Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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Ida59
view post Posted on 2/2/2013, 21:43 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Continuo con i brani estratti da Antica Magia


Capitolo II - Gita a Hogsmeade

La condusse Ai tre manici di scopa, dove scelse un tavolino appartato ed ordinò due bicchieri d’idromele frizzante, in uno dei quali aggiunse una goccia della pozione che aveva prelevato prima di uscire.
In breve tempo Selene si abbandonò ad una considerevole loquacità, come se avesse perso anche il più piccolo controllo di sé a causa del troppo vino bevuto. Mentre la ragazza centellinava l’idromele dalla coppa e gli sorrideva apertamente con fare seducente, Piton si trovò di nuovo, per la seconda volta in pochi giorni, ma dopo tanti, lunghissimi anni dall’ultima volta che gli era accaduto, a desiderare di baciare quelle labbra fresche e sottili e di stringere a sé quel corpo sodo ed invitante.


Capitolo III - I segreti del Mangiamorte

- Se qualche Oscura Magia dà dei problemi all’Insegnante di Difesa, deve essere proprio oscura la sua formulazione! – sussurrò Piton all’improvviso.
Rhoxane sussultò e si girò di scatto per guardarlo; il tono sembrava quasi amichevole, ma gli occhi com’erano: di ghiaccio o di fuoco?
Sorrideva.
Severus Piton era a braccia conserte, appoggiato appena ad una libreria e, incredibilmente, le stava sorridendo: non c’era ombra di scherno sulle sue labbra sottili appena dischiuse.
“Stupida, avanti, dì qualcosa, non rimanere lì come un’ebete a guardare i suoi occhi… ma sono così belli!” pensò Rhoxane.
- Se me lo permette, magari potrei essere d’aiuto.
Il tono era inaspettatamente gentile, il sorriso persisteva e si stava avvicinando… no, si avvicinava al libro: meno male, altrimenti avrebbe sentito il cuore che le stava battendo all’impazzata.

*


Rhoxane si era avvicinata e con una mano gli stava accarezzando leggermente la fronte, come a voler mandare via i brutti ricordi e far tornare la luce nella sua vita.
All’improvviso gli sorrise, un sorriso ingenuo, come quello di una bambina, ma anche un sorriso complice, come quello di un’amante:
- Assodato che le nostre anime sono forti e salde, vuoi finalmente insegnarmi i tuoi segreti, sì o no? Saranno tutti in buone mani: sia i segreti della tua anima sia quelli del Mangiamorte.
Severus scrollò il capo.
Era letteralmente senza parole: sembrava davvero che potesse penetrargli dentro l’anima, oltre ogni insuperabile barriera della mente, e capire di cosa aveva bisogno.
Evidentemente non aveva altra scelta.
Per la prima volta dopo tanti anni si rese conto che con lei, solo con lei, la maschera che aveva indossato per tanto tempo era diventata totalmente inutile.
Così, dopo tanto tempo, sorrise di nuovo, apertamente e fino in fondo. Sorrise con le labbra e con gli occhi. Anche la sua anima sorrise a quella di Rhoxane, ed era certo che la maga avrebbe compreso.
- Come posso rifiutarmi di insegnare i miei segreti di Mangiamorte ad un’allieva che ha saputo capire così bene i segreti della mia anima? – sussurrò con intensità. - Ma ad una precisa condizione: che non si parli mai più della mia anima.
Il sorriso di Rhoxane era luminoso, ma era nulla in confronto alla luce che ora sfolgorava negli occhi neri del mago, e quel suo meraviglioso sorriso, così come la luce dei suoi occhi, era per lei, solo per lei.
Ora che Severus aveva, almeno per un momento, dimenticato di odiare e disprezzare se stesso ed il resto del mondo, ora che i suoi lineamenti si erano distesi e addolciti in quello splendido sorriso, ora sì che poteva finalmente riconoscere il volto del mago ventenne dei suoi ricordi.
La vita era stata veramente dura con Severus Piton: cosi tanta sofferenza e solitudine, e così a lungo!

*


Lo stava guardava impressionata e fortemente turbata, ancora rossa in volto ed ansimante. Con un fazzolettino tamponò delicatamente il rivolo di sangue che stava colando dal labbro di Severus. Continuava a contemplarlo senza parlare, cercando invano di capire. Poi chiese:
- Perché?
Il mago abbassò gli occhi e, raccogliendo da terra la bacchetta di Rhoxane, rispose sottovoce:
- Hai sbagliato il movimento.
- Non è questo che voglio sapere, adesso. - lo interruppe spazientita. - Perché ti sei morsicato fino a farlo sanguinare? - insistette, mentre tornava a tamponargli la ferita sul labbro.
- Avevo bisogno di concentrarmi per lanciare il contro incantesimo. – mormorò, sempre a bassa voce. - Il dolore, talvolta, può essere d’aiuto. – concluse, alzando lievemente un sopracciglio.
Rhoxane lo guardò pensierosa, poi sorrise, all’improvviso:
- Perché, c’era qualcosa che impediva forse la tua concentrazione? – chiese maliziosa.
Severus sorrise appena, vagamente imbarazzato, e sussurrò:
- Qualcuno… forse. - e rimase a guardarla, sempre tendendole la bacchetta, gli occhi che scintillavano.
- Mi dispiace, - ora era lei a trovarsi in imbarazzo - è stata colpa mia. - tentò di scusarsi, mentre gli scostava una ciocca di capelli neri dalla guancia.
I loro sguardi s’incrociarono ancora: Severus avrebbe voluto… avrebbe…
Cosa diavolo avrebbe voluto dirle, o farle? Se lei, poi, fosse invece fuggita via? No, non poteva proprio correre quel rischio, non poteva!
Rhoxane riprese la bacchetta: ora il suo viso era tornato al normale colorito, ma sembrava quasi delusa, o imbarazzata. La mente della maga era senza alcuna protezione davanti a lui, eppure non l’avrebbe violata, per nulla al mondo.
- Epismendo! – esclamò puntando la bacchetta sulle labbra del mago, dove la piccola ferità si rimarginò immediatamente – Bene, Severus, spiegami dove ho sbagliato. Non è proprio il caso di ripetere quest’errore: la prossima volta potrebbe non andarmi altrettanto bene.
Sì, Rhoxane era certamente in imbarazzo, ma quel sorriso era anche molto malizioso…

*


La contemplò a lungo in silenzio: sembrava una bambina, una piccola bimba disubbidiente, pentita, e terribilmente spaventata.
Aveva un folle desiderio di poggiare le labbra sulla piccola bocca tremante.
Aveva spesso desiderato di stringerla a sé e di baciarla, in tutti quei giorni in cui le aveva insegnato incantesimi proibiti e pozioni mortali. Più volte era stato ad un passo dal dichiararle il sentimento che, giorno dopo giorno, in modo graduale e meraviglioso, era nato inaspettatamente nel suo cuore, ed era cresciuto sempre più.
Per quella donna straordinaria, che aveva avuto fiducia in lui ed aveva finalmente saputo interrompere la sua insopportabile solitudine, per quello splendido angelo che lo aveva fatto tornare a vivere, a sorridere… e ad amare!

Edited by Ida59 - 17/8/2015, 21:54
 
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