Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ida59
view post Posted on 25/2/2013, 10:02 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Estratti da Antica Magia.


Capitolo VIII - Maghi potenti e filtri d’amore

Quella sera, per la prima volta il Professor Piton cominciò a desiderare d’essere se stesso, il nuovo se stesso che stava così faticosamente cercando di costruire. E di esserlo liberamente di fronte a tutti. Fingere stava diventando sempre più penoso, e aveva già sofferto troppo nella sua vita. Inoltre, gli era ormai del tutto impossibile stare vicino a Rhoxane senza avere almeno un minimo contatto fisico con lei: tenerle una mano, un breve abbraccio, un fuggevole bacio sui capelli. In fondo, non aveva nulla da perdere, se non dei nemici, mentre aveva tanto da guadagnare.
Così entrò nella Sala Grande di fianco a Rhoxane, con il braccio steso lungo il fianco e la mano che con il dorso sfiorava appena quella della maga, le labbra vagamente dischiuse in un accenno di sorriso e gli occhi pieni di felicità.
La Professoressa Sinistra, che per anni aveva mangiato al suo fianco sopportando i suoi antipatici sorrisi a labbra contratte, si rammaricò ora di non poter beneficiare di quel sorriso, piccolo, ma così sereno e luminoso. Anche la Professoressa McGranitt, di solito così marmorea e rigorosa, sembrava contagiata da Piton e sorrideva benignamente. Silente era al settimo cielo: già, ma lui i sorrisi non li aveva mai lesinati a nessuno. Selene, invece, era una rigida statua di ghiaccio, che emanava un odio smisurato.
Gli studenti? Quelli si stavano evidentemente divertendo un mondo, alle sue spalle, e Piton si chiese se sarebbe mai più riuscito ad ottenere la disciplina in classe. Del resto, se l’era proprio cercata: lui, l’impassibile ed altezzoso mago che disdegnava la compagnia di chiunque, ora non riusciva a resistere un pomeriggio senza la sua Rhoxane. Incrociò lo sguardo della maga e il suo sorriso si aprì un filo di più.
Lei sembrava perfettamente a suo agio ed era il ritratto della felicità: si beava di quel suo nuovo sorriso e delle piccole attenzioni nascoste, come la mano che cercava la sua per stringerla sotto il tavolo e gli intensi sguardi d’amore.
Finita la cena, il desiderio di abbracciarla e baciarla fu tale che non riuscì ad aspettare di arrivare in camera e in un corridoio, nascosto in parte da un’armatura ed impaziente più di un ragazzino, la strinse tra le braccia per baciarla con una bramosia che non riusciva a dominare oltre.
Ma Colin Canon era in agguato e scattò loro un perfetto primo piano di quel bacio appassionato.
Quando Piton, disorientato dal flash, lo fissò sbalordito, il ragazzo parve pietrificato dalla paura e gli tese la macchina fotografica con mano tremante, restando in trepida attesa dell’inevitabile punizione per la sua assurda bravata.
Il Professor Piton invece rise, incredibilmente rise di gusto in una prolungata e spensierata risata liberatoria, e poi disse:
- Signor Canon, pensi di poter fare due copie anche per me e la Professoressa Delair, se la foto è venuta bene, ovviamente? – e riprese a ridere, abbracciando felice Rhoxane mentre gli voltava le spalle.
Canon rimase immobile, incredulo del colpo di fortuna che aveva avuto e del tutto sconvolto dalla risata del Professor Piton. Pochi istanti dopo, però, Colin ricevette la richiesta di un’altra copia della foto, ma la Professoressa Prickle non fece nemmeno finta di sorridere. Se anche avesse sorriso, non sarebbe cambiato nulla: l’odio glaciale che emanava dai suoi occhi sarebbe rimasto inalterato.

*


Il mattino dopo, Colin Canon arrivò in Sala Grande con un gran fascio di carte e le appoggiò sul tavolo, sotto lo sguardo attento del fratello Dennis, che rimase a fare la guardia. Prese due fogli dalla pigna e si diresse incerto al tavolo degli insegnanti, augurandosi caldamente che il Professor Piton avesse ancora lo stesso fantastico e gioviale umore della sera precedente.
All’apparenza era così: stava educatamente porgendo il pane appena imburrato alla Delair.
Con pensiero comune a tutti gli altri studenti, senza distinzione di Casa d’appartenenza, Colin si chiese preoccupato cosa diavolo stesse accadendo al Professore di Pozioni. Tutti gli uomini diventavano così, quando s’innamoravano? Però, Piton era senza dubbio molto meglio adesso: forse avrebbero dovuto ringraziare la Delair, se la cosa fosse durata sufficientemente a lungo.
Piton lo aveva visto avvicinarsi con i fogli in mano e lo stava scrutando con attenzione. Fu pago di notare che continuava ad incutere un certo timore, poiché Colin Canon aveva subito rallentato l’andatura, appena accortosi dello sguardo del Professore.
Attese che il ragazzo, che avanzava sempre più lentamente, fosse fermo davanti a lui per chiedergli in tono severo, ma trattenendo a stento un sorriso mentre richiamava l’attenzione di Rhoxane:
- Allora, Signor Canon, sei riuscito a fare un buon lavoro ieri sera?
Rhoxane sorrise incoraggiante, anche per conto di Piton.
Il ragazzo farfugliò poche ed incomprensibili parole e tese i due fogli che aveva in mano.
I professori li esaminarono rapidamente, con divertita curiosità e, dagli sguardi che si scambiarono subito dopo, parvero più che soddisfatti della sua opera. Anche se il Professor Piton appariva inequivocabilmente, ma anche rassegnatamente, imbarazzato davanti alla sua immagine che, con instancabile passione, continuava a baciare Rhoxane.
- Grazie Colin, è una foto molto bella. - e il sorriso di Rhoxane avrebbe potuto illuminare l’intera Sala Grande.
Il ragazzo rimase immobile, in attesa della reazione del Professore di Pozioni.
- Puoi andare, Signor Canon. Ma la prossima volta che intendi scattarmi una foto, mi aspetto che tu mi chieda il preventivo permesso. Chiaro? - sibilò Piton.
- Certo Professore, lo farò! – mormorò Colin fuggendo velocemente via.
Per quella volta gli era davvero andata bene! Tornato al suo posto, ebbe parecchio da fare, durante la colazione, per distribuire le altre copie della foto.
Ma la Professoressa Prickle aveva avuto la sua per prima, quella mattina.
 
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