Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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chiara53
view post Posted on 6/9/2013, 14:10 by: chiara53
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Per Severus un sorriso un po' datato, ma elargito con tutto il cuore. :wub: :lovelove: :D

Estratto da GONE WITH THE WIND



Appoggia la testa al muro e serra le palpebre, il volto pallido e immobile segnato dalle lacrime; non le nasconde e nemmeno io.
Ho capito professore, ho capito, vorrei potergli dire, ma non ce la faccio.
E’ troppo, troppo dura questa realtà che tutti viviamo.
Noi, che questa guerra l’abbiamo vinta.
I vincitori si mescolano con i perdenti: perché una guerra è sempre una guerra e lascia sul campo soltanto vite che potevano essere vissute e non lo saranno mai, da entrambe le parti: vinti e vincitori.
Ora lo capisco appieno: sul campo restano solo sconfitti.
Mi viene in mente quel film in cui un computer militare non scatena una guerra nucleare globale perché, persino una macchina, si rende conto che nessuno vincerebbe, ma preferisce giocare una partita a scacchi.
Purtroppo noi non abbiamo potuto scegliere.
Anch’io avrei preferito gli scacchi.
Non mi trattengo e cerco di toccarlo, ma si sottrae e mi guarda.
Forse sta cercando di leggermi dentro, ma lo lascio fare, cosa potrebbe vedere che già non sappia?
- Ho promesso a Lily di proteggere suo figlio e lo farò, Granger, fino alla fine dei tempi e del mondo, lo farò! Ecco perché non mi muovo di qui. – Prende un respiro più profondo, so che sta per dire quello che non ha mai detto e che non dirà mai più a nessun altro in tutta la sua vita:
- Lui… avrebbe potuto essere mio figlio.
Questo era ed è Severus Piton, Maestro di Pozioni e Mangiamorte, spia dell’Ordine della Fenice e traditore, assassino e santo.
Mi trovo abbracciata a lui, che stavolta non si sottrae ed è in quel preciso momento che penso ai miei fiori; continuano imperterriti a sbocciare e capisco perché li amo così tanto: la vita prende sempre il sopravvento e non ci si può fare niente.
La vita è più forte del dolore e delle colpe; è più forte della morte, inutile contrastarla.
Mi sciolgo dall’abbraccio e scappo via di corsa, fuori, nell’aria carica di odori e rumori.
Piton resta lì, in mezzo al corridoio stupito e turbato.
Via dall’ospedale, via dalla sofferenza, via…
Attraverso la strada e respiro, guardo le vetrine e un abito cattura il mio sguardo, non dovrei lasciarmi andare, ma in questo momento sento di contare più di qualsiasi altra cosa al mondo, perché ho capito cosa ha voluto dirmi Piton.
Sono uscita dal negozio dove una commessa gentile ha messo i miei abiti in un sacchetto. Sono vestita di fiori, ho le scarpe rosse con i tacchi alti.
Torno in ospedale, perché ho lasciato qualcosa di importante in sospeso.
Il corridoio è vuoto, le mie scarpe fanno rumore ma non m’importa.
Entro nella stanza di Harry, mentre il professore sta leggendogli un libro, alza gli occhi verso di me e mi guarda. Non riconosce questa Hermione così colorata, alzo le tende della stanza ed apro le imposte. La luce del sole entra a fiotti e illumina Harry, il letto e si sparge sulle piastrelle del pavimento come un fiume.
Si alza di scatto per impedirmelo, ma non fa in tempo, perché lo abbraccio un’altra volta e lui proprio non se lo aspetta, ma devo dirglielo, perché forse non lo sa ancora: non sa la novità.
- Siamo vivi! – dico a Piton tra le lacrime e lo guardo nel profondo degli occhi e dell’anima; non si sottrae, anzi anche lui mi abbraccia e sembra vedermi per la prima volta. – Noi siamo vivi! Capisci? –
Sento che è l’unica cosa che conta adesso: siamo due naufraghi, salvati da una zattera che solca un mare in tempesta.
Ci accorgiamo in quell’attimo immobile che Harry ha aperto gli occhi, come se si fosse svegliato da un lungo sonno e ci guarda stupito.
Piton si scioglie dal mio abbraccio e corre verso di lui incredulo, non gli ho mai visto un sorriso così, anzi, credo di non averlo mai visto sorridere.
Sorrido anch’io tra le lacrime e penso che Rossella O’Hara ha proprio ragione: dopotutto, domani è un altro giorno!*

* Cit. dal film “Via col Vento” di Victor Fleming
 
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