Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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chiara53
view post Posted on 13/3/2013, 18:02 by: chiara53
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Questa è la seconda parte della storia che si trova QUI
L'idea è stata di Ida, avrebbe voluto conoscere il punto di vista di Severus. E chi sono io per contraddirla?
Gliela dedico con tutto il cuore. Bella o brutta lei sa che è scritta con amore. :D :wub: :lovelove:
p.s. la beta è pingui79 :D

Una giornata uggiosa – seconda parte (Severus)



Finalmente gli Auror se ne sono andati. Li ho convinti.
Mi reggo in piedi a stento, ma non ho dimenticato come si simula indifferenza, distacco e aria di superiorità, anche quando il fisico urla dolore. Sono importanti solo l’anima e la mente, ed io so far uso di entrambe alla perfezione.
Me li sono tolti dai piedi.
Farmi accompagnare a Spinner’s End è stato il minore dei mali. Qui posso stare tranquillo e curarmi da solo.
Potter voleva portarmi al San Mungo, figurarsi!
Scivolo appoggiato alla parete esterna e mi siedo con fatica sul terreno, non c’è un muscolo che non mi faccia male.
Maledizione, però potevano essere un po’ più veloci quei cosiddetti Auror!
Dopo tre anni dalla fine della guerra ho provato nuovamente il brivido dell’imprevisto.
Mi sono fidato.
Ma ce l’abbiamo fatta.
No, io ce l’ho fatta!
Incapaci, stavano per farsi sfuggire gli ultimi Mangiamorte da strapazzo, che altro non sono che dei pericolosi e sciocchi delinquenti, feccia qualsiasi. Occorreva prenderli, tutti.
Quando mi sono offerto di aiutare Potter non avevo niente da perdere.
Non ho mai avuto niente da perdere, io.
Tranne me stesso.
Ma da qualche settimana non è più così. E ho avuto paura, mi sono barricato dietro la mia maschera, ma ho avuto davvero paura.
Voglio vivere, da quanto non mi succedeva? Da sempre direi, da quarant’anni.
Sorrido tra me e me. Sorrido, ma sto male da cani.
Quei maledetti, non hanno perso il tocco e ho dovuto aspettare prima di difendermi, attendere che fossero tutti lì pensando di avermi in pugno.
Ho fatto da esca. Selwyn – quell’idiota – c’è cascato con tutte le scarpe, e ho anche dovuto lasciarlo fare: gli Auror dovevano avere il tempo per arrestarli tutti, e io gliel’ho dato.
So ancora come si fa a resistere senza urlare, ma questa volta è stato più facile, mi è bastato pensare a lei: il mio pensiero felice, la mia piccola, innocente meraviglia.
Non era così allora, quando solo la rabbia e l’odio mi sostenevano, solo i rimorsi ed il sangue mi tappavano la bocca. Però non ho mai piegato la testa e questo non piaceva all’Oscuro.
Ma lui adesso è solo un mucchietto d’ossa all’inferno e io invece sono qui, vivo, al di là di ogni più impensabile ipotesi.
Sono seduto accanto alla porta per riprendere fiato, ma non posso restarci.
Questo quartiere è peggio di come lo ricordassi.
La porta è ad un passo. Ce la posso fare, forza.
Sono in piedi.
Quante protezioni ho posto su questa dannata casa?
Non è mai stata la mia vera casa, perché diavolo la proteggo tanto?
Una bella spinta, entro e mi chiudo l’uscio alle spalle.
Devo arrivare al bagno, ora ricordo bene che effetto fa una Cruciatus e poi …
Ma non ci arrivo, Merlino.
Tiro un respiro profondo che fa male, poi con la bacchetta ripulisco subito.
Tolgo la giacca e la getto in un angolo.
Potter ficcanaso potrebbe tornare, non mi farò trovare in questo stato.
Devo cercare la cura giusta; le mani mi tremano troppo e se lascio cadere la boccetta passerò una notte d’inferno in questo angolo pulcioso.
Eccola, finalmente! Questa è la pozione adatta: chissà da quanto è qui. Da almeno tre anni...
Ma funzionerà, deve funzionare.
Mi stendo sul divano.
Ora basta aspettare, la ferita è superficiale, Potter non se n’è nemmeno accorto. Sono sufficienti pochi incantesimi e qualche parola sussurrata, so bene come ci si cura da soli: hai buona memoria, non è vero Severus?
Ecco chi non mi tradisce mai: la mia bacchetta. Il sangue si arresta, chiudo gli occhi ed aspetto.
Pensieri, ancora pensieri, dovrei riposare, ma non ce la faccio.
Dietro le palpebre mi compare il suo volto e due occhi nocciola.
Hermione.
Non deve sapere niente.
Non volevano solo me, quei disperati: io ero solo il primo della lista.
Avrebbero potuto far del male ad altri e lei era nell’elenco.
Ma questa volta non ho perso la mia occasione, stavolta ho giocato in attacco, giurando a me stesso che non avrei perso mai più una persona a cui voglio bene – che amo – sussurro tra le labbra.
Non ci credo: mi sono lasciato convincere e mi sono perduto anch’io.
Ah, Severus, non ce l’hai fatta a negarti ancora alla vita!
Albus, è tutta tua la colpa, con le tue chiacchiere sull’amore, sulla speranza, sulla seconda o terza occasione.
Per una volta, per la prima volta, ho gettato la maschera davanti a qualcuno e con lei non la rimetterò mai più.
Mi duole averle mentito, ma sarebbe stata in pena.
Lei mi crede ad Hogwarts, sono contento di non averle fatto del male, con me c’è sempre questo rischio.
Questa casa è solo polvere e sporco, ma dovrò sopportarla: non ce la farò a tornare a Hogwarts stasera.
Devo avvisare Minerva.
Devo anche accendere il fuoco nel camino, ora che va un po’ meglio, in fin dei conti ho freddo e sono in camicia.
Ad un tratto sento gridare, che succede?
Sento chiamare il mio nome e bussare, ma non è Potter.
Hermione.
Sono basito.
E’ qui fuori.
Mi chiama.
Come mi ha trovato?
Ovvio, quel maledetto Potter!
Cerco di far finta di niente ed apro la porta, appoggiandomi allo stipite. Maledizione devo riuscire a reggermi in piedi.
In un attimo è tra le mie braccia, mi stringe, mi tocca, mi accarezza, mi fa anche un po’ male, visto il mio stato, ma è solo un attimo, sento il suo profumo, vedo i suoi occhi lucidi di pianto e non c’è più dolore tra le sue braccia.
- Severus, sei vivo, sei qui.- Penso che il mio nome non è poi così male pronunciato dalle sue labbra e cerco di sorridere, ci metto persino un filo di sarcasmo.
- Sono vivo. Lo vedi, non è niente.- Cerco di consolarla, ma non mi riesce tanto bene.
La invito a sedersi sul divano logoro.
Che vergogna, questa è la mia casa o dovrebbe esserla, da quanto non ci tornavo?
- Non ti sei ancora stufato di fare l’eroe? - Chiede tra le lacrime.
E’ questo che crede di me? Eppure lei sa, mi conosce, non devo raccontarle niente. Sa chi sono stato e che cosa sono stato costretto a fare, sa anche molto di quello che non sono riuscito a fare: quanti sono morti mentre guardavo?
Vorrei dirle che ha sbagliato persona, che gli eroi sono altri, vestiti di bianco e con i capelli dorati, con la faccia nel sole e il petto rivolto alle lance, innocenti e puri.
Ma rispondo soltanto:
- Non sono mai stato un eroe, e lo sai bene.
Non devo spiegarle nulla, ha scelto la spia oscura, l’uomo vestito a lutto per mostrare l’anima nera che porta dentro; ha voluto me che ho vissuto anni nascosto nel buio e che ho saputo anche uccidere; io sono tutto questo, prendere o lasciare e ad Hermione va bene così.
Mi ha accettato per quello che sono. Non per quello che avrei potuto o desiderato essere.
Anche per questo l’amo, è la luce che ha invaso le mie tenebre e non ho avuto la forza di rinunciarci.
Si arrabbia.
La paura spesso si muta in ira, lo so bene. Sta per lanciarmi una maledizione, no, non un’altra stasera. Fingo una leggerezza che non provo: lei vuole sapere, io devo parlarle e chiarire.
Al diavolo le mie maschere e i miei sotterfugi. Mi lascio andare e le spiego perché era necessario prendere quei disgraziati; dico quello che viene dal cuore, forse non dovrei, ma è vero: ho aiutato gli Auror per farla finita e gettarmi alle spalle tutto il passato. L’ho fatto per difendere lei, per non perdere chi amo.
Perché io l’amo.
Io amo Hermione.
L’ho detto.
Ho cercato di nasconderlo tra le parole che ho pronunciato, invece era chiaro come il sole. E lei ha capito. Chino la testa, sono a disagio. Che fatica mostrare i sentimenti per me che non me lo sono permesso mai.
Amo questa ragazzina che mi piange addosso, che mi ha voluto per forza, che si preoccupa per me: a chi è mai importato di me fino ad oggi?
Morirei se la perdessi, ora lo so, ne morirei e la bacio, mentre mi bagna la camicia con le sue lacrime, la stringo e sento che il tremito si attenua e che solo vicino a lei sto meglio, sto bene.
Tremo ancora, ma forse non è la Cruciatus. La bacio un’altra volta con tutto l’amore che posso.
E’ il bacio dolce di un disperato che ha ritrovato la speranza.
Le sue labbra mi rispondono ed intanto mi accarezza i capelli sudati con la stessa dolcezza con cui mi bacia: ha capito.
Posso finalmente sorridere anch’io.

Edited by Ida59 - 18/8/2015, 17:06
 
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