Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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ellyson
view post Posted on 16/4/2013, 08:44 by: ellyson
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Inserisco il mio sorriso n. 10


n. 9
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a
desiderare la sua compagnia.
Parole: 1397
Note: seguito di Vivi una vita felice, Severus
E' passato un altro anno dal sorriso precedente.

Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Con uno sbuffo contrariato il Preside firmò la pergamena appena arrivata dal Ministero.
Odiava le questioni burocratiche.
La giornata stava per giungere al termine e con lei anche l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie.
L'indomani il castello si sarebbe svuotato dagli studenti chiassosi lasciando un soave silenzio tra i corridoi.
Amava quel periodo dell'anno.
E il Natale non aveva nulla a che fare con quella sensazione di pace che gli quietava l'anima
Mentre siglava l'ultima pergamena del Ministero lanciò un'occhiata alla porta dell'ufficio.
- Aspetti qualcuno, Severus? - domandò Albus alle sue spalle.
- No. - ripose il mago arrotolando la pergamena per poi restituirla al gufo reale che attendeva sul trespolo un tempo appartenuto a Fanny.
- E' la terza volta che guardi la porta nel giro di pochi minuti.
Il mago lo ignorò come faceva spesso nell'ultimo periodo, annodò la pergamena alla zampa del gufo e lo fece uscire dalla finestra. Tornò alla scrivania e prese la Gazzetta del Profeta.
- E' la seconda volta che la leggi, oggi. - puntualizzò il mago nel ritratto senza nascondere un risolino divertito.
Severus aprì il giornale senza ribattere, la risatina irritante di Albus aumentò di volume.
Passarono pochi minuti prima che il vecchio Preside tornasse all'attacco.
- Tutto questo nervosismo è dovuto al tuo viaggio a Londra di qualche giorno fa?
Il mago voltò lentamente la pagina del giornale restando in silenzio.
- Andiamo Severus! Le giornate sono così noiose ultimamente. Abbiamo bisogno di nuovi pettegolezzi!
- Ti sto ignorando, Albus. - rispose pacato l'altro voltando di nuovo pagina.
Passò un'altra mezz'ora prima che qualcuno interrompesse le insistenti richieste del vecchio Preside e l’ostinato silenzio di Piton.
- Avanti.
La professoressa di Trasfigurazione si affacciò alla porta.
- Sei occupato? - domandò con un lieve sorriso.
- No, - rispose Severus ripiegando il giornale – entra pure. Ho finito da poco.
Albus continuava a ridacchiare alle sue spalle.
Severus maledisse mentalmente l'autore del dipinto.
- Ho finito l'ultima lezione. - disse la strega – Gli alunni del settimo anno non erano molto entusiasti della quantità di compiti che ho assegnato per le vacanze. Temo di ricevere qualche fattura per Natale.
- Minerva ti ha insegnato bene, Hermione. – disse Silente – Questo è il tuo primo M.A.G.O. come insegnante vedrai che gli studenti ti ringrazieranno quando prenderanno una E in Trasfigurazione.
- Lo spero, Silente. - rispose la donna sedendosi su una delle sedie accanto alla scrivania – Harry continua a dirmi di non essere troppo dura, altrimenti si ricorderanno di me come la professoressa più antipatica della scuola.
- Credo che quel ruolo sia già stato assegnato tempo fa. – ridacchiò il dipinto lanciando un’occhiata alle spalle di Severus.
Hermione spostò lo sguardo sul mago vestito di nero e trattenne un sorriso divertito.
Quella situazione stava diventando surreale. Severus avrebbe voluto prendere Hermione e portarla in un luogo più sicuro dove parlare, ma era certo che in qualcuno luogo andasse Silente avrebbe sempre saputo tutto.
Hermione.
Erano passati due anni da quel pomeriggio di Luglio. Due anni di riunioni scolastiche, esami, pattugliamenti dei corridoi, partite di Quidditch e vacanze.
Due anni dove aveva imparato a conoscerla meglio, dove aveva iniziato ad apprezzare le discussioni e i continui confronti sul metodo di insegnamento migliore. I pomeriggi uggiosi a parlare di magie antiche e incantesimi proibiti. O le mattine assolate dove passeggiavano sulle rive del lago lontano dagli sguardi degli studenti pronti a tutto per diffondere qualche pettegolezzo.
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a desiderare la sua compagnia.
Quando, qualche mese prima, l'aveva vista ad Hogsmeade con un mago biondo conosciuto durante una conferenza sulla trasfigurazione umana multipla, aveva capito che gli piaceva - e che desiderava - qualcosa di più della sola compagnia.
E così aveva passato settimane in silenzio, escludendo il resto del mondo come faceva quando doveva riflettere su qualcosa di importante.
L'aveva osservata di nascosto utilizzando ogni trucco da spia-doppiogiochista che conosceva. Sentendosi spesso ridicolo.
Una mattina si era svegliato con una sola certezza: si era innamorato di Hermione Granger.
Da lì l'incubo.
Era vecchio.
Senza un futuro desiderabile.
Con un passato che era meglio dimenticare.
E poi c'era Lily.
E così si era chiuso in un silenzio ancora più silenzioso. Se la cosa era possibile.
E non aveva smesso di pensare.
Tu pensi troppo, Sev.
Quel sogno era stato la sua salvezza. Reale o no, al suo risveglio aveva deciso che, almeno, avrebbe provato a vivere.
Perché ora sentiva che anche lui meritava una seconda opportunità.
In fondo stava vivendo una seconda vita, come la sua Lily – reale o no – gli aveva ricordato.
Aveva iniziato a corteggiarla, in modo alquanto impacciato e maldestro.
Lui era un pozionista, un mago oscuro che per anni era vissuto sul ciglio del burrone che divideva la vita e la morte. Aveva saputo ingannare l'Oscuro Signore. Ma non sapeva nulla di corteggiamento, e, visti i risultati raggiunti fino a quel momento, non era certo che Hermione si fosse accorta di qualcosa.
Ma non avrebbe desistito. Non aveva più quattordici anni.
Era un uomo e si sarebbe comportato come tale.
O almeno ci avrebbe provato.
Non voleva più rimpianti.
- Ho una cosa per te. – le disse aprendo un cassetto della scrivania.
La strega prese la busta che il Preside le stava porgendo, l'apri e tirò fuori due rettangoli di carta.
Severus sentì il cuore scoppiargli in petto quando il sorriso di Hermione le illuminò tutto il viso.
- Severus...
- So che desideravi vedere quello spettacolo.
- Ma i biglietti erano esauriti da settimane. Come li hai avuti?
- Lo vuoi veramente sapere?
Vide nello sguardo di Hermione la scintilla della curiosità, mentre aveva iniziato a torturarsi l’angolo delle labbra con i denti, indecisa se chiedere di più.
Avrebbe voluto baciarla. In quel preciso momento. In quella precisa stanza.
Cosa poteva capitargli?
Al massimo l’avrebbe preso a schiaffi.
Poteva sempre farle un incantesimo della memoria.
- Forse è meglio di no. – rispose lei divertita osservando entrambi i biglietti.
- Ho letto sul programma la trama, - le disse celando con maestria l’imbarazzo – mi sembrava interessante. Pensavo di accompagnarti… se la cosa non ti disturba. – si affrettò ad aggiungere.
Hermione arrossì, il sorriso non aveva mai abbandonato le sue labbra.
Quelle meravigliose labbra.
- Mi farebbe piacere, Severus.
- So che è all’ultimo momento, ma c’erano solo questi posti disponibili.
La verità era che non aveva trovato il coraggio di invitarla prima.
Si sentiva un imbranato, ma la sua vita era stata un lunga e dolorosa – almeno la sua prima vita – e se c’era una cosa che aveva imparato era celare le emozioni.
Con disinvoltura prese l'articolo di Pozioni Moderne che doveva correggere per quel mese.
- Pensavo anche di cenare insieme. - buttò lì, allungando la mano per prendere la piuma d'oca.
Non sollevò lo sguardo, voleva essere il più disinvolto possibile.
Il silenzio che cadde nella stanza era il più opprimente che Severus avesse mai sentito. Improvvisamente desiderò di non aver parlato.
Hermione, probabilmente, stava trattenendo le risate oppure pensava il modo migliore per liquidarlo.
L'incantesimo della memoria gli sembrò ancora una buona, buonissima, ottima idea.
- Va bene. - disse invece lei rischiando di farlo sussultare – Sai già dove andare?
Certo che sapeva dove andare. Aveva cercato quel ristorante per ore, era un perfezionista e voleva che tutto fosse perfetto. Ma non poteva certo dirle che il ristorante era alla distanza giusta per fare una passeggiata fino al teatro senza però stancarsi troppo.
Oppure che l'atmosfera della sala era romantica, ma non melensa.
Che la musica che trasmettevano era perfetta per parlare, ma anche per riempire i silenzi della cena.
Oppure che aveva dovuto confondere il ragazzo che prendeva le prenotazioni perché per quella serata era già tutto prenotato.
- Sì, me l'ha consigliato Horace qualche tempo fa.
Grossa, enorme, madornale bugia.
Severus temette di aver esagerato.
Invece Hermione sembrava non essersene accorta.
- Alle sette ai cancelli? - gli domandò alzandosi dalla sedia.
Severus sentì qualcosa ruggire vittorioso in petto.
- Perfetto. - rispose iniziando a segnare frasi a caso sull'articolo, non poteva perdere la faccia ora. Proprio no! - A dopo allora.
La sentì allontanarsi.
- Era ora che mi chiedessi un appuntamento, Severus. Ci avevo quasi rinunciato.
Il mago sollevò il volto stupito, ma Hermione era già sparita oltre la porta.
Silente scoppiò a ridere.
 
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