Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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chiara53
view post Posted on 4/6/2013, 16:46 by: chiara53
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Eccomi qui, il titolo è quello di una ballata popolare irlandese.
Qui sotto ci sono i primi versi è una canzone molto conosciuta.
Smile Severus, smile. :lovelove:

Autore/data: Chiara53 - maggio 2013
Beta-reader: Pingui79
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale
Personaggi: Severus Piton.
Pairing: nessuno
Epoca: HP quinto anno.
Riassunto: Una ballata popolare, una birra e un sorriso.
Parole/pagine: 1168/3

****


I’ve played the Wild Rover for many a year
And I’ve spent all my money on whiskey and beer
But now I’m returning with gold in great store
And I never will play the Wild Rover no more.

And it’s no, nay, never
No nay never no more
Will I play the Wild Rover
No never, no more.


Sono stato un selvaggio vagabondo per molti anni
Ed ho speso tutti i miei soldi in whisky e birra
E ora sto tornando con l´oro con grande valore
E io non voglio più fare il selvaggio vagabondo non più

E no, no, mai!
No, no, mai, mai più!
Io voglio fare il selvaggio vagabondo
No, mai, non più.




The Wild Rover



Stasera partecipo all’ennesima riunione dell’Ordine.
Sono venuto perché l’ha voluto Albus.
Ma per quanto faccia per nascondermi come un’ombra indigesta, c’è sempre qualcuno che guarda e osserva con attenzione ogni mia mossa ed ogni espressione. Anche ora che sono riuscito a guadagnare l’angolo meno visibile.
Ho già comunicato a tutti quello che dovevo: il Signore Oscuro mi ha chiamato presto questa mattina.
A parte aver ascoltato le sue stravaganze, che ho riferito, e averlo fatto divertire con un inchino dopo aver subito una Cruciatus perché non avevo risposto con sufficiente immediatezza all’appello, non c’è molto altro da raccontare.
Questi sciocchi ora sanno quello che devono sapere, ma certo non conoscono mai i particolari spiacevoli. Quelli li tengo per me, per non turbare le loro tenere menti.
Intanto passo il tempo ad esaminare i volti: quello di Lupin ha occhi tristi da vecchio cane bastonato, Moody sempre incavolato e rancoroso, quello di Arthur è pacifico e pensoso. Black intanto non mi abbandona con lo sguardo: mi fissa, ma non ottiene reazioni.
Fa di tutto per rendermi ancora più nervoso e suscettibile.
Ci detestiamo da sempre e nessuno dei due fa niente per nasconderlo.
Stasera si sono seduti tutti intorno al tavolo della cucina di Grimmauld Place e il caldo comincia ad essere quasi intollerabile.
Non voglio restare un momento di più qui dentro, devo trovare una scusa, una fuga, un vuoto nel pieno della stanza.
Il camino è acceso, la porta è chiusa con incantesimi, le finestre sono oscurate, il respiro di tutti mi avvolge e mi opprime.
La mia mente vaga.
Aria, datemi aria, urlo silenziosamente, mentre fuori non mostro la minima emozione.
Mi mancano il fresco ed il silenzio della notte.
Finalmente tutto termina e Molly mi accompagna all’uscita.
- Fermati a cena Severus… - sussurra sorridendomi triste.
E’ gentile, vischiosamente gentile, nessuno di quelli seduti al tavolo mi vorrebbe come commensale e lei lo sa. La cosa è reciproca d’altra parte.
Accenno un saluto ad Albus, lui capisce e continua a parlare come se nulla fosse.
Sono libero.
Esco e mi stringo nel cappotto in cui ho trasfigurato il mantello: questo è un quartiere Babbano, meglio non farsi notare.
Occhi sulla strada e pensieri che s’inseguono.
Ancora una volta sono un diverso, sono uno straniero per gli altri che fingono di accettarmi, ma non vedono l’ora che mi tolga di torno.
Appoggiati al muro Severus – mi dico – appoggiati e respira.
Il braccio mi fa ancora male dopo la chiamata imperiosa del Serpente di stamattina, e tremo un po’anche adesso. Ma che ne sanno tutti loro, così buoni, così amici, così comprensivi l’uno con l’altro? Che ne possono sapere delle mie solitudini, di chi sono mentre fingo di essere sprezzante e altezzoso?
Vorrei essere stato un altro uomo, aver avuto un’altra famiglia, vorrei vivere un’altra vita, avere chi mi sta accanto, chi mi capisce, non essere un vagabondo straniero nelle vie di questo miserabile mondo.
Niente e nessuno mi renderà mai uguale agli altri.
Né ora né mai.
Semplicemente non sono capace di fare parte di un gruppo, nessun gruppo tranne uno e – maledizione! – è quello che odio con tutto me stesso e dove vorrei non essere stato accettato.
Ci sarà mai un luogo per me in cui non mi troverò fuori posto, non sarò odiato o schernito?
No, non credo.
Ormai non ci credo più, quel posto non esiste.
La strada che percorro intanto si è fatta un vicolo e vedo l’insegna accesa di un pub là in fondo.
Da lì esce ovattato un rumore di musica suonata e cantata.
Come ti viene in mente di entrare? - chiedo a me stesso - non è un posto per te.
Ma perché non provare una volta, non sarà peggio che partecipare al cerchio dei Mangiamorte, no?
Entro.
Fumo e odore di corpi e birra.
E’ un pub irlandese in piena Londra.
Facce colorite dall’alcool e capelli rossi, camicie a quadri e poi caldo e rumore.
Ordino una birra scura e vedo che nessuno fa caso a me, sono solo uno dei tanti, forse vestito un po’ strano e con i capelli lunghi, ma qui quasi tutti sono strani. Posso mescolarmi tra loro, alla loro diversità, osservare e ascoltare la loro allegria senza pensare, almeno per un po’.
C’è una mensola a cui appoggiarsi lungo la parete, vado a quella perché i tavoli sono strapieni di gente e a me piace restare appartato, guadagno un angolo in fondo da dove posso bere in pace.
Al centro della sala c’è uno spazio vuoto: una ragazza è seduta su un alto sgabello e suona la chitarra, mentre tutti battono le mani.
Ha la testa chinata, è concentrata sulla musica e nel canto.
I capelli sono rosso mogano, lunghi e ondulati.
Quando solleva lo sguardo sorridente verso il pubblico improvvisato, vedo i suoi occhi e sono verdi, naturalmente.
Non sono i suoi, quelli di Lily, ma sono una buona imitazione, e mi aiutano a stare peggio.
La guardo e lei mi restituisce l’occhiata.
Sarà perché sono vestito di nero. Sarà perché sono una macchia scura nella massa di persone che sono qui, colorate e allegre.
Lei non lo sa ma sono nero fin dentro al cuore, fino all’anima.
Questa birra Babbana ha un sapore che mi piace con la sua schiuma spessa e contrastante con il nero della bevanda; è forte e fredda, la sorseggio con piacere, mentre seguo le ultime note della canzone.
Lei, la donna con la chitarra, mi guarda fisso adesso.
Tutt’attorno gli avventori applaudono.
Mi sorride e attacca una canzone tradizionale, ritmata, che tutti sembrano conoscere*; durante il ritornello gli uomini e le donne battono le mani e cantano.
Mi ritrovo ad un tratto attratto dalla musica, trascinato dal ritmo allegro e martellante. Sto quasi sorridendo, la mente affascinata dal fiume di note, mentre con un piede batto il ritmo e quando me ne accorgo è troppo tardi.
Gli occhi della cantante non mi hanno mai lasciato per tutto il tempo.
La sua voce è uno scroscio allegro d’acqua, scintillante, acuta e modulata: è una voce bellissima.
Si alza mentre sto finendo la birra, si avvicina e mi tocca il braccio.
- Ho cantato per te. - Mi dice sorridendo e gli occhi verdi scintillano di malizia.
- Perché? - Le chiedo fingendo indifferenza. Appoggio il bicchiere vuoto.
- Perché tu eri triste, ma mentre cantavo i tuoi occhi sono diventati luminosi e poi hai cominciato a sorridere. Per questo ho cantato per te, per renderti felice, uomo in nero. – Ride, una risata cristallina e gioiosa. Poi mi bacia sulla guancia, tutti applaudono e io mi sento a disagio, ma questa volta sorrido per davvero e non so il perché.
La guardo mentre torna al suo posto e io lentamente esco nella notte.
Ricordo che da ragazzo sapevo fischiettare: ero proprio bravo.
Mi avvio verso un angolo buio e mi accorgo che sto fischiettando anche ora, dopo anni, proprio quel motivo che era orecchiabile e piacevole.
Mentre mi smaterializzo sorrido ancora e sogno un giorno in cui potrò essere un vagabondo selvaggio come quello della canzone.

************


*Consiglio di ascoltare questa ballata irlandese che aiuta a capire come è nata in me l’idea per il racconto.
Non è obbligatorio :D
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1897 replies since 9/1/2013, 00:04   27930 views
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