Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ida59
view post Posted on 2/4/2013, 18:54 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Estratto da Antica Magia

Capitolo XV - Via la maschera!



Rhoxane fu presto al suo fianco.
Ne avvertiva la presenza, anche senza vederla. Allungò un braccio dietro di sé, cercando alla cieca la sua mano. Una stretta discreta, eppure rassicurante, di chi sa sempre essere al tuo fianco, quando ne hai disperatamente bisogno. Un lungo e silenzioso abbraccio, seguito da uno sguardo intenso e doloroso.
Una domanda muta bruciava nella mente della sua donna.
“Lasciami entrare nella tua anima.”
Ma il mago non voleva: era troppo, troppo!
“Ti prego… ”
Una promessa fatta da così poco tempo, ma una responsabilità così pesante da condividere, troppo pesante, e non avrebbe voluto fargliela gravare addosso.
Le sorrise a fatica ed infine permise che la mente della maga si confondesse e si unisse completamente con la sua.
Un lungo attimo di intima e suprema condivisione: ora conosceva anche questa sua tremenda colpa. Quante altre, ancora, avrebbe dovuto confessargliene?
Le mani di Rhoxane tremarono lievemente per un solo, brevissimo istante.
Poi gli strinse ancora con fermezza le mani e gli sorrise. Era al suo fianco, a condividere la colpa ed il peso insostenibile dei rimorsi. Era al suo fianco, come sempre. Era lì a condividere la sua paura per il futuro e, al tempo stesso, a costruire con lui la speranza per un futuro diverso.
Non esistevano parole per ringraziarla; così continuò a guardarla in silenzio, con quell’unica promessa luminosa nella mente: un futuro diverso, un futuro libero, un futuro felice. L’avrebbe costruito con lei, e per lei.
Le sorrise e la strinse forte a sé.

*



Rhoxane aveva visto abbastanza. Il mago era troppo concentrato per prestare attenzione alle percezioni della sua mente, quindi urtò intenzionalmente una sedia per rendergli avvertibile la sua presenza.
Severus alzò il capo, di scatto.
- So che non uscirai da qua finché quell’antidoto non sarà perfetto. – disse Rhoxane rassegnata. – Spiegami quindi, esattamente, che cosa posso fare per aiutarti.
Un lieve sorriso rasserenò, per un attimo, il volto teso del mago.
- Comincia a fare un po’ d’ordine, per favore. – e si chinò nuovamente sul calderone fumante.
Poco dopo, lo studio di Piton aveva ripreso il suo perfetto aspetto, pulito ed ordinato, e Rhoxane era al suo fianco.
- Questa volta ci sono, credo proprio di esserci riuscito, finalmente! – esclamò Severus passandosi il dorso della mano sulla fronte, per asciugarsi il sudore e scostare i capelli. – Sono due antidoti diversi, il cui effetto si cumula e riesce ad annullare, quasi del tutto, spero, l’azione della mia pozione, ma anche l’effetto della Maledizione Cruciatus.
C’era orgoglio ed ammirazione negli occhi di Rhoxane, mentre gli sorrideva stringendogli una mano.
- Ora devo testarlo: per l’ultima volta, spero!
Rhoxane lo guardò spaventata.
- Stai tranquilla, non mi sono mai avvelenato! – mormorò con un sorriso tirato.
- Ma… se non funzionasse?
Gli occhi di Severus erano molto stanchi, pieni di dolore ed infinitamente tristi:
- Ricomincerò tutto da capo, finché non ci riuscirò! – esclamò con voce roca, stringendo poi le labbra.
- Non intendevo questo, non solo, almeno! Se non funzionasse, l’effetto di quella tua pozione si manifesterebbe in pieno su di te! – esclamò Rhoxane preoccupata.
Severus le sorrise. Un sorriso molto stanco, chiaramente sofferente.
- Già, è uno spiacevole effetto collaterale che si è verificato molto spesso in questi giorni. – mormorò a denti stretti. – Per questo ho ridotto il tempo d’effetto della Pozione Cruciatus, così me la cavo solo con pochi minuti.
Rhoxane rabbrividì, gli strinse di nuovo la mano e chiuse gli occhi, pensando a tutta la sofferenza che si era inflitto in quei tre giorni.
- Questa volta funzionerà, amore mio, funzionerà! Non so quanti ne ho provati in questi tre giorni, ma adesso l’antidoto funzionerà. E vincerà anche la Cruciatus. – ed i suoi occhi sprigionavano scintille d’orgoglio.
Immerse una pipetta nel primo calderone e ne sorbì tre gocce. Prelevò quindi una goccia dall’altro paiolo:
- Ecco: ora sono invulnerabile al dolore, spero!
Si diresse alla scrivania ed aprì una fialetta, bevendone l’intero contenuto prima che Rhoxane potesse fermarlo. Poi rimase in attesa: un minuto, due minuti, tre, quattro.
Infine sorrise, pienamente soddisfatto di sé.
- Perfetto: il dolore indotto dalla mia maledetta pozione è ora così lontano e soffocato da essere sopportabilissimo per un Auror, anche per ore. Nessuno morirà più per causa mia! – sospirò cupo Severus.
- Ora passiamo alla Cruciatus. – disse, facendole cenno di prendere la bacchetta.
- Non vorrai che… - Rhoxane non riuscì neppure a terminare la frase, tanto le appariva assurda la richiesta.
- Non posso lanciarmi la maledizione da solo, ma devo testare la pozione. E non vedo proprio su chi altro potrei testarla.
Un sorriso divertito balenò per un istante sul suo volto pallido:
- Mmm, un’idea l’avrei, ma non credo che Lucius sia disposto a collaborare.
- Ma io… non sono in grado di lanciarla, non su di te! - mormorò la maga, gli occhi sbarrati all’orrore di quel pensiero.
Severus la guardò con grande serietà.
- So che sei in grado di scagliarla. – affermò lentamente. – L’hai già fatto, proprio su di me. Sarà solo per un breve istante.
Rhoxane continuava a scuotere la testa, inorridita al pensiero.
- Ad ogni modo, se non lo farai tu, lo chiederò a Silente. – concluse, in tono che non ammetteva replica.
Rhoxane scosse ancora il capo, ma estrasse la bacchetta: Severus era terribilmente testardo, ma, in quel momento, aveva anche del tutto ragione. Puntò la bacchetta, raccolse con indicibile sofferenza tutta la sua determinazione e con voce tremante ordinò:
- Crucio!
Severus le sorrideva, rassicurante.
Continuò a sorriderle, sempre più faticosamente: un sorriso tirato dal dolore, ma non abbandonò i suoi occhi.
Rhoxane levò subito la bacchetta per togliere la maledizione.
- Aspetta un momento: lasciami valutare bene, - mormorò stentatamente Severus, indicando la seconda pozione - forse le dosi vanno aumentate.
Rhoxane volò al calderone ed intinse la pipetta, passandola quindi rapida al mago che ne sorbì un’altra goccia.
Passarono ancora altri lunghi ed interminabili minuti.
Mantenere attiva la maledizione era terribilmente difficile e le costava sempre più angoscia ed energia. La mano stringeva spasmodica la bacchetta mentre vedeva Severus rimanere immobile, lo sguardo fisso nel vuoto e le labbra contratte nello sforzo di trattenere gemiti di dolore.
Lo osservò sorbire ancora altre gocce dalla pipetta, altri istanti interminabili, le labbra sempre strettamente serrate.
- Basta… basta, ti prego! - implorò Rhoxane alzando la bacchetta.
Il mago la fermò ancora, con un deciso cenno della mano, mentre un lieve sorriso si disegnava a fatica sul volto sofferente:
- Questa volta funziona: non è per niente perfetta, ma adesso so esattamente cosa devo fare. – mormorò a denti stretti. - Puoi interrompere la maledizione, ora.
Rhoxane eseguì, con un prolungato sospiro, e si gettò tra le sue braccia che la accolsero, forti e protettive come sempre.
Quella sera, finalmente, Severus lasciò il suo studio con Rhoxane tra le braccia.
 
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