Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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pingui79
view post Posted on 15/7/2013, 16:27 by: pingui79

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Leonora oggi non può pubblicare, lo faccio io per lei.

***

Autore/data: Alaide – 5 -6 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Non attese nemmeno una risposta prima di uscire.
Il sorriso riconoscente e fiducioso di Anne gliel’aveva già data.
Nota: E’ il seguito di Conversazioni notturne
Parole: 753


Klavierstücke
3. Mattina



Parigi, 6 marzo 2000

Heloïse si svegliò al rumore di passi da qualche parte al di là della porta. Per qualche istante si chiese dove si trovasse, poi tutto le venne in mente.
L’incontro con l’uomo, la conversazione della sera precedente. La paura e la preoccupazione si fecero strada dentro di lei. Non sapeva cosa sarebbe accaduto di loro, cosa ne sarebbe stato di Anne.
Si alzò lentamente in piedi.
La sorella dormiva, ma il suo respiro si era fatto difficoltoso, come era stato tante notti. La ragazza trattenne a forza le lacrime.
Per quelle ci sarebbe stato tempo dopo.
Non si faceva illusioni.
Sapeva che la sorella sarebbe morta.
«Svegli la bambina.»
La ragazza sobbalzò, alzando il capo di scatto.
«Cosa vuole da mia sorella?» domandò con voce tremante che dimostrava più di ogni altra cosa quanto giovane fosse.
Severus osservò con attenzione la ragazza. C’era qualcosa di strano in lei ed in quella sua continua paura, quanto mai incomprensibile in quel momento in cui egli teneva in mano l’ampolla contente una pozione.
«Può vederlo benissimo da sola.» disse l’uomo, continuando a fissare la ragazza, studiandone con attenzione l’espressione del volto, su cui, per un attimo, prima che si chinasse per destare la sorella, comparve il panico.
Quella ragazza nascondeva qualcosa. Di questo era certo, ma era un pensiero che si infranse di fronte al sorriso della bambina, un sorriso colmo di dolcezza e fiducia.
Un sorriso che lo spiazzava.
Un sorriso che non avrebbe dovuto rivolgere a lui.
Un sorriso che parlava di innocenza, di un’innocenza che lui aveva distrutto da troppo tempo.
Senza dire una parola le porse la pozione, una versione modificata di una precedente pozione usata per alleviare le sofferenze provocate da quella malattia. Il cambiamento nel dosaggio di un ingrediente permetteva unicamente che gli effetti positivi della pozione durassero qualche tempo in più.
«Grazie.» mormorò la bambina, porgendogli l’ampolla vuota.
Sulle sue labbra un sorriso riconoscente.
Un sorriso che non meritava perché egli non sarebbe riuscito a salvare nemmeno quella vita.
Quando aveva preso la decisione di aiutare le due sorelle, aveva creduto che la bambina avesse una forma grave di polmonite. Era stato durante la strada che le aveva condotte in quell’appartamento che aveva compreso di quale male soffrisse Anne.
Non aveva nemmeno, inizialmente, pensato di farle dormire nella sua casa. Semplicemente di dar loro una pozione perché la bambina guarisse.
Ma non c’era cura per Anne.
«Avete una famiglia?» domandò improvvisamente.
«No.» rispose unicamente Heloïse, senza guardarlo in volto.
«Nostro padre è morto da poco e la mamma è morta quando sono nata.» interloquì Anne. «E non abbiamo altri parenti.»
La bambina lo fissava e gli sorrideva con una fiducia incrollabile.
Una fiducia malriposta.
«Immagino capiate che…»
«Non ci mandi via.» lo interruppe la bambina, mettendosi seduta e fissandolo con occhi improvvisamente spaventati. «La prego, Monsieur. Heloïse ed io…»
«Anne.» Heloïse tentò di fermarla, ma la bambina proseguì spedita.
«Ci separeranno… ed io non voglio ritrovarmi in un orfanotrofio da sola, senza Heloïse, che sa come… che mi vuole bene. La prego, sarò buona. Glielo prometto, Monsieur.»
Le labbra della bambina tremarono per un istante, ma non stava piangendo. Al contrario fissava l’uomo con sguardo ancora fiducioso.
Una fiducia che, al pari del sorriso di poc’anzi, spiazzava Severus.
Quella bambina non aveva motivo per fidarsi di lui, fatto salvo il caso in cui Anne vedesse nel suo gesto, dettato da motivi egoistici, qualcosa di più di quello che era.
Il disperato tentativo di non aggiungere un altro volto a quelli che già lo tormentavano.
La fiducia persisteva nonostante il suo silenzio.
Una fiducia che, al pari del sorriso di poc’anzi, parlava di innocenza.
Una fiducia che la sorella maggiore non condivideva, intrappolata com’era in un terrore che andava oltre la preoccupazione per la sorella.
V’era qualcosa di immenso nella fiducia di quella bambina.
Qualcosa che l’uomo non poteva ignorare.
E forse, se le sue ricerche fossero procedute speditamente, avrebbe salvato la bambina.
Sarebbe riuscito ad impedire, almeno quella volta, che un innocente perdesse la vita a causa sua.
«Dovete però permettermi di far visitare Anne da un Guaritore.» disse infine.
«Non andremo all’Hôtel-Dieu.» ribadì Heloïse nervosamente.
«Ho forse parlato dell’Hôtel-Dieu?» la sferzò Severus. «Il Guaritore verrà qui.»
Non aggiunse altro.
Non spiegò che Monsieur de la Roche era un Guaritore del Centre de Recherche de la Cité de la Magie con cui portava avanti la ricerca. Non accennò nemmeno alla ricerca.
Non attese nemmeno una risposta prima di uscire.
Il sorriso riconoscente e fiducioso di Anne gliel’aveva già data.
 
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