Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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chiara53
view post Posted on 27/2/2013, 18:02 by: chiara53
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Eccomi qua, vi propongo un altro dei miei sorrisi per Severus. :D

Il brano è tratto da: DUE SONO MEGLIO DI UNO
*******************

Il camino era acceso nell’ufficio del Preside, Hermione entrò per prima, si tolse il mantello pesante, sfilò le scarpe e si accoccolò subito sulla poltrona preferita di Severus.
Piton era rimasto in piedi e la guardava con aria imbronciata, senza rivolgerle una parola; la maga gli fece un sorriso timido e, nel tentativo di alleggerire la tensione, disse:
- Severus, non restare in piedi, mi metti in ansia… sembri pronto ad interrogarmi, non siamo più a scuola, e tu non sei più il mio insegnante.
Piton non aspettava altro che una frase per dare stura al suo nervosismo, e ribatté irritato:
- Tu, in ansia! Sono due ore che sto cercando di immaginare cosa potesse mai averti trattenuto a Londra, cosa potesse esserti accaduto, e ti ritrovo tranquilla a chiacchierare con Minerva. Per Merlino, ma cosa mi stai nascondendo?
Hermione cercò di replicare e disse con una vocina piccola piccola:
- Sono stata dal mio medico Babbano, poi ho fatto tardi perché, per sicurezza, sono andata anche al San Mungo. Volevo avere una risposta certa al cento per cento.
Poi aggiunse ancora con un sorriso mortificato:
- Questa volta non potevo andare in biblioteca a cercarla…
A queste parole, Severus, si era avvicinato a lei, con aria preoccupata, prese una mano di Hermione tra le sue e la guardò negli occhi:
- Fino ad oggi non mi avevi mai detto di avere un problema di salute. - Poi si sedette in un angolo della poltrona e proseguì:
- E’ così difficile per me esprimere i sentimenti, lo sai bene, ma voglio, devo, sforzarmi di parlarti. Con la tua testardaggine sei riuscita a tirarmi fuori dal guscio in cui mi ero rifugiato, non volevo più affidarmi alla speranza e tu hai voluto aprirmi ad un futuro che non pensavo potesse esistere per me. Conosci tutto di me: i miei errori, la mia storia, il mio pessimo carattere; non voglio che tu affronti da sola nessuna delle difficoltà che si presenteranno. Voglio esserti sempre vicino, l’ho giurato appena sei mesi fa… Io vivo per te ora, ed è per te che ho ricominciato a vivere: la mia esistenza dipende dalla tua: questo, per me, è l’amore.
Hermione alle parole accorate di Severus ora sorrideva con occhi scintillanti: il momento era venuto. Doveva dirgli il suo segreto e quello era il momento magico che aveva atteso:
- Non sono affatto malata Severus, - sussurrò - sono solo incinta.
Severus Piton ne aveva passate tante, non pensava che nella sua difficile vita avrebbe mai più potuto provare né l’amore né uno straccio di felicità, ma in quell’attimo di cristallo, guardando negli occhi la creatura più bella e dolce che il destino avrebbe mai potuto regalargli come compagna, amica, amante, pensò, per l’ennesima volta, che nella vita non si deve mai dire mai.
Le prese il viso tra le mani, le accarezzo i capelli, e immerse i suoi occhi di carbone in quelli nocciola. Poi, abbracciandola stretta, sussurrò quasi incredulo:
- Un bambino, - pronunciò con la voce resa roca dalla commozione. - Avremo un bambino…
Hermione non lo fece proseguire e aggiunse sorridendo:
- Severus, sono stata dal mio ginecologo Babbano, ma volevo essere certa del mio stato; così mi sono recata al San Mungo. – Severus l’ascoltava e beveva le sue parole, attendendo la conclusione di quel discorso, incerto tra gioia e preoccupazione.
– La dottoressa Middle, che mi seguirà anche durante la gravidanza, mi ha detto che non devo preoccuparmi. - Hermione guardò nei profondi occhi neri di Severus, poi continuò:
- Tu non devi allarmarti! La Medimaga è stata gentilissima e…, a proposito, è stata una tua alunna: era di Corvonero…. - Severus sollevò in modo interlocutorio un sopracciglio cercando di ricordare chi fosse costei.
Hermione continuò:
- Ha fatto esami approfonditi, anzi – disse tirando fuori la busta bianca dalla borsa – eccoli, me li ha dati per mostrarteli. Ha detto che non saresti stato soddisfatto se non li avessi visti di persona.
Hermione sorrise sorniona ed aggiunse:
- Ti conosce molto bene, evidentemente! Mentre faceva i controlli ha ripetuto la stessa diagnosi del mio ginecologo. Ora che mi ricordo, alla fine della visita, ha aggiunto qualcosa, riguardo a te. Ha detto precisamente:
– Considerando che il padre è il Preside Piton lei potrebbe essere in attesa di un Dorsorugoso Norvegese, ma visto che la mamma è lei, Hermione, si tratta sicuramente di due gemelli!
Hermione ormai rideva apertamente mentre si godeva la finta irritazione di Severus ed il suo stupore.
Poi con l’aria da signorina so-tutto-io aggiunse ancora:
- Severus, i bambini sono due, un maschio e una femmina: due gemelli! Ho voluto saperlo con certezza prima di dirtelo. Sai, due bambini insieme possono creare problemi… tu hai le tue abitudini, il tuo ruolo. Ho temuto che portassero scompiglio nella tua vita e che...
Severus aveva ascoltato tutto il discorso senza più parlare o muoversi, mentre le parole di Hermione fluivano, si accese dentro di lui una luce splendente che attraversò il suo cuore, il suo viso e si riverberò nei suoi occhi:
- Dovevi temere solo di rendermi l’uomo piu’ felice di tutto il mondo magico e Babbano insieme. Solo questo avresti dovuto temere… – pronunciò in un sussurro.
La sollevò tra le braccia, poi avvicinò le sue labbra a quelle di Hermione che si aprirono per accogliere un bacio tenero e appassionato.
- Due sono meglio di uno! – Disse Severus, sorridendo con gli occhi scintillanti.
L’elfo che portava la cena per Hermione li trovò così, ancora abbracciati.
- Vieni avanti, Blix. - disse Hermione con le gote rosse ed un sorriso infinitamente felice
- Signora, - disse chinando la testa per salutare, - Signor Preside, signore, questa è la cena e questa è una bottiglia di Champagne da parte della professoressa McGranitt, con tanti auguri per voi da parte sua e… del Preside Silente.
L’elfo dopo aver apparecchiato la tavola e lasciato la bottiglia insieme con due calici, salutò e se ne andò, mentre i due, dimentichi di tutto e tutti, continuavano a baciarsi ed a sorridere, sussurrando tra loro.
Il quadro di Albus Silente, trascurato per una volta, stava mormorando tra sé:
- Ragazzi, lo dico sempre io, sono solo ragazzi….
 
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