Magnifica, Chiara!
Per me questa è una delle fasi della sua esistenza più delicate, e tu hai saputo descriverla in modo perfetto, con straordinaria intensità: vorrei abbracciarti!
Sì, a mio parere è l'attimo più terribile per Severus, ancora peggiore di quello in cui sarà costretto a compiere l'azione, perchè è in questo momento che è costretto ad accettare e metabolizzare una realtà tanto agghiacciante quanto ineluttabile che lo obbligherà a fare ciò che va contro la propria natura e a fare i conti sempre e solo con se stesso, naturalmente senza nessun apporto psicologico da parte di alcuno: Albus a parte, ironia della sorte... proprio colui che dovrà morire per mano sua, unica persona a conoscenza dello strazio interiore che lo sta dilaniando e l'unico che, con quel bellissimo gesto di tenerezza, per assurdo non fa altro che aumentare la pena. Un'agonia, povero Severus.
Hai scelto di raccontare uno degli istanti più difficili della sua vita, fatto di un presente intessuto di dolore ma anche, allo stesso tempo, di estremo coraggio e della infinita bellezza di un'anima macchiata da grandi colpe ma già redenta attraverso scelte eroiche, e lo hai fatto in modo davvero speciale, con sorprendente e profonda sensibilità.
Un passaggio su tutti, bellissimo e toccante:
...- Io so chi sei. - ti sussurra. – Io so di quanto amore sei capace. La tua anima è salva, quello che farai è per amore, solo per amore. Non dimenticarlo.
Sospira. Poi riprende.
- Non avrei voluto tormentarti così, figlio mio. Ma è la mia volontà. Io so che non è la tua, non dovrai cercare il perdono per quello che ti ho chiesto di fare, perché non c’è niente da perdonare. Forse ciò potrà restituirgli un po' pace, ma non quella figura insostituibile che aveva preso il posto di un padre inesistente, e che lo lascerà di nuovo completamente solo ad affrontare un nuovo inferno in cui gli toccherà di continuare a vivere da reietto. Straziante
