Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 8/6/2013, 17:57 by: kijoka




Nr.22

Autore/data: Kijoka – 04 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post Malandrini
Avvertimenti: AU
Riassunto: In attesa di un incontro maledetto.
Parole/pagine: 872/2.





Nero

Il freddo mi entra nelle ossa.
Come si può passare la vita in un antro, senza luce alcuna?
Come può un essere umano vivere in un simile posto?
Qualcuno, tempo fa, mi aveva avvisato: lui non è più umano.
Qualunque cosa sia,ora, la mia attesa è dovuta alla sua decisione se farmi portare al suo cospetto o no.
Le stanze sono colme di sobria eleganza, ma manca loro qualcosa.
Il calore non solo inteso come temperatura, ma anche come sensazione di vita vissuta.
Un brivido mi percorre la schiena: qui dentro è come se tutto fosse morto.
Non è come me lo immaginavo...
Ogni cosa pare immersa in un buio scurissimo, squarciato solo da fiaccole che emanano una tenue luce verdastra.
Un corridoio lunghissimo, spoglio e nero, mi ha accompagnato fino a qui.
Nero e freddo il pavimento di questa camera, dove i suoi adepti mi hanno cambiato d'abito.
Via i pantaloni di due taglie in più, ricavati da quelli di mio padre. Via la camicia chiara, che ho trovato nel fondo dell'armadio. Via le scarpe da Babbano.
Non posso lamentarmi di questa nuova divisa scura: in fondo ha i suoi pregi.
I pantaloni stretti sono comodi per muoversi velocemente, la camicia bianca mi protegge il torace dalla stoffa ruvida della lunga giacca, chiusa da una fila infinita di piccoli bottoni di ossidiana nera.
Perché mi hanno vestito così?
Non che mi sia spiaciuto abbandonare vestiti che non sentivo comunque miei.
Non ho potuto specchiarmi per vedere il mio aspetto, ma in questi panni mi ci sento come a casa.
Una corazza nera contro il nero destino?
Sorrido.
In un modo che ormai mi è consono: occhi immobili e un lieve alzarsi di un angolo della bocca.
Ora solo questo è il mio sorriso.
Sì, anche se non ho modo di osservarmi ormai conosco bene l'espressione che mi si disegna sul viso.
E' nata in me e con me la porto in questa nuova vita che voglio abbracciare.
Un nuovo modo di pormi agli altri, meno timoroso e più determinato, ma scettico.
Riuscirò a trovare qui le mie risposte?
Dall'esterno tutto questo appare oscuro e sinistro.
Ho sentito moltissime leggende su di lui.
In effetti nessuno osa puntare il dito direttamente. Si inventano storie, più o meno terribili. Si vaneggia su riti crudeli e legami per la vita.
L'unica verità che ho potuto toccare con mano è che tutti lo temono.
Forse conoscerò direttamente quale sia la reale situazione dentro queste mura e valuterò quanto tutte le dicerie possano pesare sulla mia personale bilancia.
Non sono abituato a prendere decisioni sulle impressioni altrui. Devo sempre toccare con mano e valutare in modo diretto.
Nessuno ha mai saputo darmi o insegnarmi metodo migliore di questo.
Devo solo a me stesso la mia stessa vita.
Nessun essere umano potrà riuscire a farmi cambiare idea.
Solo io so cosa è giusto per me.
Niente ha più importanza se non il mio essere me stesso, a dispetto di chi mi vuole diverso.
Il Signore Oscuro mi riceverà?
I muri di questa stanza sono neri.
L'impressione che ne traggo è che a lui non piaccia la luce, se non quella tremolante del fuoco di un colore freddo, reso tale con la magia.
Perfino il soffitto, là in alto sopra la mia testa, è costituito da un intreccio di travi scure.
Ogni cosa è nera come il più profondo abisso.
Qui dentro anche il tempo pare sospeso.
Il mio passato non esiste più.
Tutto ciò che conoscevo non esiste più.
Da quando entrerò in quella stanza, alla sua presenza, dovrò dimenticare chi sono stato e diventare suo totale strumento.
Questo è ciò che mi hanno spiegato, con termini oscuri e giri di parole ampollose.
Sono pronto?
Ho desiderato per molto tempo e con passione di entrare qui.
Mi è sembrato di poter avere accesso ad una conoscenza particolare, ad un livello superiore di consapevolezza.
Chi entra in questa stretta cerchia conosce cose negate ai più.
La conoscenza: un regalo senza prezzo!
Riuscirò a farmi accettare in una simile congregazione?
Tocca a me: tutto dipende da quest'incontro!
Riuscirà il più grande mago di tutti i tempi a comprendere quanto sia importante per me sapere, indagare e rispondere alle mie domande?
Saprò interessarlo al mio punto di vista e alle mie capacità?
Troverà qualcosa di interessante anche in me che potrà farlo decidere a prendermi con loro?
Devo appartenere a qualcosa, devo essere venuto al mondo per uno scopo...
Conosco le mie capacità. Nessuno più potrà mettere in discussione il mio valore.
La lucentezza della parete, ricoperta di piastrelle nere, attira il mio sguardo.
La mia mano pallida spicca sul freddo rivestimento.
Neve all'inferno.
Mi aspetto che il rivestimento inghiotta la mia mano e me la restituisca scura e lucida, quasi fosse un guanto...
Di cosa ho paura?
Di perdermi.
Di donare me stesso e non avere nulla in cambio. Conosco questa situazione, l'ho già vissuta.
Io non dimenticherò più chi sono. Mai.
Ho dentro di me la forza per combattere e sarò capace di mantenere i miei principi e le mie certezze.
Davanti al più nero dei desideri, dentro il più buio degli antri, immerso nel più cupo dei momenti della mia vita e anche di fronte all'Oscuro Signore.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:52
 
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