Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Alaide
view post Posted on 3/7/2013, 15:46 by: Alaide
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Autore/data: Alaide – 19-20 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Sorrise tristemente come tante volte aveva sorriso all’uomo.
Le sembrò per un istante di vederlo, mentre si presentava nell’aula di tribunale e raccontava una menzogna a cui tutti aveva creduto.
Nota: La storia è il continuo di Corrispondenza
Parole: 885

Sinfonie.
2. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Secondo movimento. Solitudini



«Sono felice che tu sia uscita da quell’orfanotrofio, Melusine.» la voce della donna si perse per un attimo e la giovane sperò che la madre non ritornasse sul solito discorso. «Stai buttando via la tua vita. Dovresti essere a Londra a seguire Master Class in direzione corale, a perfezionarti. Hai venticinque anni e dovresti pensare al tuo futuro. Hai sempre sognato…»
Melusine non stava più ascoltando la donna. Sapeva che avrebbe sentito quel discorso ed in quel momento avrebbe voluto trovarsi con i bambini, come la sera della Vigilia di Natale, quando avevano cantato all’ospedale delle carole natalizie.
Avrebbe voluto essere accanto a Judith che aveva passato le vacanze ad esercitarsi a scrivere perché era certa che al signor Piton avrebbe fatto piacere.
Il giorno in cui era arrivata la risposta dell’uomo, la bambina era stata terribilmente eccitata.
Felice.
Melusine era stata sorpresa ed aveva condiviso il sorriso della bambina. Il signor Piton aveva accettato che Judith gli scrivesse, ma la giovane non si era attesa una risposta.
Ed aveva provato un’immensa gratitudine per quell’uomo che stava pagando per una colpa che non aveva commesso.
«C’è una bambina di nome Judith Dyer nel tuo orfanotrofio?» domandò improvvisamente suo padre, facendola sobbalzare, per quanto si fosse attesa quella domanda per tutta la cena.
«Sì, perché?» mormorò comunque, per quanto già conoscesse la risposta.
«Si è costituito l’uomo che ha ucciso i suoi genitori. I giornali non ne hanno parlato, ma tu potresti farle la notizia. Sono certo che le farà bene.» l’uomo si interruppe un attimo per bere un sorso di vino. «Quel bastardo. Ha vissuto felice e beato per due anni dopo aver ammazzato quelle due povere persone.» la forchetta di Melusine cadde a terra con un tonfo sordo. «Cos’hai, Melusine? Sei pallida come un cadavere.»
«Quanti anni gli avete dato?» biascicò la giovane, raccogliendo la posata con mani tremanti.
«Trenta. Troppo pochi, secondo me. Reo confesso di un duplice omicidio premeditato. Ed ha parlato con una calma inquietante durante tutta la sua deposizione. Non è pentito affatto, te lo dico io. Secondo me, ha voluto approfittare dei suoi problemi al sistema nervoso per avere una pena ridotta. Un mostro, ecco cos’è. un uomo che rende orfana una bambina.»
Melusine strinse con forza le mani in grembo. Avrebbe voluto urlare, piangere, dire al padre che il signor Piton meritava rispetto e non quel disprezzo.
Ma non fece nulla.
Il signor Piton aveva compiuto la sua scelta, una scelta terribile.
Aveva scelto il carcere per punirsi. Ed al processo si era punito ancora di più parlando.
Non importava se lo sorvegliavano perché prendesse l’antidolorifico, il dolore doveva essere stato immenso.
E nessuno aveva tentato di fermarlo.
Sorrise tristemente come tante volte aveva sorriso all’uomo.
Le sembrò per un istante di vederlo, mentre si presentava nell’aula di tribunale e raccontava una menzogna a cui tutti aveva creduto.
Il sorriso si fece se possibile più triste. Era come se stesse sorridendo all’uomo e per un istante si disse se non avesse fatto meglio ad andare ad assistere al processo, come aveva pensato in un primo momento, arrivando ad informarsi sui giorni di udienza. Era stata la convinzione che avrebbe pianto al processo che l’aveva trattenuta. E la presenza del padre come giudice.
In quel momento si diceva che sarebbe stata l’unica a conoscere la verità, quella verità che il signor Piton aveva scelto di tenere nascosta, che avrebbe potuto rivolgergli il sorriso che stava in quel momento rivolgendo al nulla.
Un ultimo sorriso prima che fosse rinchiuso in carcere.
Le labbra le tremolarono appena.
C’era un’infinita tristezza ed un’infinita solitudine in quell’uomo.
Ed in carcere sarebbe stato ancora più solo che nell’ospedale.
Avrebbe avuto unicamente le lettere di Judith.


Il sole splendeva sulla cittadina quella giornata di gennaio.
Ma Severus non se ne accorse.
Teneva davanti a sé una nuova lettera di Judith che era arrivata il giorno precedente.
Ed ancora una volta vide l’affetto della bambina, il suo sorriso affettuoso nel tentativo di scrivere meglio e più a lungo.
3 gennaio 1999
Caro signor Piton,
sono così felice di aver ricevuto la sua risposta.
È stato gentile da parte sua. Melusine mi ha detto che è andato in Francia per le corde vocali (l’ho scritto giusto?).
Mi manca teribilmente venire a trovarla.
Un abbraccio,
Judith

La bambina lo teneva a tal punto in considerazione da dirsi felice per quelle poche parole che aveva scritto.
Lo definiva gentile e riusciva a vedere un sorriso, un altro sorriso affettuoso rivolto a lui.
Una parola che non poteva essere applicata a lui.
Non era una persona gentile.
Era un assassino.
Un assassino che meritava il carcere.
Un assassino che avrebbe dovuto morire per il morso di Nagini.
Invece viveva, ma per lo meno stava pagando.
Avrebbe meritato la prigione a vita, ma in quei trent’anni scontava tutti gli omicidi che aveva commesso. Eppure sapeva che trent’anni erano troppo pochi per poter scontare la pena per tutti gli orrori che aveva commesso e non era riuscito ad evitare.
Ma davanti a lui giaceva la seconda lettera di Judith.
Il suo affetto.
La sua riconoscenza.
Il suo sorriso.
Quel sorriso che sapeva di non meritare, ma che, per pochi flebili istanti pareva illuminare la sua vita fatta di colpe imperdonabili, che gravavano su di lui, fedeli compagne del dolore del suo corpo.

Edited by Alaide - 4/7/2013, 12:37
 
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