Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 2/6/2013, 21:10 by: kijoka




Ho effettuato un cambio strategico (per me) di turno con Ida.

Nr.21

Autore/data: Kijoka – 24 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un nuovo primo incontro
Parole/pagine: 819/2
Note : Liberamente (molto liberamente) ispirata a "Welcome to my world" - Delta Machine - Depeche Mode - 2013




Benvenuta nel mio mondo

Ho chiuso dietro di me la porta nera.
Sosto, immobile, per un momento.
Anni fa un uscio chiuso con rabbia sottrasse parte del mio baricentro.
Ora chiudere questa porta potrebbe restituirmi la volontà di perdonare me stesso?
Prendo a camminare per un lungo corridoio buio.
Eppure mi rendo conto di sapere bene dove sto andando: là in fondo raggiungerò la mia meta.
Eccola, la luce!
Corro per raggiungerla...
Riesco ad aprire gli occhi?
Dei rumori ovattati mi strappano al sogno.
Tento di sollevare le palpebre e, quando ormai avevo perso la speranza, ci riesco!
Sembra irreale l'atmosfera, quasi una magia!
La stanza è in penombra e un profilo di donna si staglia scuro contro la luce morbida che si fa largo tra le tende, accostate.
Non vedo nitidamente: i miei occhi sembrano aver dimenticato la luce. Ho la sensazione di galleggiare nel nulla.
Cerco di mettere a fuoco, ma lo sforzo mi sta portando via troppe energie. Eppure continuo a fissare quel profilo sconosciuto che mi attrae.
Vorrei parlare, ma la mia voce si rifiuta di obbedirmi.
Vorrei capire, ma la mia mente anela a tornare nel sicuro rifugio dell'incoscienza.
Ho sognato?
Lei era reale?
Perché mi è sembrato sorridesse?
Non ho avuto il tempo di vedere i particolari del suo volto e la curiosità mi consuma, ma sono stanco...

Il corridoio sembra più corto, ora che qualcuno lo percorre con me.
Sto tornando indietro, ma provo una strana tranquillità.
Sento i suoi passi accanto ai miei, sento la sua mano nella mia.
Mi volto e le sorrido.
Non vedo alcun particolare della sua persona, ma so che è la donna che ho visto nella stanza.
Perché è qui?
Un fresco profumo mi carezza le narici e io sento di essere nel posto giusto.
Eppure lì, a pochi passi, c'è ancora la porta nera.
La vedo nitidamente: legno brunito dal tempo, serratura pesante, borchie enormi di metallo arrugginito, cardini possenti.
Non riuscirò mai a sfuggirle?
Perché devo avvicinarmi? Mi sento spinto a varcare questa soglia, di nuovo.
Ma no, non voglio! Non voglio tornare indietro e ritrovare ciò che ero!
Lei non ce la farà a convincermi e da sola non la aprirà: la porta è troppo pesante e da troppo tempo chiusa. I cardini si sono ormai saldati e nessuno riuscirà mai più a spalancarla.
Io non la aiuterò.
Una mano piccola e delicata si posa sulla enorme maniglia e l'abbassa...
No!
No, ti prego, no! Non aprire quella porta, no... non portarmi di nuovo là!
Il passato torna presente e io sprofondo nei ricordi che ho chiuso dietro il muro insormontabile che culmina con la porta scura.
Non posso rinnegare ciò che sono stato, non posso riavvolgere il passato come un nero nastro di raso, non posso dimenticare i miei errori.
Posso solo rivivere ogni attimo, per espiarlo.
E' davvero questo che vuole che faccia?
Sembra che sia passata una vita intera, ma erano solo pochi giorni che mancavo da qui.
Giorni? Forse minuti... Il tempo ha perso ogni significato per me.
La porta nera è l'ingresso per il mio nero passato, è il collegamento coi miei neri ricordi e con il mio nero rimorso.
Lei resterà con me?
E' arrivata l'ora.
La mano gentile abbassa piano la maniglia e la porta si spalanca.
Sento solo la voce, calda e suadente, sussurrarmi:
- Vieni, Severus, non hai più nulla da temere. Entriamo!

Un sospiro di dolce vento fresco.
Il tempo è sospeso e attende un mio cenno per ricominciare a scorrere.
Benvenuta nel mio mondo...
Tu che sei entrata nella mia mente in punta di piedi.
Tu che stai dentro di me, appena al di sotto della mia pelle.
Tu che sai mostrarmi una nuova via senza che io la veda.
Tu che con il tocco leggero delle tue mani mi hai fatto perdere ciò che del mio passato non volevo ricordare.
Non conosci i miei dubbi e i miei rimorsi, non puoi avere memoria delle sofferenze e della vergogna.
Tu avrai cura delle mie ali, spezzate da troppo tempo.
Sento che saprai dispiegarle nuovamente e insegnarmi a volare verso un nuovo orizzonte.
Mi aiuterai a comprendere, superare e abbandonare l'incubo, come hai saputo strapparmi le mie dolenti radici per farmi ritrovare una nuova, e più vera, voglia di vivere i miei giorni.
Non ti vedo, ma so che ci sei.
Non ti vedo, ma so che non hai occhi verdi.
Non ti vedo, ma so che mi resterai accanto e mi guiderai.
Perché ricordare significhi dimenticare, perché il passato non torni mai più, perché tu possa comprendere chi hai aiutato, perché tu possa decidere se aiutarmi a vivere o darmi una mano a morire.
Mi giro e guardo il volto senza lineamenti.
Il mio futuro mi aspetta, ma solo dopo aver passato a guado la buia notte della ragione.
Stringo forte la mano che trovo ancora nella mia.
Mi volto nuovamente e attraverso la soglia nera.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:42
 
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