Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 31/5/2013, 20:25 by: kijoka




nr.20

Autore/data: Kijoka – 24 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Personaggio originale, Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Riflessioni al nascere del giorno.
Parole/pagine: 1.302/3.



L'alba

Con un gesto lento tiro la tenda perché il debole sole del mattino non lo svegli.
Cerco un gesto misurato e calmo, per fare meno rumore possibile.
E' stata una notte tranquilla, per lui, e ne sono immensamente felice.
Lontano, sulle colline, i primi raggi di sole accarezzano il profilo dell'orizzonte, rendendo morbido ogni contorno e ovattati i primi suoni dell'aurora.
La stanza s’inonda di una soffusa luce rosata, che tramuta già nell'arancione.
Anche questa notte è trascorsa senza complicazioni. Mi accingo ad adempiere i miei compiti mattutini nel modo più veloce e silenzioso possibile.
Devo togliere la benda che gli cinge il collo, per permettere il controllo giornaliero della ferita.
Mi avvicino piano.
Il volto è rilassato. La ruga tra le sopracciglia è scomparsa. Solo quando è davvero in pace quel piccolo segno non lascia tracce.
Sorrido silenziosamente.
Accarezzo il viso con lo sguardo e devo trattenermi per non carezzargli appena la fronte. Non ho motivo di farlo: la febbre è passata, almeno per oggi.
Ormai riconosco i movimenti del suo corpo che mi raccontano se sta ancora combattendo.
Vederlo così tranquillo mi rende la serenità che ho dubitato di ritrovare nei primi giorni.
Ora sembra anche a me di respirare più liberamente. La mente fa strani scherzi, ogni tanto.
Mi avvicino un poco di più.
A questa distanza, ogni volta, sento vibrare il campo magico e non posso fare a meno di tremare.
La potenza che emana da lui è davvero intensa.
Resto a guardarlo, immobile.
Quante terribili esperienze deve aver attraversato quel bimbo che vedo spesso nei suoi ricordi!
Si è trasformato in un uomo, in un mago che, anche senza coscienza, è in grado di proiettare attorno a sé il suo potenziale.
Questo mi ricorda quanto la sua stessa magia mi abbia assistito nell'aiutarlo. Da sola forse non ce l'avrei mai fatta, ma sono sicura che lui avesse previsto ogni cosa ed è stato, come sempre, un passo avanti agli altri.
Forse ogni attimo stesso della sua vita ha contato per farlo arrivare fino a qui. Una crescita dolorosa, ma significativa.
Eppure percepisco in lui alcuni sentimenti immutati.
Cresciamo davvero totalmente, nella nostra vita? O rimaniamo con alcuni tratti del fanciullo che eravamo?
Mi piace moltissimo pensare che qualche frammento di quel bimbo, così dolce e pieno d'amore, possa essere rimasto dentro di lui. Forse quel tratto di un passato lontano potrà aiutarlo a fronteggiare un futuro che non sarà facile, soprattutto perché non scelto.
Mi piace moltissimo questa vicinanza che abbiamo in comune, anche senza che nessuno dei due faccia niente perché ci sia.
Posso capire meglio le sue reazioni dai frammenti della sua vita che, senza volerlo, ci capita di condividere.
Attraverso questa stessa conoscenza riesco a trovare nuove vie per rinforzare l'incantesimo. Nello stesso momento lui riesce a guidare me in questo intento.
Se tornerà ad essere cosciente parte dei suoi ricordi mi verranno preclusi? Oppure questa strana simbiosi continuerà ad esistere?
Spero succeda solo dopo che si è completamente ristabilito.
In fondo la mia unica, vera speranza è che continui a migliorare e, forse, tra qualche tempo, potrò chiedere direttamente a lui le spiegazioni.
Sempre ammesso che, a quel punto, desideri darmele...
Mi avvicino ancora un po'. Senza rendermene conto smetto di respirare, quasi che il mio solo essergli vicino possa svegliarlo.
Allungo lentamente la mano e poggio appena le dita sul tessuto che gli copre la gola.
Sembra che questo gesto gli dia sollievo: ogni volta le labbra si muovono appena, tremando. Ogni volta il silenzio si colma di un lievissimo sospiro.
Resto immobile per un lungo momento, poi scosto la benda con delicatezza.
La ferita non è ancora rimarginata. Sembra che, nonostante il veleno debba essere stato ormai quasi totalmente espulso, il suo corpo si rifiuti di guarire.
Le palpebre vibrano appena. Trattengo di nuovo il respiro, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
La lama di luce soffusa dell'alba si è insinuata tra le tende e ora riverbera sulle pupille nere, sembra ferirle.
Non è come sempre.
Un brivido mi corre lungo la schiena.
Lui vede.
Soli neri, brillanti e attenti.
Sto guardando nell'abisso del mio cuore che si specchia nello sguardo scuro.
Con timore mi allontano appena con la fasciatura tra le mani, cercando di nascondere il residuo di sangue che la imbeve.
Non deve rendersi conto che esiste un incantesimo che lo tiene lontano dal dolore che tutt'ora dovrebbe affliggerlo.
Appena sveglio voglio che riesca solo a percepire pace e serenità, deve dimenticare ciò che è successo per reagire e riprendere al più presto le forze.
La mente acuta lo porterebbe di nuovo alle domande e questo potrebbe spezzare l'oasi di tranquillità che abbiamo voluto tessergli intorno.
Sono impaurita e combattuta.
Vorrei andarmene e lasciarlo solo ad ammirare le sfumature cangianti dell'alba, schermate dalle tende e dalle fronde dell'albero antico.
Nello stesso tempo voglio restargli vicino, mostrargli che può contare su di me, magari riuscire a trasmettergli un senso di sicurezza.
Sarebbe così bello se riuscisse a dimenticare ciò che è stato, forse questa percezione lo aiuterebbe a uscire da questo momento di stallo.
No. Non sarebbe più il mago che ha salvato il nostro mondo.
Non sarebbe più la persona speciale che è stata capace di immolare se stessa per salvare il ragazzo.
Giro lo sguardo velocemente verso il vestito scuro appoggiato sulla poltrona in fondo alla stanza. L’hanno portato qui, nuovo e pulito, per quando potrà rialzarsi. Gesto prematuro, ma pieno di una speranza inespressa.
Quel nero stride in questa stanza, ora colma di colori tenui e fiori appena sbocciati.
Sembra posto a ricordo di ciò che non è più.
Perché sono certa che lui non sarà più lo stesso.
La sua vita cambierà e io farò del mio meglio perché questo avvenga, se me lo permetterà.
Sento che dovrei conoscere ciò che lo opprime per aiutarlo a superare tutta l'inconscia resistenza che non gli permette di sperare e quindi di reagire, e poi di tornare a vivere.
La tenerezza torna a riempirmi il cuore, come quando spio i suoi ricordi di bambino, ma realizzo in un attimo che è un uomo adulto colui che sto fissando.
Brevi occhiate, tra un lento battito di palpebre e l'altro.
Sembra faticare a tener gli occhi anche solo socchiusi.
Apre appena le labbra, ma non può ancora emettere alcun suono, eppure è come se volesse dire qualcosa.
So ciò che vuol chiedere e temo di ritrovare dentro di me la sua domanda. Cosa potrei rispondergli?
Ora il cuore mi pulsa in gola.
E' presente a se stesso e lui stesso può leggermi dentro.
Ciò che ci lega permette questo contatto senza alcuna altra magia. Un danno collaterale, non conosciuto né cercato.
Ne ho approfittato ampiamente in questi giorni, ora potrebbe toccare a lui.
Lo sguardo nero continua a frugarmi dentro.
Eppure sembra non trovare nulla, come se al mio posto ci fosse solo uno schermo bianco.
Gli occhi si chiudono.
E' durato un attimo e per me è stato un eternità. Ora che le pupille scure sono nascoste dietro le palpebre, come il più prezioso dei tesori, mi mancano da morire.
E' stato un momento pieno di emozione, come se fossimo per qualche secondo uniti, non solo nei pensieri.
Un altro scherzo della stessa magia, forse?
Un rumore all'esterno mi fa tornare alla realtà.
A malincuore mi allontano, dirigendomi verso la porta.
Prima di uscire getto un'occhiata al corpo steso nel letto.
Guarirà, ne sono certa.
Poi starà a lui scegliere.
Ciò che più mi spaventa è che anche da qui sono terribilmente attratta dalla sua presenza.
Riuscirò a capire ciò di cui ha bisogno? Capirà che sono qui, e resterò, solo per lui?
Mi scosto, lasciando passare il medico, che saluto con un breve cenno del capo.
Tornerò al suo fianco, per capire, sostenere e imparare. Sola con lui.
Presto.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:40
 
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