Ele Snapey |
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| Che splendido connubio tra parole e musica! Il Severus del quale scrivi ormai è diventato un capolavoro di perfezione: impenetrabile, duro e freddo fuori ma sensibile e tremendamente facile da ferire dentro. Ho deciso di leggere la descrizione del momento in cui entra nel pub, si siede solitario in un angolo con l'unica compagnia di una birra e ascolta la ragazza cantare, ascoltando il brano che hai proposto, cioè con il sottofondo della ballata dei Dubliners nelle orecchie, ed è stato come essere dentro nel locale, chiassoso e colorato, ad assistere a quell'amabile, delizioso gesto di accoglienza che finalmente lo fa sentire accettato e gli strappa il sorriso. - Ho cantato per te. - Mi dice sorridendo e gli occhi verdi scintillano di malizia. - Perché? - Le chiedo fingendo indifferenza. Appoggio il bicchiere vuoto. - Perché tu eri triste, ma mentre cantavo i tuoi occhi sono diventati luminosi e poi hai cominciato a sorridere. Per questo ho cantato per te, per renderti felice, uomo in nero. – Ride, una risata cristallina e gioiosa. Poi mi bacia sulla guancia, tutti applaudono e io mi sento a disagio, ma questa volta sorrido per davvero e non so il perché. E su questo passaggio assolutamente incantevole mi sono venuti i brividi! Obiettivo ancora centrato, Chiara, che è quello di saper regalare grande emozione!
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