Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

« Older   Newer »
  Share  
Ale85LeoSign
view post Posted on 21/9/2013, 16:31 by: Ale85LeoSign




Allora, questa composizione è stata un po' ispirata dal contesto in cui vivevo nel momento in cui scrivevo e dal sountrack di Vangelis "Conquest of Paradise" che vi riporto qua sotto e che le amanti della lirica dovrebbero gradire, se già non lo conoscono.


Autore/data: ale85leosign– 17 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Nota: La storia è dedicata ad un piccolo cucciolo dal manto nero, orgoglioso, solitario... un cuore di lupo dolce, sensibile, selvaggio e fedele, con cui ho condiviso e amato 11 anni della mia vita.





Conquest of Paradise



Dalla cima della scogliera il sole si spezzava in raggi obliqui, trapassando le nubi, infrangendosi nel mare mosso, quasi scagliandosi su di esso, come lame di spade luminose forgiate in un sole bianco, accecante e splendente. Le acque azzurro-grigie danzavano, s’impennavano in creste bianche che volavano via con sbuffi di vapore scintillante.
Nell’irreale gioco di luci e ombre che si contendevano il cielo e il mare, l’elegante figura di un uomo si stagliava al di sopra dell’oceano, sovrastandolo nella sua altezza, mentre rivolgeva lo sguardo oscuro a quel firmamento tempestato di sfumature di candido fuoco e tenebra.
Il mago osservava lo scorrere del tempo, la furia silenziosa degli elementi, quel conflitto perenne, con quegli occhi in cui la luce veleggiava nell'oscurità, lasciando che il vento desse vita al mantello che elegantemente, come un oscuro stendardo, si lasciava trasportare dalla brezza densa di sale e umidità.
E ogni volta che un’onda di tempesta s’infrangeva sulla scogliera sottostante, un rombo, un brontolio risaliva lungo tutta la parete rocciosa, come se quei lembi di mare e di sentimento impetuoso fossero andati a scontrarsi contro la solida barriera oscura, che vibrava senza perdere la postura statuaria.
Severus sollevò il braccio in cui era impresso a fuoco il suo più grande sbaglio, piano, sentendone il gravoso peso e la forza dei sibili ululanti del vento opporsi a quel movimento lento e solenne. Nella mano pallida stringeva la propria bacchetta, compagna fedele, nel bene e nel male.
La sollevò, come l’aveva sollevata per scagliare l’Anatema che uccide, come per afferrare un futuro che all’orizzonte si sbiadiva nel cielo d’acciaio e si perdeva nel tortuoso scorrere dei pensieri del mago.
Nel mezzo dell’oscurità, della morte, avvertiva ancora dolore, il dolore della perdita e della consapevolezza di aver ucciso un caro amico, seppur a fin di bene, e quella era una sofferenza viva e acuta che ardeva implacabile come il sole.
Poi c'era stata la sentenza di morte, il lampo verde, e quegli occhi gentili si erano chiusi, come addormentandosi in un sogno per raggiungere quel cielo in tempesta e perdersi per sempre dentro le soffici nubi.
Eppure, attraverso il tempestoso richiamo del dovere, riusciva ancora a scorgere una speranza, il miraggio di un sogno di felicità che fece germogliare un’ondata di emozione dentro di lui.
Sentì crescere dentro di sé la forza prodigiosa di un sorriso, il ritratto sbiadito di desideri e sogni che ancora, nonostante tutto, affioravano sulle seducenti labbra sottili e vivevano nei luccicanti astri oscuri che rimiravano il cielo, la furia del mondo e un passato sempre vivo.
E mentre il mare ruggiva e il vento ululava come il lupo il suo richiamo atavico e selvaggio, in cuor suo conobbe la verità: quando il Marchio Nero non avrebbe più adombrato ogni cosa e al suo posto le stelle avrebbero danzato e brillato luminose nel cielo terso, Severus si sarebbe immerso nel sogno più dolce e consolante e l'avrebbe vissuto al fianco della persona che amava.
Smise di sorridere e strinse maggiormente la bacchetta sollevando il mento e inspirando l'odore del mare, il sentore salato della morte che inumidiva gli occhi esaltando la loro misteriosa bellezza; avvertì l'ululato del vento che, come un amico fedele, guidò i suoi passi e il lento fluire di una nuova forza che avrebbe dato forma e significato alla sua vita.

Edited by Ale85LeoSign - 21/9/2013, 21:10
 
Top
1897 replies since 9/1/2013, 00:04   27930 views
  Share