Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

« Older   Newer »
  Share  
arcady
view post Posted on 7/2/2013, 12:24 by: arcady




Ecco il mio sorriso per Severus:

Titolo: Un’invisibile bellezza
Autore/data: Arcady 6-7 Febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Snape, personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Malandrini
Avvertimenti: nessuno
Conteggio parole: 1072


Un’invisibile bellezza



Severus Snape non si poteva certo definire un ragazzo attraente. Era alto ed eccessivamente magro, tanto che gli abiti che indossava apparivano sempre e comunque di taglia troppo grande. I capelli, di mezza lunghezza, erano separati in ciocche spettinate che cadevano a caso sulle spalle. Se osservavi il suo viso, lo sguardo cadeva inesorabilmente sul naso lungo e adunco, prima di spostarsi sugli occhi, nerissimi e penetranti e sulle labbra sottili ed eternamente deformate da una smorfia di insofferenza.
Era sciatto, suo malgrado, ma non si poteva permettere divise di prima mano e comunque era sempre stato convinto che non avrebbe raggiunto il potere e la gloria che rincorreva con abiti sontuosi, ma con determinazione e impegno.
Deirdree scoprì la sua bellezza un pomeriggio di Ottobre, mentre si trovavano, come spesso accadeva, in biblioteca.
Quel giorno toccava ad Antiche Rune: Severus era chino sui suoi codici, i capelli gli ricadevano leggermente sul viso e la fronte era aggrottata, come sempre quando era concentrato su qualcosa. Deirdree invece, come suo solito, era distratta e totalmente assorbita dai suoi pensieri.
Non aveva nessuna voglia di studiare, così alzò lo sguardo su Severus, per tentare un po’ di conversazione e, in quel momento, i suoi occhi furono attirati da un flebile e polveroso raggio di sole che, arrancando attraverso le vetrate fitte di condensa, atterrava sul dorso della mano di Severus - affusolata e nervosa – che riposava, abbandonata sul piano di legno.
Deirdree piegò leggermente la testa di lato, colpita da quell’immagine vivida ed eloquente poi, all’improvviso, il raggio esplose in mille granelli di luce che, solo per lei, si accorparono sulla pelle serica dell’ignaro amico, disegnando su quei pochi centimetri quadrati, mondi interi.
Nei pochi minuti in cui quella luce le riempì lo sguardo, Deirdree si sentì al sicuro e presero a danzarle in testa concetti a suo parere logori e scontati come bellezza, gioia, addirittura amore; ma erano diversi, come se il mondo la stesse beffardamente scrutando a testa in giù, come se la bellezza stessa si fosse scrollata di dosso il suo significato e ne avesse assunto uno tutto nuovo.
Severus.
Incarnava quella bellezza.
Quella gioia.
Quell’ amore, forse?
Sorrise.

***



Severus era profondamente concentrato sulla pergamena di Antiche Rune e stava traendo un immenso piacere dal constatare che il suo Eccezionale avrebbe costretto Avery a pagarlo profumatamente, visto che gli aveva passato il compito, quando sentì chiaramente lo sguardo di Deirdree puntato su di sé.
Non era da tanto che quella ragazza aveva preso a trotterellargli intorno e Severus dava per scontato che si trattasse di pareggiare i conti con l’aiuto che lei gli aveva dato in Volo.
Fatto sta che, in quel momento, Deirdree gli sembrò diversa: un nuovo taglio di capelli, trucco, divisa nuova? No, non gli pareva si trattasse di qualcosa del genere, sembrava piuttosto un atteggiamento, una flebile ma inequivocabile sensazione di serenità. Le ombre che era solito scorgere, a intervalli regolari, negli occhi sempre in movimento della ragazza sembravano scomparse. Sosteneva il suo sguardo con una calma insospettabile.
La osservò ancora per qualche secondo, socchiudendo gli occhi. “Per caso hai catturato il Boccino d’Oro ieri sera contro i Grifondoro?” Chiese con calma. “Perché mi sembri un po’ troppo silenziosa e compiaciuta per i tuoi standard.”
Deirdree soffocò una risata leggera ma mantenne lo sguardo su di lui. “No, niente da fare contro Potter, ieri,” disse senza un briciolo di irritazione. “Ti stavo solo ammirando.”
“Bene,” rispose Severus, confuso. “mi è sempre più evidente che il sarcasmo sia di casa, tra noi Serpeverde.”
“Oh, niente sarcasmo per oggi, Snape,” aggiunse Deirdree, con una scrollata di spalle. “Inoltre non sono così pazza da tentare di misurarmi con il numero uno in tale arte. Ho semplicemente avuto un’epifania pochi minuti fa.”
“Interessante,” commentò Severus, alzando gli occhi al cielo e tornando alla sua pergamena, ormai certo di aver giudicato male la situazione: Deirdree non lo stava affatto guardando, stava semplicemente sognando ad occhi aperti e lo sguardo assente si era casualmente appoggiato su di lui, come avrebbe potuto fare con un qualunque soprammobile polveroso.
Eh sì, Severus Snape, si disse con amarezza, sei sempre e comunque invisibile, non preoccuparti.
Ma poi Deirdree fece qualcosa di insolito anche per lei: spostò il busto leggermente in avanti e gli afferrò la mano, tenendola sospesa tra di loro.
“Oggi il sole ha deciso di portare alla luce qualcosa di splendido: qualcosa che è rimasto al buio per troppo tempo, qualcosa di puro che si crede corrotto, qualcosa di prezioso che si crede privo di valore.”
“E quale sarebbe la parte della mia mano, in tutto questo?” Chiese Severus, a metà tra l’infastidito e il curioso.
“La tua grazia, Severus: il rispetto con cui le tue mani si muovono tra ingredienti preziosi, tra pergamene e antichi libri. E’ bellissimo. E anche tu lo sei.” Disse con allegria, come qualcuno che ha scoperto un tesoro invisibile ai più ed è cosciente del fatto che esso risplende solo per i suoi occhi.
Severus si fece serio e si alzò in fretta, mise insieme alla bell’e meglio le sue cose e si accinse a lasciare la biblioteca, senza dire una parola.
Come al solito quella ragazza se ne usciva con una delle sue fesserie e non si capiva se ti stesse prendendo in giro o meno. Non era un po’ troppo diretta per essere una Serpeverde? Lo confondeva e a lui non piaceva essere confuso.
Deirdree si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia sul petto, con un sorriso di trionfo stampato sulle labbra. “Lo sai che è così, Severus. Non saresti così pieno di te, altrimenti.” Disse, mentre lo seguiva allontanarsi, con lo sguardo. “Ma adesso posso godermelo anche io, lo spettacolo.”
Severus non tentennò né, tantomeno, si voltò verso di lei, ma a Deirdree non sfuggì l’impercettibile cambiamento del suo incedere – ad un tratto più fluido, meno nervoso – e la sua mano che, se fino ad un attimo prima stringeva le pergamene come se ne andasse della sua vita, ora le reggeva soltanto, mentre il pollice ne accarezzava delicatamente la superficie ruvida.
Un attimo prima di sparire oltre la porta della biblioteca, Severus si voltò verso di lei: un sorriso che partiva dalle labbra per arrivare agli occhi gli illuminava il viso pallido.
E la sua invisibile bellezza esplose, imprimendosi a forza negli strati più profondi dell’anima di Deirdree. Ancora non lo sapeva, ma sarebbe rimasta dentro di lei per sempre.

Edited by arcady - 12/2/2013, 18:50
 
Top
1897 replies since 9/1/2013, 00:04   27942 views
  Share