Per oggi propongo un breve estratto inedito dalla mia long fic, seguito di T.Q. :
A.L.***
“Sei gelosa.”
“Sono furiosa.”
“Potrebbero essere equivalenti.”
Alex appoggiò la testa a un gomito, guardando quel sorriso ironico da vicino e sfiorandogli le labbra con un dito.
“Potresti avere ragione.” La sua espressione divenne stranamente seria e riflessiva “Non credo di odiare la tua collega perché ho paura che ti possa allontanare da me. Per quello faccio tutto da sola, non ho bisogno di collaborazioni esterne.”
Severus le baciò il palmo della mano: “Mi hai tolto le parole di bocca.”
L’espressione di Alex non mutò: “Però, forse, odio il fatto che per tutti questi anni, anche se… penso… solo per lavoro, tu le sei stato vicino.”
Il mago la guardò negli occhi leggendo in quel verde l’accenno di un’accusa vecchia di anni.
“Siete rimasti insieme per dovere.” abbassò lo sguardo, pensierosa, e appoggiò la guancia al suo petto, abbandonandosi contro di lui.
Severus rimase in silenzio, accarezzandole la schiena col leggero movimento delle dita, obbligandosi a imbrigliare la mente e il tumultuoso flusso di pensieri che avrebbe rotto l’argine del controllo.
“Forse l’unico modo per stare assieme a te, è trasformare il rapporto in un dovere.” Gli disse dopo qualche istante “Ma che senso avrebbe, alla fine?”
Il mago sospirò, sollevando il petto in un lungo respiro profondo.
“Alex,” bisbigliò appena “qual è il dovere che ci unisce in questo istante?”
La ragazza si scostò per fissarlo. Dopo un momento di confusione, i suoi occhi si spalancarono un attimo, sorpresi.
Severus la onorò di un sorriso seducente: “Ho il dovere di informarti che ti ho appena contraddetto.”
Ma quel sorriso durò poco. Si sollevò su un gomito per baciarla, e quando le loro labbra si congiunsero, la fece stendere sotto di sé, sovrastandola col proprio corpo e impedendole di avere altri dubbi o di ricordargli cose che, in quel momento, voleva solo dimenticare.
