Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 17/5/2013, 21:04 by: kijoka




nr.18

Autore/data: Kijoka – 10 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Malandrini
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Ricordi dolorosi
Parole/pagine: 780/2.




Disincanto

Ti guardavo mentre ti allontanavi, con passo fermo.
Era successo dopo una delle nostre prime discussioni sui miei nuovi compagni.
Non ti piacevano affatto e me lo avevi più volte esternato, senza timore alcuno.
Ora so quanto avevi ragione, ma allora...
Non posso mentire a me stesso: allora in alcuni momenti ti invidiavo.
Per la tua fiducia incrollabile negli altri e per la confidenza assoluta in ciò in cui credevi.
Guardando i tuoi lunghi capelli rosso scuro ondeggiare al tuo incedere sicuro, avevo in un attimo realizzato quanto il mio cuore palpitasse vicino al tuo e quanto, nel momento stesso nel quasi sei sparita dietro l'angolo del cortile, già mi mancassi.
Quel pomeriggio mi avevi detto chiaro quanto non amassi le persone che frequentavo, i miei compagni di Serpeverde, ma anche per me era lo stesso: non avevo affatto simpatia per tutti i Grifondoro che dividevano il tempo con te.
Era brutto da pensare già allora, ma mi ero accorto quasi subito che in qualche modo ci stavamo allontanando. Non era una certezza conscia, era qualcosa che avvertivo in fondo allo stomaco, dolorosamente.
Tu con le tue certezze e io con le mie domande.
Avevi risposte pronte per tutto e mai un tentennamento.
Credo derivasse dalla tua infanzia felice, trascorsa nell'armonia della casa e circondata dall'amore incondizionato dei tuoi cari.
Non era lo stesso per me.
Io dubitavo.
Cercavo ragioni per le cose più semplici, quasi che dentro ogni vassoio del pranzo ci potesse essere un mostro nascosto.
Non era paura, anche se era qualcosa che conoscevo bene avendo trascorso molte notti vestito di tutto punto in attesa che colui in cui avevo riposto la mia fiducia tornasse a casa ubriaco e dovessi difendermi da lui, magari scappando in strada.
Non era quel sentimento strisciante e subdolo che ti stringe lo stomaco e non ti fa più ragionare, no, era qualcosa di diverso.
Era la presa di coscienza che in questo mondo non potevo fidarmi di nessuno.
Ero come una vecchia tartaruga che ha abitato in mille cortili diversi e sta guardinga per evitare di farsi travolgere nell'ultimo dall'auto del proprio padrone.
Non ero in grado nemmeno di immaginare se sarei mai riuscito a vivere tutta la vita così...
Ora so che ce l'ho fatta.
Eppure avevo già abbassato la guardia con te, candido giglio nato in un brullo cortile.
Eppure sapevo di dover trovare la mia strada, prima o poi. Forse l'avrei fatto dopo di te che avevi così chiaro nella mente quale fosse la tua.
Avevo bisogno di capire e di conoscere, necessitavo spiegazioni, ma ero affascinato dagli enigmi.
C'erano ancora così tante cose che non conoscevo eppure tu sembravi essere sempre salda nelle tue decisioni. La tua sicurezza faceva a botte con il mio bisogno di pormi domande.
Come facevamo a rimanere vicini?
Le mie motivazioni le conoscevo bene, fin troppo!
Il mio difetto è di cercare sempre al di là del mio orizzonte e, forse, ho puntato troppo in alto per le mie capacità.
Sapevo di non essere famoso tra i compagni e le mie uniche, assodate capacità non erano né palesi, né incontrovertibili.
Quel Potter...
Eppure eri ancora mia amica.
La mia curiosità mi avrebbe portato dei guai, presto. Me l'aveva sempre detto mia madre. Avrei dovuto darle retta.
Tu continuavi ancora a dirmelo, eppure non riuscivo a farne a meno!
Era più forte di me!
Quella stessa notte... quella notte avrei avuto ciò che io pensavo fosse il modo di diventare famoso, stanando quell'amichetto di Potter e dimostrando a tutti che avevo ragione!
Continuando a fissare l'angolo dov'eri sparita il mio sorriso non era più dedicato a te, ma era di soddisfazione per essere riuscito a comprendere prima di tutti gli altri la verità!
Quella notte l'avrei mostrata al mondo e ti avrei resa fiera di me.
Anche tutte le angherie cui mi avevano sottoposto quei quattro sarebbero state solo un lontano ricordo!
Ero giovane. Ero indifeso e solo.
Quella notte avrei sperimentato solo il terrore e un' umiliazione così cocente che resterà impressa nella mia anima per sempre.
Avrei provato sentimenti che mi avrebbero portato a scelte ben più tragiche, a reazioni ancor meno controllate.
Ho gli occhi chiusi, ma, per quanto io possa stringerli, una lacrima è sfuggita al mio controllo.
Mi percorre la guancia e le braccia non hanno la forza di alzarsi per asciugarla.
Scivola lenta verso il basso, solcando la pelle come una goccia d'acido e andando a morire tra i capelli, sul cuscino.
Quella notte sarebbe stato il primo scalino della mia discesa verso ciò che avrebbe distrutto la mia vita, facendomi diventare l'uomo che ero... l'uomo che non avrei mai voluto diventare... l'uomo che non sarò mai più.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 13:22
 
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