Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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chiara53
view post Posted on 4/3/2013, 17:51 by: chiara53
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Ecco il mio sorriso per Severus. Smile :D

Autore/data: chiara53 – 03 marzo 2013
Beta-reader: pingui79
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, romantico.
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger, Harry Potter.
Pairing: Severus, Hermione.
Epoca: Post settimo anno.
Avvertimenti: AU
Riassunto: una domenica pomeriggio all’apparenza noiosa. (seguito di Nevischio)


Note:
Questa storia è stata scritta per il Gioco Creativo n.13 “Un anno di sorrisi per Severus”








Una giornata uggiosa




Che giornata noiosa!
E’ domenica pomeriggio.
Incredibile, anche il San Mungo ha i suoi momenti di pace.
Un altro giorno di tirocinio è passato.
E’ una lunga strada quella per diventare un buon Guaritore, ma è la mia strada.
Fuori la sera sta scurendo il cielo e la notte invernale scende veloce.
Sono stanca.
Più che altro sono stufa: per oggi niente ferite magiche e dire che mi ero preparata a puntino per questo giorno da trascorrere al Reparto Incidenti da Manufatti del San Mungo.
Nessuno mi batte nella teoria.
Beh, nemmeno la pratica mi difetta, a dire il vero.
Durante la guerra ho risolto con il solo dittamo tanti problemi.
Ho scambiato il turno, perché, per oggi, lui non verrà.
Oggi ci sono Hogwarts, l’insegnamento e i suoi “doveri”. Al diavolo i suoi stramaledetti doveri!
Eppure non mi sarei mai innamorata se fosse stato appena diverso da quello che è: così dannatamente determinato e pronto a sacrificare tutto, come allora, come sempre.
E’ pignolo, puntiglioso e testardo. Meravigliosamente umano.
Da qualche settimana la mia vita è cambiata, ho qualcuno da aspettare, a cui pensare.
Qualcuno da amare.
Tanto.
Troppo?
No, nessuna quantità d’amore è mai troppa per lui che ne ha avuto così poco nella vita.
Eppure mi sento infantile e sciocca quando mi guarda accigliato.
E Severus è spesso accigliato.
Ma ho così tanta gioia dentro di me che basta per entrambi da quando quella sera, sotto casa mia, è avvenuto l’impossibile.
Sorrido, seduta al caldo nell’astanteria.
Le infermiere stanno distribuendo pozioni e medicamenti. È tutto ancora tranquillo.
Sono qui da sola a guardare il riquadro buio della finestra, aspettando la fine del turno e la mente va ancora a Severus.
Possibile che questo stia accadendo proprio a me?
Possibile che i sogni più folli si siamo avverati?
Tremo nell’intimo, all’altezza del cuore.
Dio mio, sono troppo felice.
Ho imparato ad aver paura della felicità, paura di vederla sfuggire, paura che accada qualcosa, qualunque cosa che la possa infrangere, come in una malvagia legge del contrappasso.
Ho paura.
Solo quando sono con lui non temo nulla.
Accidenti! Penso a lui e mi sento una infantile bambinetta alla prima cotta.
Ad un tratto sento rumori e grida, mi affaccio sulla porta vedo arrivare Harry ed altri Auror.
Sembrano leggermente feriti, trattengono cinque o sei tipi vestiti di nero.
Dio mio! Hanno le maschere d’argento.
E sono macchiati di sangue.
Oh no! Ancora loro. Ma non finirà mai?
Harry mi guarda febbrile, la bacchetta in pugno, in un attimo ho l’adrenalina alle stelle.
- Sono gli ultimi, li abbiamo presi finalmente! - Esclama.
Arrivano altri Guaritori ed infermieri grandi e grossi: c’è un padiglione adibito ad accogliere questi animali che ancora hanno il coraggio di circolare. Devono essere curati prima di essere inviati ad Azkaban.
Guardo il mio ex compagno di scuola ormai uomo e lo aiuto, come ho sempre fatto, come allora.
Guido lui e gli altri Auror verso il reparto.
D’un tratto l’ospedale ha ripreso vita.
Impartisco ordini precisi agli infermieri; io in un baleno sono accanto ad Harry.
Mi prende la mano.
- Volevano il professor Piton, - mi dice serissimo. – E stavano per averlo.
- Dov’è ? - Suona dura la mia voce, mentre sfilo la mano dalla sua presa. – Lui dov’è?
E’ stupito, non vuole capire.
Il mio mondo pende pericolosamente, sento che sta per sommergermi un’onda di piena.
Scuoto Harry, prendendolo per le spalle.
- Dimmi dov’è Severus!
- Allora è vero. - Mi guarda sorridendo, - No, è incredibile! Le chiacchiere sono vere ed io che non ci volevo credere. Tu e il vecchio pipistrello… Hermione, devi essere impazzita. - E ride l’idiota, ride!
Adesso lo crucio! Prendo la bacchetta e accenno ad un gesto impossibile da fraintendere.
Soffia fuori l’aria e si ripara con la mano aperta dallo Schiantesimo in arrivo.
- Buona Hermione, buona. L’abbiamo accompagnato a casa sua, a Spinner’s End. Eravamo d’accordo, ci ha aiutato a prenderli. Questi sono gli ultimi grazie al cielo. Selwyn e gli altri che abbiamo catturato stasera lo volevano morto e lui si è offerto spontaneamente a fare da esca.
- Cosa? - Urlo e gli occhi devono essermi diventati un po’ troppo grandi e lucidi.
Si alza e mi accarezza la guancia.
E’ un buon amico Harry, lo è sempre stato.
- Và da lui, - mi dice - non è voluto venire qui, ma non dov’ essere in perfetta forma. Si è beccato una Cruciatus da tre di quelli, prima che riuscissimo a fermarli.
- Grazie! - Sento che la voce mi esce roca. Mi tolgo il camice verde e senza pensarci un attimo corro via per smaterializzarmi.
Credo di averlo sentito gridare qualcosa mentre sparivo.
Mentre mi materializzo prendo coscienza di essere senza cappotto e fa un freddo cane: ecco cosa voleva dirmi Harry.
Maledizione Severus! Spero tu stia male davvero, altrimenti ci penserò io.
Ho il cuore in gola, mentre volo verso la porta.
E’ chiusa.
Dimentico la magia e la prendo a pugni, gridando il suo nome ancora e ancora.
Silenzio.
Finalmente mi apre, non ha la giacca, c’è sangue sulla camicia candida.
- Vuoi svegliare tutto il quartiere? - Mi ringhia, appoggiandosi allo stipite. - Come fai a sapere che sono qui?
- Ero al San Mungo, ho spostato un turno. - Pronuncio con l’ultimo fiato che ho.
Mi prende per un braccio e mi strattona in casa.
Si appoggia al muro, è pallido. Maledizione!
- Potter! - Sibila tra i denti. - Dannato Potter e la sua lingua lunga!
Lo guardo fisso e sento che passata la paura sta emergendo l’ira.
- Sei ferito! Tu sei ferito. Cerchi di farti ammazzare a tre anni dalla fine della guerra e non mi dici una parola. Fammi vedere!
Sospira vinto.
- Lo ammetto. Sì, sono leggermente ferito e sono stato meglio di adesso, ma anche peggio, qualche volta.
Carogna. Sta sorridendo.
Mi sta prendendo in giro e all’improvviso mi abbraccia stretta, ma lo sento tremare. Gli effetti della Cruciatus, penso, maledetti assassini, dopo tutto questo tempo, non vi bastava quello che gli avete fatto?
Lo abbraccio anch’io e piango come una bambina sulla sua camicia candida macchiata di sangue.
Lo bacio, lo accarezzo, lo tocco.
E’ lui
E’ vivo.
E’ qui.
- Non ti sei ancora stufato di fare l’eroe?- Sussurro tra i singhiozzi.
- Non sono mai stato un eroe. - Dice piano, - E lo sai bene.
Mi guarda negli occhi e mi legge l’anima.
Come ho fatto a vivere senza di lui fino ad oggi?
Ormai singhiozzo, sto sfogando la paura passata e la rabbia insieme.
Dannazione non ho nemmeno dato le consegne al Guaritore del turno di notte.
Ci penserò domani, qualcosa mi inventerò.
Io non mi muovo di qui.
E’ appoggiato alla porta chiusa e fa finta di niente. Sorride ancora e adesso ho voglia di fargli male io.
- Perché? – Chiedo.
- Perché cosa?
- Perché diavolo hai fatto da esca e non mi hai detto niente?
Sospira ancora e si siede sul divano logoro e polveroso, mi fa segno di sedermi accanto a lui.
Questa casa è vecchia e sporca, ma non mi importa: è la sua casa.
- Erano diventati pericolosi, Hermione, per tutti. Sono dei disperati, senza capi, senza bandiere, senza ordini, senza nessuno a cui affidarsi. In più sono stupidi. Il peggio del peggio. Avrebbero potuto far male anche a te, sai? Gli Auror mi hanno chiesto di aiutarli e l’ho fatto. Quella è gente che non dimentica e non scherza. Non voglio rischiare mai più la vita di chi amo.
Si arresta ed abbassa gli occhi. Ha detto tanto, troppo, l’impensabile per lui. – Ora è finita. - Aggiunge. - Basta parlarne.
E’ tornato il Severus che conosco, ma ormai quelle parole gli sono sfuggite dalle labbra: io le ho ascoltate, afferrate al volo ed ora sono custodite nel mio cuore.
Sembra non abbia il coraggio di guardarmi, mentre io lo fisso e mi sembra di scoppiare, ma mi trattengo e aspetto: rispetto il suo riservato silenzio.
Severus, ti amo, vorrei urlargli, ho temuto di perderti e ne morirei, ora lo so.
Si decide a guardarmi e fissa i suoi occhi nei miei. Leggo timore e infinito bisogno di conferme. Gli sorrido piangendo, lui mi stringe e mi bacia, un bacio profondo e dolce, bagnato dalle mie lacrime.
Mi sciolgo dall’abbraccio a stento, non sono tanto lucida, ma lo vedo ancora tremare.
- Hai preso qualcosa per la Cruciatus? - Gli domando cercando di assumere un tono professionale.
Si allunga sul divano cercando di attenuare il tremore.
- Sì ho preso qualcosa. Quello che avevo qui, pozioni fatte da me. – Sospira. - Non mi fido dei Guaritori del San Mungo.
Mi guarda sornione: gli occhi scintillanti e neri mi sorridono di nuovo. Mi accarezzano, mi sciolgono.
E’ bellissimo, il mio pipistrello: bellissimo.
- Te ne sei messo uno in casa lo sai? – Gli dico.
- No, quella è solo una mia ex studentessa… - Sussurra.
Sorride con tutto il viso e con gli occhi. Poi, di nuovo, mi bacia.

Edited by chiara53 - 4/3/2013, 18:33
 
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