Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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pingui79
view post Posted on 12/4/2013, 14:06 by: pingui79

Pozionista provetto

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Humm... non mi sconfinfera più di tanto quel che ho scritto (fase autostima: OFF), ma tant'è. Spero non sia la volta buona che arriva il lancio di ortaggi. -_-


Autore/data: pingui79 – 6 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fiction
Rating: per tutti
Tipologia: Generale, Introspettivo, Fluff
Personaggi: Severus Piton, Sorpresa
Pairing: Severus/Personaggio Originale
Epoca: post HP7
Avvertimenti: AU, What if.
Riassunto: "Sei tu che stai cullando lei, o viceversa?"
Parole/pagine: 409/2

Nota: siamo sulla stessa scia di Incanto, Traguardo e Rinascita. Anche qui, niente cronologia precisa, solo stralci di vita quotidiana.



Ninna nanna



Dita che si stringono alle tue dita, in una presa che non ne vuole sapere di allentarsi.
Occhi grigi che continuano a perforare l’oscurità leggera illuminata dal caminetto acceso: ti fissano spalancati, una muta richiesta facile da intuire.
La mano destra è posata sul suo capo, in una lenta e ritmica carezza che vorrebbe donare tutta la calma e la sicurezza di questo mondo. A bassa voce sussurri parole tranquille, un lieve sorriso ti increspa le labbra mentre pronunci il suo nome più e più volte.
Poi arriva.
Il suo precursore non lo hai visto, le imposte sono ben chiuse.
Un altro tuono imponente rimbomba gagliardo e sembra scuotere ogni cosa fin dalle fondamenta.
Il suo corpicino ha un sussulto e gli occhi si spalancano ancora di più. Le manine annaspano in cerca di maggiore contatto, un abbozzo di pianto comincia pian piano in sordina e già ti fa male il cuore a sentirlo.
Non ti resta che una cosa da fare.
Anzi, due.
Sorridere apertamente e prenderla tra le tue braccia. Stringerla a te. Sei il suo baluardo, la roccia protesa a donare riparo e sollievo.

Ci sono qui io.

Cammini piano nella piccola stanza, su e giù da un lato all’altro del morbido tappeto rotondo, un lento e regolare andare che s’accompagna al tuo sussurrare pacato.

Non c’è nulla di cui aver paura.

Asciughi con il pollice la guancia paffutella bagnata di lacrime, lei intanto posa la testa sulla tua spalla, gli occhi curiosi che ancora non si vogliono arrendere al sonno.
Un altro tuono, un altro sussulto.
Ma questa volta niente più pianto. La tua destra si posa nuovamente quieta sul capo, promessa di protezione perenne.

Va tutto bene.

Una manina si perde a giocare con una ciocca dei tuoi capelli corvini.
Cammini ancora ed ancora, incurante del tempo che passa.
Il rimbombo s’attenua pian piano, il temporale si sposta lontano per infuriare altrove.
Il respiro poco alla volta si fa sempre più regolare e profondo, segno inequivocabile di un sonno finalmente sopraggiunto. La piccola mano infine si stringe a pugno e si poggia lieve sul tuo petto, dolce e fragile come piuma leggiadra.
Sei tu che stai cullando lei, o viceversa?
Non lo sai, ma in fondo ti va bene così: è nella sua pace che risiede la tua.
La ninna nanna dei tuoi passi e delle tue semplici parole sussurrate tra i sorrisi prosegue ancora per un po’, andando incontro alla notte che avanza.
 
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