparsi a qualcosa. Qualcosa che non esiste.
Incredibilmente la ragione continua a macinare ragionamenti.
Questa sarà la mia pena eterna? Precipitare all'infinito, provando angoscia e panico, per l'eternità?
Il sudore freddo che mi inonda il corpo viene asciugato immediatamente dal vento della discesa.
Il mio castigo per ogni dolore causato, ogni morte non evitata, ogni parola non detta, ogni aiuto non elargito?
I piedi non incontrano nulla e io continuo a precipitare.
La mia condanna per le morti causate e per gli errori commessi?
Le immagini nella mia testa riprendono, mentre la speranza di atterrare da qualche parte si affievolisce, pian piano, mentre il panico sta per impossessarsi completamente di me.
Non riesco a dominarmi, non riesco a controllarmi.
Dunque è questo, questo mi libererà dai rimorsi e dai rimpianti! Deve farlo!
E allora è così: con questa sofferenza dell'anima senza termine ho raggiunto il mio scopo e cioè ho pagato la vita con la vita!
Ne ho solo una da perdere, ma questo supplizio infinito mi porterà a pagare i miei errori.
La mia vita è dietro di me e con essa i miei errori!
Di colpo un raggio di luce buca l'oscurità, come un raggio di sole tra le nubi di tempesta.
Non so come la mia mano si aggrappa ad esso.
Lo strappo è violento, ma la presa blocca la caduta.
Resto qui: appeso ad un piolo di luce, con sotto i piedi l'abisso.
Come è possibile?
Cosa ha fatto nascere questo appiglio di fortuna?
Può essere già terminata la mia punizione? Quelli che a me sono sembrati attimi è stato l'infinito tempo?
Il cuore rallenta la sua corsa e le immagini nella mia testa cambiano.
Con questo ho già espiato ogni mia colpa?
Una strana sensazione di riscatto mi riempie il cuore. E comincio a sognare, senza logica alcuna, immagini di un'esistenza tranquilla, piena d'amore e di felicità.
Lo spiraglio di luce si fa sempre più intensa...
Ora il raggio è quasi grande come il mio braccio. Continuo a tenermi aggrappato con tutte le mie forze a questo appiglio impalpabile.
Se riesco a fare forza sul braccio riuscirò ad arrivare a guardare dentro il fascio di luce per vedere come posso superare questo momento.
Non può essere la fine: dovevo fare ancora così tante cose!
Dovevo spiegare a Minerva ogni cosa.
Il bagliore è più forte e intenso ora, forse riesco a aggrapparmi al suo bordo inferiore anche con l'altra mano.
Dovevo cercare di far capire a Potter che non era mia intenzione sacrificarlo, volevo solo aiutarlo... spero si sia salvato, spero che la profezia non fosse esatta.
Riesco a far forza con entrambe le braccia, tremano forte, ma ancora non avverto alcun tipo di dolore. Sono spossato e debole, non mi riconosco più...
Con un ultimo sforzo mi porto con gli occhi all'altezza del raggio.
Vorrei riprendere a sperare, ricominciare ad amare ciò che volevo perdere...
La mia morte ha lavato via ogni impegno preso con me stesso. Forse ho pagato, ho riscattato la mia vita con la mia morte.
Il raggio è cresciuto di nuovo d'intensità. Ora forse riesco addirittura a passarci e a lasciare questo posto buio e senza speranza.
Raccolgo le ultime energie e mi isso verso l'alto fino ad essere completamente inondato dalla luce.
All'improvviso è come fare una capriola dentro il nulla, attirato e fagocitato dalla luce.
Una stanza grande e chiara, la luce mi acceca e non vedo nulla, solo una luce abbagliante.
Poi una voce, lieve e dolcissima, mi accarezza:
- Bentornato... ho temuto che non volessi farlo, ma alla fine hai combattuto per la tua vita. Ora tutto è compiuto. Seguimi e torneremo a vivere, insieme. Ti farò da guida e potrai ritrovare ciò che hai fatto, per te e per gli altri. E anche l'ultimo scalino sarà superato.
Un tocco gentile sembra dare sollievo all'atroce dolore che mi arde la gola. Il mio corpo si rilassa e sento dentro di me un'infinita pace.
Prima di cadere nell'incoscienza odo un sorriso nella voce che sussurra:
- Sapevo che l'avresti fatto, Severus Piton, tu sei sempre stato un guerriero. Ora continua, combatti l'ultima battaglia per te stesso!





Approfitto del mio spazio odierno per anticipare la possibilità, visto che le settimane sono così affollate, di utilizzare un prossimo sabato o domenica per inserire le mie 2 storie arretrate.
Non chiedo le prossime settimane, ho già visto che sono complete, ma per me andrebbe bene anche dopo la metà o fine di novembre... senza problemi. Ditemi voi come possiamo fare: così mi rimetto in pari. Grazie in anticipo.
Ki

Edited by Ida59 - 20/8/2015, 23:12
 
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